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L'Italia acquista i primi 3 F-35


fuzz77

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certo, nell'eurofighter siamo partner di primissimo livello mentre nell'F-35 arriviamo a malapena al 5% con la nostra industria relegata a mera fornitrice di ricambi e assemblatrice finale..

Oddio, non mi sembra proprio un dettaglio di secondo piano.

Comunque, riporto l'articolo.

Senza considerare l'opinione del giornalista, ma attenendosi alla semplice traduzione del testo originario, emergono fatti interessanti. Che al di là di quale possa essere la soluzione del problema aerospaziale italiano, mi sembra che emerga un ritratto desolante di questo progetto.

Un vero casino. Forse non elegante, ma è questa la sintesi più efficace del rapporto sul programma F-35 pubblicato ieri dal Pentagono e che identifica la bellezza di 719 problemi nella linea di produzione del caccia delle meraviglie.

Un documento redatto all’inizio di quest’anno e reso pubblico solo adesso per dare modo alle ditte e all’ufficio di programma che sovraintende alla produzione dell’aereo di mettere in campo le opportune misure correttive. Ma le risposte non sono sembrate adeguate all’Office of Inspector General del Pentagono. Delle 13 risposte ricevute, l’organismo ispettivo della Difesa americana ben sette le trova inadeguate e chiede nuovi chiarimenti. Il rapporto, Quality Assurance Assessment of the F-35 Lightning II Program DODIG-2013-140, descrive in 136 pagine una specie di galleria degli orrori industriali che coinvolgono le ditte interessate alla

realizzazione dell’aereo, dalla Lockheed alla Northrop alla BAE, eccetera: ditte che lavorano su versioni differenti del software di missione per cui i prodotti finali non sono interoperabili, operai che contaminano utilizzando procedure non corrette parti critiche dell’aereo, a cellule finite le cui misure non corrispondono alle specifiche di progetto. Il risultato del non rispetto delle norma dei qualità “risulterà in materiali non conformi, aerei meno affidabili e costi aumentati” (pagina 18 del rapporto).

Errori che si ripercuotono su un numero impressionante di aerei (compresi quelli destinati all’Italia) prima che eventuali misure correttive possano essere messe in atto. Prendete pagina 12: “Lockheed Martin ha consegnato aerei F-35 che non rispettavano i requisiti contrattuali in termini di intercambiabilità e sostituibilità…Un problema identificato nel maggio 2009, classificato ad alto rischio…ma che non potrà essere risolto prima del 2015…e si stima che 150 aerei saranno messi in servizio prima che il piano [correttivo] possa essere completato. Questo comporterà inevitabilmente che ci siano componenti non intercambiabili negli aerei in servizio oppure che dovranno essere sostenuti costi aggiuntivi per portare gli aerei allo standard richiesto”. Costi aggiuntivi: il che vuol dire, ad esempio, che anche alcuni degli aerei italiani dei primi lotti dovranno essere aggiornati. Paga zio Sam? No, sarà il solito Pantalone. Aspettate, a pagina 17 c’è anche di meglio: “le fusoliere misurate con il sistema di allineamento laser non corrispondevano ai requisiti progettuali; nonostante ciò Lockheed Martin non ha identificato le cellule come non conformi e numerosi aerei di tutte e tre le varianti sono stati completati”. La conclusione? “Ciò si tradurrà in mezzi con conformi, aerei meno affidabili e aumento di costi”. Che questi dell’Office of Inspector General siano dei pacifisti? O forse degli hacker cinesi si sono insinuati nei computer del Pentagono e hanno modificato il rapporto?

Il documento continua con questo tono per decine di pagine, molto tecniche e dunque non facilmente riassumibili. Così vi propongo alcune delle conclusioni:

1) “La mancanza di disciplina di processo e attenzione ai dettagli crea un rischio elevato di consegnare ai combattenti (sic) aerei non conformi” (pagina 55);

2) “L’assenza di controllo dei processi critici può comportare un aumento dei rischi per la sicurezza del volo“ (pagina 61);

3) “La mancanza di una forte ed efficace organizzazione per l’assicurazione della qualità contribuisce ai problemi di costo, puntualità e prestazioni del programma” (pagina 65).

La ragione di tutti questi casini, tanto per restare all’espressione inziale, è nella scelta imposta dalla Lockheed di non procedere alla realizzazione di prototipi e solo successivamente alla produzione di serie.

Il rischio era che il Congresso, come già successo in passato, potesse sospendere il programma prima che i costi salissero alle stelle. Invece, tutti gli aerei che escono dalla Lockheed, fin dai primissimi, sono già aerei destinati alla linea di volo con la logica che i problemi mano a mano identificati sarebbero poi stati risolti a posteriori. Una tecnica utilizzata dagli Usa solo durante la seconda guerra mondiale. Ma lì le ragioni c’erano. Qui? L’immediata conseguenza di questa scelta è che è necessario eseguire lavori di scrap, rework and repair (letteralmente “scarto, rilavorazione e riparazione”) con un’incidenza, rivela il documento, del 13,11 per cento nel 2013, appena più bassa del 13,82 per cento del 2012 e con ben 972 interventi per aereo del primo lotto produttivo, 987 per aereo del secondo, 926 del terzo e 859 del quarto. Sempre troppi. Insomma, un sacco di problemi per un aereo di cui l’Italia potrebbe fare tranquillamente a meno (salvo per la versione a decollo corto che dovrebbe andare sulla Cavour), che le aziende Finmeccanica realizzano obtorto collo, come ha spiegato una settimana fa l’amministratore delegato alla Camera dei deputati, e che segnerà la fine di una autonoma industria aeronautica nazionale.

Ah, dimenticavo: e che ci sosterà tra i 13 e i 14 miliardi solo per acquistarlo.

Insomma, lasciate le ultime 4 righe da parte su cui si può non essere d'accordo, il resto mi sembra che abbia poco a che fare con la tanto citata tendenza al populismo biecamente pacifista di cui viene tacciato solitamente chi si appresta a guardare alla faccenda con occhio più critico ;)

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tu quoque posti articoli del FQ rovinandomi la pausa caffè? :vomit:

...

In realtà voleva facilitarti la digestione...:si:

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

a mio modesto parere la cappellata sta nel dipingere la partecipazione Italiana all'F-35 come "la fine di un autonoma industria aeronautica nazionale"

il che non è affatto vero

a decretare "la fine" dell'industria italiana del settore è la non volontà di investire nell'aerospaziale in generale, anche sulla scia di facili populismi ;) non certo la partecipazione a questo programma.

certo, nell'eurofighter siamo partner di primissimo livello mentre nell'F-35 arriviamo a malapena al 5% con la nostra industria relegata a mera fornitrice di ricambi e assemblatrice finale..

tuttavia non è che non comprando questo aereo le cose sarebbero andate diversamente.. e in generale su questa testata non leggo molte proposte concrete per la salvezza dell'aerospaziale italiano

Senza l'F-35 e con l'Eurofighter che, in quanto a sviluppo, se non è fermo poco ci manca, e senza progetti europei all'orizzonte, potevamo pure chiudere Alenia Aermacchi.

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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Guest EC2277

Insomma, lasciate le ultime 4 righe da parte su cui si può non essere d'accordo, il resto mi sembra che abbia poco a che fare con la tanto citata tendenza al populismo biecamente pacifista di cui viene tacciato solitamente chi si appresta a guardare alla faccenda con occhio più critico ;)

Infatti le righe finali riportano una notizia falsa: il costo d'acquisto degli F-35 è di circa 7 miliardi, mentre la parte restante è relativa al costo delle armi, alla realizzazione della fabbrica di Cameri, all'adeguamento della Cavour…

Come faccio a dire che il costo è di 7 miliardi?

Semplice: la Lockeed ha dichiarato che l'F-35B costerà 110 milioni di Euro, che i primi 30 esemplari dell'F-35A ne costeranno 100, mentre il prezzo i restanti 40 F-35A sarà di 70 milioni.

(110*20+100*30+70*40)/90=6.698

Modificato da EC2277
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Oddio, non mi sembra proprio un dettaglio di secondo piano.

se spendi il 5% nello sviluppo del velivolo riavrai indietro il 5%, non un centesimo di più ;) al mondo nessuno fa beneficenza, men che meno gli USA... volevamo di più? spendevamo di più :§ ma non credo sia molto negoziabile come cosa

il mio ragionamento era comunque un'altro... non c'è una diretta correlazione causa/effetto tra fine (o meglio, ridimensionamento) dell'industria aerospaziale europea ed F-35

L'europa ha saputo esprimere un ottimo caccia, l'eurofighter, il problema è che ci ha impiegato 25 anni dal primo volo alla messa in servizio e ancora adesso il suo sviluppo non è completo.. i partner del consorzio litigano ancora su punti fondamentali del programma (non si sono accordati manco per il radar a scansione attiva AESA) e il velivolo rischia, se non intervengono capitali esterni all'europa, un'obsolescenza prematura.

E tutto questo non è direttamente colpa dell'F-35.... l'Europa non ha voluto spendere di più nell'eurofighter e l'industria (o meglio, il consorzio Eurofighter gmbh) non ha saputo porre alternative credibili. Se sei interessato, nel topic del Typhoon trovi molti articoli da me postati che inquadrano meglio la questione.

Certamente la decisione di aderire all'F-35 pone una pietra tombale sullo sviluppo dell'eurofighter in quanto le poche risorse disponibili vengono deviate su un'altro velivolo... ma a monte di questa decisione ci sta l'incapacità dei paesi europei di mettersi d'accordo su punti fondamentali e di impostare un velivolo con delle caratteristiche adeguate alle specifiche tecniche delle loro aeronautiche.

Comunque, riporto l'articolo.

Senza considerare l'opinione del giornalista, ma attenendosi alla semplice traduzione del testo originario, emergono fatti interessanti. Che al di là di quale possa essere la soluzione del problema aerospaziale italiano, mi sembra che emerga un ritratto desolante di questo progetto.

Insomma, lasciate le ultime 4 righe da parte su cui si può non essere d'accordo, il resto mi sembra che abbia poco a che fare con la tanto citata tendenza al populismo biecamente pacifista di cui viene tacciato solitamente chi si appresta a guardare alla faccenda con occhio più critico ;)

Le questioni riportate nell'articolo sono tutte reali e fanno solo bene le testate (del settore e non) a riportare queste notizie e anche ad accendere il dibattito sull'opportunità o meno di acquisire questo velivolo.

Tuttavia, in sincerità, davvero mi stai dicendo che il FQ è seriamente preoccupato del futuro dell'industria aerospaziale europea e preferirebbero che i miliardi spesi nell'F-35 andassero a finanziare equivalenti programmi europei? ;)

se si, giuro che ritiro tutto

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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il mio ragionamento era comunque un'altro... non c'è una diretta correlazione causa/effetto tra fine (o meglio, ridimensionamento) dell'industria aerospaziale europea ed F-35

Certamente la decisione di aderire all'F-35 pone una pietra tombale sullo sviluppo dell'eurofighter in quanto le poche risorse disponibili vengono deviate su un'altro velivolo... ma a monte di questa decisione ci sta l'incapacità dei paesi europei di mettersi d'accordo su punti fondamentali e di impostare un velivolo con delle caratteristiche adeguate alle specifiche tecniche delle loro aeronautiche.

questa è la questione che l'appassionato del settore che è in me non smetterà mai di evidenziare, anche perche il cittadino Italiano che altresì vive nel sottoscritto ha l'impressione che il suo paese si stia comportando come un malato terminale che spende soldi preziosi per curarsi l'ernia al disco che per carità è un problema, ma secondario rispetto ad altri

Ogni volta che un DJ dice "IO SUONO" un musicista, nel mondo, muore...

Primo estratto del nostro nuovo album!

 

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Aggiornamento.

[h=2]L’F-35 SUPERA LE 10.000 ORE DI VOLO[/h]

di Redazione

11 ottobre 2013, pubblicato in

Analisi Industria

Il programma F-35 Lightning II di Lockheed Martin continua il suo percorso verso la maturità, superando a settembre la soglia delle 10.000 ore di volo. Più della metà sono state effettuate soltanto negli ultimi 11 mesi. Nel corso del mese di settembre, gli F-35 hanno volato 6.492 volte per un totale di 10.077 ore di volo. Questo nuovo traguardo raddoppia il numero delle operazioni condotte in sicurezza dall’F-35 nel corso di un solo anno, rispetto alle 5.000 ore di volo raggiunte in sei anni. Il risultato è stato raggiunto dai velivoli di produzione operativi presso la Eglin Air Force Base, Florida, e presso la Marine Corps Air Station di Yuma, Arizona, dove ha luogo il training per piloti e manutentori F-35, nonché dai velivoli F-35 System Development and Demonstration (SDD) e Operational Test (OT) che operano presso la Edwards Air Force Base, California, la Naval Air Station di Patuxent River, Maryland, e la Air Force Base di Nellis, Nevada. Tutte e tre le varianti – F-35A a Decollo e Atterraggio Convenzionale (CTOL), F-35B a Decollo Corto e Atterraggio Verticale (STOVL), e F-35C Carrier Variant (CV) – hanno preso parte al raggiungimento di questo importante traguardo del programma.Fonte Comunicato Lockheed Martin

L?F-35 supera le 10.000 ore di volo - Analisi Difesa

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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Pansa a tutto tondo sul'F-35

analisi sintetica ed equilibrata, priva di trionfalismi o disfattismi

Finmeccanica: Pansa, F-35 da 15 anni base pianificazione difesa Italia - ASCA.it

Finmeccanica: Pansa, F-35 da 15 anni base pianificazione difesa Italia

16 Ottobre 2013 - 16:45

(ASCA) - Roma, 16 ott - ''Sull'F-35 si basa tutta la pianificazione dei sistemi di difesa del paese per l'aeronautica e la marina'', per scelte della politica ''fatte 15 anni fa e successivamente consolidate''. Lo ha detto l'amministratore delegato di Finmeccanica Alessandro Pansa, intervenuto in audizione presso la IV commissione difesa della Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del consiglio europeo di dicembre. ''E' bene ricordare - ha aggiunto Pansa - che sul programa F-35 e' stato gia' investito un miliardo di euro in attivita' di training tra il 1998 e il 2008/2009, e' stata costruita nave Cavour per accogliere aerei a decollo verticale, e l'unico modello esistente con l'Harrier in pensione e' l'F.35, ed e' stata infine costruita la Faco di Cameri''. Il cacciabombardiere di Lockheed Martin, ha affermato l'a.d. di Finmeccanica, costa per unita' ''tra i 90 e i 95 milioni di euro, un costo comprensivo dei sistemi d'arma, tra cui armamenti Oto Melara e sistemi avionici di Selex''. La riduzione della partecipazione italiana da 131 a 90 velivoli ha portato ''da 1000 a 800'' i sistemi di ala costruiti nel nostro paese, ed e' stato necessario ''un emendamento al contratto originario perche' altrimenti la riduzione avrebbe significato la perdita per l'industria nazionale di grip'' per la produzione dell'aereo, che invece ''porta a casa dal punto di vista complessivo ricavi potenziali per circa 10 mld di dollari'' con ''circa 90 aziende italiane coinvolte'', contratti gia' stipulati per ''715 milioni di dollari, 565 dei quali per Finmeccanica''. In termini d'occupazione, la riduzione del numero dei caccia ''sul sistema costruito attorno al programma ha impatti su personale ed impianti pensati per 130 pezzi''. Per questo Finmeccanica ''insieme all'aeronautica militare'' lavora per compensare attraverso ''ritorni industriali'' derivati dall'attivita' di manutenzione, anche dell'avionica, per i velivoli F-35 ''inglesi, olandesi e norvegesi oltre a quelli Usa di stanza in Europa''. ''Per come e' attrezzata Cameri, struttura unica in Europa - ha precisato Pansa - riteniamo ipotizzabile un'occupazione qualificata che negli anni possa superare le 5000 persone''. Guardando al Consiglio europeo di dicembre, e confermando un pieno coinvolgimento di Finmeccanica anche nel programma Eurofighter, ''favorendone la vera attivita' di oggi che e' l'esportazione, oltre ad essere la spina dorsale del sistema di difesa aerea italiano'', Pansa ha evidenziato la necessita' di guardare a sistemi duali e ad un programma ''comune di sviluppo di tecnologie per uso civile e militare'' su velivoli non pilotati.

i dati nel concreto:

- prezzo unitario del velivolo 90-95 milioni di euro (indi fate il conto moltiplicando per 90) prezzo medio delle due varianti, A e B

- 90 aziende italiane coinvolte

- ricavi previsti per 10 miliardi di dollari

- contratti attualmente stipulati 715 milioni di dollari

- focus sull'attività di manutenzione per tutti gli F-35 europei (in sostanza i veri utili verranno da li e non dall'assemblaggio)

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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