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Audi acquista Ducati


Cosimo

Messaggi Raccomandati:

Quando sento una moto passare al 99% dei casi, solo sentendola, la identifico come:

A) Giappo sportiva

B) Harley

C) Ducati

D) Tutto l'indefinito resto

ricky il tuo udito è quasi perfetto ,manca un suono che è melodia....moto guzzi ;-)

Eh lo so.. ma son troppo giovane e ne ho sentite troppo poche purtroppo :( .. ho avuto anche la fortuna di andare al museo a Mandello, aperto apposta per noi (raduno) una domenica mattina... esperienza incredibile, specialmente la galleria del vento :D e bellissima la pompa con la benzina a una cosa come 300 lire :D

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Beschleunigung ist, wenn die Tränen der Ergriffenheit waagrecht zum Ohr hin abfliessen

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mi pare che la frizione antisaltellamento a bagno d'olio fosse per lo meno una soluzione più costosa. già le ducati costavano un tantino in più delle dirette concorrenti...

del resto la frizione dura era una di quelle caratteristiche del marchio che per gli appassionati dello zoccolo duro non era un problema, anzi! figuriamoci rinunciarci ed alzare il prezzo della moto, quello si sarebbe stato un autogol

oggi comunque anche i ducatisti apprezzano la frizione morbida, cosa che io vedo di buon occhio. quella della s4rs non è poi durissima, c'è di peggio

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Riporto un'interessante intervista all'ing. Massimo Bordi, da parte di Luigi Rivola per DueRuote:

Ducati-Audi. La trattativa procede e secondo alcuni è già in dirittura d'arrivo. Sia Ducati, sia Audi si sono creati una fama mondiale andando forte, ma in questi casi nessuno esagera mai: qui i "dritti" si pagano molto più cari di un'ammaccatura sulla carrozzeria.

Ci sarà dunque questo matrimonio d'interesse fra due marchi che in effetti condividono un'immagine molto forte, fatta di design raffinato, di tecnologia sofisticata, di personalità esclusiva e di estrema sportività e che quindi avrebbero le carte in regola per andare anche d'amore e d'accordo? Sembra proprio di sì. E pochissimi trovano da ridire sul fatto che la Ducati sia italiana e l'Audi tedesca. In realtà è radicata la convinzione – confermataci anche dal leader della Fiom Emilia-Romagna, Bruno Papignani – che non ci siano ragioni per temere che la Casa di Borgo Panigale possa perdere la propria identità, sacrificata a favore di quella della nuova proprietaria straniera.

Di questa opinione è anche l'ingegner Massimo Bordi, un manager che la Ducati la conosce benissimo, essendo stato prima progettista del "Desmoquattro", poi per anni direttore generale a Borgo Panigale, e che ora guida, a fianco di Giovanni Castiglioni, il Gruppo MV.

"Non bisogna cadere nel nazionalismo: in un mondo così grande, se parli di staterelli non parli di nulla – esordisce il manager – Se la Ducati va a far parte del gruppo industriale automobilistico più importante in ambito internazionale è solo positivo. D'altra parte ci sono troppe logiche a favore di un'operazione di questo tipo da parte della Volkswagen, per inquadrarla come una semplice acquisizione. A parte l'odierna strategia multi-brand seguita dai grandi Gruppi industriali, che tendono ad incorporare marchi antichi e prestigiosi da rilanciare o valorizzare, oggi le industrie automobilistiche sono obbligate dalle normative antinquinamento a compiere un'inversione tecnica: devono produrre motori più piccoli e più efficienti. Quindi il know how della Ducati, che su questi propulsori ha un'esperienza notevolissima, è certamente appetibile. Non che Audi e Volkswagen senza la Ducati non riescano a farli, ma averla dalla propria parte è senz'altro d'aiuto".

"Un'altra logica – prosegue l'ingegner Bordi – è la concorrenza interna in atto fra le industrie automobilistiche tedesche. Facendo acquistare la Ducati all'Audi, che è, unitamente alla Porsche, il suo marchio sportivo, la Volkswagen blocca una possibile iniziativa analoga, che era nell'aria, da parte dellaMercedes attraverso la AMG, anzi vanifica gli accordi che la AMG aveva già in atto con la Ducati. In più acquisisce un importante elemento di competitività nei confronti della rivale BMW, leader in entrambi i fronti, auto e moto, con un marchio motociclistico che già gode di ampio credito in Germania e in tutto il mondo".

- In Italia nessun industriale avrebbe potuto proporre quello che si sta accingendo a fare l'Audi?

"Certo, ma evidentemente la mentalità e le condizioni sono diverse. I nostri "grandi Vaticani" non combinano nulla da troppo tempo. Io la Ducati l'avrei attaccata alla Ferrari o alla Piaggio, magari riunendo sotto lo stesso tetto Ducati e MV, ma sono opportunità che non sono state colte. A Bologna quando c'ero io l'azienda era stata rilanciata con criteri industriali, si trascinava però sofferenze dal punto di vista finanziario, ed ha attraversato quindi due successive gestioni, quella americana e quella di Investindustrial, orientate soprattutto in tal senso. Si tratta di cicli normali, e proprio per questo è giunto il momento per la Ducati di tornare in mano a un gruppo industriale e non finanziario. Anche per noi concorrenti della Ducati l'ingresso nel mondo della moto dei grandi marchi automobilistici più che un rischio è un'opportunità".

- Adesso dobbbiamo aspettarci che la Mercedes-AMG pari il colpo mettendo gli occhi sulla MV?

"No, siamo senz'altro preziosi, ma ancora troppo piccoli".

L'Audi dunque entrerà molto probabilmente in possesso del suo quarto marchio motociclistico. Sì, perché ormai nessuno più se lo ricorda, se non gli appassionati di storia dell'automobile e della moto, ma l'Audi, per volere della Volkswagen divenne nel 1964 unico marchio di riferimento di un antico gruppo automobilistico che già riuniva, sotto il simbolo dei quattro cerchi, DKW, Wanderer, Auto Union e Horch.

Due di queste – DKW e Wanderer – erano diventate note in tutto il mondo producendo auto, ma anche motociclette di grande prestigio. Successivamente, la Volkswagen assegnò all'Audi un altro marchio tedesco di assoluta eccellenza, la NSU, protagonista fin dall'origine della storia dell'automobile e della motocicletta.

Diversamente che in Italia quindi, in Germania era frequente che le industrie motoristiche si occupassero di entrambi i settori. La Volkswagen dunque fu in gran parte l'artefice del cambiamento: le attività motociclistiche delle industrie acquistate e passate in gestione all'Audi furono chiuse o non riavviate. Ora evidentemente sull'argomento ha mutato indirizzo strategico.

ducaudi03.jpg

La replica del siluro NSU Delphin III, che nel 1956 a Bonneville fu la prima moto a infrangere il muro delle 200 miglia orarie (320 km/h

Ho copiato pure questa bella foto, sperando di non violare gravemente il regolamento. ;)

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Guest EC2277

A me paiono un cumulo di cretinate senza ritegno: la Ducati associata all'MV-Augsta?

Un po' come associare la Lamborghini alla Ferrari.

La FIAT che acquista la Ducati?

A che scopo e sopratutto, con quali soldi?

La Ducati che mette la propria tecnologia motoristica a disposizione dell'Audi?

Per cosa, per avere un'RS8 desmodromica?

I motori motociclistici sono totalmente diversi da quelli automobilistici e ben difficilmente si possono avere scambi di tecnologie consistenti tra i due mondi.

A mio parere l'unica cosa sensata che ha detto, è la possibilità di associare la Ducati all'Audi per fare un polo auto-moto di prestigio da contrapporre alla BMW.

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Eh, avete ragione: il problema è di MV, se il figlio di Castiglioni è come il padre, aggiungiamo Bordi e la frittata ...

A proposito di Castiglioni padre, pace all'anima sua, il buon Carlo Talamo disse che, insieme a Tamburini, formava un'ottima associazione a delinquere, in senso imprenditoriale! Sinceramente l'ho sempre pensato pure io, pur rispettando la loro grande genialità progettuale.

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L'NSU però ha cominciato facendo motociclette di successo...vorrà tornare alle origini ;)

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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Allora hanno firmato? Non trovo nessuna notizia in merito...

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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A me paiono un cumulo di cretinate senza ritegno: la Ducati associata all'MV-Augsta?

Un po' come associare la Lamborghini alla Ferrari.

La FIAT che acquista la Ducati?

A che scopo e sopratutto, con quali soldi?

La Ducati che mette la propria tecnologia motoristica a disposizione dell'Audi?

Per cosa, per avere un'RS8 desmodromica?

I motori motociclistici sono totalmente diversi da quelli automobilistici e ben difficilmente si possono avere scambi di tecnologie consistenti tra i due mondi.

A mio parere l'unica cosa sensata che ha detto, è la possibilità di associare la Ducati all'Audi per fare un polo auto-moto di prestigio da contrapporre alla BMW.

Un solo pensiero che magari genera dei dubbi su quello che ritieni sensato e giusto:

Se - solo magari - ci sono delle sinergie in un certo campo industriale, perché non sfruttarle. Mi riferisco a cose come sistemi di progettazione (CAD-CAM etc.), di industrializzazione (prossimo step di maggior importanza per la ducati per sopravvivere), di distribuzione mondiale (sistemi logistici), d´assistenza (sistemi di telematici etc.).

T!

PS: Esiste sia un motore mercedes (firmato ancora Maybach) che uno maserati (per F1 storico) desmo.

Factum abiit, monumenta manent.
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