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Assemblea azionisti Aprile: Marchionne fa il punto


Messaggi Raccomandati:

Riporto qua parzialmente il discorso di Marchionne appena tenuto al Lingotto.

Se volete, qua è disponibile l'intero intervento -> http://www.fiatspa.com/it-IT/investor_relations/shareholders/FiatDocuments/ASSEMBLEA_AZIONISTI_FIAT_SPA-INTERVENTO_SERGIO_MARCHIONNE.pdf

Siccome sono 58 pagine, mi permetto di riportare soltanto alcune parti. Spero di tagliare cose che non compromettano la fruizione del discorso.

Mi permetto di reimpaginare, e di sottolineare alcune parti.

Buona lettura

INTRODUZIONE

Se analizziamo l’origine dei profitti operativi, il contributo maggiore proviene da

  • Stati Uniti
  • Canada
  • Messico

con un significativo apporto dell’America Latina.

La fetta più piccola della torta – denominata “EMEA Automobili” – che risulta sostanzialmente in pareggio, è composta, in realtà, da due voci:

  • i marchi di lusso, che hanno realizzato un trading profit di circa 400 milioni di euro

  • le attività europee legate ai marchi generalisti, che nel 2011 hanno perso circa mezzo miliardo di euro

Tornerò tra poco su questo aspetto, per dirvi come stiamo cercando di risolvere la situazione in modo autonomo.

Resta, comunque, il fatto che aver raggiunto un migliore equilibrio geografico ci ha permesso finalmente di porre rimedio all’eccessiva dipendenza della Fiat dal mercato europeo e ci rende, per questo, più solidi.

Possiamo quindi affrontare le oscillazioni dei mercati con serenità, con la fiducia che, nelle diverse fasi congiunturali che attraverseremo, quella che di volta in volta sarà la parte più forte del sistema lavorerà per proteggere e sostenere la più debole.

CAPACITA' PRODUTTIVA

In base all’harbour definition, ad oggi siamo arrivati a queste percentuali di utilizzo degli impianti industriali

  • Stati Uniti: circa il 90%
  • Canada e Messico: 92%
  • Brasile e Argentina: 114%
  • Altri stabilimenti in Europa: 118%
  • Italia: 50% (33% se si considera la capacità tecnica)

Si tratta di uno squilibrio strutturale che è stato al centro della nostra attenzione negli ultimi due anni.

Abbiamo cercato di avviare un cambiamento significativo e duraturo per ottenere la più ampia flessibilità operativa degli stabilimenti e garantire loro prospettive sicure.

Abbiamo anche deciso di uscire da Confindustria per ottenere la necessaria libertà contrattuale di trattare direttamente con i sindacati e concordare insieme una serie di condizioni che ci permettano di ricomporre la capacità di competere dell’industria dell’auto italiana.

Alla fine dell’anno, infatti, è stato siglato il nuovo Contratto Collettivo Specifico di Lavoro per tutti i dipendenti di Fiat e Fiat Industrial in Italia, che segna un significativo miglioramento per tutti.

Si tratta di uno strumento moderno, in grado di assicurare la flessibilità e la governabilità degli stabilimenti necessarie per competere sui mercati mondiali.

Inoltre, garantisce ai nostri lavoratori di mantenere inalterati tutti i diritti acquisiti e permette loro di beneficiare di evidenti vantaggi economici, legati all’aumento di produttività e a una maggiore flessibilità del lavoro straordinario.

Questo processo, che ci permetterà di sanare in modo definitivo le inefficienze della nostra rete industriale in Italia e tornare a break-even con le attività europee relative ai marchi generalisti, sarà completato nel 2014.

VENDITE E PREVISIONI DI VENDITA

Come abbiamo chiuso il 2011:

  • Stati Uniti: domanda in crescita dell’11%. Per il 2012, il mercato americano dovrebbe salire in linea con le nostre previsioni
  • Canada: il mercato ha registrato un aumento del 2% e ci aspettiamo che la domanda rimanga stabile anche per l’anno in corso.
  • Brasile: aumento del 2,9%
  • Argentina: l’aumento di quasi il 29%
  • Europa: ha accusato un ulteriore calo* – pari all’1,4 per cento – particolarmente pronunciato nell’ultima parte dell’anno

*L’incremento in Germania non è stato sufficiente a bilanciare la performance negativa della Francia e soprattutto di Spagna e Italia.

Il mercato dei veicoli commerciali leggeri in Europa, invece, è in via di ripresa e ha segnato un aumento vicino all’8 per cento, guidato da tutti i principali Paesi ad eccezione dell’Italia. Crescite a doppia cifra si sono avute in Francia, in Germania e anche nel complesso dei mercati minori.

Per il 2012, le aspettative dei mercati in Europa non sono incoraggianti.

Prevediamo che le condizioni rimangano difficili e che la domanda di vetture segni un ulteriore calo, per il quinto anno consecutivo, attestandosi a circa 13 milioni di veicoli rispetto ai 13,6 milioni del2011.

Anche il mercato dei veicoli commerciali leggeri è atteso in diminuzione: stimiamo infatti che il 2012 dovrebbe registrare un calo nell’ordine di circa il 3-5 per cento, con la contrazione più marcata in Italia, pari a circa il 10 per cento.

Prodotti che hanno contribuito maggiormente alle vendite di Chrysler negli Stati Uniti e in Canada:

  • Chrysler 200
  • nuovo Durango
  • diversi modelli del marchio Jeep
  • pick up RAM

USA e CANADA

Con la Dart offriamo una vettura altamente competitiva in un segmento cruciale del mercato, quello delle berline compatte; un segmento che rappresenta

  • circa il 14% delle vendite negli Stati Uniti
  • oltre il 21% delle vendita in Canada

EUROPA

La quota di FGA si è attestata al 6,9 per cento. Il calo rispetto al 2010 è dovuto principalmente a due elementi.

  • Il mercato italiano abbia ridotto il proprio peso nel contesto europeo. Oggi l’Italia incide per meno del 13%
  • Lo spostamento della domanda verso segmenti più alti

In particolare:

  • FIAT regge bene con 500, Panda e Punto
  • Lancia è in linea col 2010
  • Giulietta è la C che ha venduto di piu' nella storia di Alfa Romeo
  • Jeep è aumentata del 62% in virtù di una gamma di prodotto rinnovata e di una rete commerciale più forte, potendo ora contare sui canali di FGA

Fiat Professional ha chiuso il 2011 con vendite in aumento del 5,6 per cento in Europa. La performance commerciale va attribuita soprattutto al nuovo Ducato, che ha raggiungo la miglior quota mai ottenuta nel proprio segmento.

AMERICA LATINA

Situazione molto buona.

  • Chrysler che ha venduto il 33% in più dell’anno precedente.
  • In Brasile Fiat leader indiscussa, con una fetta di mercato del 22,2% (500, Uno, Bravo, Freemont, Palio miglior compatta dell’anno)
  • Jeep ha raddoppiato le vendite del Cherokee e più che triplicato quelle del Grand Cherokee

Per quanto riguarda Fiat Powertrain, il fatturato è cresciuto del 6%.

I maggiori volumi di vendita in America Latina hanno più che bilanciato il calo in Europa.

Le vendite di motori si sono mantenute stabili rispetto all’anno precedente, mentre sono aumentate quelle di trasmissioni.

INDIA

La partnership con Suzuki si è rafforzata grazie a due nuovi accordi di fornitura per i motori diesel 1.3 e 1.6 MultiJet.

I motori 1.3 Multijet motorizzeranno le future Suzuki Maruti.

OBIETTIVI 2012

Per il 2012, l’obiettivo è di aumentare il livello in un range compreso tra 4,1 e 4,4 milioni di unità. L’ampiezza del range è principalmente dovuta ai volumi in Europa, difficili da prevedere a causa del livello d’incertezza che presenta oggi l’economia della zona euro.

L’indebolimento del mercato ha generato dubb circa le assunzioni in termini di volumi su cui si basano il mercato nel suo complesso e di conseguenza i piani di sviluppo del Gruppo fino al 2014. Per questo motivo, le indicazioni relative ai target per il 2012 sono state fornite in termini d’intervallo di valori.

CINA

Porteremo sei nuovi prodotti, tra cui

  • Alfa Romeo Giulietta
  • Nuova berlina di segmento C, che sarà la prima vettura costruita in partnership con GAC

ALCUNE RIFLESSIONI DI CARATTERE GENERALE

Oggi la Fiat è capace di generare significativi profitti operativi nonostante le perdite collegate ai marchi generalisti in Europa. Perdite che, peraltro, sono state più che dimezzate rispetto al 2004 e sono più che compensate da forti utili in America Latina e in Nord America.

Oggi la Fiat è un’azienda globale che macina profitti.

Nell’immediato futuro, le prospettive non sono destinate a migliorare. Restare legati a quel modello di business, del tutto sbilanciato verso un mercato in difficoltà, non ci avrebbe portati molto lontani.

Per questo, già alla fine del 2008, abbiamo fatto una scelta chiara, quella di allentare il focus sull’Europa e di concentrarci sul Nord America e sull’America Latina.

Era l’unica in grado di preservare il futuro della Fiat.

[...]

Non ha più senso parlare della Fiat come azienda italiana o europea.

La Fiat di adesso è una multinazionale

[...]Pretendere, quindi, che le scelte della Fiat vengano fatte solo in ottica italiana è una visione ristretta e pericolosa.

Ristretta, perché manca di onestà intellettuale verso più di due terzi dei lavoratori della Fiat che non sono in Italia.

Pericolosa, perché ci condannerebbe all’isolamento e alla scomparsa.

L’epoca in cui viviamo – una nuova fase economica che non è più limitata da confini, ma impone di adottare una prospettiva globale – non ci lascia molta scelta.

Quella di andare a cercare i fatturati altrove e sempre più lontano è diventata una necessità.

Continuare a fare affidamento sui consumi interni per rilanciare un’economia in difficoltà è una pura follia

Un modello che si basa sull’idea che i consumi saranno sempre superiori al livello della produzione è del tutto insostenibile.

Soprattutto per un business come quello dell’auto in Europa, schiacciato da anni da una sovraccapacità produttiva cronica, la ricerca di nuovi mercati è un imperativo di sopravvivenza.

L'alleanza con Chrysler ci permette, infatti, di usare la nostra base produttiva per le esportazioni, assorbendo, per lo meno in parte, il nostro eccesso di capacità installata

Per fare tutto ciò, bisogna cogliere l’opportunità di adeguarsi agli standard necessari a competere a livello internazionale e a produrre per mercati esigenti, come quelli nord americani.

[...]

Questa, però, non è una scelta che possiamo fare noi per l’Italia.

Spetta al Paese decidere se vuole far parte di questo progetto. Gli strumenti ci sono, la nostra volontà anche.

Ora dipende solo dall’Italia, soprattutto dalle forze sociali, se metterli a frutto.

Ma ci sono ancora antagonisti che, per ragioni a noi incomprensibili, stanno facendo di tutto per ostacolare il progetto. Se queste forze esterne riusciranno a impedire che venga realizzato, non ci resterà che prenderne atto. Non saremo noi, a quel punto, i responsabili delle conseguenze

[...]

Il nostro Paese deve decidere se avviare un cambiamento profondo e rendere la base produttiva nazionale più efficiente e competitiva oppure restare appigliato al passato e vivere di ricordi.

FIAT BRASILE, UN MODELLO DI INTEGRAZIONE E CRESCITA

Quello del Brasile è il modello di riferimento per tutte le nostre iniziative di espansione internazionale. Iniziative fondate sul rispetto e sull’ascolto, su un’etica fatta di umiltà e di pazienza, dove non c’è posto per l’orgoglio nazionale. La storia della Fiat in Brasile è un esempio eccellente di integrazione. [...] E’ la storia di due culture che si sono incontrate e conosciute un po’ alla volta, hanno deciso di mettere le loro conoscenze in comune e di unire le loro forze, trasformando le loro differenze in punti di forza, e

hanno scelto di intraprendere un cammino insieme

CHRYSLER IN USA, UN MODELLO DI RIPRESA

Chi ha vissuto esperienze difficili, chi ha conosciuto la disperazione dei momenti bui, sa che c’è un solo modo per uscirne.

Ritrovare i valori importanti della vita; riscoprire il senso di appartenenza a un progetto, a una comunità, a una nazione; stringersi

intorno ad una speranza e riprendere in mano il proprio destino.

Se ce l’ha fatta Chrysler, che era praticamente condannata a morte dal mondo finanziario, dalla stampa e dall’opinione pubblica, c’è una possibilità per tutti.

L’obbligo morale non è scomparso quando, abbiamo restituito interamente – con gli interessi e sei anni in anticipo – i prestiti ricevuti dal Tesoro americano e dal Governo canadese.

PANDA A POMIGLIANO

Non è una scelta dettata da logiche razionali o economiche, ma piuttosto dalla coscienza dell’importanza che l’industria dell’auto riveste per l’economia di un Paese e dal senso di responsabilità che abbiamo sempre tenuto presente nelle nostre scelte.

[...]

Tutti coloro che vogliono un’Italia migliore hanno l’obbligo di fare qualcosa per cambiare le cose e rientrare in un disegno di sviluppo internazionale.

Volevo ridurre, non ho poi ridotto tanto.

Mi e' sembrato tutto importante..

Edit: ho corretto, mancava l'India

Modificato da TurboGimmo

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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I più attivi nella discussione

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grazie P.G.

direi che non ci sono grosse novità ma si intravvede un generale ottimismo nelle parole di SM

conferma che la viaggio è intesa come segmento C e nessun accenno alla partnership in russia o all' andamento in india

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grazie P.G.

direi che non ci sono grosse novità ma si intravvede un generale ottimismo nelle parole di SM

conferma che la viaggio è intesa come segmento C e nessun accenno alla partnership in russia o all' andamento in india

Porca miseria!

Ho tagliato una riga!!!

IN INDIA

La partnership con Suzuki si è rafforzata grazie a due nuovi accordi di fornitura per i motori diesel 1.3 e 1.6 MultiJet

si parla di 100.000 1.3 nei prossimi 4 anni!

Ora correggo!

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Interessante e condivisibile il discorso sull'insostenibilità del programmare la produzione solo facendo riferimento alla domanda interna.

si sopravvive esportando, si produce in Italia/EU per vendere in giro per il mondo...il focus interamente incentrato sull'europa avrebbe provocato il collasso dell'azienda in pochi anni

in quest'ottica mi colpisce molto Giulietta importata in Cina nel corso del 2012.. incrociamo tutte le dita

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Tra l'altro, elaborando a pranzo... ho capito perche' si punta prima a rinnovare la gamma Maserati che le altre.

Ferrari e Maserati compensano le perdite di FIAT Lancia e Alfa, lo dice all'inizio.

Se Maserati cresce, FIAT va in attivo.

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Ho un dubbio... La maggiore capacità produttiva in Europa viene ridimensionata utilizzandola per produrre veicoli da esportare...

Potrebbero chiudere in EU ed aprire altrove con la scusante "non conviene produrre (ad alti costi) in EU ed esportare (con costi di trasporto) in tutto il mondo, chiudiamo in EU ed apriamo dove la capacità produttiva è inferiore alle richieste"... Se vi fosse convenienza ovviamente...

Tra l'altro, elaborando a pranzo... ho capito perche' si punta prima a rinnovare la gamma Maserati che le altre.

Ferrari e Maserati compensano le perdite di FIAT Lancia e Alfa, lo dice all'inizio.

Se Maserati cresce, FIAT va in attivo.

Vero. Però perchè ridimensionare AR verso il basso allora? :( (non per parlare sempre di AR, ma perchè è l'unico marchio "premium" che è stato ridimensionato verso il basso)

Da piccolo mi vedevo su un'Alfa cattiva, prestante e tagliente. Da grande il findus-style mi ha infranto i sogni d'infanzia.  -  Cit. 22/06/2012 (MiTo ndr)
Chiaro che tra il "dire" ed il "fare" c'è di mezzo il "sai driftare?"  -  Cit. 18/02/2016 (BRZ ndr)

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A proposito della visione ristretta che sottolinea Sommo Maglionne, è come dire: ieri avevo 2 dipendenti in Italia e 2 all'estero, 50 e 50%; oggi ne ho 1 in Italia e 2 fuori, cioè 33,3 e 66,6 (periodici, sì, chiovi), quindi, per onestà intellettuale .... Molto chiaro, direi.

Uscire da Confindustria, non ha prezzo. Per tutto il resto c'è MadrasCard (magari :)) o anche MexicoCard.

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Ho un dubbio... La maggiore capacità produttiva in Europa viene ridimensionata utilizzandola per produrre veicoli da esportare...

Potrebbero chiudere in EU ed aprire altrove con la scusante "non conviene produrre (ad alti costi) in EU ed esportare (con costi di trasporto) in tutto il mondo, chiudiamo in EU ed apriamo dove la capacità produttiva è inferiore alle richieste"... Se vi fosse convenienza ovviamente...

Ferrari e Maserati penso non si tocchino.

Il rischio che dici tu pero' ha un suo perche': Marchionne dice che in EU il mercato si e' spostato, nel senso che si vendono meno auto di segmento basso, di piu' auto con piu' elevato posizionamento, e (immagino) maggiori margini.

A questo punto, o si alza il livello di Alfa e Lancia, o sono razzi per diabetici.

Comunque lui per primo dice che non si possono fare previsioni per l'area EU, visto che un giorno si un giorno no deve fallire qualche stato.

L'idea risalente al 2008 di puntare sugli USA per arginare le perdite, per ora si e' rilevata vincente.

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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