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Assemblea azionisti Aprile: Marchionne fa il punto


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Senza contare che, se andrà bene, la crisi non finirà prima del 2014 in europa ( ma io temo 2015).

ed è là che dovrai avere modelli nuovi, non ora.

E crti livelli in Itali non torneranno più ( a dir tanto faremo 1.8 mln di vendite )

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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..cut...

Resta da capire, dove vorrà stare a quel punto Fiat. Oggi come oggi, a detta di diversi concessionari, il dealer Fiat Group è uno dei ruoli più difficili e meno appetibili di tutto il panorama automotive, tanto che sta passando tutto molto velocemente in mano ai grossi gruppi che comunque faticano assai, per mancanza di modelli, per pressioni commerciali notevoli, scarsezza di promozioni e mancanza di modelli premium remunerativi (magari adesso con Jeep qualcosa cambierà).

...cut....

Mah,da quello che vedo qui,indipendentemente dal marchio si stanno concentrando i mandati in una o due mani...coreani e premium compresi....

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Il fatto che lo si senta dire da anni non significa che abbia senso logico.

Se aumenta il peso di un ramo dell'azienda (cosa significa peso: veicoli immatricolati, utili, massa media dei veicoli prodotti?), potranno cambiare le strategie aziendali, ma non si ridurrà la quota degli Agnelli.

Quella potrebbe ridursi solo se decidessero di vendere parte delle loro azioni e ciò potrebbe avvenire indipendentemente dal peso che la Chrysler avrà all'interno dell'azienda che la possiede.

Poi che gli Agnelli si comportino come dei moderni Merovingi è un'altro conto, ma ciò accadeva anche quando la Chrysler non era di proprietà della FIAT.

La differenza la farà ovviamente il progetto di fusione Chrysler-Fiat Automobiles. In quel caso, a meno che gli Agnelli dovessero effettuare un aumento di capitale, oppure acquistare azioni sul mercato (ma le dichiarazioni sono contrarie), la loro quota (o meglio quella di Exor) verrebbe diluita significativamente e Chrysler - Fiat si trasformerebbe in una pubblic company quotata con sede a Detroit. Ovviamente è fanta economia perchè non sappiamo dove finirà la quota dei sindacati americani e canadesi, quale sarà il concambio e di conseguenza la quota residua di Agnelli etc etc. Sul sole 24 Ore di Domenica è però scritto che John Elkann ha dichiarato un anno fa che la famiglia è disposta a scendere progressivamente nel capitale sociale....

Allora è ovvio che se (e dico se) lo scenario sarà questo, il nuovo gruppo internazionale sarà sempre meno italocentrico, anche come testa pensante e potrà fare a meno dell'Italia e dei suoi stabilimenti, potrà esternalizzare, delocalizzare, chiudere e licenziare progressivamente senza dover sottostare ai diktat della nostra politica, perchè di fatto sarà un'azienda Usa. Gli Agnelli stanno progressivamente abbassando la quota di Fiat nel loro protafoglio, diversificando in tutti i settori anche a mio parere per prepararsi al definitivo (o relativo) sganciamento.

A quel punto Marchionne potrà salutare la compagnia e passare il testimone ad un nuovo Ceo Usa, gradito all'amministrazione di turno che considererà l'Italia solo la provincia povera, fannullona e sprecona dell'Impero. Se, se, se ovviamente.

Io però continuerò a trovare questa spiegazione come l'unica plausibile per l'immobilismo marchionanno in Italia. Tutte le altre (crisi, contratti, inefficienze, globalizzazioni etc etc) non mi convincono per nulla. Personalmente sono convinto che molto presto la Fiat non sarà più italiana e la cosa mi dispiace moltissimo.

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....

Allora è ovvio che se (e dico se) lo scenario sarà questo, il nuovo gruppo internazionale sarà sempre meno italocentrico, anche come testa pensante e potrà fare a meno dell'Italia e dei suoi stabilimenti, potrà esternalizzare, delocalizzare, chiudere e licenziare progressivamente senza dover sottostare ai diktat della nostra politica, perchè di fatto sarà un'azienda Usa. Gli Agnelli stanno progressivamente abbassando la quota di Fiat nel loro protafoglio, diversificando in tutti i settori anche a mio parere per prepararsi al definitivo (o relativo) sganciamento.

A quel punto Marchionne potrà salutare la compagnia e passare il testimone ad un nuovo Ceo Usa, gradito all'amministrazione di turno che considererà l'Italia solo la provincia povera, fannullona e sprecona dell'Impero. Se, se, se ovviamente.

...

General Electric da lavoro a ottomila persone in Italia.

Azienda USA, con ceo USA, che per licenziare non deve sottostare alla nostra politica. Eppure non ci considera la provincia povera, fannullona e sprecona. Anzi...

Tutto questo al netto del fatto che per chiudere tutti gli stabilimenti italiani della FIAT servono quasi 2 miliardi di euri (chiudere gli stabilimenti è un COSTO).

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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boni.....

cosa succederà a Fiat Italia oggi non lo sa neppure Sergione, che come tutti i CEO più o meno seri, ha piani per gni tipo di evoluzione possibile dell'economia monsdiale .

che la tendenza a internazionalizzarsi sia chiara è ovvio. come è ovvio che le teste pensanti poco a poco pensino più al cliente modiale che al rag Pautasso di Pinerolo ( con tutto il rispetto...:) )

Questo non vuole dire che da domani si chiuda tutta la baracca , ma solo che è finita ( e qui dico finalmente!! ) la strategia che vedeva il cliente fiat italiano come "azionista di riferimento" .

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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sicuramente piu' della chiacchiere da bar o di previsioni basate sul sentito dire...

Ma, sai, che il marchio Fiat (ma anche Alfa e probabilmente Lancia) continui ad esistere è certo, ma che la Fiat come la intendiamo oggi (o forse meglio dire ieri) sia destinata a mutare radicalmente è altrettanto certo.

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Ma, sai, che il marchio Fiat (ma anche Alfa e probabilmente Lancia) continui ad esistere è certo, ma che la Fiat come la intendiamo oggi (o forse meglio dire ieri) sia destinata a mutare radicalmente è altrettanto certo.

Scopriamo l'acqua calda,visto che oggi se vuoi sopravvivere devi essere globale,senza per questo rinnegate le tue origini...ed e' quello che si fara',inutile fare i catastrofisti...

''l'Alfa Romeo,non e' un semplice marchio come tanti,ma una filosofia di vita e di pensiero...o c'e l'hai nel sangue questa filosofia o non la potrai mai capire e carpire...''

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E che tra parentesi, hanno fatto tutti costruttori generalisti, omologandosi tecnicamente.

Resistono per motivi diversi BMW ( sempre a rischio scalata ) ed MB per simensioni.

notate che entrambi i gruppi, nonostante i margini altissimi, stanno provando a far qualcosa di diverso, con collaborazioni sempre più strette con i generalisti.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Il problema è che devi essere pronto ad approfittare dalla ripartenza dei mercati. Se di fatto ne esci, come immagine, modelli e rete commerciale, rischi di venire sopraffatto dalla concorrenza in breve tempo quando ritornerà il sole. Ed il sole ritornerà, questo è certo, è la storia che lo dimostra. Magari non vedremo i 2,5 mil di auto in Italia, ma prima o poi la situazione si tranquillizzerà, grazie anche al traino degli Usa, della Cina e della Germania. Almeno io voglio essere ottimista.

Ragionamento perfetto, termodinamicamente si uscirà dalla crisi, ma la cinetica quale sara? (in parole povere quanto tempo ci vorrà?)

E se fosse una crisi tipo quella post schock petrolifero?

Quante case automobilistiche non sono arrivate a vedere il sole alla fine del tunnel in quegli anni?

Si, come dici "uscire" dal mercato potrebbe essere pericoloso, ma "restare" ed insistere per anni (nell'ipotesi di cui sopra) cosa comporterebbe?

E' vero, come dici, bisogna approfittare della ripartenza, ma se la ripartenza (nell'ipotesi di cui sopra) fosse fra alcuni anni?

Modificato da metamorris
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