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Marchionne contro Volkswagen


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Arriva la risposta volkswagen , Chiedono le dimissioni di Marchionne da presidente dell´Acea!

Spiegano che Vw se non si trova in brutte acque é grazie al mercato cinese e americano e che vogliono diventare il piú grande produttore al mondo entro il 2018 e arrivare a costruire 10 milioni di vetture , alcuni osservatori ritengono l´obbiettivo molto probabile addirittura giá dal 2015.

da welt online:

: VW fordert Rücktritt von Acea-Chef Sergio Marchionne - Nachrichten Newsticker - DPA - Infoline - Wirtschaft (DPA) - WELT ONLINE

E qui vediamo come dei giornalisti incompetenti rovinano tutte i proprositi... O mio dio.. che cavolate.

T!

Factum abiit, monumenta manent.
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E qui vediamo come dei giornalisti incompetenti rovinano tutte i proprositi... O mio dio.. che cavolate.

T!

Peró nell´articolo parlano anche della grave situazione in cui psa opel e fiat si trovano... ora mi chiedo se questa crisi perdura come credo potrebbe indurre Fiat a mettere sul mercato i gioielli di famiglia? e sappiamo tutti cosa VW vuole.

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marchionne e company devono solo fare mea culpa...

con politiche e scelte sbagliate,non si deve permettere di criticare un concorrente che fa solo il suo lavoro,cioè produrre nel proprio paese e oltre a vendere da lavoro anche ... chiedere ai dipendenti vw se sono incazzati con il gruppo per il premio di 6500 euro,e per le politiche che si attuano all'interno dell'azienda...

sono sicuro che arriverà anche per loro un momento in cui la crisi si farà sentire,ma almeno hanno il buon senso di tenere aperti nel loro paese prima,e poi come è giusto che sia vanno anche su altri mercati...

fiat invece no,dopo aver mangiato sulle nostre spalle per una vita pensano bene di andare ad aprire all'estero e pretendono di far pagare le macchine uguali agli altri avendo un costo di manodopera inferiore...

complice lo stato che permette a fiat di fare questo,marchionne avrebbe tutte le ragioni a parlare se il 70/80% della produzione fosse in italia ma cosi deve solo stare zitto,e gli conviene farsi un giro nei fari stabilimenti e sedi storiche e non solo del gruppo per vedere in quale valle di lacrime versano....

e poi noi dovremmo essere nazionalisti e essere trattati cosi....mah

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marchionne e company devono solo fare mea culpa...

con politiche e scelte sbagliate,non si deve permettere di criticare un concorrente che fa solo il suo lavoro,cioè produrre nel proprio paese e oltre a vendere da lavoro anche ... chiedere ai dipendenti vw se sono incazzati con il gruppo per il premio di 6500 euro,e per le politiche che si attuano all'interno dell'azienda...

sono sicuro che arriverà anche per loro un momento in cui la crisi si farà sentire,ma almeno hanno il buon senso di tenere aperti nel loro paese prima,e poi come è giusto che sia vanno anche su altri mercati...

fiat invece no,dopo aver mangiato sulle nostre spalle per una vita pensano bene di andare ad aprire all'estero e pretendono di far pagare le macchine uguali agli altri avendo un costo di manodopera inferiore...

complice lo stato che permette a fiat di fare questo,marchionne avrebbe tutte le ragioni a parlare se il 70/80% della produzione fosse in italia ma cosi deve solo stare zitto,e gli conviene farsi un giro nei fari stabilimenti e sedi storiche e non solo del gruppo per vedere in quale valle di lacrime versano....

e poi noi dovremmo essere nazionalisti e essere trattati cosi....mah

Sono d'accordo!

Ciao.

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visto che siamo ormai al solito loop di dichiarazioni di fede italica o teutonica e non si riesce a fare un discorso serio, che ne dite se scindiamo in due il topic?

uno relativo a "marchione offende il resto del mondo"

uno relativo a "problemi di sovrapproduzione comparto automotive europeo"

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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uno relativo a "problemi di sovrapproduzione comparto automotive europeo"

A quel punto fondere insieme tutte le brutte notizie, perche' nessuno scappa: Opel, Ford EU, PSA...

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Guest EC2277

Riporto la traduzione (leggermente sintetizzata) della prima pagina dell'articolo di cui avevo già pubblicato il collegamento: http://www.nytimes.com/2012/07/26/business/global/europes-auto-industry-has-reached-day-of-reckoning.html?_r=3&pagewanted=1&ref=global-home

L'INDUSTRIA DELL'AUTO EUROPEA È ARRIVATA AL GIORNO DELLA RESA DEI CONTI

Il più orribile anno per le vendite automobilistiche in oltre un decennio potrebbe obbligare i produttori a cercare un accordo per affrontare la problematica della sovrapproduzione, che ha minato i loro profitti per anni.Nelle nazioni europee a basso reddito molti possibili acquirenti stanno lontano dai concessionari e gli analisti asseriscono che i produttori senza profitti non anno scelta, ma devono cominciare a chiudere gli stabilimenti ed a tagliare i posti di lavoro. Per i peggiori (cita esplicitamente PSA ed Opel), la sopravvivenza dipende da questo.La questione è quali compagnie saranno abbastanza rapide nel far ciò, nonostante le restrittive leggi sul lavoro europee e la cocciuta opposizione dei politici; restrittive e cocciuta sono altre due citazioni testuali.Segue la seguente affermazione di Marchionne: «Non l'ho mai vista così brutta: tutte le problematiche irrisolte che hanno piagato (termine testuale) l'industria per anni, stanno vendendo a galla.»La prova più recente di ciò è arrivata Venerdì, quando sia la Ford-Europa che la Peugeot, nei loro rendiconti trimestrali, hanno dichiarato di subire forti perdite e che sono in procinto di perder più di un miliardo di dollari quest'anno. Più tardi le agenzie Fitch e Standard & Poors hanno entrambe declassato il debito della Peugeot di un punto, portandolo ai limiti della zona spazzatura.Alcuni amministratori delegati sostengono che la sovracapacità produttiva abbia generato una crisi simile a quella dalla quale l'industria automobilistica statunitense è sopravvissuta a stento pochi anni fa. Difatti la crisi europea impedisce un recupero rapido come quello avuto dalla Ford e dalla General Motors dopo il momento di difficoltà avuto nel 2'009.Gli impianti sottoutilizzati sono una rovina per le industrie automobilistiche, le quali sono costrette a sostenerne i costi di manutenzione ed a corrispondere stipendi anche se crollano i profitti. Secondo alcune stime l'industria europea sta lavorando con solo il 60/65% della sua capacità, mentre per una regola generale gli impianti dovrebbero operare al 75/80% della loro capacità; a detta degli analisti.Secondo gli analisti le cose potrebbero essere peggiori per alcuni produttori, compresi gli impianti italiani della FIAT. Contemporaneamente i produttori tedeschi di lusso, come la BMW e la Mercedes, continuano a prosperare ed operare ai limiti della loro capacità.Alcuni accordi di lavoro rendono molto difficile chiudere una fabbrica europea. La Peugeot ha sfidato gli ululati (termine testuale) dell'unione e del nuovo governo socialista di Françoise Hollande, quando questo mese è stato annunciato che sarebbe stato chiuso l'impianto di Aulnay, nella speranza di arginare le perdite, che hanno superato gli 800 milioni di euro nella prima metà di quest'anno.Chiudere un impianto richiede tipicamente una lunga e costosa battaglia con l'unione, nella quale ci sono molti più diritti legali di quanti ce ne siano negli Stati Uniti. Ad esempio la legge tedesca richiede alle compagnie di negoziare i tagli ai posti di lavoro con i rappresentanti dei lavoratori, i quali possono richiedere un'abbondante liquidazione od il prepensionamento.La Peugeot, nel tentativo di evitare il confronto con i lavoratori, ha promesso che avrebbe convertito la fabbrica di Aulay a qualche altra (non specificata) produzione. L'azienda ha anche promesso che avrebbe aiutato i lavoratori a trovare un nuovo lavoro quando, alla fine del 2'014, sarebbe cessata la produzione.Ma queste misure aumentano la durata e l'entità dell'emorragia di denaro (termine testuale) della Peugeot ed il compromesso non ha impedito ai capi politici di spingere la compagnia a ridurre il piano di tagliare 8'000 posti di lavoro, oppure non ha dissuaso i lavoratori dal protestare Venerdì di fronte alla sede della compagnia.Dopo quasi 4 anni di vendite catastrofiche solo alcune delle 100 fabbriche automobilistiche europee sono state chiuse. Le chiusure includono un impianto della Opel ad Antwerp ed uno della FIAT in Sicily.Tim Urquhart, un analista della IHS Automotive, dice: «La questione è chi ha abbastanza stomaco (termine testuale) per combattere.»Con l'industria automobilistica europea in procinto di avere il peggior anno dal 1'996 altre chiusure sono inevitabili. Circa 12,4 milioni di veicoli saranno venduti in Europa quest'anno, secondo le stime industriali; 3 milioni in meno del 2'007.L'industria automobilistica europea fornisce uno dei migliori esempi di come la crisi del debito dell'euro-zona stia infettando le compagnie anche oltre l'ambito finanziario. Ci sono alcune analogie inquietanti ed in entrambi i casi i problemi si accaniscono sull'Europa meridionale, mentre la Germania sembra esserne immune. Le vendite automobilistiche tedesche crescono leggermente nei primi sei mesi di quest'anno, mentre affondano del 14% in Francia e del 20% in Italia.Sia il Portogallo che la Grecia hanno richiesto il salvataggio all'Europa e stanno sopportando un grave crollo economico, con le vendite che secondo l'ACEA sono in calo del 40% a Giungo.Ci sono anche delle infauste analogie tra le risposte date dai produttori al problema.

Modificato da EC2277
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