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1984 - Il "male oscuro" della Thema. Invidia o verità?


PaoloGTC

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Se scrivi sei tornato dopo la cena di Sabato, se sei tornato e scherzi hai ancora la patente :D

Il Marco tutto OK? perchè l'ho visto teso dal traffico meneghino del sabato :lol:

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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  • 1 mese fa...

Valà valà, che siam sotto Natale, non facciamoci impensierire dai parafanghi acciaccati da terzi (fosse facile) e vediamo di elargire qualche caramella. :)

Torniamo alla Themona, quella ona-ona, con un articolo di Auto Oggi (fonte anche per le foto) basato sulla visita all'atelier che creava le Tipo 4 Cavalline.

Entriamo quindi...

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e andiamo a vedere come nasceva...

LA THEMA CUCITA SU MISURA

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Lancia e Ferrari, matrimonio fra due nomi prestigiosi per una vettura esclusiva e personalizzata. Il pezzo più pregiato sta sotto il cofano, ma anche la carrozzeria è all'altezza di quel capolavoro di propulsore. Come a Maranello, anche i 50 “ferraristi” di Torino lavorano con perfezione certosina. Le tecnologie avanzate non hanno sostituito l'abilità dell'uomo. Sette macchine finite al giorno, 700 le prenotazioni. Per la superberlina il costo è di 60 milioni circa.

L'ammiraglia Lancia, la Thema 8.32, rappresenta il ritorno ad un modo tradizionale e quasi artigianale di costruire automobili. Una vettura che viene realizzata con la stessa cura con cui i grandi sarti tagliano e cuciono stoffe inglesi, sull'esatta misura del cliente. Per la 8.32 la Casa torinese ha scelto una strada analoga: unire all'accuratezza meccanica la pignoleria nelle finiture esterne ed interne.

In questa speciale catena di montaggio (che ha più l'aspetto di un tradizionale laboratorio d'artigianato) operano i “ferraristi” della Lancia. Lavorano in religioso silenzio nella boutique, come viene affettuosamente chiamato il vecchio stabilimento di via Monginevro nel quartiere San Paolo. Un vero santuario della tecnica automobilistica che fu visitato da Greta Garbo, dal principe Ranieri, da Gary Cooper.

Da qui divi e principi uscivano al volante di vetture leggendarie come la Lambda e l'Aurelia.

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Fase iniziale del delicato lavoro di assemblaggio. La scocca è posta sulla linea aerea e gli addetti hanno appena terminato di montare le sospensioni. Tecnologia avanzata ed artigianato vanno di pari passo.

Sono 50 meccanici, considerati i migliori, con un compito delicato: mettere insieme i pezzi – che arrivano da Modena, Torino, Verona e Tolentino – dell'ammiraglia Lancia dei nostri giorni, la Thema 8.32. Il pezzo più pregiato sta sotto il cofano, un motore che porta il prestigioso nome di Ferrari. La sigla 8.32 sintetizza proprio le caratteristiche meccaniche: un 8 cilindri disposti a V, 32 valvole.

Un matrimonio che fa riaffiorare alla memoria un altro storico incontro, un “flash back” che ci riporta indietro di trent'anni. Era il 1956 quando in una piovosa mattina di fine luglio, nel cortile del reparto corse di via Caraglio, sei vetture Lancia di color rosso scuro vennero caricate sui camion per prendere la via di Maranello fra la commozione dei meccanici.

Il team torinese si ritirava dalle corse, le D50 venivano donate a Enzo Ferrari. Era stato troppo violento lo choc provocato dalla morte di Alberto Ascari, primo pilota della Lancia, deceduto il 26 maggio a Monza durante un giro di prova sulla Ferrari sport di Castellotti.

Il dono della Lancia al “Drake” venne subito ripagato portando le D50, modificate nelle sospensioni, alla conquista del titolo mondiale con Manuel Fangio.

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La macchina scende, lentamente, ad altezza d'uomo.

Corsi e ricorsi della storia. Ora sono i motori Ferrari a prendere la via di Torino. Servono circa 60 ore per costruire un “8.32” e tutto viene controllato minuziosamente per non compromettere la perfezione dei propulsori di Maranello. Le verifiche di qualità si susseguono in ogni tipo di operazione.

Solo a Maranello la Lancia poteva trovare il know-how e le attrezzature per fabbricare un motore a 8 cilindri così sofisticato.

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Il motore Ferrari viene preso in consegna dai meccanici della Lancia che lo preparano per il montaggio.

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I gesti sono quasi automatici e le varie operazioni mandate a memoria, ma l'attenzione è sempre maggiore.

È stato però necessario adattarlo alle specifiche esigenze tecniche (problemi di ingombro) e ai gusti di una clientela che non ama vetture scorbutiche, ma auto di lusso e comode. Abbandonata l'ipotesi di qualche cavallo in più e delle scariche di adrenalina negli scatti, si è privilegiato il piacere di affondare il pedale dell'acceleratore anche dai bassi regimi con una marcia alta innestata sapendo che la macchina filerà via liscia senza un sussulto.

Il cliente è autorizzato (caso quasi unico fra le Case automobilistiche) ad entrare nello stabilimento di via Monginevro ad ammirare il suo giocattolo. È di solito un industriale o un professionista che vede nella Thema 8.32 la sublimazione del culto dell'auto. Il binomio Lancia-Ferrari lo appaga.

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L'esterno della carrozzeria è protetto da fogli di plastica.

Sotto il cofano è allineata una scuderia di 215 cavalli di razza che si scatenano fino ad una velocità di 240 chilometri all'ora. La carrozzeria è all'altezza di quel capolavoro di motore. L'ha disegnata un altro nome famoso, Giorgetto Giugiaro. L'ha pensata elegante, raffinata, aerodinamica.

Non manca neppure quel vago sapore di Formula 1 con le minigonne alla base delle fiancate e l'alettone che è inserito nel coperchio del cofano bagagli in modo che sia invisibile quando non viene attivato.

Quando invece si vuole essere guardati con invidia in autostrada, basta girare la levetta sul piantone dello sterzo: a 160 all'ora eccolo sporgere dal bordo per migliorare l'aerodinamica della superberlina. Preziosismi tecnici che incantano il cliente tipo.

“E' questo che vuole l'acquirente della 8.32”, spiegano in via Monginevro. “Oltre ad una meccanica di alto livello tecnologico, vengono richiesti particolari che non abbiano confronti rispetto alla concorrenza”.

Che sono il telefono, il condizionatore a regolazione automatica, l'interno in pelle pregiata (valore sei milioni), le cuciture a mano, i pannelli in radica. Una macchina, insomma, costruita su misura.

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Si lavora senza fretta, l'importante è la perfezione.

È questo il compito dei cinquanta “ferraristi” della Lancia, scelti fra i migliori meccanici della Casa automobilistica torinese. La loro catena di montaggio avanza molto lentamente, non ubbidisce agli schizofrenici ordini del cronometro.

Agli inizi hanno cominciato a montare cinque vetture al giorno, ora sono sulla media di sette-otto macchine, forse arriveranno a dieci.

Ne hanno già assemblate oltre 100 di Thema 8.32 di cui 70 sono in circolazione. Nelle loro mani passano i motori costruiti a Maranello, le scocche fabbricate a Mirafiori e verniciate da Pininfarina, i cambi prodotti a Verona e i sedili cuciti in pelle a Tolentino, in provincia di Macerata. Altri 700 clienti sono in attesa della loro macchina. Gli italiani hanno avuto la precedenza.

Solo prima dell'estate qualche Thema con motore Ferrari partirà per la Germania, un Paese in cui le richiesta aumentano di giorno in giorno.

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Vengono montati i particolari interni con avvitatori automatici.

I cinquanta “ferraristi” continuano a lavorare con molta calma. L'importante è consegnare un prodotto che rasenti la perfezione. Anzi, per metterli psicologicamente a loro agio, la Lancia li ha vestiti con tute esclusive e ha tinteggiato le pareti del vecchio stabilimento con colori vivaci.

L'ambiente è pulito, soleggiato. C'è chi lavora con i guanti bianchi quando prende le parti in pelle. Controlla prima che il kit arrivato dalla Poltrona Frau sia quello destinato alla macchina prescelta dal cliente.

Anche le scocche sono maneggiate con molta cura e foderate all'esterno per evitare che subiscano il minimo urto. Come a Maranello, pure in via Monginevro i banchi per il controllo della qualità si sprecano. Niente esce dalla “boutique” se prima non è stato accuratamente verificato.

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La macchina nell'isola per il controllo di qualità dopo alcune fasi di montaggio.

BOUTIQUE DA 8 AUTO AL GIORNO

Nel vecchio stabilimento di via Monginevro, a Torino, si respira la storia dell'automobile. Qui Vincenzo Lancia trasferì le sue catene di montaggio dalla prima fabbrica di via Ormea. Era il 1911.

Fra queste mura quell'anno videro luce macchine diventate celebri come la Delta, la Didelta, la Epsilon e la Eta, l'auto più veloce di quei tempi (110 km orari).

Ora la “boutique”, come viene chiamato lo stabilimento, è stata riverniciata a nuovo con colori vivaci. Cinquanta persone assemblano sette-otto Thema 8.32 al giorno.

Il cliente può seguire l'assemblaggio della propria Thema 8.32. Personalizzata anche la consegna: la macchina può essere ritirata in via Monginevro dove tecnici e collaboratori sono a disposizione per ogni chiarimento e per illustrare le caratteristiche della berlina.

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La sistemazione del parabrezza.

PELLE E RADICA PER LA “ROLLS” ITALIANA

Sei milioni costano i rivestimenti della Lancia Thema 8.32. Li fabbrica la Poltrona Frau di Tolentino, in provincia di Macerata. La collaborazione fra la nota ditta di imbottiti e la Casa automobilistica torinese dura da un anno, quando i rivestimenti in pelle sulla Thema normale erano ancora un optional.

Lancia manda a Tolentino portiere, cruscotti, volanti e sedili e alla Frau li ricoprono con pelle di vitello, di colore marrone e nero, microforata per favorire la traspirazione di aria sia al caldo che al freddo. Il trattamento della pelle è molto accurato. Infatti quella destinata a questi usi deve essere robusta e morbida al tempo stesso e deve essere in grado di resistere a forti sbalzi di temperatura senza subire alcuna sorta di alterazione, tanto meno nel colore.

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Gli elementi in radica hanno tutti la stessa venatura.

In tutto sono 40 i particolari della Thema 8.32 che vengono rivestiti, comprese la cuffia del freno a mano e del cambio e perfino la cassetta degli attrezzi.

La lavorazione – assicurano alla Frau – è ancora a mano, tanto che per completare il kit di una vettura due operai impiegano una settimana di tempo.

Un tocco di raffinatezza: tutti gli elementi in legno provengono dalla stessa partita di radica perché uguali devono essere le tonalità del colore. Il kit dei rivestimenti è personalizzato per ogni Thema 8.32 a seconda delle esigenze del cliente.

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1)Poltrone posteriori singole con bracciolo ripiegabile.

2)Poggiatesta.

3)Sedili anteriori con regolazione elettrica.

4)Rivestimenti per i quattro pannelli delle portiere.

5)Alette parasole

6)Tunnel centrale.

7)Volante.

8)Plancia.

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La cassetta dei ferri e l'astuccio portalibretti sono in pelle.

Fineee e Buone Feste neh!!! ;)

GTC 8-)

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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L'immgine del volante con gli spilli mi ha fatto venire in mente la pubblicità della Thema odierna (presente, no?) 8-)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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