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AleMcGir

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10 ore fa, AleMcGir dice:

 

:disag:

 

...ecco perchè la Dakar sudamericana non mi prende...voglio gente insabbiata, voglio i tuareg, voglio i predoni e i terroristi, voglio tempeste sabbiose, voglio le oasi e il lago Rosa, voglio Avventura con la A maiuscola, non un pantano che posso trovare in qualunque parte d'europa...

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"...nel blu dipinto di...Blu Lancia..."

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  • 2 settimane fa...
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Formula 1 in lutto: si è spento Mario Poltronieri storica voce Rai

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Mario Poltronieri è morto nella sua casa di Milano: oltre a essere stato pilota Abarth che ha conseguito 121 record di velocità, è diventato il telecronista che ha raccontato trent'anni di GP sulla RAI portando la Formula 1 al grande pubblico...

Il maledetto monitor bianco nero questa volta si è spento definitivamente. Mario Poltronieri se n’è andato a 87 anni. È stato la voce della RAI che per oltre trent’anni ha commentato i Gran Premi contribuendo alla grande espansione della Formula 1 fra gli appassionati in Italia. Un uomo simpatico, di grande compagnia (sapeva raccontare molto bene le barzellette) e, soprattutto, di grande cultura. Un amante dell’automobile e delle corse. Eppure tutto il suo (grande) sapere spesso finiva per perdersi in un microfono che faceva le bizze e in un monitor che era la quarta parte dei televisori di chi i Gran Premi li guardava comodamente seduto sul divano di casa.

E così capitava che non riconoscesse una macchina o un pilota, passando per quell’incompetente che non è mai stato. Così come sono diventati famosi i suoi silenzi, mentre si sentiva in sottofondo il rombo dei motori che transitavano davanti alla sua cabina.

Non c’erano i monitor dei tempi, non c’erano i replay e nemmeno le camera car, ma spesso solo telecamere fisse che riuscivano a riprendere uno spicchio di pista. Le telecronache delle gare di Formula 1 con Mario Poltronieri erano diventate… narrazioni che portavano a conoscere i “cavalieri del rischio” come aveva magistralmente definito i piloti, Marcello Sabbatini, e le geniali trovate degli ingegneri dell’epoca che apparivano su monoposto tanto diverse una dall’altra, da ispirare la fantasia di moltissimi fan.

E quando non è più stato lasciato solo, quando la tv in bianco e nero ha lasciato spazio al colore, con Ezio Zermiani ai box e Clay Regazzoni in cabina lo spettacolo era assicurato…

Mario ha raccontato l’epopea di Niki Lauda, la febbre Villeneuve, le mitiche sfide di Nelson Piquet, Alain Prost e Nigel Mansell. E ha raccontato l’esplosione di Ayrton Senna. È uscito di scena nel 1994, nel tragico anno della scomparsa di “Magic”, quando la Formula 1 improvvisamente non è stata più la stessa.

Quando il Circus ha perso la sua umanità per diventare l’espressione massima di una tecnologia nella quale hanno cominciato a contare i computer. Poltronieri raccontava i GP che erano scanditi dai secondi: fra un pilota e l’altro che transitava sul traguardo a volte aveva modo di dire nome e cognome, mentre si era ormai arrivati ai distacchi in millesimi, frazioni di un tempo impalpabili, non più raccontabile. Non c’era più spazio per l’errore. Non c’era più spazio per l’improvvisazione.

Mario si è trasformato in sagace opinionista che sapeva vedere sfaccettature di un mondo sempre più lontano da lui: è stato il conduttore del Processo alla F.1 sulla Rai nel 1995, per poi passare a Odeon dove ha curato proprio con Marcello Sabbatini e Alberto Bortolotti il Processo al Gran Premio, prima di fare delle apparizioni a TeleNova su Griglia di Partenza con Franco Bobbiese.

L’aspetto pacato, rubicondo (era golosissimo di dolci) non si associava al look del pilota, del campione. Eppure era stato un collaudatore sopraffino e un conduttore veloce apprezzato per il suo stile di guida molto pulito e redditizio, anche se magari poco spettacolare. Restano negli Albi d’Oro i 121 record di velocità conseguiti con l’Abarth sulla sopraelevate di Monza. Nel palmares figurano anche tante vittorie in pista e due partecipazioni alla Mille Miglia nel 1954 e nel 1957.

Nel paddock era amato e stimato da tutti i colleghi. Per certi versi era eccentrico: collezionava armi, che comprava in ogni angolo del mondo dove andasse e animali esotici. Racconta Giorgio Piola che una volta si era messo in borsa un piccolissimo coccodrillo che ha cercato di nascondere alla dogana: al finanziere aveva intimato di non aprire l’involucro perché sarebbe stato morso perché il cucciolo era affamato. La guardia non gli ha creduto ed è stata… azzannata!

Meneghino, figlio di un violinista, Mario Poltronieri ci lascia un grande vuoto. E un monitor spento…

Il funerale si svolgerà in forma privata venerdì.

Alla famiglia di Mario vanno le sentite condoglianze della Redazione di Motorsport.com.

 

 

RIP

 

 

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  • 2 settimane fa...

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