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Sanremo 2013


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Sanremo 2013, ospiti musicali, modelle e annunciatori vip

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«Le parole d’ordine di questo Festival sono leggerezza e allegria: vorrei regalare una settimana di spensieratezza». Chi parla è Fabio Fazio, conduttore e direttore artistico del 63° Festival di Sanremo. A poco più di una settimana dall’inizio dell’evento, lui e Luciana Littizzetto sono stati i protagonisti della conferenza stampa di presentazione che si è svolta al Teatro del Casinò di Sanremo. «Un Festival fatto in casa, autoprodotto» che pur dovendo fare a meno delle star hollywodiane ospiterà sul palco dell’Ariston grandi nomi della musica internazionale e alcuni tra i più popolari volti dello spettacolo italiano. Due le top model di questo Festival: Bar Refaeli nella seconda serata e Bianca Balti nella finale.

Gli ospiti musicali saranno: l’ex prèmiere dame Carla Bruni, che presenterà al Festival il suo nuovo album, l’israeliano Asaf Avidan, autore del tormentone «One Day/Reckoning Song», Antony Hegarty degli Antony And The Johnsons, Andrea Bocelli, che questa settimana debutta al secondo posto della classifica americana con l’album «Passione», e Caetano Veloso. E ancora, i direttori d’orchestra Daniel Barenboim e Daniel Harding, senza dimenticare le tre leggende festivaliere premiate con uno speciale riconoscimento: Toto Cutugno, Ricchi e Poveri, Al Bano.

In qualità di proclamatori (termine equivalente al «presenter» degli Oscar, coloro che annunciano il verdetto, in questo caso le canzoni più votate tra le due in concorso per ciascun cantante) sfileranno sul palco grandi nomi di sport, cinema e tv: Marco Alemanno, Vincenzo Montella, Carlo Cracco, Flavia Pennetta, Stefano Tempesti, Cristina e Benedetta Parodi, Ilaria D’Amico, Vincenzo Montella, Valeria Bilello, Carlo Cracco, Roberto Baggio, Max Biaggi con Eleonora Pedron, Roberto Giacobbo, Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Ilaria Salvatori, Jessica Rossi, Filippa Lagerback, Martina Stella. Ci saranno anche Claudio Bisio, Neri Marcorè e (nella giuria di qualità) Carlo Verdone e Serena Dandini.

la parola a Irene Ghiotto: «Ho la musica nel sangue»

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Irene Ghiotto è nata a Montecchio Maggiore (Vicenza) il 17 dicembre del 1984. È all’ultimo anno di laurea in Lettere.

Irene, il tuo primo incontro con la musica?

«In famiglia. Mia mamma suonava la chitarra, mio nonno cantava e suonava nelle balere, e negli anni Sessanta vinse le selezioni per partecipare a Sanremo giovani. Ma poi per motivi di famiglia rinunciò».

Suoni qualche strumento?

«Ho sempre avuto un approccio istintivo alla musica. Da bambina mia madre mi mise in mano la chitarra e in una settimana imparai gli accordi e a strimpellare tutte le canzoni del canzoniere.

Poi a 17 anni ho studiato canto jazz e a 20 ho iniziato il pianoforte».

La tua musica di riferimento qual è?

«Ècambiata nel corso degli anni. Ho iniziato con Branduardi, Cocciante, i Genesis, poi sono passata al grunge, ai Nirvana, al new metal, all’hard rock. Oggi ascolto anche Tenco, Endrigo, Paoli, Lauzi, Silvestri, Gazzé, Consoli».

A cosa hai rinunciato per la tua musica?

«Se ho rinunciato a qualcosa non me ne sono accorta, perché la musica l’ho sempre vissuta come una possibilità, più che come una rinuncia».

Come è nata la tua canzone di Sanremo «Baciami?»?

«Ricordo benissimo che tornavo in macchina al mio paese dopo aver fatto un massaggio shiatsu rilassante…Mi è venuta in mente la melodia, un sound elettro acustico, e l’idea di associare il bacio a situazioni paradossali e a immagini curiose».

Sei partita da una situazione autobiografica?

«Sì. Hai presente quando capisci che un uomo non ti ama ma tu gli vuoi dare ancora un’ultima chance?»

Cosa ti aspetti da Sanremo?

«Vivere un’esperienza personale e artistica forte e succhiare tutto il buono che c’è».

E se dovessi vincere?

«Piangerò»

Il tuo look come sarà?

«Semplice ma curioso, un po’ sopra le righe e simpatico. Di sicuro non serioso».

Dopo il Festival?

«Uscirà il mio primo EP “Baciami?” e poi mi misurerò con i concerti: vorrei che finalmente i miei brani potessero uscire dal mio cassetto e arrivare alla gente».

intervista a Paolo Simoni: «Il mio brano nasce da una delusione»

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Paolo Simoni è nato a Comacchio l’8 gennaio del 1985 «con le luci di emergenza in ospedale: c’era stata una nevicata talmente forte che l’elettricità era saltata», racconta Paolo. «Non si poteva raggiungere l’ospedale con i mezzi e mia nonna Emma si fece 8 chilometri a piedi nella tempesta di neve per venire a conoscermi».

Come ti sei avvicinato alla musica?

«A 5 anni mi regalarono una batteria giocattolo, ma io la usavo come uno strumento vero e a furia di suonarla la distrussi».

Quali altri strumenti suoni?

«La chitarra classica, la tastiera e il pianoforte, che ho studiato al Conservatorio, ma dopo tre anni ho litigato con l’insegnante e me ne sono andato. Da ragazzo ho preso lezioni di organo e il parroco del paese mi faceva suonare in chiesa alla messa di Natale. Dai 15 anni ho studiato piano, composizione e canto jazz. E poi ancora sax soprano e contralto».

La tua musica di riferimento?

«I cantautori: penso che in una canzone il testo sia importante come la musica. Dylan Springsteen, Cohen, Elton John sono solo alcuni».

Perché sei un cantautore?

«Per la necessità di scrivere, di comunicare, di raccontare».

Quali passioni hai, oltre alla musica?

«L’arte. Se dovessi tirare via l’arte dalla mia vita, non so come farei. La bellezza mi rende vivo, mi distacca da quello che ho intorno, che spesso non mi piace. La mia idea di benessere è chiudermi nella mia stanza, mettere musica classica e dipingere».

Come è nato il tuo brano di Sanremo «Le Parole»?

«Le parole sono un concetto universale importante, credo sia necessario recuperarle per tornare a una comunicazione vera, sincera».

Racconti una storia autobiografica?

«Sì. Il brano nasce da una delusione: un amico che mi ha fregato con le parole. Non era un amico, mi ha addomesticato con le parole, perché la parola è potente».

Nel video della tua canzone c’è un bassotto: è il tuo?

«Certo! Si chiama Renoir e ha quasi due anni. Viviamo in simbiosi, con Peggy, una cagnolina dalmata di 13 anni, che gli fa un po’ da nonna».

Avrai un portafortuna sul palco dell’Ariston?

«Sì, in tasca metterò il tappo di una bottiglia di champagne, che mi ha “colpito”. Mi porta bene. E poi suonerò il mio pianoforte rosso».

Che look hai scelto?

«Amo i colori, i gilet, i papillon e i cappelli, ne ho una intera collezione».

Cosa ti aspetti da Sanremo?

«Di divertirmi, di conoscere nuove persone e fare una bella esibizione. E poi spero che la canzone arrivi al cuore delle persone»

Qual è il tuo sogno professionale?

«Fare un tour nei teatri d’Italia, con i musicisti sul palco: è quella la formula più congeniale alla mia musica, perché in teatro il pubblico si siede ed è attento».

Il tuo preferito tra i colleghi?

«Mi piace il sound del Blastema»

l’intervista a Renzo Rubino: «Il mio brano nasce dalla nostalgia»

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Renzo Rubino è nato a Taranto il 17 marzo del 1988 «Ma vivo a Martina Franca, per favore lo scriva. È solo che nel mio paese non c’era l’ospedale…».

Renzo, quando hai capito che volevi fare il musicista?

«In realtà il mio sogno era diventare attore. Poi però a casa c’era un vecchio pianoforte scordato e con quello ho iniziato a giocare, a strimpellare e poi a scrivere canzoni, la mia era un’esigenza di comunicare».

Come hai cominciato?

«A 19 anni con la mia band suonavamo in un night club: non ci si filava nessuno perché davanti a noi c’erano le signorine che si esibivano. Che facessimo Laura Pausini o Ray Charles, non importava a nessuno».

A cosa hai rinunciato per la tua musica?

«Alla mia macchina, alla Play Station: ho venduto tutto e con i soldi sono andato a Ravenna: da lì tutti i giorni facevo avanti e indietro a Milano per frequentare il Centro Professionale di Musica. Ma la verità è che più che pensare a quello a cui ho rinunciato, mi piace pensare a quello che ho guadagnato. Le rinunce non si contano, se pesano vuol dire che manca la passione per quello che si fa».

Il pezzo che porti a Sanremo «Il postino (amami uomo)» come nasce?

«Io amo la nostalgia, mi piace ripescare nei ricordi. Questa canzone racconta la storia d’amore tra due persone basata sul compromesso: tutti almeno una volta siamo dovuti scappare, lasciare la famiglia, il lavoro, per seguire il proprio amore. E’ una canzone d’amore classica, con inserti del tenore Matteo Falcier. Mi piace l’opera, la musica di Chopin. Mi piacciono gli archi, che mi riportano indietro nel tempo. E poi mi piace l’ironia di Iannacci e credo di averne messa un po’ proprio nel pezzo che canterò all’Ariston».

Avrai un portafortuna sul palco?

«Tutti me ne stanno regalando: mi servirà una carriola per portarli, ma li lascerò dietro le quinte».

L’abbigliamento?

«Credo che indosserò uno smoking».

Dopo Sanremo?

«Uscirà il disco “Poppins”: proprio come la valigia di Mary Poppins, avrà tante sorprese».

l’intervista a Il Cile: «Al Festival canto la fine di un amore»

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Il suo vero nome è Lorenzo Cilembrini. Nato ad Arezzo il 9 novembre del 1981, un anno fa Il Cile ha pubblicato il brano di successo «Cemento armato», prodotto da Fabrizio Barbacci. Qualche mese dopo è uscito l’album «Siamo morti a vent’anni».

Lorenzo, quando ti sei innamorato della musica?

«I miei genitori avevano i 45 giri di Battisti e De André e ricordo che ascoltavo i testi e percepivo i mondi che creavano con le parole. A quattro anni, con “La guerra di Piero”, mi misi a piangere».

La tua musica di riferimento è quella dei cantautori, allora.

«Sì, ma ho trascorso il periodo dell’adolescenza a Londra e lì ho ascoltato gli Oasis, e il beat pop in generale».

Quali strumenti suoni?

«Mi accompagno con la chitarra, ma suono anche le tastiere e la batteria»

A Sanremo porti «Le parole non servono più», che tipo di canzone è?

«È la fotografia di una memoria dolce e amara, il breve addio a una ragazza importante per me. Una ragazza che mi ha toccato le corde dell’anima e del cuore. E allora succede di lasciarsi con il ricordo che brucia e un dolore che purifica, in qualche modo. Musicalmente è un tempo un po’ da valzer, è una canzone semplice ma sembra nata per essere suonata da un’orchestra».

Hai dei portafortuna?

«Il mio tatuaggio “Omnia munda mundis”, “Tutto è puro ai puri di cuore” frase biblica, declamata da Fra’ Cristoforo nei “Promessi sposi”. È bellissima. La sento mia perché penso che spesso ci si ferma all’apparenza, ma l’apparenza inganna. Io ho subito giudizi superficiali, invece penso che bisogna esplorare l’anima delle persone prima di pensare di conoscerle»

A cosa hai rinunciato per la musica?

«Alla tranquillità, a un lavoro regolare. Ma di istinto, sento la necessità della mia chitarra e delle mie parole».

Dopo Sanremo?

«Continuerò a scrivere canzoni per me e perché no, anche per altri. L’unica cosa che so fare è scrivere pezzi».

Chi preferisci tra i tuoi colleghi?

«Andrea Nardinocchi, perché fa una musica che è una vera novità per l’Italia».

intervista ai Blastema: «Il nome è nato sfogliando il vocabolario»

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Unico gruppo in gara tra i giovani, i Blastema sono nati quasi per gioco dall’amicizia tra Matteo Casadei, il cantante, e Alberto Nanni, il chitarrista, compagni di scuola. Era il 1998. «Allora era più difficile emergere», dice Matteo. «Non c’erano i social network, si mandava il demo alle case discografiche e si sperava in una risposta». Poi si sono aggiunti Daniele Gambi, il batterista, e infine Luca Marchi, il bassista, il più giovane di tutti, che prima era il tecnico di palco, ma poi è stato indicato come erede dal precedente bassista.

Come nasce il nome Blastema?

«Sfogliando il vocabolario e cercando un nome che avesse sonorità simili a Nirvana, Marlene….un po’ cupe. Abbiamo trovato Blastema che era sufficientemente scuro come nome. Poi abbiamo scoperto che in greco significa germoglio…»

Che genere di pezzo è «Dietro l’intima ragione»?

«Una ballad rock. Non si è persi quando non si sa più dove andare ma quando non si sa più da dove si è partiti».

Litigate tra voi per la musica?

«Eccome… litighiamo, facciamo pace come succede in tutte le famiglie. Ma è un confronto utile, una funzione necessaria per affinare le nostre canzoni».

Cosa vi aspettate da Sanremo?

«Sappiamo bene qual è il nostro percorso. Sta per uscire un nuovo disco, faremo concerti. La cosa che ci piace di più è suonare dal vivo. E sulla nostra strada di musica e polvere ci hanno proposto un hotel a 5 stelle con tanto di idromassaggio. Ecco, Sanremo per noi è questo: possibilità di divertirci e di farci conoscere dalle persone che normalmente non ci seguono. Ci mettiamo alla prova e vediamo se la nostra musica è anche trasversale».

Avete dei portafortuna?

«Matteo: ho dei braccialetti regalati da una persona che è importante per me. Alberto: scrivo una parola, sempre la stessa, sulla mano. Daniele: userò le bacchette colorate con le quali ho suonato alle selezioni. Luca: non ho portafortuna, ma mi coccolerò per bene il basso»

Se foste i vincitori del festival?

«Sarebbe una lunga notte di baldoria»

Chi preferite tra i vostri colleghi?

«Andrea Nardinocchi, Antonio Maggio, Irene Ghiotto»

Ilaria Porceddu si racconta: «mi sono ispirata a Fellini»

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Ilaria Porceddu è nata a Cagliari il 16 ottobre del 1987. La sua partecipazione a «X Factor» nel 2008 l’ha portata fino in semifinale. «Ma da allora sono passati cinque anni, nei quali sono cresciuta, ho cercato le mie radici, mi sono laureata in etnomusicologia sui canti sardi a chitarra, e ho composto tanta musica. Sanremo è una nuova partenza per la mia carriera di cantautrice».

Come è nata la tua passione per la musica?

«Mio padre suonava la chitarra e da bambina mi faceva ascoltare De André, Dalla, De Gregori. A 6 anni gli ho chiesto di iscrivermi a una scuola di musica e a 10 anni avevo la mia prima band. Non ho più smesso di cantare»

A cosa hai rinunciato per la musica?

«A uscire con gli amici, alle discoteche, alle cene…ma non me ne sono mai pentita. Studiavo di giorno e la notte scrivevo la mia musica: ne è valsa la pena!»

Il pezzo che porti a Sanremo, «In equilibrio», come nasce?

«Mi ha ispirato il film di Fellini “La Strada”. L’idea è quella del circo come metafora della vita, siamo sempre alla ricerca di un equilibrio. Il ritornello è in sardo per esprimere la parte più primitiva in me. E’ come un urlo: sono orgogliosa e felice di vivere sul filo. La definirei una canzone pop ma cantautorale».

Di cosa parla?

«Parla dell’amore per la vita. L’amore universale, non solo di quello tra un uomo e una donna»

Come sarà il tuo look al Festival?

«Semplice. Dovrà farmi sentire a mio agio e vorrei che l’attenzione si concentrasse sulla canzone, più che sul vestito».

Avrai dei portafortuna sul palco?

«Le mie due fedi sarde»

Se dovessi vincere?

«La mia vittoria sarà andare su quel palco e cantare bene. Allora sarò felice al mille per cento. Se poi dovessi pure arrivare prima, sarà felice ancora di più!»

Il tuo preferito tra i giovani?

«Antonio Maggio, con cui ho condiviso l’esperienza di X Factor, e Nardinocchi, perché lo trovo estremamente moderno».

la parola ad Antonio Maggio: «Al Festival debutto da solista»

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Da poco laureato in lingue e letterature straniere, Antonio Maggio è nato l’8 agosto del 1986 a San Pietro Vernotico (Brindisi) «ma solo perché lì c’era l’ospedale, io ho sempre vissuto a Squinzano, in provincia di Lecce», precisa l’ex componente degli Aram Quartet (i vincitori della prima edizione di X Factor) alle prese con una nuova carriera da solista.

Antonio, quando ti sei innamorato della musica?

«Leggende familiari raccontano che quando avevo due anni obbligai mio padre a registrarmi la sigla di Renzo Arbore “Ma la notte no” per ascoltarla e cantarla in continuazione. In fondo credo di essere cresciuto sognando di fare questo: cantare».

Suoni uno strumento?

«Insulto il piano».

Musica di riferimento?

«Il grande cantautorato italiano. Storico e moderno, come Max Gazzè, Daniele Silvestri, Simone Cristicchi…»

Ci descrivi il pezzo che porti a Sanremo?

«Si intitola “Mi servirebbe sapere” e racconta di un uomo conteso tra due donne, che rappresentano il bene e il male. Mi piace giocare tra testo e sottotesto. Musicalmente lo definirei elettro pop con sfumature rétro».

Che look avrai sul palco dell’Ariston?

«Mi piace l’eleganza, ma estrosa: giocherò con le mie spillette, ne ho un centinaio».

Cosa ti aspetti dal Festival?

«Far conoscere la mia musica a una platea vasta, a un pubblico che normalmente non mi ascolta».

E dopo?

«Il mio primo disco da solista “Nonostante tutto” (Universal music) e poi un tour: il palcoscenico è il momento più gratificante per un artista»

Il tuo preferito tra i colleghi?

«Sono tre: Renzo Rubino, Ilaria Porceddu e Il Cile».

Daniele Silvestri a Sanremo 2013

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Mancava al Festival dal 2007. «Ci ritorno, e volentieri» dice «con due canzoni molto diverse l’una dall’altra, che rappresentano le mie due facce: quella seria e quella un po’ cialtrona. “A bocca chiusa” è un piccolo film con un finale a sorpresa, “Il bisogno di te” è uno scioglilingua». Nei giorni del Festival le due canzoni saranno pubblicate in un mini cd con altri due brani inediti. Nella serata «Sanremo Story» canterà «Piazza Grande» che Lucio Dalla interpretò al Festival del 1972.

La curiosità: al suo debutto al Festival, nel 1995 nella sezione Nuove Proposte, vinse con il suo brano «L’uomo col megafono» il premio «Volare» della critica. Bissò il successo nel 2002 vincendo sempre il premio della critica «Mia Martini» con la canzone «Salirò».

Elio e le Storie Tese a Sanremo 2013

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Ha sempre voglia di scherzare, Elio. «Non abbiamo avuto tempo per preparare brani all’altezza della manifestazione» confessa «così abbiamo optato per una canzone monotona, che poi abbiamo sapientemente mutato in mononota, per essere più in tema con la gara». Elio e le Storie Tese tornano a Sanremo dopo 17 anni: nel 1996 arrivarono secondi con «La terra dei cachi», poi diventata un tormentone. Nel venerdì revival canteranno «Un bacio piccolissimo» proposto nel ’64 da Robertino.

La curiosità: sono in molti a chiedersi quale mai sia l’unica nota su cui ruota tutta il brano «mononota». A svelare il mistero è stato Mauro Pagani, direttore musicale del Festival (vedi a pag. 21). Elio esegue il pezzo usando solo la nota Do. Con una sola eccezione: trovate voi l’intrusa!

Almamegretta a Sanremo 2013

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Il loro nome è tratto da un dialetto medioevale e significa «Anima migrante» e ben rappresenta la band underground campana fondata nel 1988. «Più che una definizione» spiega Raiz, il cantante storico tornato nell’orbita del gruppo dopo diverse esperienze soliste «Almamegretta è uno stile di vita, una filosofia che noi abbiamo adottato sin dall’inizio della nostra storia. Da allora la band è sempre stata un laboratorio di idee, aperto a tutte le contaminazioni possibili e alle conseguenti evoluzioni. Questo percorso ci ha portati ora, per la prima volta, al Festival». Uno dei brani in gara, «Onda che vai», porta la firma dei fratelli Zampaglione dei Tiromancino. Per «Sanremo Story» hanno riarrangiato «Il ragazzo della via Gluck», portato al Festival da Adriano Celentano nel 1966.

La curiosità: nel 2000 la canzone «‘O sciore cchiù felice», tratta dall’album «Sanacore», è stata inserita nella colonna sonora di «The Cell», film con Jennifer Lopez diretto dal regista angloindiano Tarsem Singh. Nel 2010 «Nun Te Scurda’» è tra le musiche scelte da John Turturro per il suo «Passione».

Annalisa a Sanremo 2013

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Annalisa è al suo debutto sul palco dell’Ariston. Si è affermata come cantante solista partecipando nel 2011 al talent di Canale 5 «Amici», dove si è classificata seconda aggiudicandosi anche il Premio della Critica. «La canzone “Scintille”» spiega la cantante «è molto pop e parla dei primi momenti di una storia d’amore. La seconda, “Non so ballare”, è più tradizionale: è la dichiarazione-confessione di un amore a prima vista». E «Non so ballare» darà il titolo al terzo album di Annalisa, in uscita a metà mese, con undici inediti ai quali collabora anche come autrice. Nella serata «Sanremo Story» canterà «Dormi e sogna», brano portato all’Ariston dagli Avion Travel nell’edizione del 1998.

La curiosità: l’ultimo singolo di Annalisa, dal titolo «Pirati», è ispirato al film d’animazione «L’Era Glaciale 4: Continenti alla deriva» ed è attualmente tra i brani più scaricati di iTunes.

Maria Nazionale a Sanremo 2013

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Perché no? Perché non provare? È questo l’atteggiamento che Maria Nazionale ha avuto nei confronti di Sanremo, dove peraltro si è già esibita due anni fa in un duetto con il conterraneo Nino D’Angelo. Assieme al suo compagno, il musicista Francesco Sigillo, ha contattato il cantautore Enzo Gragnaniello e Peppe Servillo, voce degli Avion Travel. Ed ecco pronti due brani: uno in italiano, l’altro in dialetto. «Canto l’amore e la poesia, ma anche la malinconia e la solitudine di cui l’amore stesso si alimenta» spiega Maria che, a proposito del suo cognome, che suona un po’ come un nome d’arte, dice: «Se me lo fossi scelta io, mi sarei chiamata Maria Universale, altro che Nazionale!». Nonostante abbia pubblicato ben 13 dischi, il grande pubblico la conosce per essere stata nel cast del film «Gomorra», tratto dal libro di Roberto Saviano, guadagnandosi la nomination al David di Donatello 2009 come miglior attrice non protagonista. Per la serata «Sanremo Story» Maria ha scelto il brano «Perdere l’amore»: Massimo Ranieri lo portò al trionfo nel 1988.

La curiosità: sono stati in molti a sospettare che dietro la sua partecipazione a Sanremo ci avesse messo una buona parola Roberto Saviano, autore di «Gomorra». Ma Maria tiene a precisare che lei Saviano l’ha incrociato una sola volta al Festival del cinema di Cannes, in occasione della presentazione del film tratto dal libro.

Simona Molinari a Sanremo 2013 con Peter Cincotti

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È l’unica coppia in gara. Lei è Simona Molinari, napoletana d’origine ma aquilana d’adozione, lui è Peter Cincotti, cantautore newyorkese (anche se il cognome tradisce origini italiane) celebre in tutto il mondo grazie al singolo «Goodbye Philadelphia» del 2007. Insieme cantano «Dr. Jekyll Mister Hyde», uno swing inedito scritto da Lelio Luttazzi (scomparso nel 2010), e «La felicità», una ballata folk con sfumature dance scritta dalla stessa Molinari. Lei al Festival ha già gareggiato nel 2009 nella categoria Giovani con «Egocentrica». Nella serata revival canteranno la swingeggiante «Tua», portata a Sanremo da Jula de Palma nel 1959.

La curiosità: nella vita di Simona Molinari il titolo «Dr. Jekyll Mr Hyde» è ricorrente. Nel 2007, infatti, l’artista fu una delle interpreti del musical «Jekyll e Hyde». Del cast faceva parte anche Giò Di Tonno. Il brano in gara al Festival invece è un regalo della vedova di Lelio Luttazzi.

Marco Mengoni a Sanremo 2013

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È al suo secondo Festival. Al primo arrivò nel 2010, ammesso di diritto fra i Big per aver trionfato nella terza edizione di «X Factor» (quell’anno per il vincitore la partecipazione era automatica). «Ora vado a Sanremo grazie a Gianna Nannini e a Pacifico, che hanno scritto per me “Bellissimo”, un brano dal sapore rock. L’altro pezzo, “L’essenziale”, al quale ho collaborato come autore, è una ballata italiana fra sentimento e temi sociali». Nella serata revival canterà «Ciao amore ciao» interpretata al Festival del 1967 da Luigi Tenco e Dalida. Anche Marco sta lavorando a un nuovo album.

La curiosità: fu Morgan a puntare su Marco Mengoni a «X Factor» nel 2009. Ebbe l’occhio lungo: il suo pupillo vinse, l’anno dopo arrivò terzo al Festival e fu il primo artista italiano ad aggiudicarsi, agli MTV Europe Music Awards, il «Best European Act» come miglior artista europeo.

Chiara Galiazzo a Sanremo 2013

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Chiara è la più giovane tra i Campioni in gara e ha conquistato la popolarità solo pochi mesi fa grazie al trionfo nell’ultima edizione di «X Factor». «Mi ritrovo in gara con Elio» dice «che è stato giudice del talent. Per ripagarlo del suo affetto, faccio il tifo per lui e per il suo gruppo: spero vincano il Festival». Per il debutto all’Ariston Chiara si è affidata a due firme raffinate del panorama musicale italiano: Federico Zampaglione dei Tiromancino e Francesco Bianconi dei Baustelle. Nella serata «Sanremo Story» proporrà «Almeno tu nell’universo» di Mia Martini.

La curiosità: Chiara andrà a Sanremo con la sorella Barbara, alla quale è legatissima. In comune hanno una grande passione per i puzzle, soprattutto quelli di nuova generezaione in tre dimensioni. La loro ultima creazione è il mausoleo indiano Taj Mahal.

Marta Sui Tubi a Sanremo 2013

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Suonano insieme da 11 anni ma sono ancora poco noti al grande pubblico. Si candidano però tra le grandi sorprese di Sanremo, dove sono al debutto assoluto. Carmelo Pipitone e Giovanni Gulino, originari di Marsala, sono i fondatori del gruppo, nato artisticamente nel 2002 a Bologna. Ivan Paolini è originario di Palermo, Paolo Pischedda di Cagliari e Mattia Boschi di Milano. «La canzone “Dispari”» dicono «è un rock-punk e parla di chi non riesce a usare i mezzi di comunicazione di oggi. L’altra, “Vorrei”, è una richiesta di riconciliazione con il mondo». Uscirà durante Sanremo il loro sesto album, ancora senza titolo. Nella serata revival canteranno con Antonella Ruggiero “Nessuno”, portata al Festival del ’59 da Wilma De Angelis e Betty Curtis.

La curiosità: i Marta sui Tubi vivono sparpagliati per tutta Italia. La base artistica è Milano, dove vive Pipitone. Gulino abita a Bologna, Paolini a Palermo, Pischedda a Lecco e Boschi in provincia di Varese.

Max Gazzè a Sanremo 2013

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Partecipa al Festival per la quarta volta (la prima fu nel 1999). «“Sottocasa” è una canzone divertente, colorata, Anni 70, con un’orchestrazione importante» dice Gazzè. «“I tuoi maledettissimi impegni” è un “beat” veloce e ironico: parla di un innamorato che per stare accanto all’impegnatissima amata è disposto a tutto». Nella serata revival canterà «Ma che freddo fa» eseguita da Nada e dal gruppo The Rokes nel 1969.

La curiosità: «Sotto casa» è nata dall’incontro del cantante e di suo fratello Francesco con due testimoni di Geova che una mattina hanno suonato alla loro porta. Si sono immaginati le loro reazioni le volte che nessuno gli ha aperto la porta.

Malika Ayane a Sanremo 2013

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Le due canzoni di Malika le ha scritte Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che ha sviluppato i temi della perdita e dell’assenza. «Sono canzoni intime» racconta Malika «che andrebbero ascoltate in cuffia, girando per Parigi in un’uggiosa giornata autunnale. Giuliano le ha scritte dopo lunghissime telefonate nelle quali gli raccontavo i miei tormenti». Nella serata revival propone «Ma cosa hai messo nel caffè», presentata al Festival del 1969 da Riccardo Del Turco.

La curiosità: il suo primo ricordo di Sanremo è il brano «Signor tenente», proposto da Giorgio Faletti nel 1994 (arrivò secondo). Malika aveva 8 anni e quel brano fu al centro di un animato dibattito durante una gita scolastica

Raphael Gualazzi a Sanremo 2013

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Riservato e un po’ impacciato, ma strepitoso al pianoforte. Queste sono le caratteristiche di Raphael Gualazzi, che torna al Festival dopo aver vinto due anni fa nella sezione Giovani con «Follia d’amore». Formatosi tra Pesaro e Urbino, dove è nato, ha trascorso quest’ultimo anno a Londra, dove sono nate le canzoni in gara in quest’edizione. «Londra, Parigi o New York» dice il musicista «per me fa lo stesso. Mi sento a casa dove posso ascoltare buona musica e fare incontri giusti, come Vincent Mendoza, già collaboratore di Robbie Williams, che per me ha arrangiato “Sai”». Nella serata «Sanremo Story» proporrà «Luce», con cui Elisa vinse nel 2001.

Simone Cristicchi a Sanremo 2013

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Per lui, dice, sarà un Festival diverso. «Debutto come chansonnier in stile Julio Iglesias. Succede in “Mi manchi”, che è piaciuta a mio figlio e questo già mi basta». L’altra canzone, a dispetto del titolo, è un inno alla vita: uno swing ironico, giocoso ma anche commovente. In uscita c’è il suo quarto disco, con 13 brani inediti, intitolato «Album di famiglia». «È intimo» dice Cristicchi «fatto di piccole storie di gente inghiottita dagli eventi». Nella serata revival canterà «Canzone per te», che vinse nel 1968 con Sergio Endrigo e Roberto Carlos.

Sanremo 2013, le canzoni che i Big canteranno nella quarta serata. Emma in duetto con Annalisa

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Ecco l’elenco delle 14 canzoni di Sanremo Story: i Campioni del 63° Festival le presenteranno nella serata del venerdì, alcuni in duetto. Tra questi, Annalisa Scarrone canterà «Per Elisa» di Alice, accompagnata da un’altra ex di «Amici», Emma Marrone, vincitrice del Festival 2012.

Almamegretta «Il ragazzo della via Gluck» (presentata a Sanremo 1966 da Adriano Celentano)

Annalisa «Per Elisa» con Emma Marrone (presentata a Sanremo 1981 da Alice)

Malika Ayane «Ma cosa hai messo nel caffè» (presentata a Sanremo 1969 da Riccardo Del Turco)

Chiara «Almeno tu nell’universo» (presentata a Sanremo 1989 da Mia Martini)

Simone Cristicchi «Canzone per te» (presentata a Sanremo 1968 da Sergio Endrigo)

Elio e le Storie tese «Un bacio piccolissimo» (presentata a Sanremo 1964 da Robertino)

Max Gazzè «Ma che freddo fa» (presentata a Sanremo 1969 da Nada e dai Rokes)

Raphael Gualazzi «Luce (Tramonti a nord est)» (presentata a Sanremo 2001 da Elisa)

Marta sui Tubi «Nessuno» con Antonella Ruggiero (presentata a Sanremo 1959 da Wilma De Angelis e Betty Curtis)

Marco Mengoni «Ciao amore ciao» (presentata a Sanremo 1967 da Luigi Tenco e Dalida)

Modà «Io che non vivo (senza te)» (presentata a Sanremo 1965 da Pino Donaggio)

Simona Molinari – Peter Cincotti «Tua» (presentata a Sanremo 1959 da Jula De Palma)

Maria Nazionale «Perdere l’amore» (presentata a Sanremo 1988 da Massimo Ranieri)

Daniele Silvestri «Piazza Grande» (presentata a Sanremo 1972 da Lucio Dalla)

Le canzoni:

[TABLE=class: wikitable]

[TR]

[TH]I canzone

[/TH]

[TH]II canzone

[/TH]

[TH]Sanremo Story

[/TH]

[TH]Artista

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[/TR]

[TR]

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[TD]Mamma non lo sa

(G. Della Volpe, P. Polcari, G. Tesone)

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[TD]Onda che vai

(F. Zampaglione, D. Zampaglione)

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[TD]Il ragazzo della via Gluck

[/TD]

[TD]Almamegretta

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[/TR]

[TR]

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[TD]Non so ballare

(E. Meta)

[/TD]

[TD]Scintille

(D. Faini, A. Galbiati)

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[TD]Per Elisa

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[TD]Annalisa

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[/TR]

[TR]

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[TD]L'esperienza dell'amore

(F. Zampaglione, D. Zampaglione)

[/TD]

[TD]Il futuro che sarà

(F. Bianconi, L. Chiaravalli L. A. Gonzalez)

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[TD]Almeno tu nell'universo

[/TD]

[TD]Chiara Galiazzo

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[TR]

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[TD]A bocca chiusa

(D. Silvestri)

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[TD]Il bisogno di te

(D. Silvestri)

[/TD]

[TD]Piazza grande

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[TD]Daniele Silvestri

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[/TR]

[TR]

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[TD]Dannati forever

(S. Belisari, S. Conforti, D. L. Civaschi, N. Fasani)

[/TD]

[TD]La canzone mononota

(S. Belisari, S. Conforti, D. L. Civaschi, N. Fasani)

[/TD]

[TD]Un bacio piccolissimo

[/TD]

[TD]Elio e le Storie Tese

[/TD]

[/TR]

[TR]

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[TD]Niente

(G. Sangiorgi)

[/TD]

[TD]E se poi

(G. Sangiorgi)

[/TD]

[TD]Cosa hai messo nel caffè

[/TD]

[TD]Malika Ayane

[/TD]

[/TR]

[TR]

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[TD]Bellissimo

(G. Nannini, L. De Crescenzo, D. Tagliapietra)

[/TD]

[TD]L'essenziale

(M. Mengoni, R. Casalino, F. De Benedittis)

[/TD]

[TD]Ciao amore ciao

[/TD]

[TD]Marco Mengoni

[/TD]

[/TR]

[TR]

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[TD]Quando non parlo

(E. Gragnaniello)

[/TD]

[TD]È colpa mia

(G. Servillo, F. Mesolella)

[/TD]

[TD]Perdere l'amore

[/TD]

[TD]Maria Nazionale

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Dispari

(G. Gulino, M. Boschi, C. Pipitone, P. Pischedda, I. Paolini)

[/TD]

[TD]Vorrei

(G. Gulino, M. Boschi, C. Pipitone, P. Pischedda, I. Paolini)

[/TD]

[TD]Nessuno

[/TD]

[TD]Marta sui tubi

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Sotto casa

(M. Gazzè, F. Gazzè, F. De Benedittis)

[/TD]

[TD]I tuoi maledettissimi impegni

(M. Gazzè, F. Gazzè, M. Buzzanca)

[/TD]

[TD]Ma che freddo fa

[/TD]

[TD]Max Gazzè

[/TD]

[/TR]

[TR]

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[TD]Come l'acqua dentro il mare

(F. Silvestre)

[/TD]

[TD]Se si potesse non morire

(F. Silvestre)

[/TD]

[TD]Io che non vivo

[/TD]

[TD]Modà

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[TR]

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[TD]Sai (ci basta un sogno)

(R. Gualazzi)

[/TD]

[TD]Senza ritegno

(R. Gualazzi)

[/TD]

[TD]Luce (Tramonti a nord est)

[/TD]

[TD]Raphael Gualazzi

[/TD]

[/TR]

[TR]

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[TD]Dr. Jekyll and Mr. Hyde

(L. Luttazzi, A. Zeppieri)

[/TD]

[TD]La felicità

(C. Avarello, S. Molinari, M. Vultaggio)

[/TD]

[TD]Tua

[/TD]

[TD]Simona Molinari con Peter Cincotti

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Mi manchi

(S. Cristicchi, R. Pacco, F. Di Salvo)

[/TD]

[TD]La prima volta (che sono morto)

(S. Cristicchi, L. Pari)

[/TD]

[TD]Canzone per te

[/TD]

[TD]Simone Cristicchi

[/TD]

[/TR]

[/TABLE]

[TABLE=class: wikitable]

[TR]

[TH]Canzone

[/TH]

[TH]Artista

[/TH]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Dietro l'intima ragione

(M. Casadei, D. Gambi, A. Nanni)

[/TD]

[TD]Blastema

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Le parole non servono più

(L. Cilembrini, R. Presentini)

[/TD]

[TD]Il Cile

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[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Baciami?

(I. Ghiotto, C. Carcano)

[/TD]

[TD]Irene Ghiotto

[/TD]

[/TR]

[TR]

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[TD]Mi servirebbe sapere

(A. Maggio)

[/TD]

[TD]Antonio Maggio

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Storia impossibile

(A. Nardinocchi)

[/TD]

[TD]Andrea Nardinocchi

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]In equilibrio

(I. Porceddu, A. Fontana, C. Ferrari)

[/TD]

[TD]Ilaria Porceddu

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Il postino (amami uomo)

(R. Rubino, A. Rodini)

[/TD]

[TD]Renzo Rubino

[/TD]

[/TR]

[TR]

[TD=align: center][/TD]

[TD]Le parole

(P. Simoni)

[/TD]

[TD]Paolo Simoni

[/TD]

[/TR]

[/TABLE]

Prima Serata

Verranno eseguite, da parte di 7 dei 14 Campioni, due canzoni ciascuno: la votazione (50% televoto e 50% Giuria della Stampa del Festival) sceglierà la canzone che, tra le due, rimarrà in competizione. Si esibiranno Chiara Galiazzo, Raphael Gualazzi, Maria Nazionale, Marta sui tubi, Marco Mengoni, Simona Molinari con Peter Cincotti e Daniele Silvestri. Verranno inoltre presentati gli 8 Giovani.

Seconda Serata

Verranno eseguite, da parte dei restanti 7 dei 14 Campioni, due canzoni ciascuno: la votazione (50% televoto e 50% Giuria della Stampa del Festival) sceglierà la canzone che, tra le due, rimarrà in competizione. Si esibiranno: Almamegretta, Annalisa, Simone Cristicchi, Elio e le storie tese, Max Gazzè, Malika Ayane e i Modà. Verranno inoltre eseguite 4 delle 8 canzoni dei Giovani: la votazione (50% televoto e 50% Giuria della Stampa del Festival) sceglierà le 2 canzoni che rimarranno in competizione.

Terza Serata

Verranno eseguite, da parte dei 14 Campioni, le 14 canzoni rimaste in competizione, con votazione del pubblico attraverso il sistema del televoto: in base ai voti ricevuti nella serata verrà stilata una graduatoria provvisoria delle 14 canzoni-artisti, che peserà per il 25% nella determinazione della graduatoria finale. Verranno inoltre eseguite le restanti 4 delle 8 canzoni dei Giovani: la votazione (50% televoto e 50% Giuria della Stampa del Festival) sceglierà le 2 canzoni che rimarranno in competizione.

Quarta Serata

Sarà una serata evento chiamata Sanremo Story: verranno eseguite, senza votazioni, da parte dei 14 Campioni delle canzoni della storia del Festival; i cantanti potranno essere accompagnati, se lo desiderano, da altri artisti italiani o internazionali. Verranno inoltre eseguite le 4 canzoni dei Giovani rimaste in gara: la votazione (50% televoto e 50% Giuria di Qualità) decreterà la canzone vincitrice del Festival della sezione Giovani.

Serata Finale

Verranno eseguite le 14 canzoni dei Campioni, con votazione con sistema misto della Giuria di Qualità, del pubblico con il televoto e con il computo dei risultati ottenuti nella serata di giovedì: la votazione (50% televoto e 50% Giuria di Qualità), unita a quelle delle serate precedenti, decreterà la canzone vincitrice del Festival della sezione Campioni.

Sorrisi

Ma...è una mia impressione o la metà dei big sono degli emeriti sconosciuti? :D

Modificato da Pandino

My cars...

Autobianchi Y10 1.1 i.e. (1992) - Lancia Ypsilon LX BEV (2024)

 

Inviato

Credo che un'occhiata la darò quest'anno al Festival: la Littizzetto, Chiara, Max Gazzè e la Ayane mi incuriosiscono.

Ricordo ancora l'anno scorso Geppi Cucciari che scende le scale senza scarpe e, ad un sorpreso Morandi, confessa: "Ho capito che per far parlare di sè a Sanremo bisogna togliersi qualcosa" (evidente riferimento alla biancheria intima latitante di Belen). Che classe!

Spero sia un'edizione in cui si parlerà di musica, di artisti e non di pu**anate inutili solo per sperperare soldi...

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