Vai al contenuto

Autopareri - Finanza e Economia


TonyH

Messaggi Raccomandati:

Che sia stato inserito nelle direttive per i paesi da salvare, però, mi arriva da più fonti. Riguarderebbe tutti i paesi che chiedono aiuto ovviamente.

Viene esaminato dalla FMI come possibile scenario. E ritenuto non risolutivo.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

Link al commento
Condividi su altri Social

Interessante..

[h=1]I bambini della classe media sono destinati a un futuro peggiore di quello dei loro genitori[/h] Il The Guardian di ieri presenta un dato deprimente. I bambini di questa generazione hanno un aspettativa di qualità della vita inferiore a quella dei loro genitori. Vivranno peggio. La social mobility and child poverty commission fondata da David Cameron precisa che il problema non coinvolge gli strati più bassi della popolazione bensì, guarda caso, la classe media. Non si va di male in peggio, si va di bene in peggio. Il monito al governo inglese è quello di stanziare provvedimenti che interessino una fetta più larga del 10% percento più povero della nazione. In tutto questo c’è anche un guinness: è la prima volta da oltre un secolo che questa prospettiva di peggioramento si verifica. Congratulazioni a tutti. In Italia siamo più avanti dei nostri colleghi d’oltre manica. Invece di avere bambini destinati ad un futuro peggiore, abbiamo già un futuro peggiore senza nemmeno avere bambini. La generazione colpita dallo spettro del ‘qualsiasi cosa farò nella vita starò peggio che prima’ è quella che negli anni 90 era bambina. Ragazzini di dieci anni su per giù. A questo punto la domanda è: cosa diavolo è successo negli anni 90? Stavamo tutti benissimo come si può vedere da questo video. Tuttavia qualcosa è andato storto.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

Link al commento
Condividi su altri Social

Questi reportage mi fanno salire la pressione (ed è un male in questi giorni)

cosa significa stare peggio? Dover lavorare sul serio? Poter comprare meno cose? Ma davvero l'unico indicatore di qualità della vita è la quantità di oggetti che posso possedere?

a me preoccupa di più una vita più lunga che spesso diventa una non vita per le malattie degenerative, del fatto che debba rimboccarmi le maniche per comprare il biemmevù

edit: negli anni '90 gli infarti erano quasi sempre fatali e un tumore una condanna già scritta. Oggi molto meno. Stavamo davvero meglio?

Modificato da TonyH

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

Link al commento
Condividi su altri Social

prima dell11 settembre le previsioni erano di una pace lunga e duratura, anzi la previsione era che la "storia si sarebbe fermata" poichè non ci sarebbero stati eventi degni di nota.

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

Link al commento
Condividi su altri Social

Ritornando al discorso del FMI che si appresterebbe ad imporre a 15 Paesi UE un prelievo forzoso sui conti correnti (notizia riportata da tutti i gionali [del cazzo] Italiani), ecco di cosa veramente si tratta:

gpg1-491-Copy-Copy-Copy-Copy-Copy-Copy.jpg

Un riquadretto messo quasi in disparte in un documento di un centinaio di pagine, in cui il tema viene trattato alla stregua di informazione di colore e, di fatto, neanche preso in considerazione nella parte argomentativa, cioè nella "ciccia" del report.

Il documento è qui:

https://www.imf.org/external/pubs/ft/fm/2013/02/pdf/fm1302.pdf

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

Link al commento
Condividi su altri Social

Interessante..
Questi reportage mi fanno salire la pressione (ed è un male in questi giorni)

cosa significa stare peggio? Dover lavorare sul serio? Poter comprare meno cose? Ma davvero l'unico indicatore di qualità della vita è la quantità di oggetti che posso possedere?

a me preoccupa di più una vita più lunga che spesso diventa una non vita per le malattie degenerative, del fatto che debba rimboccarmi le maniche per comprare il biemmevù

edit: negli anni '90 gli infarti erano quasi sempre fatali e un tumore una condanna già scritta. Oggi molto meno. Stavamo davvero meglio?

bisognerebbe vedere cosa dice esattamente il Guardian e la commissione del governo UK. se il parametro è la capacità di consumo, hai ragione. ma la cosa interessante è capire se c'è un calo nelle aspettative di vita, non in senso quantitativo, ma qualitativo e sociale. in pratica, non riuscire a trovare un lavoro in linea con i propri desideri, l'impossibilità di dedicare tempo a studiare e formarsi, di avere la possibilità di una vita psicologicamente e intellettualmente sana ecc. Non sto parlando di problemi da terzo mondo, ma di cose che si stanno verificando qui, nel cuore dell'Europa. e attenzione, giustamente l'accento è posto sulla classe media, che in molti casi include ampli settori di popolazione che paga le tasse, sgobba, e non necessariamente per farsi la biemmevú, in definitiva: che negli ultimi 3 o 4 decenni ha migliorato le proprie aspettative di vita nei termini che dicevo prima. adesso i padri stanno aiutando i figli trentenni nella vaga speranza di poter un giorno diventare nonni... :-(

Link al commento
Condividi su altri Social

In poche parole c'è una grande differenza tra il passare ad un tenore di vita simile a quello che avevamo negli anni '80 o regredire ad un tenore di vita simile a quello che avvevamo negli anni '30.

Link al commento
Condividi su altri Social

Pare proprio invece che siamo particolarmente "tardi" di comprendonio....

[h=1]Ocse, italiani "analfabeti" del millennio.

Carrozza: serve una inversione di marcia[/h]

Secondo l'organizzazione internazionale, gli adulti del Belpaese sono in fondo alla classifica europea che stima la capacità e preparazione letteraria e matematica di 24 paesi. Il ministro: a preoccupare maggiormente è la condizione dielle donne e dei neet, i giovani che né studiano né lavorano

di SALVATORE INTRAVAIA

ROMA - Cittadini italiani in fondo alla classifica sui saperi essenziali per orientarsi nella società del terzo millennio. E in Italia, si ritorna a parlare di analfabetismo funzionale. Non importa, in altre parole, se gli italiani sanno tecnicamente leggere, scrivere e far di conto. Ma l'uso che sono in grado di fare delle informazioni che possono acquisire anche attraverso le tecnologie digitali. Nell'ultima classifica stilata dall'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), e diffusi oggi dall'Isfol, sulle competenze principali degli adulti il nostro Paese figura all'ultimo posto. Ci piazziamo in fondo alla classica - ultimi tra 24 paesi - per competenze in lettura e al penultimo posto sia per competenze in matematica sia per capacità di risolvere problemi in ambienti ricchi di tecnologia, come quelli delle società moderne.

L'ANALISI DI TITO BOERI

Una maglia nera che preoccupa la politica e che fa il paio con gli scarsi risultati dei quindicenni italiani nei test Ocse-Pisa in lettura, matematica e scienze. "I dati dell'Indagine PIAAC (Programme for the international assessment of adult competencies) dell'Ocse sono allarmanti e impongono un'inversione di marcia", dichiarano Enrico Giovannini e Maria Chiara Carrozza, rispettivamente a capo del dicastero del Lavoro e delle politiche sociali e del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. "Desta particolare preoccupazione - continuano - la condizione dei cosiddetti Neet, giovani che né studiano né lavorano: l'abbandono precoce dei percorsi di formazione rischia di pregiudicare il loro futuro, i dati Ocse lo dicono chiaramente".

"Così come - concludono i due membri del governo Letta - è evidente che in Italia c'è un capitale femminile sottoutilizzato sul piano professionale, uno spreco di risorse e talenti che il nostro Paese non può più permettersi". Ma quali sono le competenze indagate dall'Ocse? E a quale livello siamo in Italia? Per quanto riguarda la literacy proficiency, gli esperti parigini hanno preso in considerazione le capacità degli adulti di età compresa fra i 15 e i 65 anni "di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità".

Una competenza che prescinde dalla semplice capacità strumentale di leggere e scrivere. E in un mondo che utilizza ormai dati, tabelle e grafici per illustrare tantissimi aspetti della vita comune - dallo spread che, ci dà indicazioni sulle condizioni della nostra economia, alle previsioni del tempo - non sapere "accedere, utilizzare, interpretare e comunicare le informazioni numeriche", la numeracy proficiency , si trasforma in un gap considerevole per i cittadini italiani alle prese con una delle più gravi crisi del mercato del lavoro degli ultimi trent'anni. Nel Belpaese arranchiamo anche per capacità dell'uso delle tecnologie digitali e quelle offerte dalle reti internet "per acquisire informazioni, comunicare e svolgere compiti pratici".

Oltre un quarto degli italiani, il 28%, si piazzano a livello più basso, o addirittura al di sotto di tale livello, per competenze in Lettura. Percentuale che scende al 15% nei paesi Ocse e al 12% in Norvegia. Quasi un terzo della popolazione che leggendo un libro o qualsiasi altro testo scritto riesce ad interpretare soltanto informazioni semplici. Stesso discorso quando occorre confrontarsi con dati, tabelle e grafici. Gli italiani che si piazzano ai livelli più bassi - al primo livello o sotto il livello più basso - sono addirittura 32%. In Spagna che ci contende il gradino più basso sono il 31 per cento abbondante. La Finlandia si piazza al secondo posto col 13 per cento e il Giappone è in testa con appena l'8 per cento di adulti con scarse competenze matematiche.

"La clamorosa bocciatura emersa oggi dal rapporto Ocse-Isfol - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - conferma quello che il sindacato sostiene da tempo: occorre prima di tutto agire con urgenza per rendere obbligatoria la frequenza della scuola sino alla fine delle superiori. Poi è indispensabile restituire ai nostri allievi quel 10 per cento di tempo scuola sottratto nell'ultimo con le riforme Gelmini e infine - continua il sindacalista - invertire il trend dei cosiddetti Neet, quei 2 milioni e mezzo di giovani che vivono le loro giornate senza studiare né lavorare".

08 ottobre 2013

http://www.repubblica.it/scuola/2013/10/08/news/ocse_gli_adulti_non_sanno_leggere_e_far_di_conto_dalle_indagini_italia_ultima_in_europa-68187622/

Ora: BMW M135i xDrive 306 cv

Nato su Alfa Giulia GT Junior 1600 >>> esordito su Opel Corsa 90 cv 1996 e BMW Serie 3 Compact 318td 90cv >>> fortificato su Alfa 147 1.6 120 cv e Alfa 156 1.9 JTD 116 cv >>> posteriorizzato su BMW E81 120d 177 cv e BMW E84 18d sDrive 143 cv

Link al commento
Condividi su altri Social

Questi reportage mi fanno salire la pressione (ed è un male in questi giorni)

cosa significa stare peggio? Dover lavorare sul serio? Poter comprare meno cose? Ma davvero l'unico indicatore di qualità della vita è la quantità di oggetti che posso possedere?

a me preoccupa di più una vita più lunga che spesso diventa una non vita per le malattie degenerative, del fatto che debba rimboccarmi le maniche per comprare il biemmevù

edit: negli anni '90 gli infarti erano quasi sempre fatali e un tumore una condanna già scritta. Oggi molto meno. Stavamo davvero meglio?

non è così facile, a volte rimboccarsi le maniche non basta più e soprattutto se nasci fuori dal giro che conta, qualsiasi esso sia, a qualsiasi livello, è sempre più difficile emergere. Non arriviamo ai livelli di certa società inglese, ma la mobilità sociale è sempre più scarsa, anche per chi si sbatte.

Logico che la medicina progredisca, ma la salute non è solo ospedali.

Inutile che ci giriamo intorno, se c’è una certa quantità di persone che dovrà stringere un po’ la cinghia ma continuerà a vivere dignitosamente, c’è anche una grossa quantità di persone che va incontro a un futuro incerto, una vecchiaia che non si sa se sarà tanto tranquilla e sempre meno soldi.

Pensa a cosa sarà tra qualche decennio di coloro che andranno in pensione (se ci andranno) dopo una vita passata tra contratti a tempo determinato. Se una persona del genere si ammala o ha bisogno di assistenza che si fa? Attenzione perché le regioni, anche la virtuosa lombardia, da due annetti a questa parte sta tirando i remi in barca, perché fino ad ora si è puppato troppo e semplicemente i soldi son finiti.

Per vicende connesse al mio lavoro certe situazioni le vedo tutti i giorni, molte famiglie monoreddito si tengono i nonni in casa anche quando le situazioni son gravi, semplicemente perché di fatto la loro pensione è un reddito.

E ogni giorno che passa le situazioni peggiorano. Un mio amico è da 20 giorni in mutua perché con il lavoro che fa si è rotto una gamba durante un trasporto e il capo gli ha “consigliato" di andare in pronto soccorso dicendo che era in ferie. O faceva così o la lettera di dimissioni era già firmata.

Una volta era difficile, verissimo, ma ci stiamo dando da fare per peggiorare le cose.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.