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Autopareri - Finanza e Economia


TonyH

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Il problema è che alcuni uffici sono anagraficamente troppo anziani. Il rischio di "buco generazionale" è, IMHO, grosso.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Vorrei riportare parte di una articolo di REpubblica di ieri che a mio parere centra perfettamente le problematiche dell'industria italiana

Eppure, si tratta di problemi che vengono da lontano. Quello ambientale addirittura precede la privatizzazione dell'Ilva ma è andato peggiorando col passare degli anni. E quello che potremmo chiamare economico- produttivo è tutto di responsabilità dei nuovi padroni dell'azienda.

Dopotutto, la gestione Riva dura da quasi vent'anni. E' stata una gestione fortemente innovativa, nei confronti della struttura dell'impresa e degli impianti che furono loro ceduti dallo Stato. Già nello studio sopra ricordato, che condussi con i miei colleghi nel 2000, si vedevano chiaramente, dopo cinque anni di gestione Riva, gli elementi fondanti della strategia che la governance privata dell'impresa e del suo massimo impianto aveva elaborato e stava mettendo in opera.

Notammo infatti, nel nostro studio, che dal 1995 al 2000 innanzitutto gli investimenti fissi erano diminuiti rispetto agli anni delle gestione statale. Che la produzione invece era aumentata e che anche il rendimento dell'impresa era cresciuto per i suoi proprietari. Questo era stato ottenuto mediante una decisa riduzione del livello di sofisticazione della produzione dell'acciaieria di Taranto.

I Riva sembravano decisi a massimizzare la quantità rispetto alla qualità, a volersi dunque dirigere verso prodotti sempre più tipici dei paesi nuovi arrivati nella produzione siderurgica, mentre i manager di stato, sull'esempio della siderurgia tedesca, avevano cercato di adottare la strategia opposta. Notammo, come segni di questa svolta, l'aumento degli operai all'Ilva dei Riva, che coincideva con la decisa riduzione dei quadri e dei dirigenti. Allo stesso tempo, nell'ambito degli operai, l'impresa riusciva a ridurre l'età media, e dunque anche i livelli salariali.

Questa strategia, che serviva a produrre più prodotti di minor valore unitario, mediante incrementi di forza lavoro a basso livello di specializzazzione e eliminazione di quadri e dirigenti non più necessari date le produzioni più semplici, ha permesso all'Ilva di mantenere i costi, aumentare la produzione e le esportazioni, incrementare profitti e dividendi.

Non è stata una prerogativa dell'Ilva, adottare questa strategia. Allo stesso tempo la sceglieva una buona parte della industria italiana, che per questo avrebbe pagato cara la crisi del 2008. Meno investimenti, produzione di scarso valore, basata su manodopera di non elevata specializzazione, esportazioni sempre più in concorrenza con paesi emergenti.

Solo una parte abbastanza limitata ha invece seguito quella che potremmo chiamare la strategia tedesca, che si fonda su miglioramenti tecnologici continui, collegamento con i centri di ricerca del paese, forti investimenti, riduzione del personale mantenendo quadri e dirigenti dedicati al miglioramento tecnologico e alla massimizzazione delle esportazioni.

Un solo esempio: l'Ilva non ha alcun legame col principale centro italiano di ricerca siderurgica. Il problema principale di questa strategia è che essa confligge, specie nel caso di produzioni naturalmente inquinanti, il cui impatto ambientale può essere ridotto solo con massicci investimenti, con il tentativo contemporaneo del nostro paese di ridurre il livello di inquinamento di origine industriale, mediante leggi proprie o adozione di leggi e regolamenti dettati dalla Unione Europea, che persegue gli stessi fini.

L'Ilva "stand alone" A Taranto questo conflitto si è manifestato con tale violenza da essere infine rilevato dalla magistratura, che deve fare rispettare le leggi nel frattempo approvate o i regolamenti Ue adottati. Allo stesso tempo, la magistratura sostiene di aver rilevato anche comportamenti, da parte dei proprietari dell'Ilva, di evasione delle regole fiscali e valutarie e di corruzione di pubblici dipendenti. Si è così giunti addirittura ad arresti multipli. Il paragone con le vicende, ad esempio, della Sir a fine anni settanta, diviene quindi assai cogente.

Ed è questo ad averci fatto esordire in tono tanto pessimistico. Perché, come nel caso della chimica, la dirigenza politica del nostro Paese non mostra di essere per nulla desiderosa di affrontare problemi così complessi. Basta vedere, nel caso attuale, quanto tempo si è preso la politica per nominare un commissario per l'Ilva. E quanta leggerezza si sta dimostrando nei confronti dei comportamenti passati da parte dei controllori pubblici. Si lascia, come al solito, alla magistratura penale il compito di sostituirsi alle decisioni politiche. Salvo poi lagnarsi della invadenza dei giudici.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Oggi per tenervi leggeri, vi faccio andare di traverso il pranzo :D

Son due fondi, e due titoli considerati come la certezza assoluta.

guardate bene la Legenda.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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DBR sono i pluricelebrati.....bund tedeschi :)

Uno scadenza aprile 2016, l'altro 2020

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Vorrei riportare parte di una articolo di REpubblica di ieri che a mio parere centra perfettamente le problematiche dell'industria italiana

Eppure, si tratta di problemi che vengono da lontano. Quello ambientale addirittura precede la privatizzazione dell'Ilva ma è andato peggiorando col passare degli anni. E quello che potremmo chiamare economico- produttivo è tutto di responsabilità dei nuovi padroni dell'azienda.

Dopotutto, la gestione Riva dura da quasi vent'anni. E' stata una gestione fortemente innovativa, nei confronti della struttura dell'impresa e degli impianti che furono loro ceduti dallo Stato. Già nello studio sopra ricordato, che condussi con i miei colleghi nel 2000, si vedevano chiaramente, dopo cinque anni di gestione Riva, gli elementi fondanti della strategia che la governance privata dell'impresa e del suo massimo impianto aveva elaborato e stava mettendo in opera.

Notammo infatti, nel nostro studio, che dal 1995 al 2000 innanzitutto gli investimenti fissi erano diminuiti rispetto agli anni delle gestione statale. Che la produzione invece era aumentata e che anche il rendimento dell'impresa era cresciuto per i suoi proprietari. Questo era stato ottenuto mediante una decisa riduzione del livello di sofisticazione della produzione dell'acciaieria di Taranto.

I Riva sembravano decisi a massimizzare la quantità rispetto alla qualità, a volersi dunque dirigere verso prodotti sempre più tipici dei paesi nuovi arrivati nella produzione siderurgica, mentre i manager di stato, sull'esempio della siderurgia tedesca, avevano cercato di adottare la strategia opposta. Notammo, come segni di questa svolta, l'aumento degli operai all'Ilva dei Riva, che coincideva con la decisa riduzione dei quadri e dei dirigenti. Allo stesso tempo, nell'ambito degli operai, l'impresa riusciva a ridurre l'età media, e dunque anche i livelli salariali.

Questa strategia, che serviva a produrre più prodotti di minor valore unitario, mediante incrementi di forza lavoro a basso livello di specializzazzione e eliminazione di quadri e dirigenti non più necessari date le produzioni più semplici, ha permesso all'Ilva di mantenere i costi, aumentare la produzione e le esportazioni, incrementare profitti e dividendi.

Non è stata una prerogativa dell'Ilva, adottare questa strategia. Allo stesso tempo la sceglieva una buona parte della industria italiana, che per questo avrebbe pagato cara la crisi del 2008. Meno investimenti, produzione di scarso valore, basata su manodopera di non elevata specializzazione, esportazioni sempre più in concorrenza con paesi emergenti.

Solo una parte abbastanza limitata ha invece seguito quella che potremmo chiamare la strategia tedesca, che si fonda su miglioramenti tecnologici continui, collegamento con i centri di ricerca del paese, forti investimenti, riduzione del personale mantenendo quadri e dirigenti dedicati al miglioramento tecnologico e alla massimizzazione delle esportazioni.

Un solo esempio: l'Ilva non ha alcun legame col principale centro italiano di ricerca siderurgica. Il problema principale di questa strategia è che essa confligge, specie nel caso di produzioni naturalmente inquinanti, il cui impatto ambientale può essere ridotto solo con massicci investimenti, con il tentativo contemporaneo del nostro paese di ridurre il livello di inquinamento di origine industriale, mediante leggi proprie o adozione di leggi e regolamenti dettati dalla Unione Europea, che persegue gli stessi fini.

L'Ilva "stand alone" A Taranto questo conflitto si è manifestato con tale violenza da essere infine rilevato dalla magistratura, che deve fare rispettare le leggi nel frattempo approvate o i regolamenti Ue adottati. Allo stesso tempo, la magistratura sostiene di aver rilevato anche comportamenti, da parte dei proprietari dell'Ilva, di evasione delle regole fiscali e valutarie e di corruzione di pubblici dipendenti. Si è così giunti addirittura ad arresti multipli. Il paragone con le vicende, ad esempio, della Sir a fine anni settanta, diviene quindi assai cogente.

Ed è questo ad averci fatto esordire in tono tanto pessimistico. Perché, come nel caso della chimica, la dirigenza politica del nostro Paese non mostra di essere per nulla desiderosa di affrontare problemi così complessi. Basta vedere, nel caso attuale, quanto tempo si è preso la politica per nominare un commissario per l'Ilva. E quanta leggerezza si sta dimostrando nei confronti dei comportamenti passati da parte dei controllori pubblici. Si lascia, come al solito, alla magistratura penale il compito di sostituirsi alle decisioni politiche. Salvo poi lagnarsi della invadenza dei giudici.

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io mi sa che lavoro per la parte "abbastanza limitata", come la chiama l'articolo, per questo tendo a essere fiducioso nei confronti dell'imprenditoria italiana :pen:

Diciamo che io spero che le aziende come la tua non siano parte "abbastanza limitata" ma maggioranza ( od almeno una robusta minoranza ) :)

non fosse altro per i lfatto che ho figli...:)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Diciamo che io spero che le aziende come la tua non siano parte "abbastanza limitata" ma maggioranza ( od almeno una robusta minoranza ) :)

non fosse altro per i lfatto che ho figli...:)

guarda ti dico solo che il presidente (75 anni.. ok non più di primo pelo :lol: ma ancora con tante energie da vendere) innamoratissimo del suo lavoro e ultimo socio fondatore vivente si è appena fatto da parte per "responsabilizzare maggiormente le nuove generazioni"

nonostante ci fossi molto affezionato l'ho trovato un gesto molto bello e non posso che rammaricarmi al pensiero della nostra classe politica avviluppata intorno al suo scranno... se si applicasse questo criterio di ricambio generazionale ovunque imho avremmo la metà dei problemi....

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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