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Autopareri - Finanza e Economia


TonyH

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Wil, io di tutti quelli che hanno un iPhone conosco UNO che vive da solo e si gestisce le spese.

Gran parte di quelli che vedi con iPhone e puttanate da xmmila euro, sono a casa con i genitori.

Niente di male in fondo, se non fosse che buttano soldi in troiate, e i genitori fanno la spesa al Lidl.

Se no come si spiega che in giro esistono ragazzini con macchine ultracavallate e iPhone, a 19 anni?

Perche' non contribuiscono alle spese familiari, e si fanno andare bene le cose del Lidl.

L'esempio dell'iPhone, se permetti, non c'azzecca una mazza.

E nemmeno l'esempio della macchina che ho fatto poc'anzi, e nemmeno l'aereo pieno, visto che costa meno l'aereo che il treno oggigiorno.

Io conosco un botto di gente senza lavoro, che anche se gli fai la pubblicita' del riso made in Wilh H24 non te lo comprano A PRIORI.

Pero' vedo che siamo su posizioni diverse, temo sia una discussione sterile e la tronco qua, in amicizia :D se no si intasa il forum per nulla, ehehehe.

Pero' a fonzino io ci stringo la mano, sono stato piu' dalle sue parti che a Varese in vita mia, e capisco quello che dice.. :(((

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Il punto è che:

- spesa al lidl

- cellulare Figo da XX euro/mese.

- figlio a casa senza lavoro

pensiamo che sia 3 cose completamente indipendenti tra di loro. Ma così non è.

se io compro il riso birmano, piuttosto che la maglietta cinese "perché costa meno", anche se mi tappo le orecchie, sono co-responsabile del fatto che il coltivatore di riso / filatore italiano poi va a casa a girarsi i pollici.

Le aziende hanno le loro colpe mostruose, in primis di pensare che non era necessario investire soldi in qualità e marketing.

ma anche i clienti, una parte di responsabilità la tengono.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Ricambio la stretta di mano di Gimmo ;)

Per chiudere (sennò allunghiamo un discorso che non è neanche la prima volta che affrontiamo) volevo solo aggiungere che, se è come dice Matteo, cioè che l'accordo con la Birmania sul riso nasce dalla volontà di far alzare loro la testa dal fango, permettetemi di pensare il contrario: siamo noi che ce la stiamo mettendo.

Mi spiego: se io, per aiutare un Paese in difficoltà, compro ciò che produce così com'è, non lo sto aiutando ma lo sto rendendo dipendente da me, perchè, se veramente li si volesse aiutare, si farebbero dei programmi di aggiornamento della produzione, introducendo macchinari avanzati, imponendo l'eliminazione dei pesticidi come da noi, garantendo un livello di qualità paragonabile al nostro del prodotto finito. Allora vedremmo che il costo del riso birmano non sarebbe tale da farne aumentare l'importazione dell'800% (che significa, nel giro di pochi mesi, mandare intere aziende sul lastrico, perchè nessuno è in grado di adeguarsi in così breve tempo alle mutate condizioni di mercato, se non cavalcando l'onda, ovvero approvvigionarsi all'estero e trasformarsi da produttori in importatori) e i birmani potrebbero spendere il know how acquisito per crescere ulteriormente.

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Boh, le persone che conosco che fanno fatica ad arrivare a fine mese non vanno al discount, ma fanno spesa al mercato e nei super normali e sanno cucinare molti piatti "poveri" ma ricchi. Alcuni, si coltivano qualche pianta in vaso nel terrazzo, tipo zucchine e cetrioli ;)

Vedo anche che sono persone più consapevoli del valore delle cose e delle persone, ossia quello che è giusto pagare si paga, senza tante poraccerie, e le persone di cui hanno stima non le tradiscono per un tornaconto personale.

Ah, coincidenza vuole che hanno tutti vecchie utilitarie aspirate a benzina :D Forse perché sanno che se si rompe qualcosa, si riparano con poco...?

Quelli che guardano ai 4-5€ risparmiati sul mangiare sono quelli della mia età (e non) che vogliono fare la bella vita scroccando, oppure facendo spendere a qualche "amico" ricco. Se si mira a certi stili di vita, 1000€ al mese non bastano, ed ecco che si va al discount per risparmiare quello che poi sarà speso da un'altra parte.

Fonti: osservazione dei comportamenti di acquisto dei clienti alle casse dei super :razz:

"Comunque c'è una grossa verità di cui devi per forza tenere conto[..]: 200 euro è un basso di gamma, ed il basso di gamma Android FA cagare. Non è qualcosa su cui si può discutere, ma un fatto. Un punto fisso nel tempo e nello spazio, come la vagina." - Artemis

 

Toyota Corolla 1.4 d4d '05 (2014-2022)  |  Suzuki Swift Sport 1.6 NZ '16 (2022  )

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Ok ragazzi, ma la crisi non c'entra con le tariffe sui prodotti esteri. Anzi: se possibile, c'entra al contrario, perché se uno non ha soldi allora gli conviene che esista sul mercato anche un riso a prezzo inferiore.

E' per quello che la teoria del commercio internazionale sta in piedi: perché per un produttore di riso che perde mercato perché il birmano gli mangia il segmento basso, ci sono centomila consumatori che risparmiano soldi comprando il riso estero; soldi che rimangono dentro al sistema e possono essere convertiti dal "comprare riso" al "comprare riso + qualcosa in più".

Una tariffa è sostanzialmente una tassa che uno Stato esige dai consumatori (quindi erodendo le loro risorse) per ridurre le loro alternative.

Il problema qui non è il birmano che costa meno, è il produttore messo fuori mercato che deve inventarsi qualcosa di nuovo per competere verso l'alto. Per esempio, investire per far capire PERCHE' il suo riso è talmente migliore del birmano da meritare di essere comprato a prezzo superiore. L'onere della prova sta su di lui, non sullo Stato né sulle tasche dei consumatori!

Poi c'è il trucco: lo Stato può richiedere per legge un certo tipo di test sulle derrate, e lasciarne il costo a carico dei vari produttori... chiaro che un produttore che punta sulla qualità, e ha un prezzo finale più alto, assorbe meglio questi costi e gli conviene sostenerli, a differenza di chi lavora sul prezzo... ;) solo che non sono affatto convinto che il produttore nazionale, abituato ad avere il culo parato dalla tariffa, sia mentalmente pronto a lavorare sulla qualità :roll:

Lo ha già detto Tony, qui andiamo tutti nel panico quando si introduce un concorrente che lavora sul prezzo perché per decenni siamo stati abituati ad essere noi il segmento fetido (però l'iPhone col fischio che potevamo permettercelo...).

Possiamo ancora lavorare sul prezzo, certo, ma abbassando la qualità della vita fino (e anche sotto) a quello birmano. Oppure cominciamo a spendere le nostre risorse sul dare valore a quello che facciamo...

Coldiretti (o suo omologo) cosa fa? Chiede al Governo di andare in sede EU e chiedere di rimettere in piedi i dazi. Autarchia. Perché non chiede al Governo di andare in sede EU e chiedere norme che aumentino le informazioni di origine e qualità al consumatore?

C'è solo un problema imo, il consumatore, per essere tale, deve avere un reddito, non è un tratto genetico...

Poi vorrei capire perchè dovremmo essere gli unici fessi (UE) a non applicare misure protezionistiche quando lo fanno tutti.

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C'è solo un problema imo, il consumatore, per essere tale, deve avere un reddito, non è un tratto genetico...

Ripeto: le misure protezionistiche costano soldi, soprattutto agli utenti finali. Sono tutti meccanismi che il reddito lo erodono, e con una perdita di sistema che non si riesce ad evitare. Perché? Perché il produttore protetto non innova e soprattutto può permettersi di offrire di peggio ad un prezzo più alto, tanto non ha concorrenti che offrano altro a prezzi più bassi.

Chi ci rimette? Il consumatore... che vede ridursi il proprio reddito per proteggere le natiche del produttore.

Viene solo favorita gente che non ha nessuno stimolo a far meglio, ad innovare e a produrre valore. Esattamente la gente che col suo operato sta riducendo il potere della nostra economia.

Se l'intero sistema è fatto di aziende A così deboli che devono essere protette perché altrimenti nessuno lavora e non può comprare da B, e così via... beh, evidentemente c'è un problema più grosso :) problema che i dazi nascondono sotto al tappeto ma intanto lo alimentano ancora di più...

Io conosco un botto di gente senza lavoro, che anche se gli fai la pubblicita' del riso made in Wilh H24 non te lo comprano A PRIORI.

Non lo comprano a priori perché non hanno un lavoro, o non lo comprano a priori nemmeno se hanno un lavoro perché sono troppo scemi per capire la differenza (anzi, per capire che forse gli conviene porsi l'interrogativo sulla differenza)?

Perché a me pare che la grande maggioranza dei consumatori italiani non abbia problemi a comprare da mangiare (e altri beni "un po' più che minimi") ma sia troppo pigra/menefreghista per informarsi su cosa sta facendo (ops: vale anche per le scelte elettorali di tutti i partiti, chi più chi meno, astensionismo incluso).

Mi dipingi un quadro di casi umani che per carità, ci sono, ma non sono rappresentativi della media (lo sono già più quelli che descrive Sifizz).

La maggior parte della gente non sta male ma si è abituata a fare scelte che distruggono il sistema economico.

E torniamo al discorso di Tony...

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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Ripeto: le misure protezionistiche costano soldi, soprattutto agli utenti finali. Sono tutti meccanismi che il reddito lo erodono, e con una perdita di sistema che non si riesce ad evitare. Perché? Perché il produttore protetto non innova e soprattutto può permettersi di offrire di peggio ad un prezzo più alto, tanto non ha concorrenti che offrano altro a prezzi più bassi.

Chi ci rimette? Il consumatore... che vede ridursi il proprio reddito per proteggere le natiche del produttore.

Viene solo favorita gente che non ha nessuno stimolo a far meglio, ad innovare e a produrre valore. Esattamente la gente che col suo operato sta riducendo il potere della nostra economia.

Se l'intero sistema è fatto di aziende A così deboli che devono essere protette perché altrimenti nessuno lavora e non può comprare da B, e così via... beh, evidentemente c'è un problema più grosso :) problema che i dazi nascondono sotto al tappeto ma intanto lo alimentano ancora di più...

......

Io non parlo dell' intero sistema ma ci sono settori in cui non è possibile essere competitivi con certi paesi neanche se sei l'Einstein dell'imprenditoria e l'alimentare "di massa" è uno di questi.

Poi il ragionamento funziona solo in teoria: se tutto il mondo operasse ad armi pari con normative uguali o molto simili (sicurezza, lavoro, inquinamento) e assenza di misure protezionistiche, lo condividerei ma la realtà nel mondo è ben diversa.

Perchè per vendere in Cina devo produrre in loco mentre loro possono vendere in UE senza produrre da noi?

Se il protezionismo fosse il male assoluto perchè Cina e Brasile sono cresciuti enormemente negli ultimi anni?

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Se il protezionismo fosse il male assoluto perchè Cina e Brasile sono cresciuti enormemente negli ultimi anni?

mi fa meraviglia che tu lo dica...sono posti dove il lavoratore è SFRUTTATO molto più che nell'Italia del dopoguerra. il protezionismo è solo la fase II della strategia. export di roba a basso prezzo prodotta da schiavi e barriere all'import....

comunque sull'agroalimentare io non sono per le barriere..però TUTTO IL CIBO deve avere LA TARGA....poi voglio vedere quanti comprano il riso birmano a 1,5 euro versus quello della Lomellina a 3, sapendo che anche in 4 in casa più di una confezione da 1 kg in 1 settimana non la fai fuori.

scriviamoci da dove viene la roba e poi ne parliamo delle scelte consapevoli. l'80% dei prodotti GALBANI sono fatti con latte straniero, sappiatelo.

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Ripeto: le misure protezionistiche costano soldi, soprattutto agli utenti finali. Sono tutti meccanismi che il reddito lo erodono, e con una perdita di sistema che non si riesce ad evitare. Perché? Perché il produttore protetto non innova e soprattutto può permettersi di offrire di peggio ad un prezzo più alto, tanto non ha concorrenti che offrano altro a prezzi più bassi.

Chi ci rimette? Il consumatore... che vede ridursi il proprio reddito per proteggere le natiche del produttore.

La tesi che qui si propugna è che, senza i dazi, la produzione interna calerebbe a causa della concorrenza estera e si perderebbero quindi posti di lavoro. La perdita dei posti di lavoro, poi, porterebbe ad una compressione della domanda interna e all'impoverimento dello Stato (o, in questo caso, degli Stati comunitari).

La realtà è che, come al solito, si cerca di trovare la soluzione facile ed indolore al problema complesso della crisi. Di volta in volta si individua un colpevole di comodo e si propone la soluzione che, magicamente, dovrebbe far rifiorire l'economia.

Stante l'infimo livello delle analisi economiche che ci vengono propugnate dal guru di turno (ed il successo che tali analisi riscuotono fra i "follower"), credo che questa crisi durerà ancora a lungo.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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