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Autopareri - Finanza e Economia


TonyH

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, tanto prendo un ventenne a meta' prezzo che APPARENTEMENTE mifa lo stesso lavoro

fixed,

quoto tutto tranne questo, e non è una considerazione legata all'età, ma la fatto che è in atto un trend

molto evidente per cui si mettono in certi ruoli persone totalmente incompetenti solo perchè li paghi meno.

meccanici che sono capaci al massimo di cambiare l'olio (e FORSE ti staccano il tubo dei freni)

persone di riferimento per una certa tematica che in realtà fungono solo da interfaccia umana perchè il risponditore automatico "sarebbe brutto"

e noi clienti/consumatori che come gonzi accettiamo tutto senza protestare

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

L'articolo 18 è un elemento di criticità sotto molteplici punti di vista.

Di fatto ogni singolo licenziamento viene impugnato ed inizia il contenzioso. Se il datore di lavoro non è disposto a sganciare subito dei soldi in via transattiva, tutto viene rimesso ad un giudice che, magari, ha un'idea di giustificato motivo oggettivo particolarmente restrittiva e che ti bastona.

La sostanza è che i severance cost del rapporto di lavoro sono incerti e le incertezze dei costi diretti (indennizzo) ed indiretti (tempo, avvocati, etc.) nel fare impresa sono, per definizione, un problema.

Si badi bene: non ritengo l'art. 18 il problema più grave che abbiamo in Italia, prima vengono la burocrazia, l'alto peso delle tasse, la giustizia inefficiente, la mancanza di politica industriale e, in generale, l'odio sociale nei confronti di chi guadagna. L'Italia è quello straordinario paese in cui se guadagni bene, hai competenze e abilità elevate, metti su un'impresa di successo, ti trattano da criminale.

Ritornando all'art. 18, si potrebbe pensare di eliminarlo (salvi i casi di licenziamento discriminatorio) in un'ottica di razionalizzazione della legislazione giuslavoristica. Esistono soluzioni più efficienti che permettono un maggiore equilibrio fra tutela del lavoratore (in un'ottica non di conservazione del posto di lavoro, ma di avanzamento nel mercato del lavoro) e diritto del datore di lavoro di gestire in modo economicamente e competitivamente adeguato la propria azienda.

il fatto è che oggi una azienda può invocare i problemi economici senza dover portare i conti in tribunale,

come invece accade obbligatoriamente in germania ad es. e quindi può adottare questa misura nei confronti di chiunque,

perchè per chiunque è possibile trovare un sostituto economicamente vantaggioso almeno sulla carta.

poi dipende dal giudice se decide di approfondire e dalla quanto la azienda stessa è pronta a sborsare per arrivare ad un accordo privato per evitarlo.

rimango della idea già espressa anni fà che sarebbe stato meglio :

prevedere norme specifiche e dirette contro quelli matteo definisce "fancazzisti"

e comunque prevedere l'obbligo del controllo contabilie, vista anche la successiva erogazione di aiuti pubblici.

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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mai vista un'azienda licenziare un dipendente bravo perché costava troppo per prenderne uno scarso che costa meno....vivrò in un'altro paese :nonso:

ho altresì visto dipendenti bravi andarsene perché con offerte migliori (altro totem italiano , una vita , un lavoro)

io ho visto mandar via (o tentare) dei palesi rompicoglioni o addirittura gente che si fregava la roba sul posto di lavoro (ovviamente beccarli in flagranza è impossibile)

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Licenziamento per ragioni economiche non significa solo "c'ho il bilancio in rosso", eh.

Io posso trovarmi costretto a licenziare perché una mansione non mi serve più.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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mai vista un'azienda licenziare un dipendente bravo perché costava troppo per prenderne uno scarso che costa meno....vivrò in un'altro paese :nonso:

ho altresì visto dipendenti bravi andarsene perché con offerte migliori (altro totem italiano , una vita , un lavoro)

evidentemente la tua è una realtà di medi azienda dove spesso FORTUNATAMENTE c'è ancora il padrone e ha interesse ad essere comeptitivo

ma in una grande azienda, specialmente multinazionale ne capitano di tutte.

e comunque l'esempio dei meccanici non è fatto a caso,

ormai già dal "2007" nei grandi posti convenzionati con le flotte c'è un responsabile

lingua madre :lol: e poi dietro extracomunitari che dimenticano i caccciaviti nel cofano.

questo proprio perchè nelle grandi organizzazioni vale la regola "tanto hanno la convenzione e quindi il cliente è obbligato"

e infatti il capo officina precedente, che già serviva l'auto aziendale di mio padre ad un certo punto se n'era andato, solo che dubito fortemente che oggi troverebbe un posto alla altezza e migliore.

cioè se gli dice bene riesce a cambiare ma ala prossima grande autofficina avrebbe le stesse logiche di quella che lascia.

e mi riferisco ad una officina con ALfa storiche nel piazzale, non cito nemmeno la nota concessionaria VAG+skoda+seat+.... da cui vado adesso :asp:

Licenziamento per ragioni economiche non significa solo "c'ho il bilancio in rosso", eh.

Io posso trovarmi costretto a licenziare perché una mansione non mi serve più.

se sei COSTRETTO e sono convinto che (purtroppo) ci siano tanti casi del genere,

è sufficiente accertarlo obbligatoriamente in modo formale.

peccato che si sono già visti casi in cui si licenzia perchè la posizione non serve più

salvo poi riassumere qualcun altro con un titolo diverso e mansioni sostanzialmente identiche

ma pagato molto meno perchè di norma vale molto meno, con ovvie ripercussioni

sul operatività, sul servizio ,etc

(in uk hanno licenziato senza farsi problemi per fare un giochetto del genere e poi hanno dovuto riassumerli dopo 6 settimane perchè non potevano rimpiazzarli n.d.r. :pz

e in realtà andrebbe ancora bene, perchè spesso viene esternalizzato e spesso non in italia fornendo un servizio pressochè fittizio: una voce che ti risponde al telefono e poco più.)

la cosa assurda è che le organizzazioni clienti/utenti pur di riuscire a strappare un euro in meno di costo, accettano tutto questo, senza fiatare, scaricando sui dipendenti i problemi:

l'esempio della mia auto aziendale è emblematico, è un esempio "neutro" ma potrei farne altre decine più specifici:ad es. per la telefonia ad esempio è la stessa cosa e parliamo di arcinotissime multinazionali in tutti i casi.

e la cosa ancora più buffa è che il gestore interno delle flotte è già stato licenziato da

e nessuno sà cosa fare e naturalmente la produttività a voi tanto cara "si impenna"

cioè a quel punto uno si aspetterebbe che, con la logica del buon padre di famiglia e del project management, se io acquisto qualche cosa al prezzo più basso,

poi metta in campo delle azioni di "mitigazione",

della serie "spendo di meno per la materia prima e per il tornio perchè ciò uno che è un manico" e invece no: si ragione secondo il best case e i cocci quando si rompe sono degli altri.

il problema è che a ragionare così alla lunga non ci guadagna nessuno, perchè per definizione se la qualità non è più un parametro, chiunque di noi può essere sostituito con qualcuno che costa meno, come ricordava pochi post fà qualcuno

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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se sei COSTRETTO e sono convinto che (purtroppo) ci siano tanti casi del genere,

è sufficiente accertarlo obbligatoriamente in modo formale.

io sono convinto invece che accertarlo in modo formale non sia la strada giusta. E non solo perché questo accertamento richiede *anni*, ma soprattutto perché se un imprenditore non ti ritiene utile per la propria azienda, è meglio che il "sistema" ti permetta di trovare in fretta un'altra occupazione a te adatta, piuttosto che illuderti di poter rimanere al tuo vecchio posto di lavoro a dispetto del "padrone". Che poi sia chiara una cosa: le statistiche dimostrano che la stragrande maggioranza delle persone in passato (parliamo del periodo pre-Fornero, oggi il discorso è più complesso), preferivano barattare la reintegrazione con l'indennità sostitutiva. Tranne ovviamente i sindacalisti, loro puntavano solo ed esclusivamente a ritornare in azienda.

Un'altra soluzione rispetto all'art. 18 non è solo possibile, ma anche auspicabile, perché la protezione del posto di lavoro (che non necessariamente coincide con la protezione del lavoratore) ha dimostrato di alimentare il contenzioso e basta.

Bada bene che sto parlando contro i miei interessi, con le vertenze di lavoro io ci campo :lol:

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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MI sono espresso malissimo hai ragione. Fammi riformulare: l'unica industria che nel breve periodo potrebbe garantire grandissimi ritorni economici con pochi investimenti è il tursimo: Non serve mano d'opera specializzata, non servono (troppe) infrastrutture, non è un'industria energivora e non è alternativa ad altri investimenti.

Quello che ci manca è davvero la cultura dell'ospitalità. Ti faccio un esempio banale, ad un turista in Italia non è consentito acquistare una sim italiana, mentre in quasi tutti gli altri paesi con pochi euro ne risparmi decine in roaming. Per non parlare di tutte le trappole per turisti che ci sono.

Da solo il turismo vale il 10% del pil, e siamo ampiamente sorpassati da Spagna Francia e Grecia. I turisti li trattiamo malissimo e quelli col cavolo che ritornano. E sai qual'è la risposta dei politici (che non nomino)? È vietare tripadvisor :lol:

ok, però per dirti io sono di Busto Arsizio, detta la terra di MERDOR :disp2: e il motivo di questa simpatica definizione è che sostanzialmente stiamo parlando di un conglomerato di 80.000 abitanti fatto di case, palazzi, capannoni, un centro "storico" grande come un campo da calcio... e basta

di turistico non c'è nulla.... come farebbero a mangiare tutte queste persone?

il turismo è sicuramente una risorsa fondamentale per il paese che può davvero tenere in piedi regioni intere se sviluppato a dovere, ma non possiamo vivere nell'illusione che possa essere una ricetta per uscire dalla crisi a livello nazionale

a livello locale sicuramente... un turismo fondato su una giusta cultura dell'ospitalità sarebbe la manna soprattutto per le regioni del meridione e le isole, ma per tutte le altre zone, prime fra tutte la pianura padana con i suoi, quanti, 10 milioni di abitanti? serve ben altro

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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ok, però per dirti io sono di Busto Arsizio, detta la terra di MERDOR :disp2: e il motivo di questa simpatica definizione è che sostanzialmente stiamo parlando di un conglomerato di 80.000 abitanti fatto di case, palazzi, capannoni, un centro "storico" grande come un campo da calcio... e basta

di turistico non c'è nulla.... come farebbero a mangiare tutte queste persone?

il turismo è sicuramente una risorsa fondamentale per il paese che può davvero tenere in piedi regioni intere se sviluppato a dovere, ma non possiamo vivere nell'illusione che possa essere una ricetta per uscire dalla crisi a livello nazionale

a livello locale sicuramente... un turismo fondato su una giusta cultura dell'ospitalità sarebbe la manna soprattutto per le regioni del meridione e le isole, ma per tutte le altre zone, prime fra tutte la pianura padana con i suoi, quanti, 10 milioni di abitanti? serve ben altro

Guarda, il turismo, se sviluppato adeguatamente, può andare benissimo per la Sardegna, anche perché lì non ci puoi fare altro. Pensare di fare del turismo il core business della Lombardia mi pare una... ehm, ci siamo capiti :)

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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più che a Busto Arsizio io pensavo a luoghi tipo Cerveteri, posti completamente degradati dove il turismo potrebbe essere veramente un motore economico autopropulsivo

https://www.youtube.com/watch?v=P704ofiLjWw

A Cerveteri l'Unesco voleva togliere il patrocinio (o quel che è) per via del degrado, in Francia hanno fatto rivivere una città che campava intorno ad una miniera di carbone ormai esaurita

http://it.wikipedia.org/wiki/Lens_(Francia)

ora, capisco che non tutti ci possano mangiare sul turismo, ma il benaltrismo lo digerisco poco

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

adesso potete pure stizzirvi perché la fonte è il giornale, ma questo è un altro esempio di come il turismo in Italia sia una mucca non munta

I visitatori sono pochi. Ma la sovrintendente: "Meglio così, sarebbe difficile mantenere pulita e in ordine la struttura"

il turismo da solo non dico che potrebbe reggere il paese, ma potrebbe senz'altro finanziare gli investimenti necessari per rilanciare la produttività (anche di Busto Arsizio).

Ora si parla di trasferire i Bronzi a Milano per poterli sfruttare meglio, ma creare un sistema turistico sostenibile in Calabria no? bah

un altro esempio interessante

http://it.wikipedia.org/wiki/Italia.it

e questo progetto si affianca alle varie proposte di bandire tripadvisor in Italia :pz

Modificato da indeciso88
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io sono convinto invece che accertarlo in modo formale non sia la strada giusta. E non solo perché questo accertamento richiede *anni*, ma soprattutto perché se un imprenditore non ti ritiene utile per la propria azienda, è meglio che il "sistema" ti permetta di trovare in fretta un'altra occupazione a te adatta, piuttosto che illuderti di poter rimanere al tuo vecchio posto di lavoro a dispetto del "padrone". Che poi sia chiara una cosa: le statistiche dimostrano che la stragrande maggioranza delle persone in passato (parliamo del periodo pre-Fornero, oggi il discorso è più complesso), preferivano barattare la reintegrazione con l'indennità sostitutiva. Tranne ovviamente i sindacalisti, loro puntavano solo ed esclusivamente a ritornare in azienda.

Un'altra soluzione rispetto all'art. 18 non è solo possibile, ma anche auspicabile, perché la protezione del posto di lavoro (che non necessariamente coincide con la protezione del lavoratore) ha dimostrato di alimentare il contenzioso e basta.

Bada bene che sto parlando contro i miei interessi, con le vertenze di lavoro io ci campo :lol:

sfortunatamente gli ultimi anni dimostrano che bisognerebbe disincentivare questo trend, non agevolarlo,

perchè il fine non è la creazione di alcun posto di lavoro, per il semplice motivo che il lavoro non è più necessario:

la ricerca di un presunto maggior profitto si tramuta rapidamente in perdita secca, quando nessuno più compra.

non a caso la chiamano legge della DOMANDA e della offerta

Modificato da owluca
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sfortunatamente gli ultimi anni dimostrano che bisognerebbe disincentivare questo trend, non agevolarlo,

perchè il fine non è la creazione di alcun posto di lavoro, per il semplice motivo che il lavoro non è più necessario:

la ricerca di un presunto maggior profitto si tramuta rapidamente in perdita secca, quando nessuno più compra.

non a caso la chiamano legge della DOMANDA e della offerta

Non puoi obbligare un'azienda a tenersi dei lavoratori che non vuole. L'attuale legislazione ci prova, col risultato che le risorse vengono tutte impiegate nella conservazione del posto di lavoro e quando il lavoratore è definitivamente espulso (perché alla fine ci si riesce) è abbandonato a se stesso.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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