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La Mandria - Qualche info (e non solo) sulla storica pista di collaudo Fiat


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L'altro giorno, con quel video di Thema e compagnia bella siamo finiti a parlare della storica pista Fiat, e come scrissi nel topic m'è venuto in mente di avere qualche scritto infilato da qualche parte. Non molto in verità, però, meglio che niente...

Partiamo con la grafica che ci mostra il tracciato (il tutto proviene da un'inchiesta realizzata da Auto Oggi nei primi anni '90, sulle più conosciute piste di collaudo italiane). Quindi, chi legge tenga presente che stiamo osservando immagini e leggendo informazioni di vent'anni fa.

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Allora intanto qualche delucidazione con l'aiuto dei numeretti...

1 - pista sterrata

2 - pista asfaltata

3 - tratti in pavè

4 - piazzale di prova antiskid

5 - piste a fondo speciale

L'impianto sorgeva (ovviamente) nel Parco Regionale della Mandria, a 30 km da Torino, e a quanto mi risulta fu costruito negli anni '60.

Occupava una superficie totale di 1.600.000 metri quadri, dall'andamento collinare, con un dislivello massimo di 65 metri.

Totalmente di proprietà Fiat, ai tempi in cui furono raggruppati i dati in mio possesso contava 120 dipendenti, l'85 per cento dei quali destinato ad attività diretta di sperimentazione.

Sperimentazioni e collaudi si svolgevano ininterrottamente per tutta la settimana, anche durante le ore notturne (anche se di proto “flashati” by night in archivio non ne ho... i muli “flashati” di cui ho fotografie sono per lo più di Tempra e 155, ma le foto paiono essere scattate da angolazioni ben diverse rispetto a quelle tipiche dei classici posti da cui venivano colti i proto in prova alla Mandria di giorno).

L'impianto era costituito da un insieme di tracciati stradali in asfalto, da una serie di piste a fondo speciale e da altre strutture per prove specifiche. Le piste a fondo speciale erano tratti rettilinei con lunghezze variabili fra i 1000 ed i 2000 metri e pavimentazione più o meno sconnessa.

Tre vasche in cemento con lunghezze di 40, 80 e 104 metri servivano rispettivamente per le prove di guado con acqua dolce, acqua salina e guado fangoso.

Per la verifica delle protezioni contro l'umidità esistevano anche celle umidostatiche che garantivano costantemente una temperatura di 45 gradi e un'umidità del 95 per cento. Un piazzale di 15.000 metri quadri e alcuni tratti di percorso asfaltato, attrezzati con un sistema di allagamento per le prove di tenuta e frenata col bagnato completavano la dotazione del complesso.

Ecco qualche dato specifico sulla planimetria.

Piste per vetture

Piste bitumate 12.000 metri

Piste sterrate 3.000 metri

Piste a fondo speciale 12.000 metri

Piste per veicoli industriali

Piste bitumate 5.000 metri

Piste a fondo speciale 5.000 metri

Sviluppo totale piste 37.000 metri

Percorrenza media annuale 2/2,5 milioni di km

Ed ora passiamo ad alcune immagini relative alla visita compiuta dai giornalisti del settimanale Auto Oggi, insieme ad altre elargite dalla stessa Fiat che le pescò dal proprio archivio.

Ecco la Pandina 4x4 sul circuito sterrato di 2854 metri con fondo irregolare in terra battuta e ghiaia, curve di vario raggio, buche e dislivelli.

Veniva utilizzato anche per la messa a punto delle vetture da competizione e, in particolare, per le vetture Lancia da rally.

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Qualche Tipo camuffata in prova su acciottolato.

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Di nuovo la Pandina che affronta la vasca di cemento, lunga 40 metri, riempita di fango da attraversare in velocità. Analoga vasca ma piena di acqua ad alta percentuale salina serviva per le prove di corrosione.

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Una Tempra sulla pista per le prove di frenata sul bagnato, dotata di rettilineo per il lancio e piazzale suddiviso in varie zone con coefficiente d'attrito variabile tra 0,1 e 0,8.

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Pandina e Tempra alle prese con l'acqua. La Panda sta affrontando il guado in acqua dolce, nella vasca lunga 40 metri e larga 4. Il livello dell'acqua poteva raggiungere i 40 centimetri, e le prove servivano soprattutto per verificare l'impermeabilizzazione dell'impianto elettrico e per scoprire infiltrazioni nell'impianto di aspirazione. Sulla destra, la Tempra si sottopone alla prova statica di tenuta idrica.

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La Tipo 16v mentre si cimenta su due piste a fondo speciale. Si trattava di rettilinei con lunghezza sotto i 2000 metri e fondo molto dissestato, realizzato con blocchi di porfido o pietre di fiume, di varie grandezze.

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Altra foto d'archivio che mostra una Tipo preserie su un tratto del circuito asfaltato, inondato artificialmente sia dall'alto sia tramite getti radenti per una lunghezza totale di 690 metri. Opportunamente tracciato a slalom, veniva utilizzato soprattutto per le prove di tenuta dei pneumatici.

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Una Croma ie automatica impegnata sul circuito asfaltato, lungo 6072 metri con un andamento tortuoso e con un dislivello massimo di 60 metri e un tratto di pendenza del 18 per cento. Circuito percorribile in un unico senso di marcia ed interamente fiancheggiato da guard-rail. Alcuni tratti permettevano velocità molto elevate.

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Un paio di foto d'archivio dei collaudi Uno, che mostrano l'acciottolato già visto con la Tipo ed il guado. Sono foto che ho postato diverso tempo fa in un altro topic, riguardante la visita di AUTO alla Sperimentazione Fiat mentre la Tempra era in fase di collaudo. Le riporto qui in quanto messe a quei tempi come corredo dell'articolo, ma provenienti dall'archivio della Casa e di interesse per il topic.

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Ovviamente sulla pista era presente una nutrita serie di fotocellule, che permettevano di rilevare i tempi di percorrenza di alcuni tratti impegnativi.

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Dicevamo della visita compiuta da Auto Oggi: ovviamente all'arrivo gli inviati ricevettero l'ordine di depositare qualunque genere di attrezzatura fotografica, e vennero accompagnati nella visita da un fotografo della Casa. Ebbero soltanto modo di essere tormentati dai prototipi di quella che ai tempi veniva chiamata “Micro” (ossia la Cinquecento), camuffati “da furgoncino del lattaio” e dal rumore che rivelava la presenza di un motore a quattro cilindri. Verso la fine della visita notarono due Tipo dall'apparenza sportiveggiante, con una mascherina “diversa” rispetto a quella che fino a quel momento s'era vista (probabilmente le 2000 16v...) ma non ottennero il permesso di osservarle da vicino.

La rivista in seguito visitò pure Balocco e Nardò... magari col tempo analizzeremo anche quei racconti (molto simili a questo: foto scattate sotto stretta sorveglianza, qualche immagine d'archivio elargita dalla Casa, un po' di info ed un breve racconto su quel che si era visto ma non s'era potuto paparazzare...)

Ed ora, per aggiungere un po' di colore, ecco un resoconto vintage, realizzato - verso la fine della carriera sportiva del '31 - per Auto Sprint da Marco Magri riguardo...

QUEL “DESTRA MENO” NELLA NEBBIA...

L'emozione di un giro di Mandria su 131 con Cerrato

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TORINO – Avevo già avuto un'esperienza del genere, con Verini a Nardò nel 1976, quando la 131 Abarth era agli inizi della sua strepitosa carriera. Occupare il sediolo di destra, anche per breve tempo, su una vettura da rally abilmente lanciata qua e là su un percorso sterrato, è sempre una cosa fuori dal comune, soprattutto perché si è “costretti” a verificare – di persona – l'apparente facilità con cui i rallysti di un certo pregio costringono al loro volere una vettura recalcitrante a mantenere la direzione di marcia.

Ricordo che al termine di una destra veloce da terza piena, percorsa tutta per traverso, c'era un brevissimo allungo in discesa concluso da una destra molto stretta, da prima per intenderci. Alla fine della destra veloce da terza piena mi aspettavo che Verini iniziasse a frenare, la curva secca era là in fondo, ad una distanza che mi sembrava appena sufficiente per rallentare. E lui invece di iniziare a frenare, buttò dentro addirittura la quarta e tenne giù il piede per istanti che mi sembrarono eterni.

Poi, mettendo la 131 per traverso come uno sciatore in derapata, riuscì a rallentare quel missile che (per quanto mi era dato di capire) era ormai destinato a fracassarsi nelle rocce che facevano da sfondo al tracciato. Tutto filò liscio, insomma, ed il sottoscritto ne uscì con una gran invidia per quello che certi piloti – e certe macchine – erano in grado di fare.

Due settimane fa ho avuto un'esperienza analoga, praticamente alla vigilia di quella che probabilmente sarà l'ultima stagione della 131 Abarth. La vettura era il denominatore comune, poiché era cambiato il luogo (la pista sperimentale della Mandria, dove le vetture del Gruppo Fiat compiono gran parte dei loro collaudi non solo agonistici), la stagione ed il pilota, che era Dario Cerrato ultimo acquisto della Fiat-Rally.

In questo caso le emozioni sono state, se possibile, anche più forti. Se quella volta a Nardò, in un bellissimo ed assolato pomeriggio di primavera, avevo avuto il tempo di spaventarmi, temendo di non riuscire ad infilare quella curva stretta che vedevo avvicinarsi velocemente, in questa occasione invernale una nebbia coi fiocchi dava un tocco allucinante alla faccenda.

Il tracciato sterrato della Mandria è lungo circa 3 chilometri, con una notevole varietà di curve in cui predominano le medie-veloci, un budello bordato di guard-rail da 110 di media. Il che vuol dire, se vi sembra poco, che si viaggia spesso in quarta e quinta.

Pianta, certamente, lo sa a memoria. Ma Cerrato? Non mi risulta che la Opel venisse qui a fare i suoi test.... E quando Dario è partito, tirando allegramente tutte e cinque le sia pur corte marce a disposizione, il dubbio si è fatto atroce. Di fronte al muso della 131 uscivano dal nulla, sempre più velocemente, gli alti guard-rails che riparavano il tracciato da grosse piante che intuivo, più che vedere. Curve a destra, curve a sinistra, tutte velocissime, che il pilota anticipava con calma e precisione.

Che diavolo ci sarà, dopo? Cercavo di sforzarmi di vedere un poco oltre i venti metri scarsi di visibilità, ma invano. Non potevo che fidarmi. Ad un certo punto, la manovra si fa più frenetica: quarta, terza, seconda, la macchina punta di colpo sulla destra, e stavolta la correzione di Cerrato è meno decisa. Ci siamo, da qualche parte c'è una curva stretta. Ed infatti, magicamente, il guard-rail si apre e la 131 si tuffa sferragliando e sobbalzando in una “destra meno” di cui certamente non avevo sospettato l'esistenza.

A poco a poco mi “sciolgo”, man mano che Cerrato prosegue nel suo lavoro mi convinco che è completamente padrone del mezzo e sa benissimo da che parte gira il percorso. E così mi gusto il repertorio classico di controsterzi e derapate, in quella che solo apparentemente è una “lotta” fra macchina e pilota. In realtà, tutto quello smanicare non ha niente di casuale. La macchina è stata bilanciata con lo scopo di sovrasterzare ma il pilota, più che contrastare le scodate, le provoca fermandole poi con opportune controsterzate e dando potenza alle ruote motrici.

Cerrato, probabilmente, si sta gustando la cosa anche più del suo passeggero. La 131 gli piace moltissimo, la trova molto stabile e molto ben frenata, si vede che è già entrato in sintonia con essa. Soprattutto si è meravigliato di come la 131 “senta” i vari tipi di pneumatici montati, trasmettendo al pilota messaggi molto chiari, facili da interpretare. Chissà che non sia proprio il nuovo venuto a trarre dalla gloriosa 131 il meglio, nella stagione dell'addio?

Fine

Mi manca una foto, ma non me la inserisce (forse ho raggiunto il limite per singolo post?), per cui scusate moderatori ma devo fare subito un secondo intervento. ;)

GTC

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"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

Inviato

Ed ecco la foto mancante.

Parlando delle voci che volevano in prova su tale pista anche certe tipologie di vetture.... ;)

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Era lì il giorno del giro di Magri con Cerrato, stando all'articolo. E sempre secondo il testo, superò i 2 che scodinzolavano in 131, guidata da DeCesaris.

E per ora stop, ma pensavo che potrei proseguire pescando qui e là in archivio le foto dei muli paparazzati alla Mandria (a parte quelli di alcune Alfa già postate nell'apposito topic), per fare una specie di album del circuito (non sono molte, ma qualcosa c'è).

GTC

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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OT: non ti pare di aver esagerato con il tuning della 164 ? smettila di intossicarmi i cinghiali :muto:

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

Inviato
OT: non ti pare di aver esagerato con il tuning della 164 ? smettila di intossicarmi i cinghiali :muto:

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Molto interessante,conoscevo poco questa pista.

I motori sono come le donne, bisogna saperli toccare nelle parti più sensibili.(Enzo Ferrari)

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Great video, max. ;)

Una carrellata di avvistamenti a La Mandria (alcune foto già utilizzate tempo addietro per vari discorsi).

Lancia Dedra nel 1986, sul fondo speciale (da Quattroruote).

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Lancia Lybra ai tempi del blocco dello sviluppo 839 per motivi stilistici (la famosa questione due fari-quattro fari-sei fari-tutta fari-lafacciamo senza fari? e via dicendo :)) sempre da Quattroruote.

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Uno degli studi per l'erede della 500, in pratica un'ipotesi scartata di 126 (o forse un semplice mulo carrozzato in un modo qualunque). Dai primissimi numeri di Gente Motori. Se non ricordo male queste foto furono anche oggetto di una polemica, perchè la rivista le aveva in mano ma decise di pubblicare una foto ridipinta, trasformata in un bozzetto in pratica, proprio per rendere meglio l'idea rispetto a quanto avrebbero potuto fare queste foto sgranate.

Parecchi lettori (e non solo) accusarono il neonato periodico di raccontar balle, dato che quel che si vedeva non era una foto, e così - mi pare già il mese successivo - la rivista uscì con le foto vere, tanto per dire "eccola qui, mica ce la siamo sognata".

Va da sè che lo scoop per quanto reale era un po' sballato, dato che pochissimo tempo dopo (ma proprio poco, la rivista e la 126 sono quasi coetanee) arrivarono le foto spia della VERA 126, che non era questa.

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Ed ecco appunto dalla stessa rivista, la 126 alla fine dei collaudi (non sono sicuro data la scarsa estensione dello sfondo, ma visto il rail credo che il posto sia quello). Sempre se non ricordo male fu un gran caos anche qui, perchè mi sembra di aver letto tempo fa (credo in un articolo di memorie che Marin pubblicò in occasione del 200mo numero di GM, rievocando aneddoti vari) che per la foto qui sotto Fiat andò su tutte le furie.

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La 127, a quanto pare ancora abbozzata nella parte posteriore (o forse solo camuffata, oppure malamente ritoccata in stampa per darle un contorno più netto: a volte lo facevano, con immagini di pessima qualità. L'intento era di dare un'idea migliore ma spesso portava ad un risultato leggermente differente dalla realtà). Immagine proveniente dalle pagine di AutoSprin dell'epoca.

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E per concludere la prima parte, la 128, sempre da AutoSprint.

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Ma ora questa pista è chiusa?

Mi pare proprio di si. Non so esattamente da quando, ma ricordo che dal momento in cui il territorio divenne Parco Regionale, spuntò un termine (qualche anno fa, credo) entro il quale l'attività delle Piste avrebbe dovuto cessare totalmente; però prendila con le molle, perchè di questo non mi intendo molto. Probabile che qui dentro ci sia che ne sa di più. ;)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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la battuta di prima mi era venuta proprio per associazione di idee infatti ora ci puoi trovare sopratutto i possenti ungulati,

p.s. spero in versione "stock" perchè ogni tanto mi capita di assagiarli

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