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La Storia delle Safety Car


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Lo sapevate che tra le Safety Car in F1 c´era anche una Fiat Tempra!:shock:

Safety car

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nelle competizioni automobilistiche la safety car o pace car (come viene chiamata in Nordamerica), è una vettura stradale convenzionale (anche se spesso di altissime prestazioni) guidata da un membro dell'organizzazione, che viene utilizzata per raggruppare, rallentare o in altro modo controllare il gruppo delle auto in competizione. Viene usata soprattutto in caso di incidenti gravi che possono mettere in pericolo l'incolumità dei piloti e dei commissari che devono soccorrere, oppure in caso di condizioni meteorologiche particolarmente avverse. È stata introdotta per rendere meno necessario l'uso della bandiera rossa, in quanto la safety car, pur contribuendo ad aumentare la sicurezza sul circuito, consente di non dover necessariamente fermare la gara.

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La safety car in Formula 1 [modifica]

Storia [modifica]

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La safety car in azione alla testa del gruppo durante il Gran Premio del Giappone 2009.

La prima safety car debuttò in Formula 1 nella stagione 1973 al Gran Premio del Canada, per rallentare le vetture, consentendo ai commissari di percorso di sgomberare la pista dai detriti; era un'epoca in cui gli incidenti e le morti sui circuiti erano ancora all'ordine del giorno. L'idea venne al pilota Herbert Linge, che con l'aiuto dei vertici Porsche e di Bernie Ecclestone, riuscì a convincere dell'utilità della cosa il circus della F1. La prima safety car nella storia del campionato fu una Porsche 914/6. Nelle prime tre stagioni di utilizzo la safety car recava a bordo anche un medico, e fungeva quindi sia da vettura di servizio che da mezzo di soccorso; le successive richieste di Sid Watkins, all'epoca dottore di riferimento della Formula 1, unite alla scomparsa di Ronnie Peterson durante l'incidente alla partenza del GP d'Italia 1978, accelerarono l'introduzione di una vera e propria medical car per questo specifico compito.

Per oltre vent'anni, la safety car non è stata una vettura fissa, ma variava a seconda del circuito: tra le tante, ci furono la Lamborghini Countach utilizzata al Gran Premio di Monaco nei primi anni ottanta, la Fiat Tempra in servizio al GP del Brasile 1993, la Opel Vectra usata nel weekend del Gran Premio di San Marino 1994 (in cui perirono Roland Ratzenberger in prova e Ayrton Senna in gara), e la Honda Prelude nel GP del Giappone dello stesso anno. Questa situazione generò a tratti confusione e disorganizzazione: nel Gran Premio d'Ungheria 1995 il pilota Taki Inoue fu addirittura investito (senza conseguenze) dalla Tatra 613 utilizzata come safety car sul circuito ungherese. Inoltre, poche di queste vetture potevano marciare a velocità sufficientemente sostenute per consentire ai piloti di mantenere gli pneumatici in temperatura, tanto che spesso il suo uso fu messo in discussione.

Proprio a seguito di questi episodi controversi, dalla stagione 2000 la Federazione Internazionale dell'Automobile decise l'introduzione di una serie di vetture, standard per tutti i circuiti della F1, che potessero adempiere ai compiti di safety car: la fornitura venne assegnata alla Mercedes-Benz, che da allora, attraverso la Mercedes-AMG, rifornisce con le sue auto tutte le gare del mondiale. Dalla stessa data, il pilota ufficiale della safety car è Bernd Mayländer, che la guida in tutte le prove del campionato.[1]

Regolamento e utilizzo [modifica]

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Due commissari di pista segnalano la bandiera gialla e un cartello con la sigla "SC", che indica l'entrata in pista della safety car in occasione di un incidente.

Nella Formula 1 la modifica dei regolamenti negli ultimi anni ha introdotto questa innovazione quando necessario per consentire ai commissari di gara di liberare la pista in situazioni che nel passato avrebbero visto una interruzione e ripartenza della competizione. In questo caso la vettura è stata ribattezzata safety car ("auto di sicurezza") a sottolineare l'uso in caso di necessità. Durante il periodo di permanenza della safety car in pista i commissari di percorso espongono un cartello indicante "SC" insieme alle bandiere gialle. Spesso questa particolare situazione ha modificato l'esito delle gare di F1, in quanto essa annulla i distacchi registrati prima del suo ingresso in pista, e dunque permette agli inseguitori di ridurre o addirittura annullare lo svantaggio nei confronti dei piloti che li precedono. Per questo motivo, le squadre sono solite elaborare le strategie con riferimento alle probabilità d'ingresso della vettura di sicurezza. Si calcola per esempio che a Singapore la probabilità d'ingresso della safety car sia pari al 100%.

Dal 2007 le regole riguardanti la safety car sono radicalmente cambiate. All'entrata in pista della vettura di sicurezza, i piloti non possono più rientrare ai box per fare rifornimento: questo perché negli anni precedenti si assisteva ad un "assalto" ai box da parte delle vetture in queste occasioni, poiché ciò risultava molto vantaggioso ai fini della strategia. A coloro che entrano ai box ignorando questa regola viene attribuita la penalità dello stop & go (com'è successo a Robert Kubica e a Nico Rosberg nel Gran Premio di Singapore 2008). La safety car lascia passare tutti i piloti doppiati, che devono percorrere dei giri a velocità ridotta fino ad accodarsi al gruppo, e solo successivamente, quando la corsia box viene riaperta, è lecito effettuare il pit stop senza incorrere in penalità. Queste nuove regole hanno diminuito il caos che occorreva negli anni precedenti, a scapito però dei tempi di permanenza in pista della safety car: infatti con le nuove disposizioni servono più giri in pista da parte della vettura di sicurezza per eseguire tutta la procedura necessaria. Quando la safety car ha intenzione di rientrare ai box, spegne le luci per segnalare ai piloti che in pochi momenti si tornerà a correre regolarmente. I giri effettuati dietro alla safety car contano come giri percorsi normalmente all'interno della gara; anche il tempo continua a scorrere.

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La bandiera verde segnala il termine del periodo in cui la safety car è sul circuito. La pista è sgombra e i piloti possono ripartire.

Dal 2009 è possibile effettuare il rifornimento durante tutto il periodo di permanenza in pista della safety car, senza che sia necessario attendere il messaggio di pit lane open, poiché questa rimane sempre aperta. L'unica limitazione posta è un tempo minimo di attesa prima di effettuare la sosta ai box: questo tempo viene comunicato ad ogni pilota attraverso il display presente sulla vettura.[2] Inoltre quando la safety car transita sul traguardo l'uscita della pitlane viene chiusa, obbligando i piloti ad accodarsi al gruppo. Nella stagione 2011 la vettura di sicurezza non lasciava più passare i doppiati, ma ricompattava solo il gruppo. Questa regola è stata poi abolita nella stagione 2012.

Se necessario, una gara può iniziare o anche terminare in regime di safety car. Nel primo caso, questo succede se ci sono condizioni meteo sfavorevoli, come durante un forte acquazzone nelle prime fasi di gara. Ciò è accaduto otto volte in Formula 1: nel 1997 e nel 2000 in Belgio, nel 2003 in Brasile, nel 2007 al Gran Premio del Giappone sul Circuito del Fuji, nel 2008 al Gran Premio d'Italia a Monza, nel 2009, in Cina, nel 2010 in Corea e infine nel 2011 in Canada. Nel secondo caso invece questo accade in caso di un incidente negli ultimi giri della gara: è accaduto cinque volte, nel 1999 in Canada, due volte nel 2009, in Australia ed in Italia, una volta nel 2010, a Montecarlo e una volta nel 2012 in Brasile.

In F1 la safety car è stata finora fornita dalla Mercedes-Benz, utilizzando a partire dalla stagione 2006 il modello Mercedes CLK 63 AMG equipaggiato da un motore V8 da 6300 cc. Bernd Mayländer è il pilota ufficiale dal 2000. Un evento curioso si è verificato nel 2007 in Canada, quando la safety car è rientrata una prima volta, ma subito dopo è avvenuto il grave incidente di Kubica: poiché la vettura non era subito pronta a ritornare in pista, i commissari hanno dovuto utilizzare inizialmente la medical car del circuito per qualche giro. A partire dal 2010 la safety car utilizzata è la Mercedes-Benz SLS AMG.

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C'è qualche dettaglio che non mi torna, perchè io ricordo di aver visto la prima AMG Mercedes "ufficiale" già nel '96, era una C36 per la precisione.

Inoltre nel weekend maledetto di Imola '94 mi pare avessero usato un po' di tutto come safety car, in particolare durante le qualifiche ricordo il trenino di monoposto dietro ad una comunissima BMW serie 3 (neanche un'M3...).

Prima di allora, una safety car ufficiale neanche esisteva, nel senso che all'occorrenza si usavano le auto di servizio della direzione di gara (nei filmati di Montreal '82, la gara in cui morì Riccardo Paletti, per esempio si vedono delle Giapu, mi pare Datsun), quando andava bene capitava di avere appunto una Countach come a Montecarlo, ma per il resto c'era da mettersi le mani nei capelli come giustamente sottolineato sopra perchè spesso le auto utilizzate non erano assolutamente all'altezza, come prestazioni...

E insomma, una Tempra Turbo coi suoi 165CV (dobbiamo indagare per scoprire se era elaborata? Ammesso e non concesso, a quanto poteva arrivare? 200CV?) col cavolo che poteva stare davanti a monoposto da 700 e passa cavalli...

Sotto questo punto di vista, gli americani hanno molta più esperienza perchè già in epoche remote impiegavano auto sufficientemente potenti per adempiere il compito. Anche perchè sui loro ovali, era matematico che ce ne fosse bisogno...:roll:

Poi vabbè, nelle corse USA spesso c'è di mezzo lo sponsor della gara, penso ad esempio al g.p Indy di Long Beach, storicamente sponsorizzato da Toyota (era sponsor addirittura ai tempi della F.1), che fornisce mezzi destinati anche all'uso come safety car.

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Si ma consideriamo che le monoposto di allora non avevano la necessità di mantenere il motore a regimi elevati come oggi ( o forse mi sbaglio?) quindi credo che all'occorrenza tutto andava bene. La vicenda della Countach al GP di MonteCarlo poi fu solamente un'operazione puramente commerciale

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