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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Fiat ha bisogno di "buttarsi" in almeno 4-5 segmenti che ha dimenticato o abbandonato negli anni, se continui a fare le panda/punto/500 non ti puoi lamentare che ci ricavi pochi soldi sopra, e comunque VW dimostra il contrario; per me il suv è relativamente una priorità, intanto bisogna fare una segmento C familiare, non è accettabile una mancanza del genere da chi si aspetta di vendere milioni di auto

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Secondo me A mirafiori si faranno i due SUV e la Mito STOP.

facendo i conti la Mito 3p+5p le sue 80-90mila auto le potrebbe fare, jeppe col suo suv WW 100.000 le fa, Alfa poco meno di 100.000 le potrebbe /dovrebbe fare sempre vendendo WW.

Fabbrica saturata, Giulia negli USA .

Bisogna guidare straniero per capire il "PIACERE DI GUIDA ITALIANO"

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gli iscritti FIOM non sono il 46% degli operai di Mirafiori .....molti meno...

E' vero, ma difficilmente si sentiranno rappresentati da Fim, Uilm, Fismic...

La mensa a fine turno non è passata, in quello FIAT ha accolto le richieste dei sindacati (cfr. art.2).

Questo è vero per Mirafiori Plant, mentre sulla parte intitolata "Regolamentazione per la joint-venture" è scritto che le parti valuteranno la mensa a fine turno.

Come mai ci sono 2 parti "Mirafiori plant" e "Joint venture" nel contratto?

I turni da 10 ore (per 4 giorni di lavoro) non possono essere imposti unilateralmente dalla società ma necessitano di un successivo accordo per partire (e CISL e UIL hanno detto "col piffero che lo facciamo").

Ah beh, se lo dicono Cisl e UIl... i turni potrebbero diventare da 12 ore :§.

Il divieto di sciopero non esiste proprio e se esistesse non varrebbe il toner della stampante con cui è scritto. La lotta all'assenteismo può essere riassunta così:

Se l'assenteismo attuale al 1 luglio 2011 non sarà calato, la prima giornata di malattia non verrà retribuita se a ridosso di festività, periodo feriale o riposo settimanale e a condizione che la malattia non superi i 5 giorni, qualora lo stesso lavoratore abbia fatto il medesimo giochetto (malattia di meno di 5 giorni immediatamente prima o immediatamente dopo ferie, festività e riposo settimanale) per più di due volte nel biennio precedente.

Insomma, il meccanismo entra in funzione solo se l'assenteismo supera determinati limiti e comunque agisce su specifiche ipotesi. Io questo non lo chiamo sparare nel mucchio, tanto più che gli affetti da paologie croniche e ricorrenti certificate sono esclusi da ogni valutazione in merito.

In effetti si nota il tentativo di stringere un po' il cerchio, ma il rischio che paghi chi è malato davvero c'è ancora. Non sarebbe meglio fare controlli di altro genere?

Altra cosa: sbaglio o l'azienda è obbligata a corrispondere la differenza tra stipendio e cassa integrazione se i lavoratori partecipano a corsi di formazione? Perchè il punto 8 della Regolamentazione per Mirafiori Plant lo esclude categoricamente, e conoscendo l'abuso della Cig che fa la Fiat...

palle busso, mi spiace.. di gente che lavora lì dentro ne conosco più di una e tutti concordano sul fatto che il nuovo contratto è una rottura di palle, ma la sostanzia cambia poco.

Giusto per capire, molta gente lì dentro giovanissima non è, ma è la stessa che per non passare da 15 a 17 turni due anni fa ha bloccato l'assunzione di 250 ragazzi (magari loro figli o nipoti, mica extraterresti e per di più in una città in crisi) che sentitamente ancora ringraziano. Vatti a cercare gli articoli.

Purtroppo conosco anche qualche trombato da questi campioni di democrazia e non riferisco i commenti che fanno...

Questi se ne fottono degli altri esattamente come fa Marchionne.. non ci sono buoni o cattivi: c'è uno che tenta di tenere in ordine numeri e produzione e tanti che tentano mantenere le cose come son sempre state in attesa della pensione.

EDIT

toh, mi son pure andato a cercare il link che, come vedi, non mi pare di parte avversa alla causa degli operai.

Infatti stanno dalla parte degli operai che votarono No. Se è vero quello che è scritto, quell'intesa era una bella porcata. In sintesi Fiat chiedeva di lavorare di più e in cambio avrebbe assunto 250 persone: ma che cazzo di intesa era? Hai bisogno di aumentare la produzione? Allora assumi! Invece hanno escogitato un sistema per non assumere i precari scaricando la colpa sui non precari: al solito hanno cercato di dividere i lavoratori. Caro Cosimo, bisogna guardare più in là: nessuno ha impedito alla Fiat di assumere, è la Fiat che non ha voluto ;).

La vicenda è emblematica del modo di fare di una bella fetta di imprenditori il cui modello è la Cina, non la Germania: assumere meno dipendenti possibile, tenerli precari il più a lungo possibile e spremerli il più possibile con gli straordinari: la disoccupazione si alimenta anche così. Nei Paesi civili si cerca di far lavorare tutti ricorrendo il meno possibile agli straordinari, ed in tempi di crisi ci si accorda per lavorare di meno ma lavorare tutti, licenziando il meno possibile e ricorrendo il meno possibile alla cassa integrazione.

Ora datemi pure del comunista stalinista delirante fancazzista, ma questo è il mio pensiero: una società civile, per me, è quella che ho appena descritto. Non lo è invece una società piena di disoccupati e di precari in lotta tra loro per un tozzo di pane e in cui chi lavora è stressato da ritmi forsennati per sfoggiare gadgets e abiti firmati all'ultima moda ;).

Mi piacerebbe sapere poi se tra i difensori dell'accordo c'è qualcuno che lavora a turni... ;).

I metalmeccanici per ora sono dei privilegiati rispetto agli altri lavoratori, ma invece di estendere i diritti si lavora per toglierli a chi li ha :pz.

Modificato da V6 Busso

"Se passi una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti diceva come farti gli affari tuoi, allora te lo meriti."  Frank Zappa

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Per la serie il leone ferito è più aggressivo di quello illeso:

16/1/2011 (14:54) - FIAT - DOPO IL REFERENDUM

La Camusso: "Valutiamo il ricorso".

La leader della Cgil all'attacco su Mirafiori: "Ma non basta".

Chiamparino e Fassino: "Ora Marchionne rispetti gli impegni".

TORINO

«Valuteremo se ricorrere alla magistratura» ma questo «non basta». Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, rilancia la sfida su Mirafiori, aggiungendo che «una clausola che impedisce a un lavoratore di partecipare ad uno sciopero è un tema che sicuramente arriva sino alla Corte Costituzionale» perchè «siamo di fronte a dei diritti che non sono disponibili nè a un’impresa nè a un sindacato».

La Cgil quindi non si arrende. Comunque, avverte Camusso, «non è sufficiente dire che ricorreremo alla magistratura» perchè «non si può affidare la rappresentanza sindacale» alla magistratura. La leader Cgil si dice stupita dal 46% di no al referendum, perchè era un «voto così condizionato, così costretto che non permetteva ai lavoratori di decidere» ma c’è stato «l’orgoglio, la capacità di reazione dei lavoratori». Quanto all’esito, «ho pensato che saremmo stati più vicini al risultato di Pomigliano (36% no). Il risultato ha stupito me come tutti, anche se avevamo colto un po' di nervosismo dell’azienda».

Nel mirino della Cgil finisce anche il governo. «Non spetta al ministro del Lavoro decidere se serve una legge sulla rappresentanza», dice Camusso. «Credo che il tempo sia maturo perchè ci sia anche una legge sulla rappresentanza», aggiunge il segretario del sindacato; che rispondendo alle dichiarazioni del titolare del Welfare, secondo cui non è necessaria una legge sulla materia, dice: «Non decide lui se servono delle leggi o se non servono». Quanto alla posizione espressa anche dal segretario della Cisl, Camusso sottolinea che «Bonanni ha bisogno di avere una risposta, come è giusto che sia: che la legge deve essere corrispondente rispetto all’intesa dei sindacati». Dagli schermi di Raitre la Camusso affronta anche il nodo rappresentanza ribadendo l'invito alla Fiom (già espresso in un'intervista a La Stampa) a «restare in frabbrica».

Dal Pd Piero Fassino (aspirante candidato sindaco di Torino) e Sergio Chiamparino chiedono a Marchionne di rispettare gli impegni e di effettuare gli investimenti promessi. L'ex segretario Ds invita inoltre l'ad Fiat a «farsi carico del malessere degli operai». Per l'attuale sindaco di Torino l'esito del referendum «è positivo perché apre una prospettiva strategica decisiva per Mirafiori e in generale per l'auto in Italia, per tornare a produrre vetture competitive. Ma naturalmente ora è importante che siano mantenuti gli impegni assunti da Marchionne. Interviene anche il ministro Sacconi che, ospite di Sky Tg24, afferma che l’accordo su Mirafiori «ovviamente non sarà riaperto» rispondendo così alla richiesta della Fiom di tornare al tavolo delle trattative. «La Fiom - prosegue Sacconi - non si intesti tutto questo risultato. Non si è assunta tutta quelle responsabilità che si sono assunte le altre organizzazioni sindacali per l’investimento». I no espressi al referendum (il 46%), sostiene infatti il ministro, «non sono una adesione alle politiche sindacali e non solo della Fiom. Sono una espressione di quella preoccupazione diffusa di non conciliare i tempi di lavoro con i tempi di non lavoro; di un malessere determinato dalla prospettiva di cambiamento» e non dalla «lettura ideologica» sostenuta dai metalmeccanici della Cgil.

Sulla intenzione della Fiom di intraprendere, quindi, «la via giudiziaria» contro l’accordo, Sacconi replica: «Credo che valga la via politico-sindacale; valga come riflessione propria della Fiom e dell’intera confederazione», la Cgil, «e della stessa azienda e delle altre organizzazioni per vedere quale possa essere un comune denominatore, anche il minimo, per coabitare pur avendo posizioni diverse rispetto all’accordo, che ovviamente - dice - non viene riaperto e rispetto ai termini della piena utilizzazione degli impianti che accompagnerà gli investimenti». In ogni caso, sostiene Sacconi, «il voto» di Mirafiori «ha dato un impulso significativo a cambiare le relazioni industriali, viziate nel nostro Paese da un sovraccarico ideologico»; oggi, aggiunge il ministro, «servono relazioni di tipo collaborativo, come quelle che Cisl, Uil, Ugl e Fismic hanno accettato». «L’obiettivo finale» della Fiat, che «ha dato vita ad una nuova società che non si è immediatamente iscritta a Confindustria, volendo realizzare un nuovo modello collettivo dentro Confindustria» è, sottolinea infine Sacconi, «un contratto dell’auto nel sistema confindustriale e nuove regole di relazioni industriali che in qualche modo distinguano tra chi firma e chi non firma gli accordi».

Fonte: www.lastampa.it

Infatti:

Intervista a Marcegaglia: «Vince la nostra strategia, ora Fiat ha le condizioni per investire.»

Contenta per la vittoria dei sì: «Ora l'azienda ha tutte le condizioni per dare seguito all'investimento su Mirafiori». Emma Marcegaglia ha seguito con grande interesse l'esito del referendum. Ed ora, ad urne appena chiuse, già guarda avanti, proprio riflettendo sulla vicenda Fiat: servono relazioni industriali più moderne. Più adeguate ai tempi rapidi della globalizzazione, alle esigenze delle imprese di essere più produttive, più competitive, più flessibili.

Una strada che, sottolinea la presidente di Confindustria, ha voluto imboccare subito, appena arrivata al vertice della confederazione. Firmando, già all'inizio del 2009, una riforma della contrattazione. Senza la Cgil, sollecitata fino all'ultimo momento a dare il suo via libera. «Per più di dieci anni si è rimasti immobili, aspettando la Cgil».

Il sì di Mirafiori, per lei, è una doppia soddisfazione: «È la conferma di tre anni di linea di Confindustria. Se Cisl e Uil hanno firmato l'accordo il 23 dicembre, è stato anche grazie al contributo dato dal nostro atteggiamento: si decide con chi ci sta, a maggioranza, senza aspettare chi non vuole la modernizzazione».

Ora alza l'asticella della sfida: «Mirafiori è certamente una svolta importante. Noi come Confindustria dobbiamo andare avanti, dare risposte a tutto il sistema produttivo, che è complesso e variegato». Occorrono quindi «regole su misura per settori e aziende. Non il Far West: alcuni principi condivisi dove ognuno può trovare la sua soluzione, mantenendo obiettivi comuni come una maggiore efficienza, produttività, riduzione di assenteismo».

Una Confindustria che si riforma e si presenta diversa di fronte ai suoi interlucutori?

Il processo è già avviato. Si tratta di intensificarlo. È un argomento che abbiamo discusso nel comitato di presidenza dei giorni scorsi: al più presto, al massimo entro la primavera, prepareremo una proposta su come far stare dentro la confederazione mondi diversi. La presenteremo ai sindacati, perchè sarà la base dei futuri contratti.

C'è sintonia con Sergio Marchionne, che ha sollecitato, in Italia, un nuovo modo di lavorare. È una risposta alle imprese e anche a chi, in questi giorni, ha contrapposto una Confindustria conservatrice ad una Fiat innovatrice?

Ho ascoltato e letto molte sciocchezze. Ripeto: già l'accordo del 2009 prevedeva la possibilità di deroghe, aumentando la flessibilità. Ma bisogna andare oltre, e rapidamente. Prendendo atto delle diverse realtà: gli alimentaristi, per esempio, hanno voluto un contratto nazionale più pesante rispetto ad altre categorie per aumentare la produttività, i tessili sono riusciti a ristrutturare il settore all'interno del contratto nazionale, i chimici invece hanno previsto deroghe, ma senza conflitti con la Cgil.

Magari guardando ad altri paesi, come la Germania, dove per esempio le aziende che aderiscono alla Gasamtmetall non sono obbligate ad applicare il contratto nazionale?

Questo sarà uno dei punti da approfondire. La Germania è un esempio da osservare. Questa possibilità non ha creato uno smottamento delle relazioni sindacali: solo una percentuale del 7% applica esclusivamente il contratto aziendale.

Una flessibilità che si adatterebbe proprio al caso Fiat, visto che l'azienda ha deciso di non iscrivere le due newco di Pomigliano e Mirafiori a Confindustria. Sarà solo temporaneo?

Ho già un accordo con Sergio Marchionne e con John Elkann, per far sì che nel più breve tempo possibile le newco rientrino nella confederazione, nel momento in cui faremo una normativa ad hoc per l'auto. Pomigliano e Mirafiori sono fuori: nascono come newco perché non applicano le regole sulla rappresentanza. La Fiat aveva questa esigenza nell'immediato, ma non è un argomento che si può affrontare e risolvere in pochi giorni.

Priorità all'investimento, quindi. Anche come messaggio che in

Italia si può...

Sì. Oggi l'Italia può dimostrare che può continuare ad avere un'industria dell'auto forte e competitiva a livello globale. E abbiamo fatto capire, anche di fronte ai paesi stranieri, che nel nostro paese si può venire ad investire.

La Fiom a Mirafiori è fuori dalle Rsa. Susanna Camusso, laeder della Cgil, le ha mandato un messaggio diretto: non si possono fare accordi ad excludendum. E domani invierà a Confindustria, Cisl e Uil la proposta Cgil sulla rappresentanza. Disponibili a discutere?

Certamente siamo disponibili. È dal 2004 che aspettiamo una proposta. Nel 2008 i sindacati avevano raggiunto un accordo che prevedeva la validità erga omnes per gli accordi approvati al 51 per cento. Poi la Cgil si è tirata indietro. Auspichiamo che il sindacato trovi una posizione unitaria per cominciare a discuterne. Però ci devono essere alcuni punti chiari.

Quali?

No al potere di veto delle minoranze, se la maggioranza firma. I contratti una volta firmati devono essere applicati e rispettati. E non va bene nemmeno il referendum sempre su tutto proposto dalla Fiom. L'assemblearismo non è la soluzione: deve valere il principio di rappresentanza. Poi chiediamo un accordo tra le parti, non una legge. Questo è un tema che riguarda le parti sociali, non la politica.

Il numero uno della Fiom, Maurizio Landini, ha detto anche ieri no ad una adesione tecnica e chiede di riaprire la trattativa, dicendo che il risultato è stato straordinario. Continuerà a dare battaglia...

Mi auguro che Landini non ricorra alla via giudiziaria, ostacolando l'applicazione dell'accordo. Piuttosto spero che aderisca: una ripertura della trattativa non è nemmeno immaginabile.

Il sì comunque ha vinto per poco più del 54%. Era prevedibile?

Se si pensa alla storia di Mirafiori, sì. In questo stabilimento sono stati bocciati quasi tutti gli accordi, è il simbolo di una fabbrica dove la conflittualità è alta.

Anche stavolta, come negli anni '80, sono stati i colletti bianchi i protagonisti del cambiamento. La vittoria del no al montaggio e alla lastratura è un segnale di disagio per i nuovi ritmi di lavoro?

Gli impiegati probabilmente si rendono più conto di come si muove il mondo e dell'andamento dei mercati. Quanto all'accordo e all'organizzazione del lavoro, vengono rispettati gli standard internazionali e non vengono lesi i diritti dei lavoratori. Le modalità per frenare l'assenteismo sono accettabili ed anche sul diritto di sciopero, paesi come la Germania prevedono che ci sia un consenso dell'80% per proclamare uno sciopero contro gli accordi.

La crisi non è finita e l'Italia soffre di crescita bassa. Come sta procedendo il tavolo con le parti sociali su crescita e produttività che si è avvitato in autunno, proprio su sua iniziativa? La Cgil è al tavolo: un modo per riallacciare il dialogo?

Ci siamo messi d'accordo su tutti i punti: Mezzogiorno, burocrazia, ricerca e innovazione, fisco, ammortizzatori sociali. Prima che scoppiasse la vicenda Mirafiori, eravamo vicini a un'intesa anche sull'ultima questione rimasta aperta, la produttività. Non vorrei che, dopo il referendum, la Cgil si irrigidisse.

Su quali principi stavate lavorando?

Maggiore diffusione della contrattazione aziendale, modalità per attrarre gli investimenti, necessità di una discussione sulla rappresentanza.

Un documento che poi, una volta concluso, le parti presenteranno al governo, come possibile programma a medio termine per modernizzare il paese...

C'è bisogno urgente di interventi e di riforme. Da anni l'Italia cresce meno degli altri paesi, ma con un andamento del Pil attorno all'1% non si crea ricchezza adeguata per dare risposte alla disoccupazione giovanile, alla tenuta del sistema imprenditoriale, non si creano sufficienti posti di lavoro. Insomma, non aumenta il benessere. Capisco il rigore dei conti pubblici, è necessario. Ma bisogna crescere per lo meno al 2 per cento. Un obiettivo raggiungibile, ma occorre mettere al centro l'agenda della crescita.

Con quali interventi?

Tagli alla spesa pubblica improduttiva, riforma fiscale, ricerca e innovazione, Mezzogiorno. Promuoveremo molto presto un'iniziativa per riportare al centro dell'agenda politica il tema della crescita. Chiederemo un cambio di passo. Noi imprese siamo pronte a fare la nostra parte. Confindustria sarà sempre in prima linea ad incalzare la politica.

È di nuovo una fase turbolenta...

Viviamo un momento difficile. Ma la politica non deve abdicare al suo ruolo di occuparsi del futuro del paese.

Fonte: www.ilsole24ore.com

Da leone ferito a capponi di Manzoni?

Camusso a Fiom: «Bisogna essere dentro la fabbrica e non fuori dai cancelli.»

Rispetto alla Fiom la Cgil ha sempre «dato lo stesso giudizio sulla qualità di quell'accordo», così come sul fatto che «non si conosce il piano industriale Fiat e che siamo di fronte a una partita non chiara e il governo non ha fatto il suo dovere». Susanna Camusso, leader della Cgil, torna così sul referendum di Mirafiori, ospite di Lucia Annunziata su Raitre di "In mezzo'ora". La numero uno del sindacato di Corso d'Italia, però, marca la distanza rispetto alla Fiom su un tassello. «Noi pensiamo che non si può essere fuori da quella fabbrica - aggiunge Camusso -. Bisogna essere dentro la fabbrica e non fuori dai cancelli».

Confindustria ha delle responsabilità.

Dal salotto tv di Raitre Camusso invia poi un messaggio alla leader di viale dell'Astronomia, Emma Marcegaglia. «Credo che Confindustria ha una parte delle responsabilità di quanto avvenuto» nella vicenda Fiat. Innanzitutto spiega la segretaria della Cgil perché «nel 2009 firmò un accordo separato». Alla domanda poi se gli industriali escano indeboliti da questa partita Camusso ha risposto: «Lo temo, anche per Confindustria c'è il tema delle regole e della certezza di rappresentanza: e se c'è un'idea che si può entrare e uscire questo rende deboli».

Possibile ricorso alla magistratura.

Quanto alla possibilità di ricorrere contro alcuni punti dell'accordo sottoscritto il 23 dicembre scorso e non siglato dalla Fiom, Camusso è chiarissima. «Credo - ha detto - che non sia mai sufficiente dire che si vuole ricorrere alla magistratura, cosa che tra l'altro se riterremo opportuno faremo. Valuteremo, ci sono sicuramente dei diritti che non sono a disposizione di nessun accordo sindacale, ma non basta. Non si può affidare la presenza sindacale al ricorso alla magistratura». Tra gli aspetti che potrebbero essere difesi in tribunale c'è quello legato allo sciopero limitato dalla clausola di responsabilità: «Noi interpretiamo così la clausola di responsabilità e qualdo abbiamo detto a Fiat di cambiarla tutto questo non è avvenuto». Domani, ha poi annunciato il segretario, la Cgil invierà a Cisl e Uil la proposta del sindacato su democrazia e rappresentanza sindacale, approvata ieri dal direttivo, «per definire, più che cambiare, le regole».

Fonte: www.ilsole24ore.com

Modificato da EC2277
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Della serie "Viva la Democrazia! Ma solo quando vinciamo noi"

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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La vicenda è emblematica del modo di fare di una bella fetta di imprenditori il cui modello è la Cina, non la Germania: assumere meno dipendenti possibile, tenerli precari il più a lungo possibile e spremerli il più possibile con gli straordinari: la disoccupazione si alimenta anche così.

E fin qui niente da dire...anche se io credo che il problema più grande non sia tanto il precariato quanto anche trovare un posto da precario :roll: visto che ormai essendo l'industria manifetturiera italiana sempre più orientata ad Est tra un pò manco avremo più il precaricato

Nei Paesi civili si cerca di far lavorare tutti ricorrendo il meno possibile agli straordinari, ed in tempi di crisi ci si accorda per lavorare di meno ma lavorare tutti, licenziando il meno possibile e ricorrendo il meno possibile alla cassa integrazione.

E' una mezza utopia ;)

Ti spiego: quando qui è crollato il Ponte sul Po l'Auchan sulla sponda lombarda che viveva di clienti piacentini si è trovato in enormi difficoltà e i lavoratori hanno fatto un patto: lavoriamo meno ore tutti, facciamo più turnazioni brevi e non licenziamo nessuno.Ok...per un supermercato va bene così: chiudi le casse, fai meno magazzino e ci stai dentro.Ma se sono un'impresa manifetturiera con una domanda incontinua evoluzione altalenante (un anno faccio +20%, l'anno dopo -50%,l'anno dopo ancora magari devo trovare un altro prodotto da produrre) come faccio a sopperire a grandi domande repentine se non con gli straordinari :roll: ? O faccio una produzione costante con un magazzino IMMENSO ma ciò è anti-economico, i magazzini costano perchè la superficie costa...e costa gestirli, costa il software di gestione,costano i muletti automatizzati :roll:

No mi spiace, ma ha più senso lo straordinario che si adatta in base alle richieste di mercato, programmare una produzione rigida su turni settimanali con giorni di riposo fissi può essere un suicidio sopratutto con prodotti come auto/moto che godono di grande attrazione nei primi 6 mesi e poi vanno ad appiattirsi

Non lo è invece una società piena di disoccupati e di precari in lotta tra loro per un tozzo di pane e in cui chi lavora è stressato da ritmi forsennati per sfoggiare gadgets e abiti firmati all'ultima moda ;).

A dire il vero per esperienza personale ho conosciuto neo-insegnati della scuola pubblica precari che si fanno i finanziamenti per l'iPhone :roll: quindi evitiamo luoghi comuni o cavolate del genere.Ognuno è ahimè artefice del proprio destino e dei propri risparmi :roll: precario o manager in carriera non cambia un tubo :roll:

Anzi...sono proprio i giovani, quelli con più problemi, quelli ultra-disoccupati secondo le statistiche (ma poi tantissimi sono in nero) sono i primi a comprarsi a 20anni le Serie 1 e le TT :roll: altro che valvola di sfogo per gl istressati

 

花は桜木人は武士

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Assumere per i periodi di picco mi sta bene. Se poi c'è la possibilità di ridurre altrettanto velocemente il personale nei periodi di magra.

Se invece chi assumo mi resta in azienda finchè morte (o pensione) non ci separano, ovvio che prima di farlo ci penso 1000 volte. E non lo faccio per picchi produttivi ma per trend di espansione consolidati.

Ragazzi, provate a calarvi nella braghe del padrone. VOI nella stessa posizione, vi comportereste in modo totalmente diverso? Ho qualche remora ;) Perchè certi modi di operare non sono per cattiveria, brutalità, schiavismo (morte, distruzione, catastrofe, pestilenza, MacPerson.....)......sono gli unici che consentono di stare in piedi!

Oh...in QUALSIASI società, fosse anche un nucleo familiare o la persona singola...conta una sola cosa alla fine. Che le spese siano inferiori alle entrate. Se lo sono, si va avanti. Se non lo sono, si è nei guai. O si chiude (aziende, negozi, liberi professionisti ecc ecc) o si finisce alla mensa dei poveri (famiglie e singole persone)

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Assumere per i periodi di picco mi sta bene. Se poi c'è la possibilità di ridurre altrettanto velocemente il personale nei periodi di magra.

Come fannoalla Piaggio dove, per stare dietro all'aumento della richiesta di scooter, da Marzo ad Agosto avevano bisogno di far lavorare le linee di montaggio su 3 turni per 6 giorni alla settimana e per il resto dell'anno le linee di produzione lavoravano su 2 turni per 5 giorni alla settimana; spesso a ritmo ridotto.

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Infatti stanno dalla parte degli operai che votarono No. Se è vero quello che è scritto, quell'intesa era una bella porcata. In sintesi Fiat chiedeva di lavorare di più e in cambio avrebbe assunto 250 persone: ma che cazzo di intesa era? Hai bisogno di aumentare la produzione? Allora assumi! Invece hanno escogitato un sistema per non assumere i precari scaricando la colpa sui non precari: al solito hanno cercato di dividere i lavoratori. Caro Cosimo, bisogna guardare più in là: nessuno ha impedito alla Fiat di assumere, è la Fiat che non ha voluto ;).

La vicenda è emblematica del modo di fare di una bella fetta di imprenditori il cui modello è la Cina, non la Germania: assumere meno dipendenti possibile, tenerli precari il più a lungo possibile e spremerli il più possibile con gli straordinari: la disoccupazione si alimenta anche così. Nei Paesi civili si cerca di far lavorare tutti ricorrendo il meno possibile agli straordinari, ed in tempi di crisi ci si accorda per lavorare di meno ma lavorare tutti, licenziando il meno possibile e ricorrendo il meno possibile alla cassa integrazione.

Ora datemi pure del comunista stalinista delirante fancazzista, ma questo è il mio pensiero: una società civile, per me, è quella che ho appena descritto. Non lo è invece una società piena di disoccupati e di precari in lotta tra loro per un tozzo di pane e in cui chi lavora è stressato da ritmi forsennati per sfoggiare gadgets e abiti firmati all'ultima moda ;).

Mi piacerebbe sapere poi se tra i difensori dell'accordo c'è qualcuno che lavora a turni... ;).

I metalmeccanici per ora sono dei privilegiati rispetto agli altri lavoratori, ma invece di estendere i diritti si lavora per toglierli a chi li ha :pz.

lascio perdere, punti di vista troppo diversi. Sei riuscito a dare una tua interpretazione molto personale a un episiodio giudicato da tutti in maniera uguale, perfino dagli esponenti più massimalisti.

Tutto quello che tocca minimamente i privilegi (e lo scrivo sottolineato perchè è così) di questa categoria minoritaria diventa attentato alla costituzione e porcata.

Tirare fuori ogni due per tre la cina se ti levano una pausa caffè mi fa abbastanza ridere, infatti smetto qui che tanto non ci capiamo.

In altri posti ti trattano meglio? Bene, basta fare domanda da quelle parti. Mica lo dice al dottore che bisogna fare il turnista schiavizzato.

Non siamo un paese civile, è vero, manca la responsabilità personale a tutti i livelli. Operai compresi.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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