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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Non condivido :(((. In genere quando ci si riferisce a tutti, ci si riferisce in pratica a nessuno. E ciò è il vizio di sto paese. Però dato che sono totalmente OT mi fermo.

Cosa ti aspetti? Che ti si faccia nomi e cognomi? :)

Nel momento in cui si dice che la colpa di non aver saputo gestire l'Italia è dei politici e poi rifletti e capisci che chi ci governa è al potere grazie al nostro voto, hai appena concluso che la colpa è di tutti: semplicistico ma vero, purtroppo...

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non volevo buttare la questione sul socio-politico :)

la mia considerazione verte su basi molto semplici e molto più in Topic :)

1) il made in Italy è un plus per certi paesi (USA, Cina e a poco a poco anche Russia e paesi Arabi) e questa gente è disposta a spendere per averlo. Vale per le auto come per l'agroalimentare e la moda... come da diversi anni questi settori hanno fatto del'export il loro punto di forza (e non perchè produciamo vinello da mensa o magliettine da 5 €) non mi sorprende che anche per l'automotive si punti ad una soluzione di questo tipo.

2) i soldi ormai girano da quelle parti.. come non vediamo molti capi e accessori d'alta moda in mano ad italiani, non vedremo molte maserati/alfa :) nei garage dei nostri compatrioti...

e una dirigenza di un'azienda privata fa solo bene ad investire laddove può avere un ritorno

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Allo stabilimento polacco di Tychy la medaglia d’oro del World Class Manufacturing

Lo stabilimento polacco di Tychy ha ottenuto la medaglia d’oro nella classifica mondiale del World Class Manufacturing (WCM), la metodologia di organizzazione del ciclo produttivo per gestire gli stabilimenti secondo i migliori standard a livello mondiale: dalla sicurezza all’ambiente, dalla manutenzione alla logistica e alla qualità.

L’impianto di Tychy è entrato in funzione nel 1975 e nel corso degli anni ha ricevuto importanti investimenti che l’hanno reso una delle più moderne realtà produttive automobilistiche a livello internazionale. Attualmente sono in produzione la Fiat 500, la Abarth 500, la Lancia Ypsilon e la Ford Ka. Oltre a Tychy, in Polonia è presente un altro impianto con la medaglia d’oro del WCM: è quello di Bielsko-Biala, dove si producono i motori diesel 1.3 Multijet e benzina 0.9 Twin Air, che ha ottenuto l’importante riconoscimento lo scorso anno.

Il WCM è stato adottato da molte delle più importanti aziende del mondo. L’approccio prevede l’interazione con tutta l’organizzazione della fabbrica, partendo dagli aspetti di sicurezza e proseguendo con i sistemi per la qualità e la manutenzione, l’ottimizzazione logistica e l’organizzazione della postazione di lavoro.

Il sistema prevede una serie di valutazioni periodiche da parte di auditor certificati per verificare i risultati ottenuti dallo stabilimento, al termine delle quali viene assegnato un punteggio tra 0 e 100. Il percorso di miglioramento del WCM prevede tre tappe intermedie – Bronze, Silver e Gold – prima del traguardo finale del World Class Level.

Dal 2006 ad oggi la quasi totalità degli stabilimenti Fiat è stata coinvolta nel World Class Manufacturing e 58 di essi hanno ricevuto, nel corso di questi anni, almeno un riconoscimento dalla WCM Association, a dimostrazione che la struttura produttiva del Gruppo è costantemente migliorata e ha raggiunto sempre di più una dimensione competitiva di assoluto rilievo.

Prima di Tychy, nelle scorse settimane ha ricevuto la medaglia d’oro del WCM anche l’impianto della Tofas, a Bursa, in Turchia. Nel giugno di quest’anno, infine, analogo riconoscimento è stato dato allo stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli).

Torino, 11 dicembre 2013

Fiat S.p.A. - Allo stabilimento polacco di Tychy la medaglia d?oro del World Class Manufacturing

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  • 2 settimane fa...
[h=3]Fiat, Elkann e Marchionne: “Gli investimenti proseguiranno”[/h]La lettera ai dipendenti: sono state fatto scelte coraggiose in un anno difficile

Gli investimenti avviati dalla Fiat «proseguiranno nei mesi e negli anni a venire». Così il presidente e l’ad di Fiat, John Elkann e Sergio Marchionne, nella lettera di fine anno ai dipendenti del Gruppo. «L’obiettivo è di usare i nostri stabilimenti come base per la produzione di veicoli destinati a tutto il mondo».

«Il 2014 porterà nuove occasioni per realizzare grandi progetti» dicono poi John Elkann e Sergio Marchionne, presidente e amministratore delegato di Fiat, nella lettera ai dipendenti del Gruppo. «Ma prima di riprendere il lavoro con rinnovato impegno - conclude il messaggio ai dipendenti dei vertici del Lingotto - desideriamo inviarvi i nostri più sinceri e calorosi auguri affinché possiate trascorrere con gioia e serenità il periodo delle Feste: a voi e alle vostre famiglie, Buon Natale e felice anno nuovo!».

In un anno «molto difficile» per il mercato dell’auto, Fiat ha preso «alcune decisioni coraggiose, che riguardano soprattutto gli stabilimenti italiani e che siamo convinti ci ripagheranno nei prossimi anni». Lo scrivono il presidente e l’ad di Fiat, John Elkann e Sergio Marchionne, nella lettera di fine anno ai dipendenti del Gruppo. «Invece di chiudere alcuni impianti, abbiamo scelto di puntare la parte alta del mercato, sfruttando appieno le potenzialità dei nostri marchi e i numerosi vantaggio che ci derivano dall’alleanza con Chrysler», sottolineano Elkann e Marchionne nella lettera di auguri inviata a tutte le persone che lavorano nel Gruppo nel mondo. «I primi segnali, che ci arrivano dallo stabilimento Maserati `Giovanni Agnelli´ di Grugliasco, sono molto positivi - si legge nella lettera dei vertici del Lingotto - e ci incoraggiano a proseguire su questa strada».

Poi un ringraziamento ai dipendenti. «Il mercato europeo dell’auto, e quello italiano in particolare, hanno continuato a mostrare segni di debolezza, rendendo ancora più impegnativo il nostro compito. La dedizione e la concentrazione da parte vostra non sono mai venute meno. Anche in quanti di voi hanno lavorato in modo saltuario, lo sconforto non ha prevalso. A tutti voi desideriamo oggi dire `Grazie!´».

La Stampa - Fiat, Elkann e Marchionne: ?Gli investimenti proseguiranno?

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Salvatore Cannavò per il "Fatto quotidiano"

Marchionne si è diradato come la nebbia a mezzogiorno. Era l'uomo dell'anno, politica e giornali lo acclamavano come il messia che avrebbe riavviato la "macchina Italia". E lui rispondeva contento, pronto a gestire l'azienda, le relazioni industriali e a dare una scossa alla politica. Poi si è eclissato.La sua foto è scomparsa dai giornali, nessuno, ormai, sa cosa stia facendo, se ha ancora la barba oppure no. Solo la lettera di fine anno ai dipendenti, inviata ieri insieme a John Elkann, ne ricorda la funzione. Letterina buonista che invita a non farsi prendere dallo sconforto anche quando "si lavora saltuariamente". Per il resto, di lui non si hanno più notizie.Non che sia caduto in disgrazia, sia chiaro. Uno come lui in disgrazia non va mai, il paracadute è sufficientemente ampio a proteggerlo nei secoli. Lo stipendio supera i 4 milioni di euro e il pacchetto di "stock option " in azioni può proiettarlo in qualunque futuro. Pagando le tasse in Svizzera, poi, con solo il 15% di imposizione fiscale, può permettersi di scialare.

marchionne-montezemolo-yaki-227346_tn.jpgMARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN

Quel che è venuto meno, però, è il "verbo". Il "modello Marchionne" sembrava la nuova profezia di predicatori improvvisati. Oggi è rimasto un aggettivo minaccioso scagliato come un insulto. Di lui si parla per ammiccamenti. Come faceva, qualche giorno fa, la "strana coppia" Landini e Renzi. Il primo litiga con Marchionne almeno da tre anni mentre Renzi si era detto "deluso" per come è andato a finire il piano "Fabbrica Italia"."È il sindaco di una piccola povera città" lo rimproverò l'ad Fiat. Renzi, che sulla schiena della propria città doveva issarsi per scalare la politica nazionale, se l'è legata al dito. E così, quando si è incontrato con Landini nella biblioteca delle Oblate, i due hanno passato il tempo a darsi di gomito e a scambiarsi risatine complici ogni volta che Marchionne veniva nominato.

20130203-marchionne-215824_tn.jpgMARCHIONNE

La scomparsa mediatica del capo Fiat è avvenuta per gradi. È cominciata quando John Elkann ha deciso di prendersi la scena aziendale, conquistando la Rcs, leggi il Corriere della Sera, per ristabilire la primazia familiare nelle relazioni arrugginite del capitalismo italiano. In quel momento, la ragnatela industriale e globale di Marchionne si è accartocciata sotto il peso degli antichi compromessi.

marchionne-operai-grugliasco-215218_tn.jpgMARCHIONNE CON GLI OPERAI GRUGLIASCO

In estate, poi, la seconda eclissi. La Corte costituzionale dà ragione alla Fiom: il sindacato è stato discriminato nelle fabbriche della Fiat, il comportamento antisindacale deve essere rimosso. Gli uomini di Landini stappano bottiglie e brindano alla vittoria. Marchionne mastica amaro. Cerca di aggira l'ostacolo ma deve prendere atto che la strategia dell'annientamento non ha funzionato. Con Landini bisognerà trattare di nuovo, tanto che la Fiat, a novembre, lo convoca, dopo tre anni, al Lingotto.

marchionne-monti-elkann-208632_tn.jpgMARCHIONNE MONTI ELKANN

Marchionne, allora, scarta di lato e si concentra sull'America. C'è da risolvere la grana del sindacato americano, lo Uaw di Bob King, che detiene il 41% della Chrysler e che vuole rientrare del proprio investimento. Quei soldi sono necessari a pagare le cure mediche dei pensionati.

passera-marchionne-193576_tn.jpgPASSERA MARCHIONNE BIG

E il sindacato ha un solo vantaggio negoziale: senza il 100% della Chrysler, Marchionne non può utilizzare la florida cassa dell'azienda per le esigenze complessive del gruppo. Deve trattare e chiudere. Bob King, super-pragmatico tanto da essere preso a modello da Bonanni, si dimostra abile negoziatore e costringe Marchionne a un soggiorno prolungato a Detroit.

bonanni-marchionne-192818_tn.jpgBONANNI E MARCHIONNEsergio-marchionne-191620_tn.jpgSERGIO MARCHIONNE

IN Italia, nel frattempo, le vendite precipitano, i nuovi modelli latitano, anche il Motor Show bolognese viene annullato. Per quanto riguarda il Belpaese, è difficile prevedere un'inversione di tendenza anche se gli stabilimenti vengono ristrutturati per far posto al polo del lusso in Piemonte e alla produzione di Suv in Basilicata.Ma gli operai restano, al 30%, in cassa integrazione, la vera strategia dell'azienda. Termini Ime-rese e Irisbus restano chiusi, all'Alfa di Arese vengono mandati via gli ultimi 79 operai. Per loro il modello Marchionne ha significato disoccupazione. In nome del mercato e della fabbrica globale. Che in Italia non ha visto nessuno. Così come non si vede più Marchionne.

L’altra campana

:mrgreen:

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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In pratica imputa a Marchionne anche il fatto che quest'anno non si è tenuto il MotorShow di Bologna :disp:

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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non entro troppo nel merito dell’articolo, ma ammetto che mi fa un po’ sorridere. Le opinioni sono come le gonadi, ognuno ha le sue, ma se sei un analista certi scenari dovresti comprenderli al primo colpo d’occhio. Mi spiego e cito un pezzo dell’articolo

In estate, poi, la seconda eclissi. La Corte costituzionale dà ragione alla Fiom: il sindacato è stato discriminato nelle fabbriche della Fiat, il comportamento antisindacale deve essere rimosso. Gli uomini di Landini stappano bottiglie e brindano alla vittoria. Marchionne mastica amaro. Cerca di aggira l'ostacolo ma deve prendere atto che la strategia dell'annientamento non ha funzionato. Con Landini bisognerà trattare di nuovo, tanto che la Fiat, a novembre, lo convoca, dopo tre anni, al Lingotto.Marchionne, allora, scarta di lato e si concentra sull'America. C'è da risolvere la grana del sindacato americano, lo Uaw di Bob King, che detiene il 41% della Chrysler e che vuole rientrare del proprio investimento. Quei soldi sono necessari a pagare le cure mediche dei pensionati.

a parte il commento sulle cure mediche dei pensionati che è da premio pulitzer :mrgreen:

non capisco come si possa dire che il maglionato scarta di lato e si concentra sull’America perché ha preso mazzate da Landini.

Landini, buona pace per lui, è secondario all’America, quella è il core bisinis da ormai un po’ di tempo e la strategia sull’Italia è diretta conseguenza del fatto che il grosso delle risorse è stato dirottato oltreoceano perché lì ha possibilità di rendere che qui non ha. E non è cosa nuova né segreta, ma più volte dichiarata

Ripeto, non esprimo giudizi sull’operato del maglionato, ma sorrido nel constatare che, a forza di guardarsi l’ombelico, anche professionisti dell’informazione non riescono a leggere situazioni tanto chiare.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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