Vai al contenuto

Il futuro dei siti produttivi Stellantis


Messaggi Raccomandati:

Da ANSA.IT

MILANO - La Fiat non ha accolto la richiesta dei sindacati di ritirare la procedura di trasferimento per 232 lavoratori del centro stile progettazione di Arese. Lo afferma Corrado Delle Donne, sindacalista dello Slai Cobas, che ha da poco lasciato la sede di Assolombarda dove era in corso l'incontro tra i rappresentanti della Fiat e i sindacalisti. Di fatto si configura la chiusura del Centro stile e progettazione a cui seguirà quella di Powertrain col trasferimento anche del call center e quindi l'abbandono definitivo - temono i sindacati - dell'Alfa Romeo di Arese.

La delegazione della Fiat era guidata da Andrea Farinazzo, il manager sequestrato dai dipendenti per qualche ora a Bruxelles nello scorso aprile a seguito dei licenziamenti che il gruppo aveva annunciato in Belgio. Secondo quanto riportato da Maria Sciancati della Fiom-Cgil, il Lingotto ha motivato la propria decisione con "esigenze organizzative finalizzate al miglioramento". Sciancati ha poi spiegato che i manager Fiat hanno affermato che i lavoratori "sicuramente saranno trasferiti a partire dal 4 gennaio a Mirafiori". Secondo la Fiom e gli altri sindacati "il ritiro della procedura è la condizione per discutere". In caso contrario, "si va allo scontro". Già da lunedì prossimo è convocata una assemblea di tutti i sindacati alla portineria centrale di Arese e, come ha aggiunto Corrado Delle Donne, "ci saranno iniziative continuative per raggiungere uniti il nostro risultato". L'obiettivo dei sindacati è "non mollare finché la Fiat non molla, Torino non può pensare di chiudere l'Alfa ad Arese e per questo le istituzioni si debbono schierare".

Qui i sindacati chiamano in causa la Regione Lombardia, che nel 2004 aveva predisposto il "piano per la mobilità sostenibilé con il mantenimento dell'Alfa Romeo ad Arese e l'arrivo di nuove iniziative imprenditoriali rivolte all'attività di ricerca e produzione di veicoli a basso impatto ambientale. Qualcosa però si sta muovendo anche a livello istituzionale, e per questo i sindacati sono allarmati, in quanto venerdì prossimo verrà presentato a Rho, in Comune, il piano per l'area dell'Alfa Romeo di Arese in vista dell'Expo 2015. Sul piatto c'é il cambio, almeno in parte, di destinazione d'uso dell'area, da industriale a residenziale e servizi. Per questo Fiom-Cgil Slai-Cobas e Flmu-Cub hanno annunciato battaglia non solo nei confronti della Fiat, ma anche verso le istituzioni.

Link al commento
Condividi su altri Social

Trovo interessante quello che ha detto un ex operaio Alfa all'Ansa

Ex operaio racconta l'Alfa di una volta - Associate - ANSA.it

Notate la fotografia: catena di montaggio della Ritmo 1a serie.

A voi i commenti.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

Link al commento
Condividi su altri Social

Questa parte su Arese, però, penso che convenga spostarla nel topic apposito.

La chiusura di Arese, sopratutto come impianto produttivo, è una cosa che fa già parte della storia e non rientra certo in nessun piano di sviluppo/ricollocazione degli impianti Fiat group in Italia. ;)

Link al commento
Condividi su altri Social

Marchionne: «In Italia non possiamo tenere aperti sei stabilimenti Fiat»

Sul piano industriale della Fiat che sarà presentato il primo dicembre prossimo al ministro delle Attività Economiche Claudio Scajola e in seguito alle parti sociali, l'amministratore delegato di Fiat Group, Sergio Marchionne, ha sottolineato: «Abbiamo un piano industriale intelligente e riusciremo ad aumentare la capacità produttiva in Italia».

«La cosa importante - ha aggiunto il top manager, a margine dell'incontro presso il Centro ricerche Fiat con il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini - è cercare di non difendere tutto se vogliamo tenere tutti gli stabilimenti aperti e fare tutte le cose necessarie. Ci sono richieste che non sono fattibili in un mondo che è cambiato profondamente. Non possiamo tornare a una realtà che non esiste più. Abbiamo sei stabilimenti in Italia e quello che facciamo qui è l'equivalente di quello che facciamo in una sola fabbrica in Brasile. Questo non ha nessuna logica industriale».

Sergio Marchionne è pronto a discutere con il governo, a dicembre, il piano per l'Italia, ma una cosa è certa e la dice con fermezza: «non si può pensare di difendere tutto e di tenere tutti gli stabilimenti aperti. Non è fattibile, è fuori di ogni logica industriale». L'ad di Fiat prosegue: «Abbiamo in Italia sei stabilimenti e produciamo l'equivalente di quello che si realizza in una sola fabbrica in Brasile. Questo è fuori da ogni logica industriale, riflette una realtà che non c'è più. Siamo stati chiari nell'incontro con Berlusconi a giugno e oggi c'è poco da aggiungere». Poi ribadisce che «c'è l'impegno della Fiat a risolvere tutti i problemi legati al riallineamento della capacità produttiva. Confermo che sono disposto a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci. Capisco la posizione degli operai, sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna vedere qual è la situazione intelligente».

Sulle tensioni a Termini Imerese «confermo - ha detto Marchionne - che siamo disposti a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci. Capisco la posizione degli operai, sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna confrontarsi sulla realtà industriale e vedere qual è la soluzione intelligente. La Fiat fa auto, camion, trattori e motori. La politica industriale di sviluppo di questo Paese la fa il governo, non può essere responsabilità della Fiat. Non minaccio nessuno, sono semplicemente disposto a dare le nostre previsioni su come andrà il mercato poi spetta ad altri crederci o meno».

Più specificamente sulla situazione dello stabilimento siciliano Marchionne, rispondendo ad una domanda circa i finanziamenti ricevuti dal gruppo da parte della Regione, ha sottolineato che la Fiat non ha mai ricevuto un euro da nessuno. I sindacati hanno sostenuto che il gruppo ha ricevuto 500 milioni. «Non ho fatto nessuna richiesta di incentivi - ha aggiunto il manager riferendosi poi al quadro più generale - né la faremo. È una scelta di politica industriale del governo Berlusconi. Devono decidere loro. La Fiat gestirà ogni decisione che prenderanno».

Secondo Marchionne il mercato dell'auto in novembre è in linea con le aspettative quindi «confermiamo le previsioni per il 2009». Quanto all'auto elettrica Marchionne ha detto che gli americani, riferendosi alla Chrysler, «stanno investendo da anni, ci sono 125 ingegneri che ci stanno lavorando da anni e i lavori sono molto più avanzati di noi su questo tema. L'accordo con Chrysler ci dà la possibilità di condividere le nostre rispettive ricerche». Infine Marchionne ha voluto riaffermare che Fiat e Chrysler «bastano da sole, non c'è bisogno di altre alleanze».

20 novembre 2009

da Marchionne: «In Italia non possiamo tenere aperti sei stabilimenti Fiat» - Il Sole 24 ORE

Tanto tuonò che piovve... si avvicina fine anno gli incentivi non sono ancora stati prorogati e Marchionne comincia a scoprire il suo gioco. Come giocatore di poker temo che non ci sia nessuno dalla parte dei nostri politici in grado di tenergli testa.

Alla fine conveniva non darli questi incentivi, tanto i nodi prima o poi devono arrivare al pettine, il mercato dell'auto soffre da tempo di sovracapacità in Europa, i nuovi eldoradi sono altrove, era forse l'occasione per ristrutturare seriamente... credo che Sergione strapperà qualche altra buona concessione invece, in cambio di ulteriori ritardi nel piano di chiusura di Termini Imerese e di Pomigliano.

Modificato da wolfie05
Link al commento
Condividi su altri Social

Quoto. Su questo Napoleone ha francamente ragione da vendere.

Aumentare la produttività in meno impianti, e logicamente bisogna sacrificare quelli meno efficienti e meno qualitativi da anni per risultare più competitivi sul mercato.

Ci vuole un piano di sviluppo aziendale da una parte, che coinvolga il sistema paese, che potenzi la produzione in maiera efficiente... e civuole un piano di sviluppo industriale (e non) da parte dello Stato e dei governi locali, per riconvertire e riqualificare gli impianti e le persone non adatte allo scopo.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Link al commento
Condividi su altri Social

Ci vuole un piano di sviluppo aziendale da una parte, che coinvolga il sistema paese, che potenzi la produzione in maniera efficiente... e civuole un piano di sviluppo industriale (e non) da parte dello Stato e dei governi locali, per riconvertire e riqualificare gli impianti e le persone non adatte allo scopo.

ecco arrivi agli anta :shock:e mi diventi democristiano :mrgreen:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

Link al commento
Condividi su altri Social

ecco arrivi agli anta :shock:e mi diventi democristiano :mrgreen:

usssiggnùr... ma manco negli incubi più reconditi :§:shock::disag:

Ti faccio indovinare chi è stato l'ultimo a riuscire a cominciare e completare opere pubbliche di una certa rilevanza in questo paese? ;):mrgreen: a bonificare e rilanciare una certa industrializzazione al sud? :pen:

(non valgono le nuscate, chiaramente, quello è SOLO voto di scambio)

D'altronde, a livello sociale (prima ancora che politico) si vede in che paese viviamo da episodi tipo quello di Torino oggi. Qualsiasi decisione avrà una connotazione sociopolitica e ci sarebbero forti tensioni.

Sono convinto che OGGI non ci sia alternativa. O quello, e cerchiamo di gestirlo, oppure la mano forte.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.