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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Si tratta di qualcosa che ho già visto accadere più volte: si esaspera una situazione in modo da scatenare una certa reazione da parte di un'istituzione, di un'azienda o di una persona e poi si usa tale reazione come prova per dimostrare le proprie tesi.

Da vecchio dietrologo, ti dico come la vedo io. FIAT da una parte e FIOM dall'altra stanno facendo a gara a chi ce l'ha più lungo.

Da una parte a FIAT frega una cippa del blocco di quel carrello, ma vuole dare un segnale di tolleranza zero a FIOM e a chi si schiera con FIOM.

Dall'altra parte a FIOM serve un qualcosa, qualsiasi cosa, che faccia rumore per giustificare le sue posizioni radicali rispetto alle altre due organizzazioni maggiormente rappresentative.

Vedremo come finirà.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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e siamo sempre allo scontro "politico" FIAT-FIOM, non certo a un caso di licenziamento e di reintegro

C'è anche, IMHO, la volontà di FIAT di capire fino a che punto possono spingersi nella "americanizzazione di fatto" delle relazioni industriali.

E la volontà di Fiom di ritornare agli anni '70 :(

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Da vecchio dietrologo, ti dico come la vedo io. FIAT da una parte e FIOM dall'altra stanno facendo a gara a chi ce l'ha più lungo.

Da una parte a FIAT frega una cippa del blocco di quel carrello, ma vuole dare un segnale di tolleranza zero a FIOM e a chi si schiera con FIOM.

Dall'altra parte a FIOM serve un qualcosa, qualsiasi cosa, che faccia rumore per giustificare le sue posizioni radicali rispetto alle altre due organizzazioni maggiormente rappresentative.

Vedremo come finirà.

la sostanza credo sia questa anche per me.

Due posizioni massimaliste difficilmente conciliabili.

Fiat non ha ottenuto ciò che sperava a pomigliano ed ora cerca di farla purgare a fiom (teniamo comunque conto che a Pomigliano ha votato contro una percentuale superiore ai tesserai fiom)

Fiom ha problemi di tessere, qualche casino giudiziario in alcune province e, per recuperare posizioni sulle altre sigle, sta adottando una linea intransigente.

Capisco le ragioni di uno e dell'altro, il problema è che le condividido poco.

In ogni caso le condizioni eminentemente politiche che permettevano ad entrambi gli attori di sostenere le proprie posizioni sono venute meno e il rischio maggiore lo corre l'occupazione.

Parliamo da giorni delle sorte di tre protagonisti (imho politicizzati, nella più larga accezione del termine) di una schermaglia a suon di cavilli e perdiamo di vista le difficoltà di un comparto di qualche decina di migliaia di persone

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Guest EC2277

Infatti stanno giocando a braccio di ferro nel quale la posta in gioco sono i posti di lavoro in Italia e, se perde la FIAT, assisteremo ad un lento e progressivo abbandono dei suoi stabilimenti italiani in favore dei più miti stabilimenti esteri.

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La mia impressione e' simile , ma credo che il braccio di ferro sia generato da fiat proprio con l'obiettivo di abbandonare gli stabilimenti italiani.

si vuole provocare una guerra , che stanti le leggi vigenti, si perdera' quasi sicuramente per ottenere il pretesto per chiudere.

Stessa strategia usata a Pomigliano: chiedere cio' che si sa non si otterra' mai.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Infatti stanno giocando a braccio di ferro nel quale la posta in gioco sono i posti di lavoro in Italia e, se perde la FIAT, assisteremo ad un lento e progressivo abbandono dei suoi stabilimenti italiani in favore dei più miti stabilimenti esteri.

è quello che temo anche io.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Guest EC2277
La mia impressione e' simile , ma credo che il braccio di ferro sia generato da fiat proprio con l'obiettivo di abbandonare gli stabilimenti italiani.

si vuole provocare una guerra , che stanti le leggi vigenti, si perdera' quasi sicuramente per ottenere il pretesto per chiudere.

Stessa strategia usata a Pomigliano: chiedere cio' che si sa non si otterra' mai.

Non credo poiché, in quel caso, le conseguenze occupazionali sarebbero tali da provocare il collasso di tutto il sistema socio-economico italiano percui penso che i nostri politici, se messi alle strette di dover decidere se perdere gli stabilimenti della FIAT o rivoluzionare il mercato del lavoro italiano allineandolo a quello degli altri paesi europei (che non significa tornare alla semi-schiavitù dell'800) opteranno per la seconda; FIOM o non FIOM. Ne va della loro stessa sopravvivenza politica.

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