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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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2010 - 2011 - inizio 2012, ne vedremo delle belle. FIAT, Alfa e Lancia hanno i cassetti vuoti nessun modello in uscita (o credete ancora alle favole?), la concorrenza sforna prodotti e occupa nicchie sia vecchie che nuove, senza incentivi vedremo un bel crollo delle vendite in UE con stablimenti in italia prossimi alla chiusura, senza tener conto che in mercati in pieno boom come la Cina FGA è fuori dai giochi.

E in tutto questo al posto di chiedere a Marchionne il perchè di questo sfacelo con Alfa e Lancia con 2 modelli a testa, e Fiat inchiodata al segmento A + B, lo inviteranno a meeting religiosi dove citerà Kant e l'importanza del cambiamento.

Santo Brasile prega per noi.

Prega per noi.

Non saprei...:mrgreen:

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Guest EC2277
le piattaforme ci sono ma non è nulla se paragonato al punto di forza da cui partivano 10 anni fa... potevano sviluppare quelle basi anzichè abbandonarle. ora devono nuovamente ripartire da zero (quasi), solo in un contesto in cui hanno definitivamente abbandonato il segmento D (in cui prima invece erano fortemente presenti) con tutte le conseguenze del caso. la mia era solo l'ennesima disamina sulle opportunità mancate, nata però dal fatto che secondo me, è sbagliato attribuire a marchionne la situaizone attuale. le carenze vere ci sono state prima.

Quelle piattaforme sono state abbandonate poiché troppo costose da tenere in produzione ed aggiornare percui, vista la situazione in cui versava la FIAT, si è optato per un radicale cambio di strategia che non finisse di distruggere le finanze del Gruppo torinese.

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Quelle piattaforme sono state abbandonate poiché troppo costose da tenere in produzione ed aggiornare percui, vista la situazione in cui versava la FIAT, si è optato per un radicale cambio di strategia che non finisse di distruggere le finanze del Gruppo torinese.

attenzione, io non parlo della 159

parlo di ancora prima.... 156/147/gtv

anche li problema di costi? mi pare di ricordare che il pianale "Premium" che è andato a sstituire il vecchio sia stato un bagno di sangue... costava meno della piattaforma precedente?

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Guest EC2277
attenzione, io non parlo della 159

parlo di ancora prima.... 156/147/gtv

anche li problema di costi? mi pare di ricordare che il pianale "Premium" che è andato a sstituire il vecchio sia stato un bagno di sangue... costava meno della piattaforma precedente?

Per quanto riguarda la piattaforma precedente il problema era diverso: il pianale aveva oramai raggiunto l'obsolescienza e si rendeva necessario sostituirlo con uno più moderno. Da qui lo sviluppo del pianale della Stilo, dal quale è derivato quello della Bravo e da quest'ultimo sono derivati il C-Evo della Giulietta ed il D-Evo che verrà montato su tutte le segmento D del Gruppo FIAT/Chrysler.

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Intanto QUATTRORUOTE da questa notizia:

Fiat di Pomigliano

SPOSTAMENTO DELLA PRODUZIONE

Buone notizie per la Fabbrica Italia Pomigliano. La nuova società si è avvalsa della manutenzione interna per lo spostamento della produzione dell'Alfa Romeo 159 sulla linea di montaggio, lastratura e verniciatura del reparto ormai dismesso dell'Alfa Romeo 147.

La new company è nata a fine luglio dallo scorporo del settore auto della Fiat da quelli dei veicoli industriali e agricoli con l'obiettivo di rilanciare lo stabilimento di Pomigliano d'Arco e di riassumere circa 5.000 dei suoi lavoratori.

Grande professionalità. La notizia è stata diffusa da uno dei rappresentanti sindacali dello stabilimento campano, Gerardo Giannone, il quale ha sostenuto che l'affidamento dei lavori agli stessi operai della fabbrica dà loro un grande prestigio e fa capire quanta professionalità siano in grado di offrire. "I lavori di spostamento sono quasi ultimati - ha proseguito Giannone - e i nostri operai sono stati molto veloci, se si considera che hanno lavorato nel solo mese di agosto. Fabbrica Italia Pomigliano comincia, così, a muovere i suoi primi passi".

I circa 2.200 operai dedicati alle linee dell'Alfa Romeo 159 attendono ora la ripresa della produzione che dovrebbe avvenire tra la seconda e la terza settimana di settembre. Gli addetti all'Alfa 147, invece, dovranno aspettare la chiamata per la firma del contratto con la nuova società, prevista per la fine di settembre. R.Bar.

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testimonianze sul licenziamento dei 3, fonte Panorama via Il Giornale

Melfi, tutta la verità sugli operai Fiat

Pubblichiamo ampi stralci dell’inchiesta firmata da Antonio Rossitto su «Panorama» oggi in edicola. Attraverso le testimonianze protette dall’anonimato («altrimenti mi linciano») di altri operai dello stabili*mento Fiat di Melfi (Potenza) è ricostruita la verità sul licenziamento dei tre metalmeccanici poi reintegrati per ordine del giudice del lavoro. Ricatti, minacce e sabotaggi: l’inchiesta offre uno spaccato inquietante della vita nella fabbrica. Dove quelli della Fiom «si sentono padroni».

Melfi, lunedì 30 agosto 2010: mancano 10 minuti alle 5 di pomeriggio. In un minuscolo ufficio nel centro storico si presenta un uomo alto, con il volto preoccupato. (...) Lavora alla Fiat di Melfi da molti anni, è un sindacalista. Prima ancora di sedere, scandisce: «Parlo solo a una condizione: l’anonimato. Altrimenti in fabbrica ho chiuso. Mi darebbero del traditore. La gente pensa che dobbiamo schierarci con i tre a prescindere. È un momento in cui la verità è scomoda: stanno tutti con la Fiom».

(...) È uno dei dieci sindacalisti che la notte fra il 6 e il 7 luglio organizza il corteo: al fianco di Barozzino e Lamorte, delegati di fabbrica della Fiom. L’agitazione viene indetta unitariamente da tutte le sigle, all’inizio del turno di notte: intorno alle 10 di sera. È l’ennesimo di una lunga serie. Gli operai protestano da nove giorni per la decisione della Fiat di aumentare la produttività. Decidono di indire una protesta anche quel giorno, alla catena di montaggio. Partecipano 52 lavoratori sui 735 impiegati sulle linee: appena il 7 per cento. Lo sciopero parte alle 2 meno un quarto. «Quelli della Fiom, armati di fischietto e vuvuzela, cominciano il corteo. Fra noi sindacalisti si discute di cosa fare. Io, nell’attesa, vado a fumare una sigaretta. Quando rientro, verso le 2.15, vedo che davanti ai colleghi ci sono una decina di responsabili dell’azienda. E Lamorte e Barozzino sono in mezzo alla linea dei carrellini, che sono fermi». L’operaio si riferisce a una pista su cui corrono, appunto, dei piccoli robot. Portano accessori da montare sulle auto che scorrono sulle linee accanto: bocchettoni, cinture, tappetini. I due delegati della Fiom stazionano davanti alla pista. Dopo si aggiungerà Pignatelli. «Lo sappiamo che là non ci possiamo stare, e appena ce ne siamo resi conto ci siamo spostati tutti» chiarisce a «Panorama» il sindacalista. Il responsabile del reparto li chiama per nome e cognome, chiede di togliersi di lì, aggiungendo che sono passibili di licenziamento. Una, due, dieci volte... «E loro immobili. Lo guardano con aria di sfida, le braccia incrociate. Rimangono così almeno un quarto d’ora». «Le regole le conosciamo» continua. «Sappiamo dove possiamo stare e dove no. E soprattutto lo sa Barozzino: i cortei sono il suo pane». È il delegato più votato dello stabilimento: 161 preferenze alle ultime elezioni di giugno. È al quinto mandato. Viene considerato il leader dell’ala più oltranzista e meno dialogante della Fiom, che alla Fiat di Melfi è la sigla con più iscritti e rappresentanti.

(...) Ancora più esplicito è un altro testimone. Anche lui è un rappresentante sindacale. E anche lui è tra gli organizzatori del corteo. «Quelli della Fiom hanno tutti i torti in questa storia. Quella notte non ottenevano niente con gli scioperi e hanno fatto un sabotaggio». Accuse gravissime. E in netto contrasto con la ricostruzione fatta da Emilio Minio, il giudice del lavoro del tribunale di Melfi che il 9 agosto ha ordinato alla Fiat il reintegro dei tre. Il sindacalista allora argomenta: «I responsabili dello stabilimento avevano riorganizzato la produzione, spostando gli operai che non scioperavano su un’unica linea produttiva. La Fiom si è resa conto di non avere fatto grandi danni e ha studiato un’azione più eclatante». (...) «Loro, del resto, si sentono i padroni dello stabilimento: non hanno paura. Se la sono cercata». (...) «Per inciso: a me, ‘sti cortei all’interno dello stabilimento non piacciono per niente. Non si può passare davanti agli operai che non scioperano e insultarli. Quelli della Fiom urlano volgarità di ogni tipo: “schiavi”, “lavorate sempre”, “vi fate rompere il culo”, “siete quattro bastardi”. È un’umiliazione intollerabile. Vedo brave persone in difficoltà, costrette a calare la testa. Anche le operaie vengono prese a maleparole dalle iscritte: “zoccola”, “infame”, “puttana”». Anche quella sera ci furono insulti? «Purtroppo sì» sibila il sindacalista.

Melfi, tutta la verità sugli operai Fiat - Interni - ilGiornale.it del 03-09-2010

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fosse la nuda verità, adesso chiedo a chi prima difendeva quei 3 sindacalisti di spiegarmi cosa ne pensano.

poi ci si lamenta se vogliono chiudere tutti glistabilimenti in Italia.. come si fa a produrre auto in queste condizioni?

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