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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Credo davvero che su questo argomento nessuno possa davvero contraddire Marchionne. Certamente la questione degli incentivi è importante ma la fiat del futuro non può perdere milioni di euro di mancate economie per tenere aperti impianti che non hanno mai avuto senso industriale ma solo sociale come quello di Termini.

E' anche vero però che un'eventuale chiusura avrebbe esiti disastrosi per l'economia di quella parte ell'isola proprio ora che Berlusconi sta avviando un piano di rilancio del mezzogiorno e che raccoglie una bella fetta di elettorato proprio sull'isola.

Oltretutto fa specie sentire blaterare circa i 6 stabilimenti che poducono come uno brasiliano (affermazione che avrebbe fatto ghiacciare il sangue solo dieci anni fa visto che stiamo parlando ancora di terzo mondo) e poi si accattano a caro prezzo lo stabilimento Bertone e quello Pininfarina (a breve), vanno ad investire in Serbia e via discorrendo.

C'è qualcosa di davvero poco chiaro in tutto questo. Una strategia ricattatoria per la proroga degli incentivi, oppure un oscuro disegno industriale?

La partita a poker è iniziata ma non credo sinceramente che in sicilia si continuerà a produrre auto. Logisticamente è delirante e poi ci sono i noti problemi di assenteismo e la necessità di riconversione dello stabilimento tipo Pomigliano e rischiare di rimanere con un pugno di mosche. Bisognerà vedere se nelle altre attività del gruppo si potrà scovare una destinazione per lo stabilimento magari con produzioni a basso contentuto tecnologico (com'è l'assemblaggio della Ypsilon oggi) ma solo ed esclusivamente spupazzandosi dei bravi contributi. Un'altra volta, per una storia che rischia di non finire mai...

A tutti viene davvero voglia di dire: bruciate tutto, ci avete rotto da quarant'anni, ma credo davvero che li ci avvicineremmo a qualcosa come una tragedia sociale. Un bel rebus

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Previsto un aumento produttivo di circa il 40%. A Mirafiori MiTo e il nuovo monovolume Panda a Pomigliano, salvi tutti gli impianti tranne Termini Imerese

Fiat, ecco il piano per l'Italia, più auto prodotte: 900mila l'anno

TORINO - Più automobili prodotte in Italia. Questa sarà l'offerta contenuta nel piano che tra un paio di settimane Sergio Marchionne presenterà ai sindacati. In cambio di che cosa? L'obiettivo dell'ad del Lingotto è quello di riequilibrare una realtà da lui definita "non più accettabile" e sintetizzata in queste cifre: nei cinque stabilimenti italiani dell'auto (Mirafiori, Cassino, Pomigliano, Melfi, Termini Imerese) con 21 mila 900 addetti quest'anno si produrranno 645 mila vetture (15-20 mila in più del 2008); nello stesso periodo, in Polonia, 5 mila 800 addetti produrranno 600 mila vetture e in Brasile 8 mila 700 addetti ne produrranno 700 mila.

Avviato il piano di rilancio della Chrysler, Marchionne affronta dunque il "caso Italia", tentando di ridimensionare questo evidente squilibrio. Le indiscrezioni che circolano a Torino ipotizzano una rivoluzione che allarma i sindacati. Ecco perché.

Termini Imerese. E', al momento, l'unica certezza. Il piano infatti prevede la fine della produzione automobilistica nel 2011 già annunciata da Marchionne. Da quel momento la nuova Y verrà trasferita in Polonia. Non c'è invece alcuna certezza sul futuro dei 1500 dipendenti della fabbrica siciliana. Il Lingotto ha sempre detto di essere in attesa di proposte da parte delle istituzioni.

Pomigliano. Dagli stabilimenti polacchi verrebbe trasferita la produzione della nuova Panda che vale 270 mila vetture all'anno. Lo stabilimento campano perderebbe progressivamente le ben più pregiate produzioni dei modelli Alfa Romeo. E' certo infatti che l'erede della 159, la futura Alfa Milano dell'accordo Chrysler, verrà dirottata su Cassino.

Cassino. Lo stabilimento laziale continuerà a produrre Croma, Bravo e Delta, alle quali si aggiungerà appunto il nuovo modello Alfa, forse apripista di altre vetture dello stesso marchio.

Melfi. Non si prevedono cambiamenti: resta confermata infatti la vocazione di principale stabilimento italiano per le utilitarie come la Punto e le sue eredi.

Torino. A Mirafiori l'unica certezza è la conferma dell'Alfa MiTo. Si avviano infatti ad esaurimento la Multipla e i due monovolumi di segmento B, Idea e Musa. Decisamente a fine corsa la Thesis. Multipla, Idea e Musa dovrebbero essere sostituite dal futuro monovolume oggi sotto la sigla di L1, un progetto di qualche anno fa che oggi potrebbe essere realizzato, insieme alla MiTo, su un'unica linea. L'erede della Thesis dovrebbe essere prodotta invece a Grugliasco, nello stabilimento Bertone acquisito da Fiat, dove arriverebbero anche le produzioni della Chrysler. La partnership potrebbe anche portare a una modifica dell'accordo con Psa per i monovolumi di segmento D, Ulisse e Phedra, che potrebbero essere sostituiti dalla nuova versione di Chrysler Voyager.

Con questo piano la produzione italiana di Fiat passerebbe dagli attuali 600-650 mila a 850-900 mila pezzi all'anno con un incremento del 40 per cento, naturalmente "se il mercato ci assiste", come è sempre stato detto a Torino. Al tavolo con le parti sociali l'aumento della produzione italiana sarà certamente il punto di forza di Marchionne. Ma i sindacati temono che l'aumento quantitativo coincida con la marginalizzazione degli stabilimenti italiani nella geografia del gruppo. Cioè che indebolisca le prospettive di Pomigliano, non ne offra alcuna a Termini Imerese e modifichi il ruolo centrale di Mirafiori.

"La scelta dell'America per l'auto elettrica" si chiede Giorgio Airaudo (Fiom) "si deve leggere come primo passo verso il trasferimento oltre oceano del baricentro del gruppo?". Si paventa una riduzione di peso di Pomigliano perché un conto è produrre un'Alfa, un altro la Panda: "Sul futuro dello stabilimento si respira un clima pesante", diceva nei giorni scorsi Giuseppe Terracciano (Fim). E il governo? Ancora giovedì Scajola rassicurava: "La Fiat non chiuderà stabilimenti in Italia".

© La Repubblica.it » Homepage (14 novembre 2009)

Modificato da Akula

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i sindacati andassero a ranare, ci capissero qualcosa il paese non sarebbe in queste condizioni!!

Ma i sindacati temono che l'aumento quantitativo coincida con la marginalizzazione degli stabilimenti italiani nella geografia del gruppo. Cioè che indebolisca le prospettive di Pomigliano, non ne offra alcuna a Termini Imerese e modifichi il ruolo centrale di Mirafiori.

"La scelta dell'America per l'auto elettrica" si chiede Giorgio Airaudo (Fiom) "si deve leggere come primo passo verso il trasferimento oltre oceano del baricentro del gruppo?". Si paventa una riduzione di peso di Pomigliano perché un conto è produrre un'Alfa, un altro la Panda: "Sul futuro dello stabilimento si respira un clima pesante", diceva nei giorni scorsi Giuseppe Terracciano (Fim).

ecco l'esempio lampante!!!

Fiat ha il baricentro su seg.A e B, Pomigliano raddoppierebbe la produzione, basandosi sull'importantissimo e strategico x fiat seg.A e questi dicono che perderebbe importanza??:pz:pz:pz:pz:pz:pz:pz:pz:pz:pz

Adesso all'improvviso Alfa Romeo divena un brand importante??

E l'auto elettrica CHE OGGI NON ESISTE in Italia, mentre la sono avanti, dopo il bail di Obama, su che basi dovrebbe essere in Italia??

Questi ragionano esattamente come assemblano le auto a Pomigliano, meritano che l'INTERA produzione si sposti all'estero...

E il governo? Ancora giovedì Scajola rassicurava: "La Fiat non chiuderà stabilimenti in Italia".
ma il governo cosa deve fare? imporre la produzione in perdita magari con sovvenzioni... giusto per alimentare l'assistenzialismo??

Fatemi capire....

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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IMO tra chiudere pomigliano o termini, forse il secondo è più facile

e poi, se ci saranno significative differenze nella qualità di produzione della panda rispetto a tichy, ci sarà la "smoking gun"2 per poter dire ai sindacati: 'mo basta

nel breve termine inoltre si smetterà di vedere auto di fascia medio alta fatte con i piedi

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non credo che alcuna smoking gun possa far presa sui sindacalisti e ridurli al silenzio.

ci vorrebbero metodi non più concepibili ai nostri tempi.... e che è meglio non menzionare.

i sindacati e gli operai sanno la verità, meglio di noi.

sanno che produrre a termini è una cazzata e che farlo a pomigliano significa costruire auto che starebbero meglio in uno sfascio che in un concessionario.

strepitano solo per far alzare dalla sedia il politico locale (o il referente nazionale) e portarlo a bussare da qualche parte per far passare i soldi che portano il CE di Fiat in pareggio.

in questo ha ragione che dice che Fiat campa sulle nostre spalle, ma in tale dinamica oggi la vedo un po' vittima...

Ciao

Luxan

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secondo me la strategia fiat per eliminare alcuni stabilimenti in Italia e' gia' in atto da diversi anni, con l' unico reale ed efficace sistema che si possa utilizzare: il blocco del turn over.

Alla fine, prima o poi, la riduzione del personale con il pensionamento o con le uscite incentivate, portera' alla chiusura come unica soluzione possibile.

L' eta' media elevata di Termini, Pomigliano e Mirafiori la dice lunga su quale sia la strategia da attuare.

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