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Sergio Marchionne FIAT SI METTA AL PASSO CON CHRYSLER

Pubblicata il 04/02/2011

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e Chrysler ha incontrato negli Stati Uniti Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte, in visita all'impianto di Jefferson North, dove viene prodotta la Jeep Grand Cherokee e dove sarà realizzata la prima Suv della Maserati.

Treno in corsa. Con l'occasione l'a.d. ha parlato della joint-venture tra il Lingotto e la casa di Detroit, dello stato di salute e delle aspettative delle rispettive Case. "Il risanamento di Chrysler - ha dichiarato Marchionne - va benissimo: qui il treno è partito e io non posso fermare questa azienda per aspettare Fiat. Alla Casa di Torino è stata data una possibilità negli Stati Uniti, se ce la giochiamo male è colpa nostra".

Europa atrofizzata. Marchionne definisce l'Europa una parte del cuore del progetto globale un po' atrofizzata, riferendosi in particolare a Mirafiori. "Non possiamo chiuderci in casa - ha continuato il manager - e pensare che risolveremo il problema in Piemonte o da altre parti. Il Piemonte ha una multinazionale che va incoraggiata". Sottolinea poi che la contrapposizione non aiuta. "Mirafiori ha qualità ed è sempre all'avanguardia, ma l'approccio deve essere positivo".

L'asse Europa-Stati Uniti. Mostrando a Cota la Fiat 500 per gli States, quella prodotta a Toluca, Marchionne si dice "preoccupato per la lentezza dell'Europa, in cui l'Italia non tiene il passo. Fabbrica Italia, come concetto è stato creato per dare la forza di andare avanti all'economia, ma c'è bisogno di condividere gli obiettivi con gli altri, non posso farlo da solo". E continua mettendo in evidenza che negli Stati Uniti "il discorso politico non lo fanno. Dobbiamo gestire le aziende come aziende". Tuttavia, ha ha definito Mirafiori essenziale e ha chiarito come il suo futuro è legato anche quello dei dipendenti americani. In definitiva, comunque, l'a.d. si dice ottimista e certo che l'asse Europa-Stati Uniti si riuscirà a realizzare.

Sergio Marchionne - FIAT SI METTA AL PASSO CON CHRYSLER - Mercato - Quattroruote

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queste esternazioni continue sono advvero incomprensibili: ha ottenuto il si, si va avanti ma che cosa vuole di piu' ora ?

non sara' che vuole nascondere le sue scelte che attualmente portano come conseguenza una gamma povera e non aggiornata ?

nessun giornalista pronto a spiegargli che i concorrenti europei principali hanno battuto i record di vendite nel 2010 grazie ad un' offerta adeguata alle esigenze del mercato ?

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non sara' che vuole nascondere le sue scelte che attualmente portano come conseguenza una gamma povera e non aggiornata ?

nessun giornalista pronto a spiegargli che i concorrenti europei principali hanno battuto i record di vendite nel 2010 grazie ad un' offerta adeguata alle esigenze del mercato ?

cos aggiungere di piu, anzi aggiungerei che i progetti in corso ora vengono tutti accelerati per motivi di tempo, con conseguente perdita della qualità dei prodotti..:|

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  • 1 mese fa...

FIAT: SI RIAFFACCIA IL TORMENTONE SULLA SEDE

La questione della localizzazione della sede del gruppo Fiat-Chrysler e' destinato ad essere uno dei tormentoni dell'anno. Un report della Reuters indica che Sergio Marchionne e' intenzionato a trasferire sull'altra sponda dell'Atlantico la sede mentre Torino sarebbe la base per gestire le operazioni in Europa. Altra novita' la possibile quotazioni della Ferrari con un valore, secondo il Lingotto, di circa 5 miliardi di euro.

Le nuove indiscrezioni hanno riacceso anche le reazioni dal mondo della politica e del sindacato. La Cgil chiede l'intervento del governo mentre la Uil non intende correre dietro rumors e indiscrezioni e rimanda alle assicurazioni fornite dal vertice Fiat. Elkann e Marchionne a piu' riprese hanno smentito la decisione di voler trasferire la sede del gruppo negli Stati Uniti.

Lo stesso Marchionne il mese scorso in una audizione alla Camera aveva sottolineato che ''se verranno realizzate le condizioni del piano, la Fiat potra' mantenere la sede legale in Italia''. ''La scelta sulla sede legale non e' ancora stata presa'', aveva detto Marchionne, precisando pero' subito dopo che ''sara' condizionata da alcuni elementi di fondo''. ''Il primo e' il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto 'Fabbrica Italia'. Se si realizzeranno le condizioni che sono alla base del nostro piano allora il nostro Paese sara' nella posizione di mantenere la sede legale''.

Rileggendo le parole di Marchionne negli ultimi mesi, la questione della sede legale non sembra argomento all'ordine del giorno, ma non sembra neanche una questione di carattere strategico. Anche nel vertice tra Fiat e governo di meta' febbraio, la questione della sede non e' stata affrontata in quanto, come riferirono i ministri Romani e Sacconi, sara' argomento all'ordine del giorno non prima del 2013.

Piu' imminente, sul fronte degli assetti societari, e' la crescita di Fiat nel capitale Chrysler. In base all'accordo Fiat salira' al 35% senza esborso di contanti ma sulla base della realizzazione di alcune condizioni. Il Lingotto poi vanta una opzione per salire al 51% di Chrysler. Recentemente Marchionne ha affermato che Fiat non e' obbligata a esercitare l'opzione prima del ritorno in borsa di Chrysler ''ma e' meglio esercitare l'opzione prima, altrimenti scade''. ''L'opzione scade nel momento in cui Chrysler va in borsa. Fiat in compenso si e' tenuta il diritto di veto per bloccare l'operazione. Lo abbiamo fatto per proteggere la Fiat''.

La decisione di Barack Obama di dare la Chrysler alla Fiat da fiore all'occhiello per il sistema Italia si sta trasformando nell'incubo che Auburn Hills diventi il cuore dell'aggregato Fiat-Chrysler. La governance di Fiat-Chrylser e' un tema delicato guardando la storia infelice delle relazioni transatlantiche nell'auto, un settore dove le acquisizioni e fusioni spesso hanno prodotto risultati deludenti. Daimler pensava di governare Chrysler da Stoccarda con i risultati che tutti conoscono. Altrettanto mediocri le gestioni da Detroit delle province europee di GM e Ford con l'eccezione di Ford Europa che e' completamente autonoma.

Ulteriore conferma delle difficolta' e' il caso della Volkswagen. La casa di Wolfsburg e' l'unico esempio positivo di capacita' di aggregare marchi, eppure nel Nordamerica perde qualcosa come 500 milioni di dollari l'anno.

Tornando alla crescita di Fiat in Chrysler, tra le condizioni c'e' il rimborso dei prestiti governativi alla Chrysler (oltre un miliardo di dollari l'anno di interessi).

L'obiettivo di Marchionne e' rimborsare i circa 7 miliardi di dollari di prestiti a USA e Canada entro l'anno assicurandosi migliori condizioni di finanzimento. Un elemento che dovrebbe far riflettere sullo pseudo condizionamento degli Stati Uniti su Marchionne. Quando Fiat ha presentato l'offerta a Obama per la Chrysler non c'era la fila di pretendenti e la casa americana versava in condizioni ben peggiori di quelle della Fiat quando venne nominato Marchionne. Nessun regalo americano alla Fiat. Il contratto impone condizioni precise per la salita del Lingotto nell'azionariato Chrysler.

La domanda e' quando Fiat potra' acquistare la maggioranza assoluta della casa americana. Marchionne ha detto che gia' nel 2011 l'operazione e' possibile ''ma non probabile''. La condizione e' il ritorno in borsa di Chrylser. Quanto potra' valere Chrysler? Guardando all'ipo di GM dei mesi scorsi e' probabile che Chrysler spuntera' valutazioni elevate, anche per la finanziarizzazione che caratterizza i collocamenti a Wall Street. Utilizzando i multipli di GM, il valore del 100% di Chrysler sfiorerebbe i 30 miliardi di dollari, quasi 4 volte la capitalizzazione di Fiat Spa. Utilizzando la media degli 8 principali costruttori auto al mondo, l'ipo Chrysler si attesterebbe intorno ai 20 miliardi. Un recente report di Barclays stima che Fiat dovra' sborsare intorno ai 500 milioni di euro per acquistare il 16% di Chrysler stimando intorno a 2 il rapporto enterprise value/ebitda del Lingotto.

Al Credit Suisse invece ritengono che difficilmente Fiat potra' salire al 51% nel 2011 (l'ipo Chrysler viene stimata nel secondo semestre) dovendo centrare due performance event per passare dal 25% al 35% e rimborsare i prestiti governativi.

L'AZIENDA RIBADISCE, ''SU SEDE ANCORA NESSUNA DECISIONE''.

La scelta sulla sede legale della Fiat ''non e' ancora stata presa'' e le notizie pubblicate dalla Reuters sul suo spostamento negli Stati Uniti ''con tutta evidenza'' sono ''informazioni non attuali''. Lo precisa il Lingotto in un comunicato.

''In relazione alle notizie pubblicate oggi dalla Reuters sullo spostamento della sede legale negli Stati Uniti - si legge nella nota - si precisa che si tratta con tutta evidenza di informazioni non attuali come appare chiaro dal fatto che siano state pubblicate all'interno, e senza particolare evidenza, di un lungo report sulla Fiat. A nostro avviso ben diverso sarebbe stato infatti il peso dato alla notizia in caso di informazioni fresche ed esclusive''.

''Nulla infatti e' cambiato - prosegue Fiat - rispetto alle notizie che erano apparse all'inizio di febbraio e che erano state commentate e precisate dall'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in occasione dell'audizione parlamentare del 15 febbraio scorso''.

''E' quindi opportuno - prosegue ancora la nota - ricordare quanto il dottor Marchionne disse sull'argomento: 'Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sara' nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento la societa' americana non e' quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entita' legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porra' evidentemente un problema di Governance.

La scelta sulla sede legale non e' ancora stata presa. Sara' condizionata da alcuni elementi di fondo. Il primo e' il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia'''.

FIAT SI RIAFFACCIA IL TORMENTONE SULLA SEDE

BMW M135i xDrive 306 cv

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  • 2 settimane fa...

Ministro canadese a Marchionne,da noi assemblaggio Alfa

Incontri al Lingotto,in Ontario opportunita' per imprese indotto

08 aprile, 20:16

Fiat:ministro canadese a Marchionne,da noi assemblaggio Alfa

TORINO - ''Chiediamo alla Fiat di fare l'assemblaggio per le vetture Alfa Romeo negli stabilimenti Chrysler dell'Ontario, aumentando cosi' la produzione e l'occupazione. E' un'opportunita' per noi e per loro, spero di convincere Marchionne''. E' questa la mission principale della visita torinese del ministro dello Sviluppo Economico dell'Ontario, Sandra Pupatello che oggi ha incontrato al Lingotto gli imprenditori e, subito dopo, Sergio Marchionne. A entrambi gli appuntamenti era presente anche l'ambasciatore canadese, James Fox.

''La 500 e' stata presentata in Canada - afferma Pupatello, che, nei giorni scorsi, e' stata anche a Milano - e le richieste sono davvero tante. Per i nostri concessionari essere scelti dalla Fiat e' come vincere alla lotteria''.

In Canada la casa di Detroit produce nello stabilimento di Brampton la 300C e la Dodge Challenger, a Windsor il minivan e il Town & Country, a Etobicoke (Toronto) componenti di meccanica per le auto. Hanno impianti in Ontario anche Toyota, Ford, Gm, Honda, che esportano l'85% della produzione negli Stati Uniti grazie a una logistica di livello molto alto. ''Le vendite della Chrysler - spiega il ministro - sono aumentate nel 2010 del 48%, ma ha anche sottratto quote di mercato ai competitors, Toyota, Ford, Gm, Honda, Bmw e Mercedes.

''Abbiamo iniziato a corteggiare la Fiat - racconta Pupatello - dal 2007, prima dell'operazione Chrysler. Pensiamo che l'Ontario sia per la casa torinese il Paese ideale. Prima della crisi i clienti volevano auto grandi, ora e' cambiato l'interesse e la domanda riguarda soprattutto vetture piccole e medie. Quindi ci sono molte opportunita' per la Fiat in questo segmento''.

Lo stato canadese - dove nel 2010 sono state prodotte 2,2 milioni di auto, il numero piu' alto di tutto il Nord America - guarda anche alle aziende dell'indotto, alle quali offre, oltre alla vicinanza agli Usa, benefici fiscali, con un'aliquota del 25% per le imprese, ma anche detrazioni di oltre il 60% per gli investimenti in ricerca e sviluppo. All'incontro con gli imprenditori hanno partecipato i vertici dell'Unione Industriale e della Camera di Commercio di Torino, rappresentanti dell'Ice, dell'Anfia e del Politecnico.

da http://www.ansa.it/motori/notizie/rubriche/industriamercato/2011/04/08/visualizza_new.html_904312110.html

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Ministro canadese a Marchionne,da noi assemblaggio Alfa

Incontri al Lingotto,in Ontario opportunita' per imprese indotto

08 aprile, 20:16

Fiat:ministro canadese a Marchionne,da noi assemblaggio Alfa

TORINO - ''Chiediamo alla Fiat di fare l'assemblaggio per le vetture Alfa Romeo negli stabilimenti Chrysler dell'Ontario, aumentando cosi' la produzione e l'occupazione. E' un'opportunita' per noi e per loro, spero di convincere Marchionne''. E' questa la mission principale della visita torinese del ministro dello Sviluppo Economico dell'Ontario, Sandra Pupatello che oggi ha incontrato al Lingotto gli imprenditori e, subito dopo, Sergio Marchionne. A entrambi gli appuntamenti era presente anche l'ambasciatore canadese, James Fox.

''La 500 e' stata presentata in Canada - afferma Pupatello, che, nei giorni scorsi, e' stata anche a Milano - e le richieste sono davvero tante. Per i nostri concessionari essere scelti dalla Fiat e' come vincere alla lotteria''.

In Canada la casa di Detroit produce nello stabilimento di Brampton la 300C e la Dodge Challenger, a Windsor il minivan e il Town & Country, a Etobicoke (Toronto) componenti di meccanica per le auto. Hanno impianti in Ontario anche Toyota, Ford, Gm, Honda, che esportano l'85% della produzione negli Stati Uniti grazie a una logistica di livello molto alto. ''Le vendite della Chrysler - spiega il ministro - sono aumentate nel 2010 del 48%, ma ha anche sottratto quote di mercato ai competitors, Toyota, Ford, Gm, Honda, Bmw e Mercedes.

''Abbiamo iniziato a corteggiare la Fiat - racconta Pupatello - dal 2007, prima dell'operazione Chrysler. Pensiamo che l'Ontario sia per la casa torinese il Paese ideale. Prima della crisi i clienti volevano auto grandi, ora e' cambiato l'interesse e la domanda riguarda soprattutto vetture piccole e medie. Quindi ci sono molte opportunita' per la Fiat in questo segmento''.

Lo stato canadese - dove nel 2010 sono state prodotte 2,2 milioni di auto, il numero piu' alto di tutto il Nord America - guarda anche alle aziende dell'indotto, alle quali offre, oltre alla vicinanza agli Usa, benefici fiscali, con un'aliquota del 25% per le imprese, ma anche detrazioni di oltre il 60% per gli investimenti in ricerca e sviluppo. All'incontro con gli imprenditori hanno partecipato i vertici dell'Unione Industriale e della Camera di Commercio di Torino, rappresentanti dell'Ice, dell'Anfia e del Politecnico.

da Ministro canadese a Marchionne,da noi assemblaggio Alfa - Industria e Mercato - Motori - ANSA.it

ormai per alfa marchionne non può rimangiarsi la parola data per quanto riguarda mirafiori... mi sa che giulia&suv sono legate all'Italia (per fortuna)... ma perchè non fare un pensierino sull'ASSEMBLAGGIO di mito e giulietta in canada? segmenti piu bassi che dovrebbero avere anche un maggior numero di vendite rispetto alle future colleghe alfa... un'altra ipotesi potrebbe essere la spider ancora non collocata (per quanto ne so io) e prevista nel piano industriale...sia chiaro... piu si produce in italia piu son contento... tuttavia credo che assemblare là mito e giulietta sia accettabile....

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come dice motron, l'eventuale seg. E a Tp sarebbe comunque prodotta esclusivamente li sulle stesse linee di auto che adottano lo stesso pianale

non avrebbe senso aprire una linea in It per un solo modello dai numeri limitati, a meno che la maseratina non decidano di farla qui

Ogni volta che un DJ dice "IO SUONO" un musicista, nel mondo, muore...

Primo estratto del nostro nuovo album!

 

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