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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Marchionne è stato chiamato a fare il liquidatore della sezione auto del gruppo Fiat. Il controllo della proprietà tramite la Exor s.a.p.a permette di poter in qualsiasi momento agendo sul mercato azionario di ridurre la quota di partecipazione nell'azienda la quale viene gestita dagli Elkann tramite uomini chiave nel Cda posti grazie al peso dei voti dato dalla partecipazioni ed i comuni interessi con i principali azionisti. Public company + proprietà poco interessata + manager americano pagato in stock option con ottica breve periodo provocano disastri. Lui migliora i bilianci disinvestendo e farmizzando quello che ha con l'attuale gamma. Deve tirare la baracca avanti ancora 2 anni liberandosi delle fabbriche italiane per poter rendere la vendita di marchi più appetibile. L'azienda straniera compra i regional brand sopracitati , rimarchia i suoi prodotti, sfrutta la rete di vendita attuale ed il gioco è fatto.

E se anche fosse vero,... quando cominceremo, invece di lamentarci delle persone, a domandarci perchè la gente disinveste dall'Italia.

"There ain't no such thing as a free lunch"

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E se anche fosse vero,... quando cominceremo, invece di lamentarci delle persone, a domandarci perchè la gente disinveste dall'Italia.

"There ain't no such thing as a free lunch"

Dipende se hai una visione monetarista-repubblicana della vita , tuttavia per costo del lavoro la nostra zona intesa come europa non sarà mai competitiva bisogna aumentare la produttività del lavoro. Tuttavia le produttività per ovvi motivi data la tecnologia sono crescenti fino ad un certo punto e poi decrescenti (dipende se la curva prodotto marginale sta o meno sopra la curva del prodotto medio) momento in cui si interviene con la tecnologia, ma qualcosa la si deve produrre non vendere fino allo sfinimento gli stessi modelli.

23/07/2012 => Doktoren in Economia Aziendale :-D

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Ciò non toglie che il primo paese da cui uno se ne và è di sicuro quello dove i sindacati coprono ogni tipo di comportamento sul posto di lavoro, dove i politi fanno i cazzi propri, dove c'è una corruzione altissima, dove la burocrazia è lentissima, ecc ecc ecc.

E chiudo qui per non continuare un OT che rischia di diventare politico.

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Ciò non toglie che il primo paese da cui uno se ne và è di sicuro quello dove i sindacati coprono ogni tipo di comportamento sul posto di lavoro, dove i politi fanno i cazzi propri, dove c'è una corruzione altissima, dove la burocrazia è lentissima, ecc ecc ecc.

E chiudo qui per non continuare un OT che rischia di diventare politico.

Ed aggiungiamoci pure la corresponsabilità di tanti "imprenditori", compresi gli Agnelli, che in tutti questi decenni hanno bussato alle porte della politica per chiedere favori di ogni genere !!

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Non so se hai capito il senso di quella risposta.

Ha detto che se la produzione in Italia non si rivelerà economicamente sostenibile per l'esportazione fuori dall'europa e in particolare verso gli Stati Uniti, non andranno a produrre in perdita e quindi la quantità di vetture prodotte in Italia dovrà essere sicuramente più bassa.

E siccome tenere aperto uno stabilimento per produrre metà o un terzo della produzione a regime è economicamente una minchiata, se hai 5 stabilimenti non puoi ridurre a tutti la produzione, ma devi chiuderne proporzionalmente alla diminuzione di vetture totali.

Ovviamente il presupposto è che il mercato interno ieri poteva assorbire 10 (pre-crisi e drogato a dismisura), ma in futuro assorbirà 7 o 5 (dipende dall'economia nazionale), mentre il mercato Europeo prima assorbiva 10, ma in futuro potrà assorbire 9 se le cose vanno da Dio e 7 se le cose vanno meno bene. Questo spero sia chiaro a tutti.

Permettimi un'osservazione: come può uno stabilimento essere "economicamente sostenibile" se nello stesso si insiste nel costruire modelli che vengono sistematicamente lasciati morire ??

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Non so se hai capito il senso di quella risposta.

Ha detto che se la produzione in Italia non si rivelerà economicamente sostenibile per l'esportazione fuori dall'europa e in particolare verso gli Stati Uniti, non andranno a produrre in perdita e quindi la quantità di vetture prodotte in Italia dovrà essere sicuramente più bassa.

E siccome tenere aperto uno stabilimento per produrre metà o un terzo della produzione a regime è economicamente una minchiata, se hai 5 stabilimenti non puoi ridurre a tutti la produzione, ma devi chiuderne proporzionalmente alla diminuzione di vetture totali.

Ovviamente il presupposto è che il mercato interno ieri poteva assorbire 10 (pre-crisi e drogato a dismisura), ma in futuro assorbirà 7 o 5 (dipende dall'economia nazionale), mentre il mercato Europeo prima assorbiva 10, ma in futuro potrà assorbire 9 se le cose vanno da Dio e 7 se le cose vanno meno bene. Questo spero sia chiaro a tutti.

Inizio dalla fine: a me non è chiaro e non perché non sono in grado di capire, bensì perché la penso diversamente, nonostante le tue speranze/esortazioni. (Peraltro immagino che tu stia partecipando da parerista e non da moderatore, altrimenti il senso delle tue ultime parole potrebbe non essere univoco ;))

Nel merito delle scelte strategiche:

- non credo che, trattandosi di un'azienda che quando ha voluto, o avuto bisogno, o insomma lo sappiamo, è stata a tutti gli effetti un'azienda di stato, le scelte strategiche siano di esclusiva competenza di chi formalmente la gestisce, ma vadano maggiormente condivise con tutti i portatori di interessi legittimamente coinvolti;

- più tecnicamente/aziendalisticamente ritengo che, in assenza, da anni, di piani industriali dichiarati, eppure sollecitati, richiesti da ogni dove, pure dal penultimo governo e dagli altri industriali associati, sia oltremodo ridicolo e vergognoso non avere il coraggio di ammettere le proprie responsabilità, proprie del management, intendo;

- al di là delle dissertazioni accademiche, che magari tutti evitiamo, cerco di guardare il tutto con distacco, per maggiore obiettività, quindi mi pare che finora, in un periodo eccezionale, gli sforzi siano stati chiesti (e ottenuti pure) ai lavoratori (alla faccia dello sforzo per quelli di Termini);

- sempre perché il periodo è profondamente nero, e se ne uscirà molto molto lentamente, quello che si è visto finora, in termini di nuova produzione, va considerato per quello che è, essendo vecchia produzione, di transizione (Freemont, Lancia Thema,), e sia pure;

- non mi esprimo sulla 500 in America del nord, perché i tentativi si possono/devono fare;

- interessanti, ma non basta, le ormai pronte e presentate Dodge/Alfa, che possono anche inorgoglirci un pochino;

- e poi? poco altro, per riservatezza?

- a casa nostra, di tutti, non mia, questo si chiama assenza di strategia;

- assenza voluta? non lo sappiamo e, sinceramente, speriamo che non sia questo il punto;

- oggi Marchionne ha avuto il barbaro ardire di mettere le mani avanti, perché l'art. 18 ce l'ha solo l'Italia, la produttività e le solite cose;

- ma di cosa parliamo? Saremmo eccezionalmente più competitivi in Italia, nel resto d'Europa e negli States? Con quali prodotti, senza averli progettati nei tempi debiti, come tenta invece di fare la concorrenza più qualificata e anche quella più traballante?

- in ogni caso la massima dirigenza è responsabile. E non hanno detto questo, ma ben altro. E' molto grave.

Ti prego di non voler semplificare, perché non giova ad alcuno.

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T

e a pensare che anche Marchionne non stia curando nel miglior modo gli interessi dell'Italia,

non è un benefattore, ne il presidente del consiglio, fa e deve fare tutto e di più per soddisfare il suo azionariato

Deve tirare la baracca avanti ancora 2 anni liberandosi delle fabbriche italiane per poter rendere la vendita di marchi più appetibile. L'azienda straniera compra i regional brand sopracitati , rimarchia i suoi prodotti, sfrutta la rete di vendita attuale ed il gioco è fatto.

e chi sarebbe? chi si pacca un boccone da 3\4milioni di auto? dove si è mai vista una vendita di tale entità?

Come integri due gruppi automobilistici tali, quando già prendere un marchio come opel somma sovraccapacità produttiva da ambo le parti e tagli inevitabili e indigeribili a livello sociale?

sono 7 anni che le cassandre su questo forum un giorni si e quell'altro pure parlano di vendita, ora la tempistica è 2 anni. Ma dal 2015 se non succede, finitela co sta tiritera

- più tecnicamente/aziendalisticamente ritengo che, in assenza, da anni, di piani industriali dichiarati, eppure sollecitati, richiesti da ogni dove, pure dal penultimo governo e dagli altri industriali associati, sia oltremodo ridicolo e vergognoso non avere il coraggio di ammettere le proprie responsabilità, proprie del management, intendo;

ogni dove chi sarebbe? il piano industriale non si fa per Porta a Porta o per i sindacati, per i politici,quella al massimo si chiama lettera d'intenti comunque non dovuta.

L'equivoco di fondo è che essendo stata per anni tra le prime due aziende italiane ed avendo ricevuto aiuti (e pressioni), quando spezzi il legame del do ut des ci si triva spiazzati.

Qui per restare sul mercato bisogna fare soldi e per fare soldi bisogna essere flessibili al mercato (non come GM). O sei vincolato a mantenere tutti i posti di lavoro e concedi (6miliardi a psa e renault) ma poi ciclicamente il nodo torna al pettine, oppure metti in conto che determinate pressioni non puoi esercitarle sul singolo, ma da governo operi sul sistema evitando di creare contratti a progetto che si prorogano da 10anni

Se pensate che il problema sia l'articolo 18, o le condizioni dei metalmeccanici (con cui io farei a cambio domani mattina), voi, beati voi, siete fuori dalle ODIERNE condizioni di lavoro di chi cerca di entrare, non di chi c'è già

Modificato da RS6plus
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..... ogni dove chi sarebbe? il piano industriale non si fa per Porta a Porta o per i sindacati, per i politici,quella al massimo si chiama lettera d'intenti comunque non dovuta.

L'equivoco di fondo è che essendo stata per anni tra le prime due aziende italiane ed avendo ricevuto aiuti (e pressioni), quando spezzi il legame del do ut des ci si triva spiazzati.

Qui per restare sul mercato bisogna fare soldi e per fare soldi bisogna essere flessibili al mercato (non come GM). O sei vincolato a mantenere tutti i posti di lavoro e concedi (6miliardi a psa e renault) ma poi ciclicamente il nodo torna al pettine, oppure metti in conto che determinate pressioni non puoi esercitarle sul singolo, ma da governo operi sul sistema evitando di creare contratti a progetto che si prorogano da 10anni

Se pensate che il problema sia l'articolo 18, o le condizioni dei metalmeccanici (con cui io farei a cambio domani mattina), voi, beati voi, siete fuori dalle ODIERNE condizioni di lavoro di chi cerca di entrare, non di chi c'è già

(taglio iniziale perché rispondo solo per me e neretto mio, per comodità di risposta e lettura)

Caro collega motociclista (almeno questo) direi proprio di no, tutto o quasi;

- non si tratta di lettere d'intenti, ma di patti, civili, sociali e tutto il resto, visto che non si tratta propriamente d'azienda che opera semplicemente sul mercato, ma, come già detto dalla storia, non da me, di azienda fortemente relazionata colla nazione tutta, così come il nostro, italiano e in parte europeo, non è un capitalismo anglo/americano quanto un, forse il capitalismo relazionale;

- per gli stessi motivi appena detti, non spezzi il legame, tanto più se il des persiste, ti fa comodo ed anzi lo pretendi perché ci sei abituato, oppure poni in essere una situazione di ricatto mascherato; (il tu impersonale è riferito all'azienda e non a te, ovvio)

- flessibili al mercato non significa proprio niente, altrimenti non sei un imprenditore, ma un passivo profittatore; quando il tutto tira perché non hai investito e non hai rischiato, quando il tutto non tira per gli stessi motivi aggravati dall'aspettativa, soddisfatta, di aiuti di stato, in varie forme, a seguito di ignobili ricatti direttamente sui lavoratori e indirettamente su tutti i cittadini;

- (questo è il quasi) contratti a progetto: intanto è ben strano che ti riferisca a me, se così è; io ero contrario alla precarietà mascherata con altre definizioni fin dal tempo di Treu, figuriamoci dopo; comunque non ha portato alcun beneficio allargato, a prescindere da impostazioni nobilmente ideologiche/macroeconomiche;

- "se pensate ..... art. 18 ..... voi, beati voi ..... fuori dalle odierne". Ma come ti permetti!? D'accordo che questo è uno svago, ma non per questo puoi fare il maleducato e affibbiare giudizi frettolosi. Nel tuo merito, se mai ci fosse, qua e ora non ti rispondo. Se replichi similmente poi non ti stupire.

Forse è meglio che tu scriva con più calma, magari ti spieghi meglio.

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Marchionne è stato chiamato a fare il liquidatore della sezione auto del gruppo Fiat. Il controllo della proprietà tramite la Exor s.a.p.a permette di poter in qualsiasi momento agendo sul mercato azionario di ridurre la quota di partecipazione nell'azienda la quale viene gestita dagli Elkann tramite uomini chiave nel Cda posti grazie al peso dei voti dato dalla partecipazioni ed i comuni interessi con i principali azionisti. Public company + proprietà poco interessata + manager americano pagato in stock option con ottica breve periodo provocano disastri. Lui migliora i bilianci disinvestendo e farmizzando quello che ha con l'attuale gamma. Deve tirare la baracca avanti ancora 2 anni liberandosi delle fabbriche italiane per poter rendere la vendita di marchi più appetibile. L'azienda straniera compra i regional brand sopracitati , rimarchia i suoi prodotti, sfrutta la rete di vendita attuale ed il gioco è fatto.

Scommeto che pure "la conquista dell'america" era stata pianificata a tavolino cosi metodologicamente come tutto il resto..vero?

Certo che ne avete di fantasia...:D

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