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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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Ma nessuno riesce a prevedere quali effetti avrà questa rivoluzione sull'indotto, tutto calibrato sui modelli di fascia medio-alta del Biscione

Chi scrive ciò come funziona una fabbrica dell'indotto l'ha visto soltanto su google....:roll:

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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interessante stralcio

Si stima che circa 400/450 milioni di euro verranno dedicati allo sviluppo del nuovo modello, mentre meno di 300 milioni di euro potrebbero essere utilizzati per ristrutturare l'impianto. In altre parole, i capex aggiuntivi saranno inferiori a 300 milioni di euro, mentre la mossa di trasferire Panda in Italia consentirà di chiudere Termini Imerese e di recuperare efficienza a Pomigliano.

"Prevediamo che l'uso di due impianti inefficienti, come Termini Imerese e Pomigliano D'Arco, comporti una perdita di 200 milioni di euro l'anno per Fiat Auto", si legge nella nota di Banca Akros. "La migrazione della produzione Panda dovrebbe fermare tutto questo con ulteriori investimenti ma limitati.

fonte:

Fiat, principali catalyst le sinergie con Chrysler e lo spin-off Auto - Milano Finanza Interactive Edition

ammesso e non concesso che i conti fatti dagli analisti di Akros siano esatti, i 300ml di spesa per ammodernare Pomigliano verrebbero recuperati in un anno e mezzo rispetto allo status quo, ovvero le inefficienze annuali di Termini+Pomigliano (200ml).

Quindi già nel medio periodo, la scelta risulterebbe economicamente conveniente.

Certo, a livello meramente contabile, l'optimus era mantenerla a Tichy e chiuderli entrambi

Portare a regime mirafiori, con la sua struttura fordista-taylorista mi pare un'ambizione titanica.

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300ml per ammodernare solo le linee?....non sono troppi considerando che meno di due anni fa l'intero stabilimento è stato soggetto ad una pesante ristrutturazione che ha riguardato non solo le linee produttive?

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300ml per ammodernare solo le linee?....non sono troppi considerando che meno di due anni fa l'intero stabilimento è stato soggetto ad una pesante ristrutturazione che ha riguardato non solo le linee produttive?

Devono mettere delle linee completamente nuove, cambiando pianale/i e sopratutto regime produttivo.

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penso che la ristrutturazione che avvenne quando da Pomigliano venne ribattezzato G.B.Vico fu soltanto un " restyling leggero " . Ora si dovrebbe ristrutturare veramente integrando magari alcuni fornitori esterni dentro l' area dello stabilimento per agevolare i flussi logistici ; cosa che tra l' altro potrebbe avvenire anche con la L0 a Mirafiori

RS6plus, sarei curioso di capire meglio cosa intendi quando dici che " ...Portare a regime mirafiori, con la sua struttura fordista-taylorista mi pare un'ambizione titanica... "

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in generale un impianto raggiunge l'optimum economico e di qualità costruttiva quando lavora a pieno regime, quindi si avvicina alla saturazione. Mirafiori viaggia parecchio sotto la sua capacità. Se non erro, ma potrei anche ricordare male, lo stabilimento di mirafiori prese spunto dalle teorie di taylor e poi di Ford, ovvero massimizzare la quantità, teorizzare tutti gli spostamenti degli operai per ridurre al minimo il tempo e lo spazio. Insomma l'obbiettivo principale era la quantità prodotta.

E la gigantesca area di mirafiori ne era una conseguenza.

Oggi è mutato, ma tra tutti gli impianti, ho letto essere quello a più vecchia concezione.

Quindi saturarlo con nuovi prodotti, da volumi cospicui, mi pare difficile.

Dalle notizie trapelate pare si riduca mito e L0

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mirafiori e' potenzialmente uno stabilimento da 4000 vetture al giorno, ma oggi come oggi naviga attorno a 1000; spesso piu' sotto che sopra

la struttura ed il metodo di lavoro e' la stessa che c'e' negli altri stabilimenti ; rispetto a Melfi ad esempi,o che e' il piu' recente , l' unica vera differenza e' data dalla mancanza nello stesso sito produttivo di alcuni principali fornitori che forniscono i componenti in tempo reale, riducendo così i magazzini.

In prospettiva, con la preparazione di una unica linea dove passera' Mito e la L0, avanza un mucchio di spazio e non escluderei che si potesse anche da noi portare nel sito un certo numero di fornitori.

Il problema di non riuscire a saturarlo non e' dovuto tanto a carenze dello stabilimento ma piuttosto dalla mancanza di modelli che abbiano tirature giornaliere elevate.

In definitiva, e' vero che mirafiori e' nato in un periodo dove il lavoro era concepito diversamente ; ma si e' comunque evoluto come gli altri e se dessero anche a noi un modello da alti volumi saremmo esattamente in grado di lavorare come pomigliano, melfi o tichy

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con 4000 vetture giornaliere dovrebbe avere la capacità massima maggiore tra quelli europei, e proprio senza Gp e panda, saturarlo non vedo come sia possibile.

Pur vero che se ci fossero più modelli per farlo, e non pare ci siano, meglio per gli operai sarebbe avere la differenziazione dei prodotti, piuttosto che un unico modello, più soggetto ad eventuale calo di domanda.

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4000 le si faceva venti anni fa quando sono entrato ( Uno, Ypsilon, Thema e Croma ) con le ammiraglie che viaggiavano su 400 vetture al giorno ciascuna... come Mito oggi per intenderci

Oggi credo non sarebbe piu' possibile ne' conveniente ; piuttosto una ristrutturazione che sfrutti i notevoli spazi inteni inutilizzati e deserti per ospitare fornitori esterni che consegnino materiale just in time sarebbe una scelta ottimale per il rilancio

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  • 1 mese fa...
Termini Imerese, De Tomaso farà l’anti Mini

È un modello in grado di mettersi in concorrenza con la Mini quello al centro del piano che l’imprenditore alessandrino, Gian Mario Rossignolo, starebbe presentando a Invitalia, l’advisor del governo che ha in mano le sorti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Rossignolo, da quanto risulta a il Giornale, intende rilanciare in grande stile il marchio automobilistico De Tomaso attraverso il polo piemontese, nell’impianto di Grugliasco acquisito da Pininfarina, e di Livorno (ex Delphi), dove realizzare vetture sportive di alta gamma, tra cui la nuova Sport Luxury Car che sarà esposta in marzo al Salone di Ginevra; poli ai quali si aggiungerebbe quello al Sud, appunto in Sicilia, nel quale produrre modelli compatti, sempre targati De Tomaso, e competere così nello stesso segmento della Mini. Da Rossignolo non arrivano né conferme né smentite ma, secondo fonti vicine alle parti, nel piano presentato all’advisor si farebbero anche alcuni numeri (30mila «anti-Mini» l’anno e almeno 8mila «anti Bmw X1»), il tutto facendo leva su un indotto che valorizzerebbe il made in Italy e le professionalità legate a esso, per esempio gli artigiani sellai, oltre agli stessi operai di Termini Imerese da utilizzare sulle nuove linee. Ma al di là del rilancio del marchio De Tomaso, l’asso nella manica che Rossignolo metterebbe sul tavolo di Invitalia riguarderebbe l’aspetto tecnologico. L’utilizzo, cioè, del brevetto Univis, ideato dallo stesso presidente di De Tomaso Automobili, capace di ridurre da 200 a 30 gli stampi per produrre una vettura. Il metodo Univis, infatti, prevede l’assemblaggio dei telai utilizzando profilati estrusi di alluminio di misure standard, senza dovere realizzare centinaia di stampi né modificare le linee produttive. Tra i vantaggi c’è la riduzione di un buon 70% degli investimenti in stampi e in attrezzature. Univis, dunque, sarebbe il valore aggiunto messo sul piatto da Rossignolo insieme alla possibilità di rilanciare un marchio blasonato, come De Tomaso, che arricchirebbe - diversificandola - l’offerta automobilistica italiana nel mondo, da sempre sbilanciata sul gruppo Fiat. Ulteriori dettagli, per ora, non si conoscono, se non la volontà dell’imprenditore di creare un nuovo polo nazionale delle quattro ruote e di recuperare, nell’indotto, anche manodopera esperta in lavori artigianali e di precisione. Sul piano degli investimenti e delle risorse assicurate dalle istituzioni (Rossignolo sarebbe in grado di fare a meno di quelli stanziati dallo Stato), sembra che il progetto De Tomaso preveda l’utilizzo del porto di Catania e delle infrastrutture a esso collegate per il trasporto delle merci e dei veicoli prodotti, gli stessi che farebbero rotta anche sul mercato americano (un team di manager avrebbe fatto una ricognizione nelle scorse settimane). Su Termini, dunque, il cerchio si stringe: oltre a Rossignolo, all’attenzione di Invitalia ci sono le proposte di Cape Natixis («Sunny car»), quella di un gruppo cinese (logistica e distribuzione), di una società intenzionata a creare studi cinematografici e, nonostante le ultime smentite, quella di Gianni Punzo (Interporto di Nola).

a parte la scelta di fare l'anti mini dalla stessa persona che da 3 anni deve\vuole realizzare il suv di lusso (prima alla delphi di livorno, ora pare negli stabilimenti de Tommaso)...

qualcosa di più su questo metodo Univis per lo stampaggio?

Wikipedia lo descrive come un metodo brevettato dalla Rayton Fissore, da queste poche righe pare quasi miracoloso, ma se i grandi costruttori non ne utilizzano, gli va levata buona parte della tara..

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