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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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attenzione su una cosa. CGIL e FIOM NON sono esattamente la stessa cosa. è un dato di fatto, storico anzi direi, che Fiom è sempre stata su posizioni più estreme e radicali del resto della Confederazione. non solo, ma è anche stata a lungo talmente potente all'interno della CGIL stessa da essere quasi un sindacato "parallelo". .

vero, tant'è che:

Gravano ed Errico: Unica via è dare voce ai lavoratori

Napoli, 12 giu. (Apcom) - "E' il momento di assumersi le responsabilità che la difficile vicenda dell'investimento della Fiat a Pomigliano ci impone". E' quanto sottolineano, in una nota, i segretari generali di Cgil Campania e Napoli, Michele Gravano e Peppe Errico. "Al punto in cui è arrivata la vertenza - precisano - nonostante gli sforzi unitari di disponibilità che tutti i sindacati metalmeccanici hanno espresso, di fronte a un atteggiamento considerato ostativo alle proposte avanzate che ha reso impossibile ogni modifica al fine di migliorare, nel contesto dell'efficienza, la tutela e i diritti dei lavoratori, per la quale parte ci riserviamo un approfondimento anche giuridico, riteniamo che l'unica scelta che è davanti al gruppo dirigente della Cgil sia quella di dare la voce ai lavoratori per farli esprimere attraverso il referendum, nella consapevolezza della delicatezza della scelta che si va a compiere". "Chiediamo alla Fiom, prima di andare al referendum - aggiungono Gravano ed Errico - una consultazione dei propri iscritti per assumere l'atteggiamento da tenere e coinvolgerli. Per quanto ci riguarda, nell'assunzione dell'impegno della difesa dei diritti, lanciamo un appello ai lavoratori affinché vadano a votare, tenendo conto della singolarita del caso Pomigliano". "Lanciamo un appello ai lavoratori della Fiom a non dividersi - concludono gli esponenti della Cgil - a mantenere un fronte unitario, a non isolarsi, a guardare le tante sollecitazioni che ci vengono dal contesto della società, dal sistema imprenditoriale e dagli stessi lavoratori, ad assumere decisioni all'altezza del momento, com'è nella storia della Cgil meridionale".

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E' un problema territoriale.

Non si tratta di problemi politici, organizzativi, di materiali o sindacali, ma esclusivamente di contesto sociale.

Se avessero localizzato lo stabilimento 50km più a est, quei problemi non sarebbero sorti. Osservate l'area industriale di Melfi (Pz), lo stabilimento motori di Pratola Serra (Av), l'Irisbus ex Iveco di Flumeri (Av), sofferenti quanto si vogliono ma fondamentalmente sani. Se poi guardiamo agli stabilimenti minori dell'automotive (indotto Piaggio e Fiat), la situazione è esattamente identica. I tre siti più a est sono uno diverso dall'altro ma hanno un vantaggio comune: personale operaio preciso non perché motivato, ma perché disciplinato.

Pomigliano non si trova in questa situazione perché è in un contesto sociale assolutamente diverso e, a mio avviso, modificabile solo con alcuni interventi mirati, che richiederebbero, credo, diversi anni.

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E' un problema territoriale.

Non si tratta di problemi politici, organizzativi, di materiali o sindacali, ma esclusivamente di contesto sociale.

Se avessero localizzato lo stabilimento 50km più a est, quei problemi non sarebbero sorti. Osservate l'area industriale di Melfi (Pz), lo stabilimento motori di Pratola Serra (Av), l'Irisbus ex Iveco di Flumeri (Av), sofferenti quanto si vogliono ma fondamentalmente sani. Se poi guardiamo agli stabilimenti minori dell'automotive (indotto Piaggio e Fiat), la situazione è esattamente identica. I tre siti più a est sono uno diverso dall'altro ma hanno un vantaggio comune: personale operaio preciso non perché motivato, ma perché disciplinato.

Pomigliano non si trova in questa situazione perché è in un contesto sociale assolutamente diverso e, a mio avviso, modificabile solo con alcuni interventi mirati, che richiederebbero, credo, diversi anni.

Io ne ho uno molto più rapido......... penso che il vecchio truman concordi con me :clap:clap

Bisogna guidare straniero per capire il "PIACERE DI GUIDA ITALIANO"

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Pomigliano, Fiom "Cos non possiamo firmare" Il 25 giugno sciopero generale metalmeccanici - Repubblica.it

"Se la Fiat - ha detto Landini - vuole mantenere la posizione del documento presentato l'altro giorno, il comitato centrale all'unanimità non considera possibile che quel testo venga firmato". Landini ha anche annunciato che i metalmeccanici della Fiom Cgil sciopereranno il 25 giugno, giorno dello sciopero generale già indetto dalla Cgil

s'è fermeè

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Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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In un periodo di regressione fare i capricci è decisamente da cretini... Se poi lo si fa sulla pelle di povera gente con famiglia a carico lo è decisamente di più!

Se chiude Pomigliano ne risentirà pesantemente l'intera area con ripercussioni, anche politiche, a catena che non possiamo neanche vagamente immaginarci.

Ma tanto in molti saranno pronti a dire che è stata tutta colpa della FIAT e il gruppozzo ne approfitterà per delocalizzare qualche altro impianto tutto a scapito del sistema Italia.

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Io ne ho uno molto più rapido......... penso che il vecchio truman concordi con me :clap:clap

occhio che te sei a Roma e il fallout te lo beccheresti tutto :mrgreen::mrgreen::mrgreen:

Chissà che in molti cambino sindacato...

lo spero anche io.... se i lavoratori rimarranno senza lavoro nonostante un accordo raggiunto ( non a caso firmato da tutti gli altri sindacati) saranno dolori. i tempi dell'ìndottrinamento di massa con libro rosso di Mao alla mano sono finiti, solo i peppone della situazione daranno la colpa alla FIAT.... tutti gli altri trarranno le debite conclusioni in base a quanto successo considerando chi offriva cosa e chi ha mandato a monte tutto

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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emblematica presa di distanza di Epifani dalla Fiom

ROMA - "Marchionne ci ripensi: non contrapponga lavoro a diritti. Pomigliano non può diventare una fabbrica-caserma. E il "piano B" sarebbe anche una sua sconfitta". Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, parla mentre, a qualche chilometro di distanza, è in corso il Comitato centrale della Fiom sul caso-Pomigliano. Sa già come andrà a finire: no alla proposta della Fiat.

Lei condivide la posizione della Fiom?

"Io dico ciò che chiede la Cgil: che si realizzi rapidamente l'investimento previsto per lo stabilimento di Pomigliano. Questo è il frutto di anni di mobilitazione nel territorio da parte dei sindacati, della Cgil, della Chiesa, delle istituzioni locali. A Napoli non c'è alternativa. Stiamo parlando di 15 mila posti di lavoro, compresi quelli dell'indotto. Un piano di queste dimensioni impone una sfida che sicuramente deve essere raccolta: quella della saturazione degli impianti e della turnazione. Su questo non dobbiamo avere timidezze. I 18 turni non sono una novità. In molte fabbriche si lavora 24 ore su 24 per sette giorni. Sappiamo che sarà un sacrificio alto per i lavoratori, perché non è facile lavorare il sabato e la domenica di notte, perché non è la stessa cosa lavorare alla catena di montaggio o stare seduti davanti a una scrivania".

Sta ragionando come se il no della Fiom fosse ininfluente. Le ricordo che Marchionne ha posto come condizione l'accordo di tutti i sindacati senza escludere di poter mantenere la produzione della Panda in Polonia.

"C'è un capitolo del documento della Fiat che apre problemi molto gravi. Riguarda la malattia e lo sciopero. Abbiamo consultato insigni giuristi e ci dicono che, senza chiarimenti e correzioni, quelle clausole appaiono illegittime o addirittura incostituzionali. Mi domando: si può sottoscrivere un accordo con questi profili di illegittimità? Questo è il punto. Conviene alla Fiat che chiede certezze uno scenario di questo tipo?".

Lei pensa che la Fiat, la Cisl e la Uil possano firmare un accordo addirittura incostituzionale? Le sembra possibile? Non sarà la vostra una forzatura interpretativa?

"Per quanto mi risulta anche i metalmeccanici di Cisl e Uil avevano sollevato i nostri stessi argomenti. Poi ha prevalso lo spirito di chiudere. Ma c'è il rischio di un fiorire di iniziative giudiziarie, se non vengono chiariti quegli aspetti, perché la nostre preoccupazioni sono molto fondate. Al primo ricorso quel piano non regge. Per questo chiedo a Marchionne un ripensamento".

La Cgil sostiene che una firma su un accordo del genere sarebbe "invalida, inefficace e inesistente". Se è così perché intanto non la mettete?

"Rovesciamo il problema: a cosa servirebbe un sì in questo modo? A nulla. La Fiat non deve piegare i sindacati ma trovare un piano che regga. La Cgil è assolutamente disponibile a trovare soluzioni per un assenteismo che a tratti ha assunto a Pomigliano caratteristiche intollerabili. Siamo pronti e abbiamo anche le nostre proposte".

Quali?

"Ne parleremo".

Esclude che Marchionne possa applicare il "piano B" e non spostare la produzione della Panda a Pomigliano?

"Penso che alla fine possa prevalere in Marchionne il senso della forza dell'operazione Pomigliano. Ha scommesso troppo sulla Fabbrica Italia. Il "piano B" sarebbe anche una sua sconfitta. Gli chiedo di non attuarlo, ma so che il "piano B" è concretamente nelle sue mani".

Lei ha fatto tutto per arrivare a un'intesa? Possibile che la Cgil scopra i problemi sempre poco prima della firma?

"Non è così. Stiamo rincorrendo centinaia di vertenze in tutta Italia. In questo caso, mi dispiace, è mancato il rapporto tra la Cgil e la Fiom nella costruzione della soluzione".

La colpa è della Fiom?

"È un dato di fatto perché questa vicenda ha ricadute su vari settori, non solo sui lavoratori metalmeccanici".

La Fiom ha parlato di "ricatto" da parte di Marchionne. Lei userebbe la stessa parola?

"Se si intende dire che la Fiat ha tirato troppo la corda, c'è una parte di verità. L'intera verità è che la Fiat ha integralmente la possibilità di decidere. È una situazione inedita nella quale il Lingotto ragiona come una multinazionale che non ha più nulla da chiedere al governo italiano".

Se ci sarà il referendum è scontata la vittoria del sì. A quel punto la Fiom dovrà firmare?

"Deciderà la Fiom. È giusto che i lavoratori comunque dicano la loro. La Fiom deve potere dire sì o no, può chiedere il giudizio dei lavoratori, ma non può scaricare tutte le responsabilità su quest'ultimi".

fonte Repubblica

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