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Il futuro dei siti produttivi Stellantis


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On 08/09/2024 at 13:13, HF integrale scrive:

 

 

L'analisi dovrebbe partire dai dati reali. Italia quarto esportatore mondiale dietro Cina, Usa, Germania al pari con il Giappone raggiunto e superato nel 1° semestre 2024, Corea del Sud superata nel 2023.

La Francia è indietro.

Burocrazia ce ne è molta anche in Francia e molto più influente, il costo del lavoro e la tassazione in Francia è molto più alto, siamo ai massimi livelli in UE.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/04/16/costo-del-lavoro-i-dati-eurostat-in-italia-e-sotto-la-media-ue-294-euro-lora-contro-i-40-della-francia-e-395-della-germania/7132188/

Sindacati in Francia sono molto più forti e combattivi, qui in Italia fanno solo chiacchiere non 1 ora di sciopero per riforme molto più drastiche e avvenute 15 anni prima.

 

L'unico settore in crisi nera in Italia è l'automotive ed è dovuto ai mancati investimenti di Stellantis, i manager francesi hanno delocalizzato i macchinari acquistati da Fca per ammodernare le fabbriche italiane, magari sfruttando precedenti incentivi statali per ammodernare il settore industriale.

Il gruppo si chiama futuro dei siti produttivi di Stellantis...ma se si producono solo modelli progettati parecchi anni fa e non adeguadamente aggiornati, o di nicchia quale futuro potrà mai esserci ???

Qualche modello di volume va aggiunto accanto alla Panda che non potrà fare questi numeri fino al 2029.

Gli investimenti sono stati spostati altrove e qui si è rimandato, forse per impostare una trattativa col governo ed ottenere altri finanziamenti.

Se la fusione avesse funzionato l'attività degli stabilimenti e della ricerca e sviluppo in Italia sarebbe dovuta aumentare, gli stabilimenti si sarebbero dovuti saturare con nuovi modelli, che invece sono allocati finanche in Marocco come la nuova Fiat "Multipla", ma non qui.

La quota di mercato sarebbe dovuta rimanere stabile con magini più alti o al massimo aumentare il fatturato con margini invariati, invece è stato un flop, e la responsabilità è francese al 100% e non si può scaricare sul sistema italia che negli ultimi anni ha avuto una progressione impressionante con una ristrutturazione profonda e investimenti che hanno portato ai record di export attuali pur in una congiuntura difficile.

 

PS: Per i marchi premium non si è visto nulla di più di quanto pensato da FCA, anzi è stato tagliato anche li.

La Junior di premium, a parte il prezzo, ha veramente poco, ma non perchè sia segmento B, ma per materiali interni, motori, personalizzazioni e versioni, se arriverà a vendere 20.000 unità sarà già tanto, sarò comunque felice di ammettere di essermi sbagliato.

 

 

 

😬

ma hai citato una roba che parla di export che

1 in valuta, non in beni e servizi (yen e won collassati nell'ultimo anno)

2 esclude AUTOMOTIVE e servizi

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7 ore fa, johancruijff scrive:

 

😬

ma hai citato una roba che parla di export che

1 in valuta, non in beni e servizi (yen e won collassati nell'ultimo anno)

2 esclude AUTOMOTIVE e servizi

 

Il dato Export mondiale ripreso dai dati WTO racchiude tutte le categorie mercelogiche, e beni e servizi.

 

Il progresso degli ultimi anni  dell'industria italiana è impressionante e incontestabile, ci sono molto analisi a tal riguardo.

 

Questo articolo di maggio analizza la situazione al Q1 2024 con Italia quinta, quarta escluso il settore auto.

 

Ma nel primo semestre 2024 Italia ha raggiunto il quarto posto, sorpassando anche il Giappone compreso anche il ridotto export del settore auto (316 mld vs 312 del Giappone)

 

Consiglo di leggersi tutto l'articolo che spiega come l'Italia sia passata dal 10 posto al 4° dal 2018 ad oggi, questo per poter fare un dibattito sulla produzione dell'auto in Italia che sia basato sui fatti e non su stereotipi sconnessi con lo stato attuale dell'industria italiana per cui secondo alcuni qui va tutto male e sarebbe meglio chiudere tutto e trasferirsi in Cina, o altri paesi Ue.

 

https://www.ilfoglio.it/economia/2024/05/13/news/come-l-italia-ha-scalato-l-export-mondiale-6537828/

 

Italia davanti alla Germania  per produttività e competitività

 

Declino? Perdente sicuro? Niente affatto.

Al contrario, nel 2023 l’Italia ha nuovamente superato per valore totale delle esportazioni la Corea del Sud (che dal 2010 ci aveva sorpassati) ed è ormai a soli 40 miliardi di dollari di distanza dall’export complessivo del Giappone (717 miliardi di dollari), un paese con una popolazione più che doppia della nostra.

Negli ultimi sette anni, rispetto al 2015, l’export totale di merci dell’Italia è stato il più dinamico del G7 ed è cresciuto in dollari correnti del 48 per cento, cioè quasi del doppio rispetto a quelli di Francia (+28 per cento) e Germania (+27 per cento) e di oltre il triplo rispetto agli export di Giappone (+15 per cento) e Regno Unito (+12 per cento). Inoltre, le nostre esportazioni hanno prevalso anche su quelle di due paesi avvantaggiati dalla grande disponibilità di materie prime ed energia e dal loro recente rincaro come Canada (+38 per cento) e Stati Uniti (+34 per cento).

Chi, sulla base di vecchi luoghi comuni o di analisi superate, continua a descrivere un’Italia come un paese industriale con bassa produttività o non competitivo, arretrato sul piano della tecnologia e dell’innovazione, sta semplicemente guardando un altro film rispetto alla realtà.

 

Ma non sono le microimprese quelle con cui l’Italia compete sui mercati internazionali. La nostra forza risiede in un nucleo di circa 9 mila aziende esportatrici medie, medio-grandi e grandi con 50-1.999 addetti, che realizzano i tre quarti del nostro export manifatturiero, nonché in un ulteriore ristretto gruppo di una quarantina di imprese con oltre 2 mila occupati, che esportano un altro 12 per cento circa.

In questo tipo di imprese di maggiori dimensioni e orientate all’export, se analizziamo i livelli di produttività, battiamo addirittura la Germania. Infatti, la produttività del lavoro delle medie imprese italiane con 50-249 addetti, data dal valore aggiunto per occupato, è di ben 16 mila euro più alta di quella delle corrispondenti imprese tedesche (dati Eurostat riferiti al 2021). E persino nelle imprese medio-grandi e grandi teniamo testa alla Germania, specie se escludiamo il settore auto. Ciò perché siamo davanti ai tedeschi anche nella classe delle imprese con 250 e più addetti in numerosi settori manifatturieri, dall’alimentare all’abbigliamento-calzature, dalla gomma-plastica alla metallurgia, dalle ceramiche ai mobili. Non solo. Anche in termini di crescita, la produttività del lavoro della manifattura italiana è aumentata di più di quella tedesca dal 2015 al 2023.

I livelli tecnologici e di innovazione delle nostre imprese esportatrici, specie dopo la rivoluzione del Piano Industria 4.0, sono ormai elevatissimi così come quelli della robotizzazione, dove, ad esempi, siamo quarti al mondo per robot installati nella meccanica o terzi nell’industria alimentare. 

 

Stellantis cala perchè non ha investito in Italia, o non l'ha fatto adeguatamente, tutto qui, poi possiamo discutere su motivi, ma da una fotografia oggettiva dello status quo.

 

 

 

Modificato da HF integrale
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Alla lettura di questo articolo, sembra quasi che l'abbandono dell'automotive mainstream che volente o nolente l'Italia sta effettuando sia un dono dal cielo.

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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29 minuti fa, HF integrale scrive:

 

Il dato Export mondiale ripreso dai dati WTO racchiude tutte le categorie mercelogiche, e beni e servizi.

 

Il progresso degli ultimi anni  dell'industria italiana è impressionante e incontestabile, ci sono molto analisi a tal riguardo.

 

Questo articolo di maggio analizza la situazione al Q1 2024 con Italia quinta, quarta escluso il settore auto.

 

Ma nel primo semestre 2024 Italia ha raggiunto il quarto posto, sorpassando anche il Giappone compreso anche il ridotto export del settore auto (316 mld vs 312 del Giappone)

 

Consiglo di leggersi tutto l'articolo che spiega come l'Italia sia passata dal 10 posto al 4° dal 2018 ad oggi, questo per poter fare un dibattito sulla produzione dell'auto in Italia che sia basato sui fatti e non su stereotipi sconnessi con lo stato attuale dell'industria italiana per cui secondo alcuni qui va tutto male e sarebbe meglio chiudere tutto e trasferirsi in Cina, o altri paesi Ue.

 

https://www.ilfoglio.it/economia/2024/05/13/news/come-l-italia-ha-scalato-l-export-mondiale-6537828/

 

Italia davanti alla Germania  per produttività e competitività

 

Declino? Perdente sicuro? Niente affatto.

Al contrario, nel 2023 l’Italia ha nuovamente superato per valore totale delle esportazioni la Corea del Sud (che dal 2010 ci aveva sorpassati) ed è ormai a soli 40 miliardi di dollari di distanza dall’export complessivo del Giappone (717 miliardi di dollari), un paese con una popolazione più che doppia della nostra.

Negli ultimi sette anni, rispetto al 2015, l’export totale di merci dell’Italia è stato il più dinamico del G7 ed è cresciuto in dollari correnti del 48 per cento, cioè quasi del doppio rispetto a quelli di Francia (+28 per cento) e Germania (+27 per cento) e di oltre il triplo rispetto agli export di Giappone (+15 per cento) e Regno Unito (+12 per cento). Inoltre, le nostre esportazioni hanno prevalso anche su quelle di due paesi avvantaggiati dalla grande disponibilità di materie prime ed energia e dal loro recente rincaro come Canada (+38 per cento) e Stati Uniti (+34 per cento).

Chi, sulla base di vecchi luoghi comuni o di analisi superate, continua a descrivere un’Italia come un paese industriale con bassa produttività o non competitivo, arretrato sul piano della tecnologia e dell’innovazione, sta semplicemente guardando un altro film rispetto alla realtà.

 

Ma non sono le microimprese quelle con cui l’Italia compete sui mercati internazionali. La nostra forza risiede in un nucleo di circa 9 mila aziende esportatrici medie, medio-grandi e grandi con 50-1.999 addetti, che realizzano i tre quarti del nostro export manifatturiero, nonché in un ulteriore ristretto gruppo di una quarantina di imprese con oltre 2 mila occupati, che esportano un altro 12 per cento circa.

In questo tipo di imprese di maggiori dimensioni e orientate all’export, se analizziamo i livelli di produttività, battiamo addirittura la Germania. Infatti, la produttività del lavoro delle medie imprese italiane con 50-249 addetti, data dal valore aggiunto per occupato, è di ben 16 mila euro più alta di quella delle corrispondenti imprese tedesche (dati Eurostat riferiti al 2021). E persino nelle imprese medio-grandi e grandi teniamo testa alla Germania, specie se escludiamo il settore auto. Ciò perché siamo davanti ai tedeschi anche nella classe delle imprese con 250 e più addetti in numerosi settori manifatturieri, dall’alimentare all’abbigliamento-calzature, dalla gomma-plastica alla metallurgia, dalle ceramiche ai mobili. Non solo. Anche in termini di crescita, la produttività del lavoro della manifattura italiana è aumentata di più di quella tedesca dal 2015 al 2023.

I livelli tecnologici e di innovazione delle nostre imprese esportatrici, specie dopo la rivoluzione del Piano Industria 4.0, sono ormai elevatissimi così come quelli della robotizzazione, dove, ad esempi, siamo quarti al mondo per robot installati nella meccanica o terzi nell’industria alimentare. 

 

Stellantis cala perchè non ha investito in Italia, o non l'ha fatto adeguatamente, tutto qui, poi possiamo discutere su motivi, ma da una fotografia oggettiva dello status quo.

 

 

 

Queste son verità incontestabili. Come è vero che è salito il numero degli occupati. Resta tra i dati negativi che il PIL non è salito come doveva lasciando il rapporto debito PIL ancora troppo alto. Quindi gli interessi sul debito pesano ancora molto 

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6 ore fa, davos scrive:

Queste son verità incontestabili. Come è vero che è salito il numero degli occupati. Resta tra i dati negativi che il PIL non è salito come doveva lasciando il rapporto debito PIL ancora troppo alto. Quindi gli interessi sul debito pesano ancora molto 

 

A me interessava inquadrare lo stato dell'industria italiana negli ultimi anni, per poi capire che prospettive hanno gli stabilimenti di Stellantis, ma credo che questo lo sappia con precisione solo CT, perchè ha detto chiaramente che non vogliono rivelare le loro strategie ai concorrenti. 😅

Ci sono settori in cirisi nera, uno l'automotive per i mancati investimenti di Stellantis, l'altro in rallentamento il Lusso per una diminuzione delle vendite in Cina, in generale con i tassi della BCE al record l'industria europea non cresce.

Banalmente quando uno vuole comprare la Fiat 600 ti propongono un finanziamento a tasso esagerato rispetto a 2 anni fa e molti rinunciano....ma non vedo crolli nelle vendite di auto, certo con il 5-7% non c'è un boom.

PS: Andate a leggervi cosa ha scritto Draghi nel rapporto sull'industria automotive

 

OT: Sul Pil (è un discorso a parte) comunque in breve c'è qualcosa che non torna secondo molti economisti, occupazione al record storico e Pil su solo dello 0,9% nel 2023....oggi notizia che il Pil 2021 sarà rivisto ulteriormente dopo le precedenti revisioni, con un + 0,9/1,2%, il che immagino significhi che saranno adeguati i conti degli anni successivi, e che il Debito/Pil non sia più 137,3% ma sia già nel 2023 tornato vicino al livello pre-Covid del 2019

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/aziende/2024/09/10/pil-nominale-del-2021-rivisto-al-rialzo-tra-09-e-12_7c685561-cca7-4a2d-9486-f99e7a25205c.html

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