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Auto a guida autonoma: sviluppi, problemi e potenzialità


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Vislab, le auto robot di Parma comprate (per 30 milioni) dagli americani di Ambarella - Corriere.it

Compravano automobili usate in America, le importavano con il container e le modificavano riempiendole di sensori, scanner e telecamere per farle guidare da sole. Dovevano coprire i loghi per evitare cause legali con i costruttori.

Nasce prima di Google

Con il budget tutto da inventare e l’entusiasmo alle stelle di una start up a predicare nel deserto. Visionari come i software che hanno brevettato. Parma non è la Silicon Valley, ma vista da qui lo sembra: il Vislab, spin-off nato dall’università della città ducale, è stato acquistato per 30 milioni dalla californiana Ambarella. Una fortuna. Società quotata a Wall Street – vale 3 miliardi di dollari- e specializzata nella compressione di video e immagini ad alta risoluzione si è assicurata il laboratorio di visione artificiale. Futuro assicurato per il l team guidato dal professor Alberto Broggi, fondatore del Vislab, ma anche enormi ricadute sull’indotto. Perché tutto resterà a Parma. I dettagli dell’acquisizione saranno svelati venerdì in una conferenza stampa. Broggi commenta così: «E’ un’operazione di dimensioni inconsuete per il nostro paese. Siamo molto contenti perché portiamo la Silicon Valley in Italia e tutto il vigore e l’energia delle start up californiane». Il docente ha iniziato a lavorare sui mezzi a guida autonoma a fine anni 90, prima che nascesse Google: un convoglio di furgoncini computerizzati ha raggiunto la Cina, due anni fa un’auto robot ha attraversato Parma senza nessuno dentro. Snobbato in Italia, con oltre il 90% dei finanziamenti provenienti dall’estero, Broggi ha messo a punto sistemi di intelligenza artificiale sfruttando componenti e software low cost. Una “rivoluzione” democratica ispirata da menti raffinate e casse in emergenza.

Repubblica con articolo di Riccardo Luna:

ABBIAMO I CERVELLI MA NON I CAPITALISTI - LA PRIMA AUTO SENZA PILOTA AL MONDO, INVENTATA A PARMA, VIENE COMPRATA DAGLI AMERICANI PER 30 MILIONI DI EURO: “SIAMO STATI SNOBBATI IN PATRIA” - FIAT E FINMECCANICA POTEVANO ARRIVARE SULL’AFFARE MA HANNO NICCHIATO

La legislazione in Italia rende difficili queste sperimentazioni e quando la spending review vieta agli enti pubblici l’acquisto di automobili, all’università di Parma si devono ingegnare e così comprano un laboratorio, cioé un’auto modificata - Fiat e Finmeccanica hanno nicchiato su eventuali partnership ed è arrivata la Silicon Valley…

Riccardo Luna per “la Repubblica”

auto-senza-pilota-di-vislab-688634_tn.jpg AUTO SENZA PILOTA DI VISLAB

Il 20 luglio del 2010 la prima auto senza pilota del mondo partì da Parma in direzione Shanghai, dove era in corso l’Expo. Arrivò a destinazione cento giorni dopo, avendo percorso 15926 chilometri e attraversato 9 stati. In realtà quel viaggio incredibile e per certi versi leggendario è finito davvero solo ieri mattina, quando il professor Alberto Broggi, 48 anni, due figli e una vulcanica passione per l’informatica, è entrato nell’aula magna del Centro Sant’Elisabetta dell’università di Parma scortato dal rettore in un clima surreale per un ateneo italiano.

Non capita tutti i giorni che uno spin-off universitario venga ceduto per una cifra milionaria. E quindi la scelta della sede per la fine del viaggio del professor Broggi non è casuale: nel campus parmense tutto questo è nato e cresciuto, e qui si è svolta la conferenza stampa che annunciava formalmente la cessione della società di Broggi per 30 milioni di dollari. Il compratore è Ambarella, una società americana relativamente giovane, fondata nel 2004 a Santa Clara, in California, specializzata in compressione di immagini video, quotata a Wall Street.

auto-senza-pilota-di-vislab-688640_tn.jpg AUTO SENZA PILOTA DI VISLAB

«Ci siamo fatti sfuggire un altro talento », hanno commentato a caldo in molti. Ma il professor Broggi non è d’accordo e sostiene che questa è una straordinaria occasione per l’Italia: «Primo, perché restiamo a Parma. Io e tutto il team continueremo a lavorare da qui. Avremo più soldi, potremo attirare più studenti, fare ricerche più efficaci e inventare dispositivi che oggi non potete neanche immaginare». Intanto già una trentina di ricercatori sono stati assunti a tempo indeterminato.

auto-senza-pilota-di-vislab-688639_tn.jpg AUTO SENZA PILOTA DI VISLAB

Alberto Broggi è il primo uomo al mondo ad avere realizzato l’auto che si guida da sola. Molto prima della Google Car di cui tanto si parla. «Quando ho iniziato il progetto, Google neanche esisteva». Nel 1994 Broggi, appena laureato al Politecnico di Torino, assieme a un paio di colleghi realizza Paprika, un elaboratore con 256 processori che installa in una Fiat Ducato. Paprika acquisiva dati dall’esterno e li trasmetteva al guidatore.

auto-senza-pilota-di-vislab-688636_tn.jpg AUTO SENZA PILOTA DI VISLAB

Nel 1998 è la volta di Argo e una Lancia Thema senza pilota: grazie a un sistema di telecamere che riconosce le linee stradali, percorre duemila chiometri in Italia. Funziona piuttosto bene: solo nel 6 per cento del percorso il pilota è dovuto intervenire perché il software confondeva le linee delle corsie con quelle di vecchi cantieri stradali. Di Argo oggi resta un cerchione, con la lapide ironica “Riposa in pace”.

Con i fondi del Cnr a Parma nasce poi il Laboratorio per la Visione artificiale e i Sistemi intelligenti, il Vislab. Nel 2010 il viaggio a Shanghai fa entrare Broggi e il suo team nella storia, ma il vero test è una mattina di luglio del 2013 a Parma quando un’auto di Vislab, una Braive, attraversa la città in pieno centro in condizioni di traffico reale: 13 chilometri in 18 minuti, test superato.

auto-senza-pilota-di-vislab-688637_tn.jpg AUTO SENZA PILOTA DI VISLAB

Ma intanto le cose si complicano. Mentre l’auto che si guida da sola diventa un progetto di Google e a seguire di tutte le più grandi case automobilistiche, il VisLab arranca: la legislazione in Italia rende difficili queste sperimentazioni e quando la spending review vieta agli enti pubblici l’acquisto di automobili, all’università di Parma si devono ingegnare e così comprano un laboratorio, cioé un’auto modificata. Insomma, Broggi capisce che se non accelera vent’anni di ricerche rischiano di finire in fumo.

Mentre Fiat e Finmeccanica nicchiano su eventuali partnership, il professore trova una sponda in Silicon Valley, che gli presenta una serie di potenziali acquirenti. «Partner industriali», li chiama Broggi e non ha torto come vedremo. Intanto i venture capitalist nostrani finalmente si accorgono che a Parma c’è un tesoro di brevetti e talenti, e ragionano su una cordata. Ma il tempo ormai era scaduto: «Se non avessimo venduto adesso, fra qualche mese avremmo rischiato di vederci sorpassati da qualche rivale».

auto-senza-pilota-di-vislab-688638_tn.jpg AUTO SENZA PILOTA DI VISLAB

La scelta di Ambarella ha un significato preciso: «Noi facciamo il software, loro fanno hardware, insieme siamo perfetti, possiamo continuare a crescere, applicare questa tecnologia in ambiti che nemmeno immaginiamo ». La valutazione della società è in linea con quella fatta dai mancati investitori italiani: 30 milioni di euro, praticamente un milione per ogni ingegnere di Vislab: «Per il prezzo è stata determinante la nostra storia, l’esperienza di vent’anni, l’incredibile messe di dati che abbiamo raccolto ».

Con 30 milioni di euro per sé e per i suoi soci (tutti ex studenti che lo accompagnano da anni) uno potrebbe immaginare Broggi su un panfilo a godersi un po’ di riposo: «No, il meglio deve ancora venire, potremo andare finalmente alla velocità della Silicon Valley senza muoverci da Parma».

Mi auguro che Fiat abbia declinato l'offerta perchè ha di meglio per le mani......Vero? :lol:

P.S.: ma mi sbaglio o Fiat-FCA aveva una collaborazione con il gruppo in oggetto ? :pen:

. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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  • 2 settimane fa...

Mi auguro che Fiat abbia declinato l'offerta perchè ha di meglio per le mani......Vero? :lol:

quando FCA si dedicherà alla guida autonoma improvvisamente diventerà la svolta tecnologica del millennio :lol:

Ecco l'interessante idea di due studenti italiani sulla mobilità autonoma

https://www.youtube.com/watch?v=Wk12TmZ3GiQ&feature=youtu.be

Si chiama Next l?auto del futuro ideata da due giovani talenti italiani. Modulare ed ecologica, si ricarica in corsa | The Next Tech

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Daimler Trucks a guida autonoma: presto al via i test sulle strade della Germania

Daimler Trucks a guida autonoma - I camion a guida autonoma di Daimler Trucks sono in attesa delle ultime autorizzazioni che constano agli innovativi mezzi pesanti di cominciare i test sulle strade pubbliche della Germania.

Dopo aver potuto effettuare una serie di test qualche mese fa sulle strade del Nevada, gli innovativi camion a guida autonoma di Daimler Trucks sono pronti a mettersi alle prova anche sulle strade pubbliche europee ed in particolare in quelle della Germania.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, il costruttore tedesco sarebbe in attesa delle ultime autorizzazioni, che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane, che consentiranno ai prototipi degli avanzati mezzi pesanti che guidano da soli di far partire i test sulle strade tedesche. Intenzionata a dare il via alle prove su strada quanto prima, Daimler Trucks vede già il momento della produzione in serie di questi camion: non più in là di 2-3 anni da adesso.

Grazie alla tecnologia Highway Pilot che include e integra radar, telecamere, laser, sensori e numerosi sistemi di assistenza, questi camion di Daimler Trucks sono in grado di muoversi da soli, con il conducente che comunque è costantemente presente al volante per monitorare la situazione e intervenire prontamente in ogni momento qualora ce ne fosse bisogno. La dotazione tecnologia a bordo di questi mezzi consente al conducente di controllare da una sorta di piccolo computer accelerazioni, frenate, sterzate, oltre a poter arrestare il veicolo in maniera immediata.

Quindi se nelle prossime settimane vi trovate ad attraversare le strade della Germania e vi imbattete in un camionista alla guida che legge il giornale o smanetta con lo smartphone o è un’irresponsabile o, per il bene suo e degli altri utenti della strada, si trova al volante di uno di questi camion innovativi “autonomi” di Daimler Trucks

motorionline

 

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A qualcuno toccherà aggiungere una casa automobilistica sotto USA :mrgreen:

Google è ora anche una vera e propria casa automobilistica

Il Guardian ha ottenuto dei documenti dai quali si evince che Google Auto LLC è una divisione della grande “G” che ha le stesse autorizzazioni di una vera e propria casa automobilistica. Google Auto LLC è guidata da Chris Urmson, a capo dei progetti delle auto che si guidano da sole, manager che da tempo sembra avere imboccato un’offensiva morbida nei confronti dei grandi big del settore auto. Al North American International Auto Show di gennaio, Urmson aveva annunciato trattative con General Motors, Ford, Toyota, Daimler e Volkswagen; a marzo a USA Today aveva dichiarato: “Realizzare auto è davvero difficile e le case automobilistiche sono piuttosto brave; pertanto, la mia idea, è di cercare una partnership”.

Nessuna partnership è poi emersa, forse anche perché nel frattempo Google ha registrato il marchio Google Auto come organizzazione nazionale e internazionale dedicata alla costruzione di autovetture ed è stata autorizzata in California a diventare una società con tutti i crismi dei produttori d’auto. Dai documenti ottenuti dal Guardian mediante il Public Records Act si evince che Google Auto è stata costituita come una società a responsabilità limitata alla fine del 2011. Inizialmente la società in questione è stata sfruttata per modificare e testare una flotta di auto che ha portato alla circolazione di una Toyota Prius, modificata per testare alcune autovetture autonome.

Google Auto è un marchio registrato come produttore di auto, 23 modelli di auto Lexus registrate presso gli uffici della Motorizzazione della California. La circolazione di questi veicoli legati a Google Auto permette all’azienda di cautelarsi da eventuali procedimenti legali in caso d’incidenti. La grande “G” ha anche ottenuto le necessarie autorizzazioni dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’agenzia governativa statunitense facente parte del Dipartimento dei Trasporti.

 

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Il che mi fa venire un'altra domanda.. Perche'? a parte che senso ha rimanere imbottigliato nel traffico in modo diverso... ma gia' ora non pensare alla guida, telefonare, leggere il giornale lo puoi fare.. e senza restare imbottigliato. A me va benissimo l'approccio "non hai piu' la macchina tua, la usi solo per divertirti".. ma perche' mettermi a usare un mezzo che mi da gli stessi problemi di prima (perche' il problema e' buttare via ore nel casino, mica non potersi fare i cazzi proprio nel frattempo.. fottenasega di metterci 3 ore a fare 20 km da casa a lavoro e intanto cazzeggiare.. voglio metterci 15 minuti senza attese inutili)...

Perchè non ti dà gli stessi problemi di prima: non vanno parcheggiate, in città spariranno le colonne di macchine parcheggiate: meno occupazione del suolo e più spazio per strade più larghe. Non ci sarà necessità dei semafori, sparirà la necessità di qualsiasi tipo di distanza di sicurezza, etc.

quando FCA si dedicherà alla guida autonoma improvvisamente diventerà la svolta tecnologica del millennio :lol:

Ecco l'interessante idea di due studenti italiani sulla mobilità autonoma

https://www.youtube.com/watch?v=Wk12TmZ3GiQ&feature=youtu.be

I moduli assolutamente inutili in un mezzo simile, enormi complicazioni aggiunte.

Il sistema a "scarico dei passeggeri" modulari ha senso in mezzi che viaggiano a velocità altissime, per ridurre i tempi necessari alle fermate - accelerazioni.

Secondo me il sistema è molto più semplice: mezzi come le google car da 2-4 posti al massimo, che si prenotano tipo uber, ti vengono a prendere e ti portano dove vuoi.

Magari la mattina sarà possibile un "limitato" pooling, ma non sarà necessario.

Oltre ci sono proprio problemi nella decodifica delle informazioni da parte del computer di bordo: non è abbastanza rapido nel processo osservazione/valutazione/decisione/azione.

Sei sicuro o dici tanto per?

Perchè in tal caso c'è poco da preoccuparsi, nel giro di 5-6 anni potranno andare a 250 km/h visto come sale la potenza di calcolo.

Ma dubito fortemente che il problema sia quello, penso che si tratta di una questione precauzionale, sanno benissimo che un qualsiasi incidente provocato dall'auto sarebbe devastante a livello di immagine, per non parlare di una qualsiasi ferita, il limite a 40kmh riduce le possibilità di questa seconda eventualità ad un 0,x%.

Come lui li descrive li chiamerei dei taxi senza autista.

Il meccanismo dovrebbe essere questo: io (via internet) "chiamo" il taxautonomo, il sistema seleziona il taxautonomo libero più vicino, lo manda a casa mia (viaggia vuoto), io salgo, imposto la destinazione, arrivo, scendo, e il taxautonomo va al parcheggio libero più vicino da solo.

A occhio funziona se si riesce a tenere basso il numero di viaggi a vuoto, che a sua volta dipende dalla quantità e distribuzione dei parcheggi.

Oltre un certo tot di viaggi a vuoto la proprietà tradizionale dei veicoli è più conveniente per la fluidità del traffico.

Il tempo a vuoto sarà pochissimo, come dimostra il già funzionante car sharing.

Va beh, se vogliamo ragionare un tocchetto alla volta allora sì, tolto tutto ciò che gli sta intorno l'auto autonoma in sé è una gran figata.

Ora, volendo infilarsi anche in quell'altro paio di maniche, mi spieghi come si fa a ridurre il trasporto privato introducendo una tecnologia che lo rende più appetibile? E' una questione estremamente pratica, lontana da qualunque ideologia.

Oggi esiste un numero X di persone che non vogliono/possono guidare e si rivolgono al TPL. Queste persone esercitano pressione politica per lo sviluppo del TPL.

Domani a quelle persone togli il fastidio di dover guidare, e al TPL non si rivolgono più. Secondo te eserciteranno comunque la stessa pressione politica?

NB: tutto questo retto sul fatto che l'utente (non il guidatore: l'utente) dell'automobile non paga per le proprie esternalità, perché gli è consentito fregarsene.

Dimostrazione:

Però l'ansia non ti viene sapendo che usa un'automobile non condotta da lui... perché non è un tuo problema.

A me l'ansia viene al pensiero di uno che per qualsiasi sua esigenza debba mettere in movimento una tonnellata di ferramenta, e me ne viene ancora di più all'idea che domani sarà invogliato a farlo più spesso. Percezioni diverse...

Faccio un altro esempio, slegato dal TPL.

Io devo spesso usare l'auto per andare dal medico delle mie nonne (posizionato in culo ai lupi) a ritirare le ricette, e portarle alla farmacia che sta dietro casa.

Il mio pensiero è: ma per quale cazzo di motivo devo generare 8 auto*km per spostare fisicamente quattro righe di informazioni scritta su un pezzo di carta?

Ora, il popolano medio secondo te si porrà lo stesso interrogativo (ergo pressione politica per l'informatizzazione delle ricette mediche), o si fermerà al pensiero "Oh che figo, la macchina mi porta dal medico e poi in farmacia"?

Dammi la garanzia che la quantità di auto*km rimarrà pari o inferiore ad oggi e non farò nessuna opposizione, anzi sosterrò l'auto autonoma.

In assenza di questa presa di coscienza ci stiamo platealmente prendendo in giro.

Ora, tu dirai: ma perché questo discorso viene fuori adesso e non già prima, visto che le esternalità delle automobili ci sono già?

Beh, posto che il discorso doveva venire fuori già prima (almeno nella mia visione), qui si sta discutendo di un game change di importanza epocale.

Per mia formazione è inaccettabile l'idea di modificare sistemi complessi affrontando un tocchetto alla volta; e ancor di più lo è l'idea di farlo partendo dall'eliminare dei disincentivi senza prevedere delle misure di mantenimento dell'equilibrio.

Mi sfugge il motivo per cui devi disincentivare il trasporto privato.

Soprattutto quando diventa talmente efficiente da essere potenzialmente molto più efficiente (non solo dal punto di vista dell'utilizzo, ma anche dal punto di vista ambientale) anche del trasporto pubblico, come in questo caso.

Hai ragione a dire che si tratta di un game-changing di dimensioni epocali, ma ne sottovaluti la portata.

Parli ad esempio di "una tonnellata di ferramenta" se ci rifletti un attimo ti renderesti conto che una mobilità autonoma di grande scala fa venir meno molto del peso dovuto a necessità di sicurezza, le velocità ridotte, tempi enormemente ridotti a tutta quella dotazione ulteriore dall'infotainment all'insonorizzazione, potremmo avere mezzi da 300-400 kg.

Un eventuale danno ambientale può essere integrato con le ottime imposte pigouviane.

Modificato da Giampi
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  • 2 settimane fa...

Ok ci siamo, è arrivata Apple :lol:

Documents confirm Apple is building self-driving car

Rumours have surfaced of an Apple car in development

Apple is building a self-driving car in Silicon Valley, and is scouting for secure locations in the Bay Area to test it, the Guardian has learned. Documents obtained by the Guardian show the oft-rumoured Apple car project appears to be further along than many suspected.

In May, engineers from Apple’s secretive Special Project group met with officials from GoMentum Station, a 2,100-acre former naval base near San Francisco that is being turned into a high-security testing ground for autonomous vehicles.

In correspondence obtained by the Guardian under a public records act request, Apple engineer Frank Fearon wrote: “We would… like to get an understanding of timing and availability for the space, and how we would need to coordinate around other parties who would be using [it].”

Apple declined to comment.

The move comes as Google, Uber and other tech companies are pouring cash into robot cars. Apple chief executive Tim Cook has held a series of meetings with car executives in recent months and the company has poached automotive experts from established players, including the head of Mercedes Benz’s silicon valley research arm.

GoMentum Station is on the old Concord Naval Weapons Station, a disused second world war-era facility with 20 miles of paved highways and city streets. The base is closed to the public and guarded by the military, making it, officials claim, “the largest secure test facility in the world”. Mercedes-Benz and Honda have already carried out experiments with self-driving cars behind its barbed- wire fences.

This security is bound to appeal to Apple, which has hundreds of engineers quietly working on automotive technologies in an anonymous office building in Sunnyvale, four miles from its main campus in Cupertino. Details of the project are still unknown but it seems that Apple has a self-driving car almost ready for the road. In late May, Jack Hall, program manager for autonomous vehicles at GoMentum Station, wrote to Fearon to postpone a tour of the facility but noted: “We would still like to meet in order to keep everything moving and to meet your testing schedule.”

Apple has been rumoured to be working on a self-driving electric car, codenamed Project Titan, but this is the first time its existence has been documented. In May, Apple senior vice president Jeff Williams called the car “the ultimate mobile device” and said that Apple was “exploring a lot of different markets… [in which] we think we can make a huge amount of difference”.

Cook has met with Fiat-Chrysler boss Sergio Marchionne and may have toured BMW’s i3 electric car assembly line in Germany last year. The company has also been recruiting automotive experts from Silicon Valley and beyond, hiring engineers from Tesla Motors and Mercedes-Benz, as well as power experts from electric car battery maker A123 Systems. Fearon previously worked on an innovative electric motorbike at Silicon Valley start-up Lit Motors, and helped to build an autonomous robotic paraglider while studying at Georgia Institute of Technology.

Apple declined to comment but the move comes as CEO Tim Cook has held a series of meetings with car executives in recent months. Photograph: Bloomberg/via Getty Images

When Fearon approached GoMentum Station, he wrote: “We are hoping to see a presentation on the… testing grounds with a layout, photos, and a description of how the various areas of the grounds could be used.” GoMentum Station’s empty roads feature everything from highway overpasses and railway crossings to tunnels and cattle grids. These would enable Apple to test vehicles in a variety of realistic everyday situations but without exposing it to scrutiny.

Google, Tesla, Volkswagen, Mercedes-Benz and several other carmakers have been issued permits by the California Department of Motor Vehicles to test self-driving cars on the state’s public roads. But that process requires disclosing technical and commercial details, something that the notoriously secretive Apple might not want.

“We had to sign a non-disclosure agreement with Apple,” says Randy Iwasaki, executive director of the Contra Costa Transportation Authority, owner of GoMentum Station. “We can’t tell you anything other than they’ve come in and they’re interested.”

Apple’s obsession with secrecy even extends internally. While one of the engineers corresponding with GoMentum Station admits to belonging to Apple’s Special Projects group, Fearon signs his emails with a cryptic question mark icon. However, documents seen by The Guardian reveal that Apple’s automotive team is housed in a low-profile building several miles from the company’s glamourous new Cupertino campus, which is currently under construction.

The Sunnyvale building was leased in 2014, and was subsequently modified by Apple to include several lab and workshop spaces, as well as beefed-up security and access card readers, city permits show. “GoMentum Station is 40 miles north of Silicon Valley,” says Iwasaki. “And there’s not a lot of vacant space in the Valley if you want to do testing in a secure location. We’re close enough that companies can bring their vehicles north, store them in the Concord area and bring their software and hardware engineers up.”

Google and other car makers have visited GoMentum Station with a view to trialling driverless cars there, although so far only Honda has signed a $250,000 Memorandum of Understanding with the facility to begin testing. The Japanese automaker plans to use self-driving versions of its RLX saloon to accelerate the development of automated and connected vehicle technologies far from prying eyes.

However, when engineers from Tesla Motors tried to tour GoMentum Station in April, armed soldiers at the base refused entry to foreign-born workers and a manager who would not divulge his social security number. “At this point, I’ll retract our interest in this test site until the process is worked out,” he huffed in an email to GoMentum Station’s Jack Hall.

Such high security might not suit all car makers, but Apple should feel right at home.

Documents confirm Apple is building self-driving car | Technology | The Guardian

 

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Mi auguro che Fiat abbia declinato l'offerta perchè ha di meglio per le mani......Vero? :lol:

Lavoro con CRF e Chrysler ad una tesi su guida autonoma e posso confermare che il CRF è dagli anni 90 che lavora su prototipi funzionanti, ma l'attenzione di Fiat e dei media è sempre stata scarsa. Nei prossimi anni è attesa una grande diffusione di sistemi ADAS, ma per la guida autonoma propriamente detta ci sono ancora svariati problemi da risolvere (anche legislativi)

2015 Subaru BRZ

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