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Guerra in Siria


Sandro

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Come ben appresero samurai e mangiacrauti, umiliare gli yankees è il modo migliore per farli incazzare come scimmie.

Fermo restando che non ho letto la lettera di Putin , mi sa che come mossa è stata un errore.

Da parte di una Russia che conserva sì la parità strategica con gli SU, ma per tutto il resto è molto indietro rispetto alla defunta ( e non compianta ) Unione Sovietica.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Come ben appresero samurai e mangiacrauti, umiliare gli yankees è il modo migliore per farli incazzare come scimmie.

Fermo restando che non ho letto la lettera di Putin , mi sa che come mossa è stata un errore.

Da parte di una Russia che conserva sì la parità strategica con gli SU, ma per tutto il resto è molto indietro rispetto alla defunta ( e non compianta ) Unione Sovietica.

A mio modo di vedere, Putin sapeva benissimo di farli incazzare (entrare a casa si uno e dirgli come deve riordinarla non è mai molto cortese) ma non gli frega niente. Il messaggio non è verso gli USA ma verso il resto del mondo. "Io ho le palle perché dico che cosa fare (al limite dell'umiliazione) alla prima potenza mondiale" Putin in questo modo si pone come leader dei BRIC e come punto di riferimento per quella parte d'Europa scontenta dello strapotere e dell'influenza economica e politica USA. Che poi (ripeto) adesso il paradosso che sta pescando molto di più a DX che a SX.

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questa comunque dovrebbe essere la dichiarazione integrale di V. Putin apparsa sul NYT in italiano ( non garantisco della traduzione )

MOSCA - I recenti avvenimenti che riguardano la Siria mi hanno spinto a parlare direttamente al popolo americano e ai loro leader politici . È importante farlo dato il momento di insufficiente comunicazione tra le nostre società.

I rapporti tra di noi sono passati attraverso varie fasi. Siamo stati avversari durante la guerra fredda. Ma anche alleati ed insieme abbiamo sconfitto i nazisti. È stata poi istituita ONU – le Nazioni Unite – per impedire al passato di ripetersi.

I fondatori delle Nazioni Unite capirono che le decisioni che riguardano guerra e pace devono avvenire solo con il consenso, e con il beneplacito degli Stati Uniti al diritto di veto dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, come sancito nella Carta delle Nazioni Unite. La profonda saggezza di questa Carta ha sostenuto la stabilità delle relazioni internazionali per decenni.

Nessuno si augura che le Nazioni Unite subiscano il destino della Società delle Nazioni, crollata perché mancava di un vero impulso. Ma questo può accadere, nel caso in cui i Paesi influenti del Consiglio scavalchino le Nazioni Unite ed intraprendano un’azione militare senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza.

Il potenziale attacco da parte degli Stati Uniti contro la Siria, nonostante la forte opposizione di molti Paesi e di importanti leader politici e religiosi, compreso il Papa, si tradurrà in un maggior numero di vittime innocenti e in una escalation che potenzialmente potrebbe diffondere il conflitto ben oltre i confini della Siria. Un attacco aumenterebbe la violenza e scatenerebbe una nuova ondata di terrorismo. Si potrebbero inoltre minare gli sforzi multilaterali tesi a risolvere il problema nucleare iraniano e il conflitto israelo-palestinese, e l’attacco destabilizzerebbe ulteriormente il Medio Oriente e il Nord Africa. Potrebbe infine causare il sovvertimento dall’attuale equilibrio dell’intero sistema di leggi e ordine internazionali.

La Siria non sta combattendo una battaglia per la democrazia, ma un conflitto armato tra governo e opposizione in un Paese multi-religioso. Non sono molti gli esempi di democrazia in Siria. Ma ci sono ancora più combattenti di Al-Qaeda ed estremisti di tutti i tipi (di tutte le bande) che combattono contro il governo. Questo conflitto interno, alimentato da armi straniere fornite all’opposizione, è uno dei più sanguinosi nel mondo.

I mercenari provenienti da Paesi arabi che stanno combattendo in Siria e le centinaia di militanti provenienti da Paesi occidentali (anche dalla Russia), sono un problema che crea in noi profonda preoccupazione. Potrebbero anche tornare nei rispettivi Paesi con esperienza nefasta acquisita in Siria. Dopotutto, dopo aver combattuto in Libia, gli estremisti si spostarono in Mali. Questo aspetto della questione minaccia tutti noi.

Fin dall’inizio, la Russia è stata la fautrice di un dialogo pacifico, consentendo ai siriani di sviluppare un piano di compromesso per il proprio futuro. Non stiamo proteggendo il governo siriano, ma il diritto internazionale. Abbiamo la necessità di usare al meglio il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di credere che il far preservare l’ordine pubblico nel mondo turbolento e complesso del giorno d’oggi è uno dei pochi metodi per impedire che le relazioni internazionali scivolino nel caos. La legge è ancora la legge, e noi dobbiamo seguirla, che ci piaccia o no. Secondo l’attuale diritto internazionale, la forza è consentita solo per legittima difesa o per decisione del Consiglio di Sicurezza. Tutto il resto è inaccettabile ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e costituirebbe un atto di aggressione.

Nessuno mette in dubbio che in Siria sia stato utilizzato gas velenoso. Ma vi è ogni ragione per credere che non sia stato utilizzato dall’esercito siriano, ma dalle forze di opposizione per provocare l’intervento da parte dei loro potenti protettori stranieri, che in tal caso si schiererebbero attivamente con i fondamentalisti . Non possono essere ignorate alcune informazioni che fanno sospettare come i militanti stiano preparando un altro attacco, questa volta contro Israele.

È allarmante che per gli Stati Uniti sia diventato abituale un intervento militare in conflitti interni di Paesi stranieri. È negli interessi a lungo termine degli Stati Uniti? Ne dubito. Milioni di persone in tutto il mondo vedono sempre di più l’America non come un modello di democrazia ma come un modello che si basa unicamente sulla forza bruta, che crea coalizioni sotto lo slogan “o sei con noi o sei contro di noi”.

Ma la forza si è rivelata inefficace e inutile. L’Afghanistan sta barcollando e nessuno può dire cosa accadrà dopo che le forze internazionali si saranno ritirate. La Libia è divisa in tribù e clan. In Iraq continua la guerra civile, con decine di morti ogni giorno. Negli Stati Uniti, molti pensano ci sia un’analogia tra l’Iraq e la Siria e si chiedono perché il loro governo vorrebbe ripetere questi errori.

Non importa quanto siano mirati gli attacchi o quanto siano sofisticate le armi: le vittime civili sono inevitabili, compresi anziani e bambini, che gli attacchi dovrebbero avere lo scopo di proteggere.

Il mondo reagisce chiedendosi: se non puoi contare sul diritto internazionale, allora si devono trovare altri modi per garantire la sicurezza. Così un numero crescente di Paesi cerca di acquisire armi di distruzione di massa. Questo è logico: se tu hai la bomba, nessuno potrà toccarti. Si parla tanto, inutilmente, sulla necessità di rafforzare la non proliferazione, quando in realtà non è così.

Dobbiamo smettere di usare il linguaggio della forza e riprendere la civile via degli accordi diplomatici e politici.

In questi ultimi giorni è emersa una nuova opportunità di evitare l’azione militare. Gli Stati Uniti, la Russia e tutti i membri della comunità internazionale devono approfittare della volontà del governo siriano di mettere il suo arsenale chimico sotto il controllo internazionale per la successiva distruzione. A giudicare dalle dichiarazioni del Presidente Obama, gli Stati Uniti vedono questa possibilità come un’alternativa ad un’azione militare.

Accolgo con favore l’interesse del Presidente a proseguire il dialogo con la Russia sulla Siria. Dobbiamo lavorare insieme per mantenere viva questa speranza, come concordato nel mese di giugno nel G8 a Lough Erne in Irlanda del Nord e portare di nuovo la discussione verso i negoziati.

Se possiamo evitare la forza contro la Siria, questo migliorerà il clima negli affari internazionali e rafforzerà la fiducia reciproca. Sarà un nostro successo comune e aprirà le porte alla cooperazione su altre questioni critiche.

Il mio rapporto personale e di collaborazione con il Presidente Obama è segnato da crescente fiducia. Apprezzo tutto questo. Ho studiato con attenzione il suo discorso di martedì alla nazione e sono in disaccordo con una frase pronunciata da Obama, sull’eccezionalità dell’America, affermando che la politica degli Stati Uniti è “ciò che rende l’America diversa. È ciò che ci rende eccezionali”. È estremamente pericoloso incoraggiare la gente a vedersi eccezionali, qualunque sia la motivazione. Ci sono grandi Paesi e piccoli Paesi, ricchi e poveri , quelli con lunghe tradizioni democratiche e quelli che ancora devono trovare la loro strada verso la democrazia. Anche le loro politiche sono diverse. Siamo tutti diversi , ma quando chiediamo le benedizioni del Signore, non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali .

Vladimir V. Putin, Presidente della Russia

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Da notare i continui richiami religiosi, non tanto la citazione del Papa (che comunque viene annesso tra i suoi alleati) ma in particolare la frase finale: Anche le loro politiche sono diverse. Siamo tutti diversi , ma quando chiediamo le benedizioni del Signore, non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali .

Frase tipicamente indirizzata al popolo Americano piuttostoche a quello russo. Sta già parlando da candidato USA :mrgreen:

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La costituzione americana ad oggi, prevede che per essere eletto Presidente degli Stati Uniti tu debba essere nato negli Stati Uniti....e mi risulta che S. pietroburgo sia ancora in Russia :). Poco male, si rimedia con una semplice modifica del certificato di nascita, senza neppure cambiare il nome della città

St. Petersburg, Florida - Wikipedia, the free encyclopedia

:lol:

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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quando dici ad un popolo abituato a credersi superiore agli altri che in realtà non lo sono assolutamente, il risultato non può che essere questo

c'è da dire che l'indignazione in questo caso imho è appannaggio dei redneck repubblicani, ma un democratico vagamente aperto di mente qualche riflessione se la fa... magari non digerisce il tono da maestrina, ma sul contenuto ha poco da ribattere.

gli USA sono tutt'altro che un blocco monolitico in questa situazione, forse i falchi cercheranno di strumentalizzare le parole del presidente russo per compattare il fronte interno :pen: ma imho putin non ha sbagliato a scrivere al Times, in quanto ha colto l'occasione di porsi davanti al mondo intero in un modo un pò diverso dal solito

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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mmmh avete letto il testo dell'accordo appena firmato?

Framework for Elimination of Syrian Chemical Weapons

- E' stato stabilito che l'arsenale chimico siriano è di per sè stesso un crimine, e la Siria dovrà accettare un impegno a liberarsene in tempi brevissimi.. il che è assurdo, perchè avere armi chimiche è un crimine? e allora tutte le nazioni che le hanno?

- Assad è stato spinto nella stessa situazione di Saddam Hussein, e dovrà essere lui a dimostrare il negativo, cioè di non possedere più armi chimiche. Questo punto verrà formalizzato in in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza (firmato anche dalla Russia ), che stabilisce il ricorso all'uso della forza (Articolo VII) nel caso il governo siriano non dimostri una "totale aderenza" agli ordini che gli verranno impartiti.

questa situazione rappresenta (come con Saddam Hussein) l'ok per la guerra a breve scadenza. Ma sarà una guerra con tanto di autorizzazione dell' ONU, plauso della comunità internazionale, coinvolgimento della NATO, e coronamento con l'eliminazione fisica di Assad e della sua famiglia...

Sinceramente non è la risoluzione che mi aspettavo la Russia mediasse...in concreto Putin ha di fatto regalato agli USA, Israele o chi per essi la guerra che volevano :| come potrà assad dimostrare che collabora a sufficienza e che non tiene arsenali nascosti?

già ci capivo poco, ora proprio ho smesso di capirci qualcosa...

Modificato da JackSEWing

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I casi sono due: o Putin ritiene che Assad sia sacrificabile, oppure si tratta di una strategia già concordata con il dispotico Presidente siriano.

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