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La prima croma dell'avvocato agnelli


Oldcroma

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È la De Lorean di Ritorno al futuro.

P.S. Ora non inneschiamo un fuori tema sui motori PVR, ai quali dovrebbe essere già stata dedicata una discussione.

;)

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OT ma non troppo. qual'è l'auto di rappresentanza di Marchionne?

Credo che dipenda dal periodo.

In passato si è presentato con Thema o 300 (a seconda della sponda dell'Atlantico) con autista.

Magari adesso siamo passati a Quattroporte.

Però Marchionne è uno che tende a guidare di persona le proprie auto. Diverse Ferrari (tra cui una Enzo nera) all'appello.

E fino a qualche mese fa, quando era a Detroit aveva questa per il tempo libero. A marzo l'ha donata per un'asta di beneficienza.

02_auction-Barrett-Jackson-Sergio-Marchionne-2011-Dodge-Challenger.jpg

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Queste non erano auto pensate come puro esercizio stilistico oppure superdotate di meccanica.

Erano le auto di servizio, quelle di uso quotidiano, nella filosofia torinese non dovevano essere appariscenti ma comunque confortevoli, e sopratutto affidabili, visto il piedone pesante dell'avvocato...

La Croma è stata l'auto che ha dato le risposte più concrete a queste esigenze.

Il motore PRV , data la allora indisponibilità del Busso-alfa in versione trasversale, era la migliore risposta.

Accoppiato poi al cambio automatico , grazie alla sua grande coppia, rendeva la Croma molto agile nel traffico urbano.

Un ingegnere del reparto esperienze aveva inoltre ottimizzato il rendimento, con ritocchi su anticipo e iniezione, implementando le prestazioni e la risposta di questo affidabile motore.

Tutte le Croma date in dotazione, venivano intestate a Sepin Fiat spa e non contrariamente a quanto si possa pensare , all'Avvocato.

Anche se, per strani motivi, alcune Panda ed anche una o due Thema , erano state immatricolate a suo nome.

Credo che, essendo carrozzerie speciali (es. Panda Rock, Thema Zagato), fossero stati proprio i carrozzieri citati che si sono occupati di immatricolarle così.

Ecco le foto , esemplare per esemplare delle Croma appartenenti alle tre serie:

Questa è la prima, con montanti porte neri, e appoggiatesta finestrati, è quella utilizzata a Roma,dal 1986 al 1990 , demolita nel 1996 causa rottura motore da parte del terzo proprietario.

ziht.jpg

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Modificato da Oldcroma
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Gli Agnelli, contrariamente alle palle ed alle mistificazioni puntuali di tanti giornalisti disinformati, non hanno mai voluto utilizzare auto blindate, a parte un periodo storicamente difficile, in cui comunque non guidavano loro.

Non piaceva il maggior peso dell'auto e relative implicazioni che esso comportava.

A titolo di vs conoscenza, vi allego cosa raccontava il suo fido autista, Michele D'Aloia, uomo che più di tanti altri in famiglia conosceva l'Avvocato...

Questo due giorni dopo la morte del patriarca Fiat:

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[TD] 25-01-2003, STAMPA, TORINO, pag.47

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[TD] Cronaca di Torino

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[TD] Autore:

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[TD] LONGO GRAZIA

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[TD=width: 430] «Spesso era lui che accompagnava me» L'autista per trent'anni: aveva una passione per la Croma

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[TD=width: 430] Grazia Longo UN gran signore, sempre calmo e gentile. Non perdeva mai la pazienza e per stemperare la tensione si metteva al volante. Io ormai lo sapevo. E la sera, quando andavo a prenderlo in ufficio, lo aspettavo seduto sul lato passeggeri». Michele D'Aloia, 72 anni, da 30 autista personale dell'Avvocato, ricorda ancora le «corse verso Villa Frescot, sempre alla stessa ora, prima delle 20, perche' voleva essere a casa in tempo per il telegiornale». Agnelli guidava veloce, e intanto chiacchierava con il suo autista. Di che cosa? «Un po' di tutto perche' era un uomo molto curioso. Al mattino, quando andavo a prenderlo a casa alle 7,30, aveva gia' letto i giornali. In macchina commentava i principali fatti di politica e di cronaca. Mi chiedeva cosa ne pensassi io, ma l'argomento principale tra di noi era lo sport, il calcio soprattutto. Sono juventino anch'io e mille volte abbiamo visto insieme le partite». Allo stadio? «Quando funzionava ancora il Comunale ci andavamo tutte le domeniche, anche se la Juve era in trasferta, andavamo a vedere il Toro. L'Avvocato era uomo di grande fair play, solo la Roma gli stava un po' antipatica, piu' per i vecchi dirigenti che per i calciatori. Al Delle Alpi, invece, non andavamo sempre perche' non gli piaceva molto il posto. E cosi' guardavamo la partita a casa, su un maxi schermo. Il cinema di Villa Frescot, insomma, diventato ancora piu' prezioso ora che la malattia non gli permetteva di uscire di casa> >. Qual e' l'ultima partita che avete visto insieme? «Juventus-Reggina, due settimane fa. Un partitone: 5-0 per la Juve, l'Avvocato era contentissimo. Domenica scorsa, invece, non stava tanto bene, quindi niente partita». Signor D'Aloia, l'Avvocato usciva molto raramente e lei e' gia' in pensione. Come mai lavorava ancora? «L'aveva voluto lui e io sono stato felicissimo di rimanere al suo fianco. Ogni mattina mi presentavo a Villa Frescot e aspettavo istruzione nell'autorimessa. L'Avvocato voleva avermi li'. Del resto me l'aveva detto il giorno in cui mi ha assunto, a fine dicembre del '73. ''Con me lei non avra' orari e dovra' lavorare anche il sabato e la domenica'', mi aveva spiegato. Ma non ce n'era bisogno, sapevo gia' a cosa andavo incontro. Si e' creato subito un buon rapporto. In citta' voleva guidare sempre lui, perche' cosi' scaricava il nervosismo. Solo in un unico periodo fece guidare sempre me». Quando? «Negli anni del terrorismo. Avevamo l'auto blindata e non gli piaceva guidare perche' la trovava troppo pesante». C'e' stata un'auto che Gianni Agnelli ha amato piu' delle altre? «La Croma, gli piaceva proprio». Lei lo accompagnava in giro per la citta'. Quali erano le sue abitudini? «Vita mondana, almeno a Torino, ne faceva poca, piu' che altro riceva a casa sua. Lavorava moltissimo, anche in macchina. Prima che inventassero il cellulare, noi avevamo sull'auto un telefono portatile svizzero. In Italia erano in pochi a possederlo. L'Avvocato era infaticabile, chiacchierava con tutti» . Qual era il tipo di persona che gli piaceva di meno? «I ruffiani. Il giorno del suo onomastico era tempestato di telefonate, ma appena finiva la conversazione spesso mi diceva ''Mi chiamano solo perche' hanno bisogno di me''». Con lei era davvero loquace. «Abbastanza direi, si chiudeva solo quando soffriva. Non dimentichero' mai il suo silenzio dopo la morte del nipote Giovannino e del figlio Edoardo».

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