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La Jihad e le guerre dimenticate


JackSEWing

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Si, sopratutto se gli "pseudopetardi" vengono sparati dai tetti delle case. Quella di usare i civili come scudi umani e le loro abitazioni come arsenali o basi di lancio, è una pratica tipica dei guerriglieri e se i civili osano ribellarsi…

...la scelta è di morire come "martiri a causa del nemico" o come "traditori del popolo" :roll:

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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In quello che sta succedendo a Gaza e dintorni è quasi impossibile definire la linea tra torto e ragione.

Io per lo meno non ci riesco.

A mio parere , su questa china entrambi i popoli saranno sconfitti.

Da tecnico , sottolineo solo l'ottimo funzionamento del sistema Iron dome, che pur facendo la tara IAF , :) smbra dimostare un efficienza ben superiore alle previsioni.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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In quello che sta succedendo a Gaza e dintorni è quasi impossibile definire la linea tra torto e ragione.

Io per lo meno non ci riesco.

A mio parere , su questa china entrambi i popoli saranno sconfitti.

...

Perdonatemi il parallelo ardito, ma qua è come nei western di Sergio Leone: non ci sono "buoni" o "cattivi". Solo "troppo cattivi" e "non troppo cattivi".

Non esistono più ragioni, ma solo torti da vendicare. La tensione decennale tra le popolazioni è tale che basta l'azione di un gruppuscolo non allineato per scatenare una guerra.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Inviato (modificato)

il discorso degli "pseudopetardi" lo capisco poco... ok che in paragone agli armamenti israeliani questi razzi artigianali fanno ridere (fino ad un certo punto...perchè se ti centrano la casa te la tirano giù lo stesso...con te dentro) però i palestinesi non è che usano questi psuedopetardi per particolari motivi... ma semplicemente perchè non hanno altro :) se potessero, tirerebbero roba molto più devastante... anche non convenzionale IMHO (agenti chimici o biologici)

se hai il pelo sullo stomaco di farti saltare in aria in mezzo ad una comitiva di bambini delle elementari (ordinaria amministrazione durante l'intifada) , non tireresti un razzo pieno di gas nervino su un centro abitato israeliano?

ciò detto, è evidente che la questione palestinese è irrisolvibile... questi vogliono, giustamente, una patria loro...completamente indipendente. sarebbe anche ora di dargliela.

Gaza e buona parte della cisgiordania devono diventare uno stato Palestinese indipendente... rimarrebbe aperto il nodo di Gerusalemme ma su quello si può trovare una via di mezzo, un qualcosa simil-città del vaticano IMHO

Modificato da JackSEWing

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Guest EC2277

Non esistono più ragioni, ma solo torti da vendicare. La tensione decennale tra le popolazioni è tale che basta l'azione di un gruppuscolo non allineato per scatenare una guerra.

Non decennale, ma millenaria: la lotta tra le varie popolazioni semitiche per il diritto a vivere in Israele è millenaria e sembrava risolto finché gli ebrei non sono tornati in Palestina. Fu allora che s'innescò la concatenazione di eventi capace di portare all'attuale situazione, con due popoli che rivendicano (anche giustamente) il diritto a vivere nella loro terra natia, governati da loro stessi. Peccato che vogliono la stessa terra e nei decenni si sono lasciati andare ad una serie di abusi, soprusi e ritorsioni, che ha reso il conflitto quasi insanabile.

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finché gli ebrei non sono tornati in Palestina.

fa molto hasbara come scelta lessicale

comunque meglio dire sionisti, perché non tutti gli ebrei sono sionisti e ci sono anche gruppi di ortodossi che pensano che sia sbagliato anche dal punto di vista teologico (tipo i neturei karta)

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Finché gli insediamenti aumentano... :it:

questo è un problema grosso e un po' sottaciuto dalla comunità internazionale.

Gaza ormai è una specie di carcere da un milione e mezzo di persone, e a denti stretti lo sostiene anche qualche israeliano, sentito personalmente da gente originaria di Tel Aviv,andate a vedervi che città è per capirci, e che disterà 70/80 chilometri.

Tendenzialmente cerco di essere equidistante come opinioni perchè, soprattutto in questo caso il manicheismo è improponibile, ma questo articolo scritto da un israeliano mi ha dato da pensare.

[h=1]La realtà di Gaza e le illusioni israeliane[/h]

In seguito al rapimento e all’uccisione di tre ragazzi israeliani nei Territori occupati, Israele ha arrestato in maniera indiscriminata circa cinquecento palestinesi, tra cui alcuni parlamentari e decine di ex detenuti già scarcerati che non avevano alcun legame con il sequestro. L’esercito israeliano ha seminato il terrore in tutta la Cisgiordania con retate e arresti di massa allo scopo dichiarato di “schiacciare Hamas”.

Su internet ha imperversato una campagna razzista in seguito alla quale un adolescente palestinese è stato bruciato vivo. Tutto questo dopo che Israele aveva intrapreso un’offensiva contro il tentativo di creare un governo di unità palestinese che il mondo era pronto a riconoscere, aveva violato l’impegno a scarcerare dei detenuti, aveva congelato la via diplomatica e aveva rifiutato di proporre un piano alternativo per continuare il dialogo.

Pensavamo davvero che i palestinesi avrebbero accettato tutto questo in modo remissivo, obbediente e calmo, e che nelle città israeliane avrebbero continuato a regnare la pace e la tranquillità?

Cosa credevamo, noi israeliani? Che Gaza sarebbe vissuta per sempre all’ombra dell’arbitrio di Israele (e dell’Egitto), alternando momenti di lieve allentamento delle restrizioni imposte ai suoi abitanti a momenti di penoso inasprimento? Che il carcere più vasto del mondo sarebbe continuato a essere un carcere? Che centinaia di migliaia di residenti a Gaza sarebbero rimasti tagliati fuori per sempre? Che sarebbero state bloccate le esportazioni e decretate limitazioni alla pesca? Ma di cosa deve vivere un milione e mezzo di persone? Qualcuno sa spiegare perché prosegue il blocco, benché parziale, di Gaza? Qualcuno sa spiegare perché del suo futuro non si discute mai? Credevamo davvero che tutto sarebbe andato avanti come prima e che Gaza l’avrebbe accettato passivamente? Chiunque lo abbia creduto è stato vittima di un pericoloso delirio, e adesso il prezzo lo stiamo pagando tutti.

Però, per favore, non mostratevi stupiti. Non ricominciate a gridare che i palestinesi fanno piovere missili sulle città israeliane senza motivo: certi lussi non sono più ammissibili. Il terrore che provano adesso i cittadini israeliani non è più grande del terrore che hanno provato le centinaia di migliaia di palestinesi vissuti per settimane nell’attesa che nel bel mezzo della notte i soldati gli sfondassero le porte e gli invadessero le case per perquisire, smantellare, distruggere, umiliare e poi magari portarsi via un membro della famiglia.

La paura che stiamo vivendo noi israeliani non è più grande di quella vissuta dai bambini e dagli adolescenti palestinesi, alcuni dei quali sono stati uccisi inutilmente in queste ultime settimane dall’esercito d’Israele. La trepidazione che provano gli israeliani è sicuramente minore di quella che provano gli abitanti di Gaza, che non hanno allarmi rossi né rifugi né un sistema antimissile come Iron dome che li salvi, ma soltanto centinaia di terrificanti incursioni dell’aviazione militare israeliana che si concludono con la devastazione e la morte di innocenti, compresi anziani, donne e bambini: ne sono già stati uccisi durante l’operazione in corso, come durante tutte quelle che l’hanno preceduta.

Quest’operazione ha già un nome puerile, Protective edge, Margine di protezione. Ma l’operazione Protective edge è cominciata e si concluderà come tutte le precedenti, cioè senza assicurarci né la protezione né il margine. I mezzi d’informazione e l’opinione pubblica israeliani esigono il sangue dei palestinesi e la loro distruzione, e il centrosinistra è d’accordo, naturalmente, così come è sempre d’accordo all’inizio. Il seguito, però, è già scritto da un pezzo nelle cronache di tutte le operazioni insensate e sanguinarie condotte a Gaza in ogni epoca. Stupisce, semmai, che da un’operazione militare all’altra sembra che nessuno impari niente. L’unica cosa che cambia sono le armi impiegate.

È vero che inizialmente il primo ministro Benjamin Netanyahu ha reagito con moderazione, e per questo è stato debitamente elogiato, ma certo neanche lui poteva starsene fermo davanti ai missili sparati da Gaza. Comunque tutti sanno che Netanyahu non aveva alcun interesse a questo scontro.

Ma le cose stanno proprio così? Se davvero lo scontro non gli interessava, avrebbe dovuto perseguire seriamente delle trattative diplomatiche. Invece non l’ha fatto, quindi è chiaro che in realtà gli interessava eccome. Il suo quotidiano, Israel Hayom (“Israele oggi”), è uscito con titoli strillati: “Vai fino in fondo”. Ma Israele non raggiungerà mai il pazzesco “fondo” auspicato da Israel Hayom, e comunque non certo con la forza.

“Non c’è modo di sfuggire al castigo per ciò che sta succedendo qui da quasi cinquant’anni”, ha dichiarato lo scrittore David Grossman in occasione della Conferenza israeliana sulla pace, che si è aperta a Tel Aviv l’8 luglio. Queste parole sono state pronunciate solo poche ore prima che l’ultimo castigo nella lunga catena di delitti e castighi si abbattesse sui civili israeliani, così innocenti e senza colpa.

Internazionale » Opinioni » La realtà di Gaza e le illusioni israeliane

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Guest EC2277
Finché gli insediamenti aumentano... :it:

Codesto è il punto dolente: finché gli israeliani continueranno a portare avanti la loro politica di occupazione territoriale, non potrà esserci pace. D'altro canto non possono nemmeno cominciare a sbaraccare tutto di punto in bianco, poiché sembrerebbe una ritirata e quelli di Hamas potrebbero credere d'essere ad un passo dalla vittoria, con il risultato di far aumentare i loro attacchi.

Come diceva Stev, non è possibile tracciare la linea che distingue gli oppressi dagli oppressori, poiché entrambe le fazioni hanno assunto entrambi i comportamenti: gli israeliani che un po' si comportano come invasori ed un po' si difendono dagli attacchi terroristici di Hamas, i palestinesi che lottano per la loro libertà, spesso mediante attacchi terroristici.

Dovrebbero avere il buon senso di mettere da parte i loro rancori e cominciare a costruire una politica di coesistenza pacifica, ma è difficile sperare che ciò accada visto che a noi europei sono servite due guerre mondiali ed una guerra fredda per riuscirci; parzialmente.

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almeno se ne parla..l articolo postato dal buon Cosimo ,secondo me,spiega bene quello che è realta.

provatevi a mettere nei panni di un palestinese..cosa fareste voi?vediamo chi risponde.

@ jackSEWing atti terroristici non mi risulta che ce ne siano da 8 anni ,se non sbaglio e non me ne ricordo contro comitive di bambini addirittura diciche era ordinaria amministrazione,magari d9cumenta in qualche modo che ricordo,grazie.

scusate se il tono puó sembrare scontroso,ma questo per me è un tasto dolente e in piü non sono bravo a scrivere.

Codesto è il punto dolente: finché gli israeliani continueranno a portare avanti la loro politica di occupazione territoriale, non potrà esserci pace. D'altro canto non possono nemmeno cominciare a sbaraccare tutto di punto in bianco, poiché sembrerebbe una ritirata e quelli di Hamas potrebbero credere d'essere ad un passo dalla vittoria, con il risultato di far aumentare i loro attacchi.

Come diceva Stev, non è possibile tracciare la linea che distingue gli oppressi dagli oppressori, poiché entrambe le fazioni hanno assunto entrambi i comportamenti: gli israeliani che un po' si comportano come invasori ed un po' si difendono dagli attacchi terroristici di Hamas, i palestinesi che lottano per la loro libertà, spesso mediante attacchi terroristici.

Dovrebbero avere il buon senso di mettere da parte i loro rancori e cominciare a costruire una politica di coesistenza pacifica, ma è difficile sperare che ciò accada visto che a noi europei sono servite due guerre mondiali ed una guerra fredda per riuscirci; parzialmente.

secondo me la linea c'è eccome. Bella grande anche.

Modificato da nadsam
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