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La Jihad e le guerre dimenticate


JackSEWing

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guerra d'indipendenza, una guerra che si estenderebbe anche alla Turchia, all'Iran, alla Siria.

in occidente la chiamerebbero "autodeterminazione" :lol:

ah ops, non deve andare contro gli interessi usa:muto:

Suzuki Swift, 1.3 DDIS 75 CV, B-Cool (2014)

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in occidente la chiamerebbero "autodeterminazione" :lol:

ah ops, non deve andare contro gli interessi usa:muto:

...e iraniani e siriani e turchi.

Ti ricordo che il Kurdistan è diviso da Iran, Iraq, Siria e Turchia. Con due di queste nazioni non propriamente "amici" degli USA.

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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con HOMS sotto controllo del regime

Siege of Homs - Wikipedia, the free encyclopedia

gli attentati purtoppo ci saranno per molto tempo (magari anche sotto casa di assad) ma il controllo dei territori principali, i più popolosi, sono in mano all'esercito siriano, tutti con l'eccezione di aleppo

[parentesi] Ho parlato con dei militari del Free Syrian Army che avevano combattuto proprio ad Homs 4 mesi fa al confine Siriano, (mi è venuto in mente guardando il link dell'assedio di Homs), quelli che erano ridotti a mangiare cotone dei mobili, dopo che cani,gatti,topi, erano finiti... mi hanno fatto vedere le loro foto con i fucili dentro i palazzi vuoti, cecchini. [/parentesi]

Ad Homs sono scoppiate 3 bombe in 2 giorni (ieri e l'altro ieri), oltre 50 bambini morti. Hanno piazzato un'autobomba davanti alla scuola.

imho il piatto della bilancia si sposterà in modo significativo solo se la turchia interverrà in modo massivo... ovvero invadendo il nord della siria con truppe di terra

la domanda è: verso chi si sposterà? questo lo sapremo solo quando si scoprirà al fianco di chi la turchia vorrà scendere in campo se contro i curdi (e quindi di riflesso a favore dell'ISIS e contro assad) oppure al fianco di essi ;)

Si ma come fa la Turchia combattere "contro" i curdi se questi stessi curdi sono supportati da tutto il mondo (europa, usa, australia, canada, ecc..)... mah, io non ho ancora capito questa cosa. Nessuno mi ha risposto neanche giù in Iraq, tutti dicevano che Erdogan è un pazzo idiota e basta :lol:

EDIT

la risposta pare che la stiano dando i fatti... guardate i video della battaglia di kobane, gli islamisti attaccano i curdi con decine di carri, i turchi sono a pochi km e non muovono un dito e il supporto aereo occidentale non si vede! e si che sono bersagli ben visibili

a che gioco stiamo giocando? :roll:

No lo muovono, aiutano l'ISIS :mrgreen:

"BREAKING: Its being reported Turkish troops escorting #ISIS terrorists to cross the border after evacuated Kurdish protesters on border line"

Io non so, non parlo perchè se non so, sto zitto, e davvero non riesco a capire cosa succede...

Comunque militari americani stanno combattendo al fronte con i Peshmerga (i curdi contro cui "combatte" Erdogan insomma), è ufficiale.

Dire che è un gran casino internazionale è diminutivo :lol:

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axdx9lR.jpg

Modificato da crabble

 

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tutti dicevano che Erdogan è un pazzo idiota e basta :lol:

su questo sono d' accordo:)

se questi stessi curdi sono supportati da tutto il mondo

diciamo di si, li aiutano il minimo indispensabile però

"BREAKING: Its being reported Turkish troops escorting #ISIS terrorists to cross the border after evacuated Kurdish protesters on border line"

:pz c' era da aspettarselo però appena hanno mandato truppe al confine, da quello che erdogan ha fatto negli ultimi anni era palese che non andavano a combattere contro l' isis

proprio non capisco in cosa sperano i turchi a spalleggiare l' isis, certo tenere sotto controllo i curdi dandogli una lezione, ma poi?:pen:

Comunque militari americani stanno combattendo al fronte con i Peshmerga (i curdi contro cui "combatte" Erdogan insomma), è ufficiale.

si, ho visto una foto

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

interessante analisi sui moventi del isis

Nel Medio Oriente si gioca una partita a scacchi tridimensionale con le teste degli ostaggi. A giocare, solo apparentemente, è lo Stato Islamico. Contro tutti. I vecchi sponsor della guerra per procura siriana, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e così via; il governo di Damasco e tutti i suoi alleati Russia, Iran e in fondo anche la Cina, che non ha mai visto di buon occhio l’intervento armato statunitense in Siria; gli americani e gli ‘alleati’ europei che assistono sbigottiti al taglio delle teste dei loro giornalisti nel deserto; tutti i gruppi armati coinvolti nella guerra siriana, dai Sunniti di al Nusra fino ai miliziani sciiti; l’esercito curdo ed il Pkk, organizzazione ancora considerata terrorista dalla Turchia; tutte le nazioni limitrofe dalla Turchia fino ad Israele. Persino al Qaeda si è schierata contro il Califfato, perché le ha rubato il primato che dall’11 settembre deteneva, la coppa dei campioni armati del fondamentalismo islamico. Unici sostenitori sono alcuni combattenti talebani che hanno dichiarato di voler migrare verso la Siria e l’Iraq per entrare a far parte dell’esercito del nuovo Califfo, rispondendo alla sua chiamata alle armi per difendere il popolo sunnita contro i nemici. E i giovani musulmani che un po’ da tutto il mondo sono attratti da questa nuova Jihad.Ma il fronte compatto è solo un’illusione: lo Stato Islamico in realtà si è nutrito delle rivalità che esistono tra tutti questi giocatori e continua a farlo mettendo in evidenza le contraddizioni di una guerra per procura ormai fuori controllo. Poche settimane fa, i sauditi per la prima volta dal 1978 hanno organizzato un incontro diplomatico con gli arci-nemici iraniani. A terrorizzare entrambi sono le truppe di Abu Bakr al Baghdadi. Martedì in Arabia Saudita è stata scoperta una cellula di ben 88 persone che si pensa facciano parte dello Stato Islamico pronta a lanciare un attacco contro le infrastrutture petrolifere del paese. E’ paradossale dal momento che nel lontano 2011, quando al Baghdadi ed i suoi pochi seguaci si trasferirono in Siria per usare quel conflitto quale trampolino di lancio del loro ambiziosissimo progetto, i sauditi erano tra gli sponsor più generosi dei gruppi armati sunniti. Discorso analogo vale per gli sceicchi del Kuwait e del Qatar.

Il Califfato sa bene quanto sia fragile l’alleanza tra nemici storici come l’Iran e l’Arabia Saudita o la Turchia ed il Pkk, acerrimi nemici da sempre, o l’amministrazione di Obama e il governo di Assad a Damasco. Sa anche quanto poco popolare sia per gli occidentali l’idea di rimandare le truppe in Medio Oriente e l’orrore che chi ha memoria potrebbe provare se americani ed inglesi raggiungessero un accordo con Assad per bombardare Raqqa, la capitale dell’esercito dello Stato Islamico e le sue altre postazioni. L’opinione pubblica non sarà facilmente manipolata come nel 2003 quando Bush e Blair ci fecero credere che Saddam Hussein era alleato di al Qaeda e in 45 minuti poteva lanciare un ordigno atomico su una capitale europea. Tutti sono consapevoli che l’intervento armato in Iraq ha aperto il vaso di Pandora e destabilizzato l’intera regione, ripeterlo peggiorerà la situazione. Il taglio delle teste e gli ultimatum alla potenza militare più grande al mondo da parte di un esercito fai da te se non sono frutto della demenza dei vertici del Califatto devono rientrare in questa logica: sfruttare tensioni e odi storici tra nazioni per metterle sotto scacco.

Come potranno i sauditi scendere in campo a fianco degli iraniani senza fare concessioni importanti alla popolazione sciita nel loro paese ed apparire ‘deboli’ agli occhi della popolazione sunnita? E che dirà Israele alla propria popolazione quando si ritroverà alleata di Teheran contro l’avanzata dell’esercito dello Stato Islamico? La sfida è chiaramente contro tutti, inclusi i gruppi armati sunniti con i quali fin dall’inizio l’IS ha combattuto per strappar loro potere. Tra questi c’è al Nusra, succursale di al Qaeda in Siria, con una sezione del quale al Baghdadi creò Isis, lo Stato Islamico in Iraq e Siria, fondendo il vecchio Stato Islamico in Iraq. Colpisce che il 24 agosto ciò che rimane di al Nusra ha liberato Peter Curtis, un ostaggio americano, anche lui giornalista, rapito dal 2012. A negoziare il rilascio è stato lo stato del Qatar, uno degli sponsor di al Nusra. Così mentre lo Stato Islamico giustizia pubblicamente via internet i suoi ostaggi americani al Nusra li rilascia grazie all’intermediazione di stati che fino a pochi mesi armavano anche l’IS.

Su questo sfondo surreale cresce la popolarità del Califfo e del Califfato tra le popolazioni sunnite del Golfo. Su questo non c’è dubbio dato il traffico clandestino di futuri guerrieri alle frontiere e l’attività frenetica in rete. E se l’obiettivo dello Stato Islamico fosse ancora più ambizioso di quanto noi abbiamo fino ad ora pensato? Se invece di conquistare territorio pezzo per pezzo, come è successo fino ad ora, l’obiettivo fosse smascherare i giochi di potere delle varie potenze e dei giocatori sulla scacchiera del Medio Oriente per dimostrare alla gente semplice che stati, nazioni, famiglie ed individui sono solo pedine nelle mani dei potenti? Un messaggio scritto nel sangue, naturalmente con atti barbari commessi anche contro gli innocenti, anzi soprattutto gli innocenti, come i due giornalisti americani decapitati, per far credere al mondo che la responsabilità della loro morte non è del Califfato ma di Washington. Che invece di liberare i popoli dai tiranni ha finito per distruggere intere nazioni. Un’ipotesi surreale? Forse, ma che ben descrive l’assurdità dell’ultima guerra per procura della globalizzazione.

Suzuki Swift, 1.3 DDIS 75 CV, B-Cool (2014)

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Inviato (modificato)
Al gioco "Eliminiamo l'ISIS senza destabilizzare ulteriormente la regione": l'ISIS deve essere eliminato, ma bisogna evitare che le milizie curde acquisiscano un potere tale da dar vita ad una guerra d'indipendenza, una guerra che si estenderebbe anche alla Turchia, all'Iran, alla Siria. L'ISIS deve essere eliminato, ma sarebbe opportuno che eliminandolo non si blindasse anche al posizione di Assad alla guida della Siria. L'ISIS deve essere eliminato, ma è necessario che contemporaneamente si dia vita ad un nuovo Stato iracheno forte ed autorevole, in grado di non dissolversi come neve al sole non appena se ne andranno i militari occidentali. L'ISIS deve essere eliminato, ma…

Continuate pure voi con i distinguo del caso.

quindi in parole povere prima decantiamo il nobile combattente peshemrga e poi lo lasciamo massacrare dai jihadisti per non destabilizzare la regione? cavolo EC... ma più destabilizzata di cosi :disp2:

in iraq i peshemrga si gestiscono dal 2003, in siria i territori curdi sono autogestiti dal 2011, non conosco la situazione in iran ma l'esperienza irakena recente sembrerebbe far intendere che forse ai pesherga basta un'ampia autonomia e uno stato centrale che non ne distrugga l'identità e loro sono a posto cosi. Non necessariamente deve scoppiare questa mega guerra per l'indipendenza del kurdistan...

è chiaro comunque che lo stato curdo, se non in forma indipendente ma quantomeno come regioni autonome in seno ad altre nazioni, esisterà, perchè ormai è realtà da anni.

certo, a meno che l'ISIS non li ammazzi tutti :disp2:

ti sembra accettabile?

mi sembra un pò troppo sangue sull'altare di questa presunta stabilità...

http://www.bloomberg.com/news/2014-10-03/kurds-fight-alone-as-coalition-holds-fire-against-jihadist-tanks.html

gli occidentali presenti in loco sono esterrefatti

“It gets ridiculous when you have a live stream, and you can see the ISIS tanks,” said Mark Campbell, 52, who is based in London and has been campaigning for Kurdish rights for two decades. ISIS is another name for Islamic State. Coalition forces “could literally wipe out the tanks in five minutes,” Campbell, who is using social media to raise awareness, said in a video phone interview.

Modificato da JackSEWing

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Bruttissima la situazione a Kobane, Daesh ha preso due colline e stanno conquistando la città... speriamo bene. Quei poveretti dentro Kobane stanno combattendo come possono ma nessuno sembra aiutarli seriamente.

Siria aggiornata ad adesso:

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foto molto interessanti

Face-off at the Turkish border: Tanks mass as chilling pictures show black flag of ISIS raised in Syrian town just one mile away | Daily Mail Online

mostrano le bandiere nere dell'ISIS a poco più di 1 km dalle posizioni dell'esercito turco... notare tra le altre cose, la nutrita consistenza del dispositivo turco schierato al confine

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si presume che la città cadrà a breve :( deve essere dura, oltre che insopportabilmente sbeffeggiante, per i miliziani curdi guardare la salvezza a meno di km (no dico..guardate che formazione corazzata che potrebbe intervenire) e vedersela negare

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