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E son 30! Auguri Arna!!!


duetto80

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Ancora oggi mi spaventa il solo pensiero di quanto potere avesse quella famiglia in Italia. E mi pare chiaro che ha fatto solo i propri interessi. Avevano paura della concorrenza, eh? :evil: ...e naturalmente la classe politica dei vari decenni ha lasciato fare loro tutto. Io credo che la decadenza dell'Italia sia iniziata molto prima degli anni novanta.
Paradossalmente, gli anni '80 sono gli anni in cui il potere si affievolisce ed incomincia il potere dei contafagioli ( citofonare via Filodrammatici per chiarimenti ) , che impongono scelte di allontanamento dall'auto ( la programmazione di modelli dal 1988 al 1987 , in gran parte sciagurata, nasce con queste premesse ).

Inoltre la provincialità sabauda mostra qua tutte le corde.

Non a caso si blocca AR per la paura di vedere le Fiesta uscire da Pomigliano e non ci si rende conto che usciranno da Vigo poco dopo :) .

La gestione pubblica IRI ,con tutti i suoi difetti, con l'accordo con Nissan aveva saputo vedere più lontano e con maggiore lungimiranza.

Cosa già detta e ridetta. I Jap erano maestri negli anni '80 nei fuoristrada (meglio di Land). Erano divenuti di moda e la PA stava divenendo orfana di Nuova Campagnola.

Alfa ipotizzava Magnaghina e Magnagona in accordo con Nissan.

Ma a TO decisero che non si dovevano più fare (infatti Amato li tassò pure), cosi si perdettero gli anni 80-90 dei duri e puri, gli anni 2000 dei SUV (moda che non dura) buttando a mare splendidi progetti Alfa e Maserati. Stiamo perdendo (nonostante l'acquisizione di Jeep) parte degli gli anni '10 dei Cross over.

Insomma tra poco saranno i 30 anni dell'assenza di Fuoristrada Italiani.

.....ma quello non sarà un anniversario da festeggiare.

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  • 2 settimane fa...

L'Arna secondo me nacque sottotono, la volontà era di non venderla e di creare quasi volutamente un insuccesso. I colori erano solo 6 bianco, un azzurrone terribile, un marrone orribile, un rosso amaranto, e due metallizzati argento e verdino.

Davvero incomprensibile come scelta. Ancora peggio gli interni o beige o grigi. Ci sarebbe voluto veramente poco a dotarla di una gamma colori più elegante e più completa considerando che già da 10 anni era richiesto ovunque il blu e il grigio scuro metallizzato, senza parlare del rosso Alfa che sulla Ti sarebbe stato benissimo.

Parlando di Ti non ho mai capito perchè per in Italia non fosse disponibile la motorizzazione 1490 magari col 105 cv della Alfasud QV, così come non ho mai capito per la Ti i sedili neri e verdi quasi a voler cercare l'insuccesso in tutti i modi possibili.

Nel suo segmento con pochi accorgimenti penso che avrebbe potuto avere più successo.

Quanto alle Magnaghina/ona le ho viste anni fa ad Arese, forse è stato meglio che non siano state prodotte, non mi sembravano gran cosa.

Ci tengo poi a spezzare una lancia a favore di Fiat.

Nel 1986 l'Alfa Romeo era già morta.

L'Alfa ha iniziato a morire nel 1974 con l'uscita di Luraghi, nel 1977 anche Busso e Garcea non c'erano più.

L'Alfa del 1986 era quindi l'Alfa di Massacesi, di Innocenti, di Tramontana, tutta gente dal curriculum nullo in fatto di automobili ma molto corposo in fatto di procedimenti giudiziari.

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Per costruire lo stabilimento di Pratola Serra in provincia di Avellino, assumere operai e poi mandarli in cassa integrazione a spese dello stato a riprendere il lavoro nei campi o nell'edilizia in nero che facevano lo stesso. Serbatoio di voti per De Mita.

Non si spiegherebbe altrimenti perché l'Arna prima nata per saturare Pomigliano D'Arco abbia poi richiesto uno stabilimento apposito.

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Cosa già detta e ridetta. I Jap erano maestri negli anni '80 nei fuoristrada (meglio di Land). Erano divenuti di moda e la PA stava divenendo orfana di Nuova Campagnola.

Alfa ipotizzava Magnaghina e Magnagona in accordo con Nissan.

Ma a TO decisero che non si dovevano più fare (infatti Amato li tassò pure), cosi si perdettero gli anni 80-90 dei duri e puri, gli anni 2000 dei SUV (moda che non dura) buttando a mare splendidi progetti Alfa e Maserati. Stiamo perdendo (nonostante l'acquisizione di Jeep) parte degli gli anni '10 dei Cross over.

Insomma tra poco saranno i 30 anni dell'assenza di Fuoristrada Italiani.

.....ma quello non sarà un anniversario da festeggiare.

In realtà ai tempi dell'accordo Alfa-Nissan era anche stata valutata la possibilità di costruire a Pomigliano il Patrol con i motori VM. La miopia di un managment Alfa Romeo votato più a compiacere i politici che il mercato scartò questa possibilità, la Nissan produsse poi attraverso la Ebro con motori Perkins i suoi Patrol europei. La Fiat in parte ostacolò anche questa possibilità vedendo nel possibile Alfa-Patrol un concorrente per la sua Campagnola che cesserà di essere prodotta solo nel 1987.

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Poi, un giorno vorrei capire perché dagli anni 80 all'acquisizione di Jeep in FIAT abbiano sempre avuto in odio i fuoristrada. "Io non li faccio e tu nemmeno....." Alla fine da AR 51 in poi (35 anni) grazie alla PA non penso che ci abbiano rimesso, anzi. Forse procuravano troppi sbattimenti in sede di progetto e di industrializzazione..............

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Poi, un giorno vorrei capire perché dagli anni 80 all'acquisizione di Jeep in FIAT abbiano sempre avuto in odio i fuoristrada. "Io non li faccio e tu nemmeno....." Alla fine da AR 51 in poi (35 anni) grazie alla PA non penso che ci abbiano rimesso, anzi. Forse procuravano troppi sbattimenti in sede di progetto e di industrializzazione..............

La Campagnola AR76 viveva solo di commesse statali, nel 1987 quando terminò la produzione era ormai un mezzo che richiedeva un importante aggiornamento non giustificabile però dalle poche commesse italiane. Purtroppo non ci fu la possibilità di ottenere le commesse francesi con la Renault TRM 500 che altro non era che la Campagnola con motori Renault mentre Peugeot si alleò a Mercedes per creare la P4 che ovviamente essendo basata sulla serie G uscita 3 anni dopo la Campagnola era decisamente superiore. La G inoltre è stata ed è ancora un vero capolavoro nel suo settore.

Incapaci di competere con la G all'estero le commesse interne si rivelarono insufficienti a giustificarne la produzione.

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[...] Forse procuravano troppi sbattimenti in sede di progetto e di industrializzazione..............

Probabilmente invece è per le solite faide interne: la progettazione di fuoristrada come la Campagnola non veniva gestita dalla stessa Divisione che si occupava delle auto, ma dal DPVSC (Dipartimento Progettazione Veicoli Speciali e da Cantiere) che viveva una vita parallela e che non era neanche sita a Mirafiori, ma in un'altra sede (se non ricordo male era sul LungoStura). Nel costante braccio di ferro probabilmente è risultata perdente.

"ciò che non c'è non si può rompere" (Henry Ford I).

"Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo" (Voltaire).

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La Campagnola AR76 viveva solo di commesse statali, nel 1987 quando terminò la produzione era ormai un mezzo che richiedeva un importante aggiornamento non giustificabile però dalle poche commesse italiane. Purtroppo non ci fu la possibilità di ottenere le commesse francesi con la Renault TRM 500 che altro non era che la Campagnola con motori Renault mentre Peugeot si alleò a Mercedes per creare la P4 che ovviamente essendo basata sulla serie G uscita 3 anni dopo la Campagnola era decisamente superiore. La G inoltre è stata ed è ancora un vero capolavoro nel suo settore.

Incapaci di competere con la G all'estero le commesse interne si rivelarono insufficienti a giustificarne la produzione.

Probabilmente invece è per le solite faide interne: la progettazione di fuoristrada come la Campagnola non veniva gestita dalla stessa Divisione che si occupava delle auto, ma dal DPVSC (Dipartimento Progettazione Veicoli Speciali e da Cantiere) che viveva una vita parallela e che non era neanche sita a Mirafiori, ma in un'altra sede (se non ricordo male era sul LungoStura). Nel costante braccio di ferro probabilmente è risultata perdente.

Negli anni 80 Nuova Campagnola era decisamente superata, ci sarebbe voluto un modello completamente nuovo.

Giravano già i Pajero con l'avantreno a ruote indipendenti.

Ma se pensiamo in quel periodo quante Tojota, quante Mitsu, quante Patrol, quante Suzu, Range, Jeep ecc ecc cominciavano a riempire le strade Italiane...........però, già, le faide interne.........per non sbagliare è stato più semplice dire a qualcuno a Roma, nel 92, di tassarli.

Problema risolto.

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