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Lo stabilimento di Pomigliano


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Non mi annoi affatto. Anzi, sono questi gli ambiti di discussione che più mi appassionano visto che capisco poco di tecnica e un po' di più di qualità di vita, compreso degli ambienti di lavoro.

Come meglio di me saprai, a Maranello vige uno standard qualitativo delle condizioni di lavoro che è un po' l'eccellenza tra i produttori industriali di auto; com'è che Fiat sembra si distingui in alcuni casi per lo scarso ascolto delle necessità dei suoi utenti (maestranze e clienti finali) e non faccia proprie le procedure applicate a Maranello anche se in scala evidentemente diversa e con adattamenti proporzionali?

Per esempio, Toyota, negli stabilimenti fuori dal Giappone ha fama di avere una certa cura nel migliorare il grado di soddisfazione degli operai.

Da quello che sai, pensi che si possa sperare per Fiat in qualche mutamento di approccio in questo settore?

Per far sì che avvenga, deve prima esserci un cambio di managers nella Direzione Produzione ed in alcuni stabilimenti, con persone più "illuminate", ma soprattutto deve entrare nella filosofia aziendale la VERA cultura del miglioramento del posto di lavoro, inteso come processo bottom-up, ovvero con l'addetto (che è quello che conosce perfettamente l'operazione elmentare) che è il primo "suggeritore" dei possibili miglioramenti, ovviamente supportato da una gerarchia (snella), che valuta ed agisce velocemente, apportando piccoli ma significativi miglioramenti (è la tecnica detta "kaizen"), che sinergicamente migliorano la qualità del prodotto e contemporaneamente la qualità della vita in fabbrica. E non sono chiacchiere, è quello che fanno tutte le case Jap, oltre alla Ford ed alla Bmw, per quello che so.

Mi hai toccato sul vivo, è uno degli aspetti del mio lavoro che mi appassionano di più.

Sei a Maranello ?

Prima o poi ci farò un salto, un mio amico d'infanzia è diventato il vostro Direttore Marketing WorldWide...si chiama Mario M., è laureato in Economia, ha ca. 40 anni, lo conosci??

Ciao.

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Guest fabvio

Non mi annoi affatto. Anzi, sono questi gli ambiti di discussione che più mi appassionano visto che capisco poco di tecnica e un po' di più di qualità di vita, compreso degli ambienti di lavoro.

Come meglio di me saprai, a Maranello vige uno standard qualitativo delle condizioni di lavoro che è un po' l'eccellenza tra i produttori industriali di auto; com'è che Fiat sembra si distingui in alcuni casi per lo scarso ascolto delle necessità dei suoi utenti (maestranze e clienti finali) e non faccia proprie le procedure applicate a Maranello anche se in scala evidentemente diversa e con adattamenti proporzionali?

Per esempio, Toyota, negli stabilimenti fuori dal Giappone ha fama di avere una certa cura nel migliorare il grado di soddisfazione degli operai.

Da quello che sai, pensi che si possa sperare per Fiat in qualche mutamento di approccio in questo settore?

Per far sì che avvenga, deve prima esserci un cambio di managers nella Direzione Produzione ed in alcuni stabilimenti, con persone più "illuminate", ma soprattutto deve entrare nella filosofia aziendale la VERA cultura del miglioramento del posto di lavoro, inteso come processo bottom-up, ovvero con l'addetto (che è quello che conosce perfettamente l'operazione elmentare) che è il primo "suggeritore" dei possibili miglioramenti, ovviamente supportato da una gerarchia (snella), che valuta ed agisce velocemente, apportando piccoli ma significativi miglioramenti (è la tecnica detta "kaizen"), che sinergicamente migliorano la qualità del prodotto e contemporaneamente la qualità della vita in fabbrica. E non sono chiacchiere, è quello che fanno tutte le case Jap, oltre alla Ford ed alla Bmw, per quello che so.

Mi hai toccato sul vivo, è uno degli aspetti del mio lavoro che mi appassionano di più.

Sei a Maranello ?

Prima o poi ci farò un salto, un mio amico d'infanzia è diventato il vostro Direttore Marketing WorldWide...si chiama Mario M., è laureato in Economia, ha ca. 40 anni, lo conosci??

Ciao.

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Non mi annoi affatto. Anzi, sono questi gli ambiti di discussione che più mi appassionano visto che capisco poco di tecnica e un po' di più di qualità di vita, compreso degli ambienti di lavoro.

Come meglio di me saprai, a Maranello vige uno standard qualitativo delle condizioni di lavoro che è un po' l'eccellenza tra i produttori industriali di auto; com'è che Fiat sembra si distingui in alcuni casi per lo scarso ascolto delle necessità dei suoi utenti (maestranze e clienti finali) e non faccia proprie le procedure applicate a Maranello anche se in scala evidentemente diversa e con adattamenti proporzionali?

Per esempio, Toyota, negli stabilimenti fuori dal Giappone ha fama di avere una certa cura nel migliorare il grado di soddisfazione degli operai.

Da quello che sai, pensi che si possa sperare per Fiat in qualche mutamento di approccio in questo settore?

Per far sì che avvenga, deve prima esserci un cambio di managers nella Direzione Produzione ed in alcuni stabilimenti, con persone più "illuminate", ma soprattutto deve entrare nella filosofia aziendale la VERA cultura del miglioramento del posto di lavoro, inteso come processo bottom-up, ovvero con l'addetto (che è quello che conosce perfettamente l'operazione elmentare) che è il primo "suggeritore" dei possibili miglioramenti, ovviamente supportato da una gerarchia (snella), che valuta ed agisce velocemente, apportando piccoli ma significativi miglioramenti (è la tecnica detta "kaizen"), che sinergicamente migliorano la qualità del prodotto e contemporaneamente la qualità della vita in fabbrica. E non sono chiacchiere, è quello che fanno tutte le case Jap, oltre alla Ford ed alla Bmw, per quello che so.

Mi hai toccato sul vivo, è uno degli aspetti del mio lavoro che mi appassionano di più.

Sei a Maranello ?

Prima o poi ci farò un salto, un mio amico d'infanzia è diventato il vostro Direttore Marketing WorldWide...si chiama Mario M., è laureato in Economia, ha ca. 40 anni, lo conosci??

Ciao.

No, non sono di Maranello. Diciamo che tra i miei campi di interesse c'è anche questo tema.

Migliorare la qualità dell'ambiente lavorativo ha sicuramente ripercussioni sul rendimento del lavoro e sulla qualità di ciò che è prodotto. Questo l'hanno capito nell'ultimo decennio diverse aziende che, non tanto per amore degli operai ma per i ritorni economici, hanno deciso di investire su questo settore. Per chi non lo sa possiamo dire che la fabbrica Maserati è stata considerata uno dei dieci migliori posti di lavoro in Europa. Ci sono edifici moderni, ampi spazi luminosi; addirittura i dipendenti e i loro figli possono usufruire di un check-up gratuito, effettuato dallo stesso team medico dei piloti di formula uno e anche un programma personalizzato di fitness. E poi c'è un coinvolgimento degli operai fin dalla fase di progettazione in modo tale che il senso di appartenenza al marchio sia sempre più stretto.

Altre aziende, sempre in Italia, hanno creato una nuova figura professionale, che farà sorridere, ma è definita il direttore della felicità. Una di queste aziende è del settore di telefonia, Andala, e qui oltre a occuparsi della salute psichica di chi ci lavora, la struttura dell'azienda è pensata per incontrare le esigenze extra lavorative: asili nido, lavanderia, e poi la mensa è più un ristorante di lusso che luogo di ristorazione convenzionale.

E poi c'è un altro caso che ha fatto parlare di se un paio di anni fa. Un'azienda che forse Fabvio conosce e che si trova in provincia di Perugia, almeno così mi ricordo, a Solomeo, una fabbrica dove si produce cashmere pregiatissimo, ricavata all'interno di un castello del '300. Il suo proprietario, Cucinelli, definito imprenditore-mistico-umanistico, ha tutta una sua teoria sulla proprietà e l'impresa. E così chi ci lavora non ha orari fissi, non timbra il cartellino, partecipa agli utili e ottiene permessi per esempio per imparare l'inglese. Beh il risultato finale lo dicono queste cifre: i 195 operai hanno un tasso di assenteismo pari allo zero, poche assenze per malattia, guadagnano di più e dicono di essere felici. Insomma un risultato notevole.

Ho un po' divagato... Ma mi piacerebbe sapere che anche nel maggior gruppo industriale italiano entrasse di più questa cultura perché sarà il futuro dell'organizzazione aziendale più all'avanguardia. E magari Taurus, se conosce queste cose, potrebbe darci qualche imbeccata di più visto che bene o male, dietro a una bell'auto c'è sempre una persona che ci ha lavorato.

"Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi".

Libro dei Proverbi

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Per chi non lo sa possiamo dire che la fabbrica Maserati è stata considerata uno dei dieci migliori posti di lavoro in Europa. Ci sono edifici moderni, ampi spazi luminosi; addirittura i dipendenti e i loro figli possono usufruire di un check-up gratuito, effettuato dallo stesso team medico dei piloti di formula uno e anche un programma personalizzato di fitness. E poi c'è un coinvolgimento degli operai fin dalla fase di progettazione in modo tale che il senso di appartenenza al marchio sia sempre più stretto.

Altre aziende, sempre in Italia, hanno creato una nuova figura professionale, che farà sorridere, ma è definita il direttore della felicità. Una di queste aziende è del settore di telefonia, Andala, e qui oltre a occuparsi della salute psichica di chi ci lavora, la struttura dell'azienda è pensata per incontrare le esigenze extra lavorative: asili nido, lavanderia, e poi la mensa è più un ristorante di lusso che luogo di ristorazione convenzionale.

E poi c'è un altro caso che ha fatto parlare di se un paio di anni fa. Un'azienda che forse Fabvio conosce e che si trova in provincia di Perugia, almeno così mi ricordo, a Solomeo, una fabbrica dove si produce cashmere pregiatissimo, ricavata all'interno di un castello del '300. Il suo proprietario, Cucinelli, definito imprenditore-mistico-umanistico, ha tutta una sua teoria sulla proprietà e l'impresa. E così chi ci lavora non ha orari fissi, non timbra il cartellino, partecipa agli utili e ottiene permessi per esempio per imparare l'inglese. Beh il risultato finale lo dicono queste cifre: i 195 operai hanno un tasso di assenteismo pari allo zero, poche assenze per malattia, guadagnano di più e dicono di essere felici. Insomma un risultato notevole.

Ho un po' divagato... Ma mi piacerebbe sapere che anche nel maggior gruppo industriale italiano entrasse di più questa cultura perché sarà il futuro dell'organizzazione aziendale più all'avanguardia. E magari Taurus, se conosce queste cose, potrebbe darci qualche imbeccata di più visto che bene o male, dietro a una bell'auto c'è sempre una persona che ci ha lavorato.

Credimi, avendoci lavorato per due anni, all'interno del Gruppo queste logiche sono ancora straniere, in molti casi. Alcuni managers si comportano in modo opposto alle nuove logiche di team building, problem solving ed MBO, prevalgono stili autarchici che si possono riassumere con lo slogan: "si fa così perchè lo dico io che sono il capo".

Piuttosto anacronistico, ma spiega benissimo che aria si respira all'interno: pensa che l'anno scorso la "climate analisys" effettuata dal Personale ogni anno è stata sospesa per il timore (o la consapevolezza?) che i risultati d'immagine dell'azienda vista dai dipendenti sarebbero stati disastrosi.

In Fiat c'è molto da fare sotto questo aspetto...

Ciao

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Frick, a questo punto approfitto della tua passione e conoscenze, e continuo:

che mi dici delle unità operative istituite con il nuovo stabilimento di Melfi? Mi pare di ricordare che il loro funzionamento prevedesse che ogni operaio potesse fare osservazioni sul processo di lavoro e sui prodotti assemblati per apportare migliorie o modifiche. Queste osservazioni erano raccolta sotto forma di biglietti lasciati Era stato indicato come un modello innovativo per incrementare la qualità e dare più gratificazioni a chi ci lavorava. Quall è il bilancio di questa esperienza produttiva?

"Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi".

Libro dei Proverbi

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Andala lasciala perdere, se non sbaglio è sotto accusa di circonvenzione di incapaci per una certa sua comunità vicino assisi.

Tornando agli stabilimenti, è nell'aria il malessere dei Cobas per il TMC2, da mesi. E Cobas non vuol dire sindacati, dato che i sindacati sono spesso allineati, dagli anni '80, con le aziende o adottano procedure di protesta giudicate troppo morbide da molti lavoratori, tant'è che ad esempio chi per Arese si invetra sempre sono i cobas.

Di "menefreghismo" e di "assenteismo" si poteva parlare dicendo che la classe operai era da condannare, ai tempi dell'Alfasud e all'Alfanord fino ad un certo periodo.

Quando l'IRI decise di metterci mano, all'Alfa andò uno che, sulla carta, era esperto di problemi di conflittualità aziendale, ecco quindi che sul soglio "pontificio" arrivò uno che di auto non ci capiva (e si vide) un'accidenti e che si chiamava Massacesi. Massacesi fu impallinato perchè come sempre si pretendeva il tutto e subito e forse dietro c'era dell'altro.

Venendo al recente, la strategia Fiat nel corso degli anni è sempre stata, agli occhi esterni ed in campo di lavoro, quella di chi " a malincuore è costretto a distanziarsi, tendendovi sempre, al metodo di vallettiana memoria".

Già negli anni '80 l'introduzione dei gruppi di produzione ad Arese, tesi a stimolare una migliore e maggiore produttività (dove migliore sta in migliore sia come qualità che come costi per l'azienda, ovvero meno gente a fare tre lavori che può fare uno solo) causarono proteste a non finire.

La mia esperienza di lavoratore operaio in passato mi porta a solidarizzare spesso con questa classe in quanto capisco le loro problematiche, che alcune aziende, pur non condividendole a livello manageriale, pur tuttavia comprendono e si adeguano in tal senso.

Vedo comunque che il vizio in FIat non si perde, o si fa come, a torto o a ragione , si vuole o si manda a casa (o si minaccia di farlo) la gente.

C'è proprio da che difendere sia la fiat che i sindacati. Complimenti!

firmaboh.jpg

'80 Alfasud 1.2 5m 4p --- '09 147 JTDm Moving

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