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Morchio Arrivato Momento Di Fare Sistema Paese


Guest fabvio

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Copco sei un genio.. hai mai provato a scrivere scenografie?

Mi rivolgo anche a Il Fusi e wwwWal: non mi lusingate. A furia di sentirmelo dire finirò col montarmi la testa e crederci.

Nessun genio: credo di dire cose normalissime. A volte mi diverte dirle in maniera colorita. Mi diverto molto, ma con poco.

La migliore auto è quella che stiamo costruendo (E. Ferrari)

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Silob ha scritto
la cosa che non mi convince è la parola "inkulare" poi riferita

ascolta quella parola l'ho scritta io ...sono stato leggermente

violento e maleducato ..potresti dimenticarla :?:

ciao

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Silob, condivido buona parte di quanto sostieni. Ma permettimi di ritornare solo su Fiat, altrimenti dovremmo scrivere un trattato.

Se un paese è civile ha gli ammortizzatori sociali; su questo non ci piove, ed io sono contento di pagare le tasse anche per questo.

Il punto è che pianificare la costruzione di un impero economico-industriale usando come strumento di crescita l’esistenza degli ammortizzatori sociali (e non solo) è una cosa che fanno gli imprenditori malati, non quelli sani. Questo è il capolavoro che è riuscito a realizzare la casa sabauda. Hanno costruito un impero mandando in crisi Fiat Auto di tanto in tanto.

Gli imprenditori sani pianificano il loro sviluppo reinvestendo buona parte dei loro utili nel loro core business in primo luogo, e non in settori di cui non hanno né competenza e né tradizione sapendo che tanto se il core business va male possono affondare le mani nelle casse dello stato. Fiat Auto ci ha sistematicamente ricattati: “ho decine di migliaia di dipendenti, se non pagate quando non mi servono li butto fuori”. Con questo ricatto ha costruito l'impero.

E’ ammissibile un ricorso fisiologico agli ammortizzatori sociali, non un ricorso patologico per non dire banditesco. Intendiamoci: non è solo responsabilità Fiat. Il sistema era bacato. Nel territorio della repubblica delle banane sono state concesse fin troppe scorribande alla real casa sabauda. E non mi si venga ad obiettare con la banalità che siamo diventati la sesta potenza economico-industriale del pianeta. Perchè controbatto che se siamo cresciuti 100 avremmo potuto banalmente crescere 200.

Io dico: meno male che in Italia abbiamo avuto la grande Fiat, specialmente quella che ad un certo punto era arrivata ad occupare il primo posto in Europa nel settore auto. Semplicemente sarei stato più contento se la grande mamma Fiat fosse riuscita a costruire un impero creando ricchezza in Italia invece di distruggere ricchezza in Italia. Perché a questo punto io mi chiedo se per caso l’Italia non si ritroverebbe ad essere più ricca se invece di avere in casa il gruppo Fiat avesse avuto in casa degli impianti produttivi Toyota, Ford, Volkswagen, Mercedes Benz, Opel, Honda etc.

No! Abbiamo avuto in casa una Fiat che non solo ha impedito gli investimenti stranieri in Italia nel settore della mobilità, ma ha anche fatto tabula rasa di tutto, omologando l’incredibile varietà di knowhow che avevamo (Lancia ed Alfa Romeo in primis) ai suoi standard, impoverendo il paese anche dal punto di vista della tecnologia, della competizione, della creatività, dell’economia, etc. Quindi non si tratta più solo di aver sottratto ricchezza all’Italia sfruttando le crisi nazionali dell’auto per ingrandirsi all’estero e diventare una multinazionale con interessi nei campi più disparati. Il discorso si espande a macchia d’olio. Come ha già accennato il Fusi, la vicenda Alfa Romeo è stato un affare davvero fallimentare per lo stato italiano. Lo stato praticamente regalò Alfa Romeo a Fiat, invece di venderla a Ford. Lo fece in cambio di tutta una serie di garanzie nessuna delle quali è stata rispettata. Non solo: Fiat ha sfruttato il regalo ricevuto per sottrarre ulteriori soldi alle nostre tasche. Sarei stato contento di un’Alfa Romeo in mano Fiat se Fiat avesse saputo cosa fare di Alfa Romeo. Così non è stato, anche se ora, finalmente, comincia ad intravedersi sul lontano orizzonte qualche barlume di Alfa Romeo.

Non parliamo poi della triste vicenda di Melfi e di come in una repubblica delle banane possa succedere che una regione si dissangui per offrire su un piatto d’argento degli impianti di produzione e delle infrastrutture ad un’azienda privata al puro scopo di collocarvi un po’ di manodopera locale a prezzi da saldi di fine stagione. Fulgido esempio di come, per espandersi, il fiore all’occhiello dell’imprenditoria privata italiana non abbia avuto remore a cavalcare la disperazione delle aree economicamente più depresse del paese. Ancora una volta qualcosa che non quadra: va benissimo cercare di creare sviluppo in un’area che ne ha bisogno; non va bene che questo lo faccia un’azienda privata con i soldi pubblici.

Arrivo alla stessa conclusione di prima: quando il vero motore di un’impresa è la nostra tasca allora bisognerebbe licenziare i padroni. Non ne abbiamo bisogno.

In tutto ciò intravedo un’assoluta incapacità, oramai decennale, della nostra classe dirigente di assumersi delle responsabilità; si preferisce delegare al settore privato e si paga profumatamente quel settore privato in cambio di un pessimo servigio.

Un siffatto sistema-paese non potrà mai funzionare, perché non puoi offrire un agnello ad un leone chiedendogli di crescertelo amorevolmente e restituirtelo quando l’agnello è diventato una pecora gravida; inevitabilmente succede che il leone si pappa l’agnello e festa finita.

Quello che scrivi sicuramente non è "aria fritta" anzi . . .

ma non condivido alcuni punti, x me il sistema imprenditoriale italiano non è bacato anzi è ricco di casi brillanti,

di bacato c'è un sistema paese che finchè c'è stata una torta da spartire andava tutto bene (o quasi) nel momento in cui bisognava innovare x stare al passo con i tempi, magari incentivando la ricerca o snellendo una burocrazia "pesante e inutile" e modernizzando il mondo del lavoro (un pò di meritocrazia non penso che possa guastare . .) si è pensato bene di fare i "buffi" oggi abbiamo un debito pubblico "che fa provincia :twisted: "

il risultato di questa politica "facilona" è stato quello di adattarsi o soccombere,

x me fiat è + vittima del sistema e solo in parte un artefice,

Alfa era fallita con tutto il blasone che a tutt'oggi ancora mantiene, poi se andava alla Ford da rifondare era comunque, la Lancia in precedenza aveva fatto una fine simile, che alla fine siano finite in orbita Fiat x me è una delle cose giuste fatte o agevolate dai passati governi,

ma se in Italia nessun gruppo industriale straniero investe è xche siamo (mi dispiace ammetterlo) un paese poco "attraente",

i giapponesi ancora ridono quando in Italia circolavano voci che davano la Toyota interessata allo stabilimento di Termini,

io ho l'utopistica visione secondo la quale il governo dovrebbe aiutare l'economia (in maniera sana) e proteggere i lavoratori, ma sono anni che si và in tutt'altra direzione, ed i risultati in tutte e due le direzioni sono piuttosto deludenti ed evidenti, adesso sembra che qualcosa sia cambiato . . . . .

ciao :wink:

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Abbiamo una miriade di casi brillanti, ma tutti nella piccola e media impresa.

Se parliamo di grande impresa privata abbiamo Luxottica e Benetton, il resto non brilla affatto. Il sistema bacato di cui parlavo è quello della grande impresa privata, dove il vertice della piramide di scatole cinesi è occupato da qualcuno che detiene piccole quote di proprietà e nonostante ciò controlla grandi imperi. In un siffatto sistema chi controlla non rischia o rischia poco, non solo, ha anche la tentazione di fare i propri interessi personali piuttosto che gli interessi dell'impresa.

Per intenderci, se controlli un gruppo che vale un milione ma tu possiedi solo mille sei tentato di derubare l'impresa. Se invece controlli un gruppo che vale un milione e tu possiedi 800.000 la tentazione cessa, perchè se derubi l'impresa derubi te stesso, il che non ha senso.

Il sistema è poco pulito anchè perchè il sistema delle scatole cinesi è talmente farraginoso e barocco che manca totalmente di trasparenza.

Non a caso Parmalat era considerata un'impresa che godeva di ottima salute fino al giorno prima del disastro.

Non a caso Fiat scalava la Montedison mentre era piena di debiti fino al collo; e nessuno si chiedeva con quali kakkio di soldi Fiat potesse farlo. Nessuno si chiedeva con quali soldi potesse farlo perchè a nessuno era chiaro quanto Fiat era nella merda. Se fosse stato chiaro, il governatore della Banca d'Italia Fazio si sarebbe adoperato per impedire quella scalata invece di adoperarsi per incoraggiarla. E se la cosa non era chiara a Fazio figurati quanto poteva esser chiara ai piccoli azionisti.

Questo significa che per i piccoli azionisti giocare in borsa in Italia è come tentare un terno al lotto: se hai kulo becchi le azioni giuste, se non hai kulo becchi quelle sbagliate. L'unico strumento di lavoro che hai è il kulo, quando invece dovrebbero essere dei bilanci semplici e trasparenti.

Quelli che conoscono come stanno le cose sono i grandi azionisti. Grandi azionisti che a volte controllano grandi imprese.

Il guaio è che se i bilanci fossero semplici e trasparenti, tutti potrebbero controllare i controllori. Ma forse i controllori (ma poco possessori) delle grandi imprese non amano essere controllati, perchè se possono essere controllati forse non possono speculare.

Quello che è avvenuto spesso in Italia nella grande impresa privata è stato che i controllori sono stati controllati da gente pagata in ultima analisi dai controllori stessi, che così facendo hanno potuto controllare chi controllava i controllori.

E' così ancora oggi.

Quando intervengono le agenzie di rating internazionali e per caso si permettono di fare dei declassamenti, allora incomincia sui media il walzer per scoprire chi è che complotta contro chi, e si tenta di farla finire a tarallucci e vino.

Ricordiamoci che l'informazione è controllata a tutti i livelli. Non dobbiamo assolutamente sapere come funziona il sistema nel suo intimo.

Ricordiamoci che confindustria comprò una intera edizione di un libro che Sylos Labini scrisse per denunciare le magagne del sistema della grande imprenditoria italiana.

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Ricordiamoci anche che per molto tempo DI FATTO la Fiat è stata la + grande ed immanicata azienda privata italiana. Ricordiamoci quindi che dire che è + vittime che carnefice vuol dire che è stata così scema da essersi data la zappa sui piedi da sola.

Diciamo invece che già aveva poca abitudine a dover lavorare "rischiando" ai tempi dello "zio" Benito che poi l'ha persa del tutto, fino a quando, dopo l'onda lunga, il mare si è ritirato ed ha lasciato scoperta la rumenta sulla battigia.

Diciamo anche che far leva su Mussolini negli anni '30 per non far arrivare la Ford non è stata certo una manovra per "crescere e migliorarsi rischiando la competizione".

Diciamo anche che boicottare sia il progetto 103 che mettere su un kasino colossale sull'Alfasud non è stata certo la manovra coerente con un gruppo che si voleva scontrare sul campo.

Diciamo che anche in tempi recenti Fiat ha messo in atto, senza curarsi di avere un reale e kazzuto "piano B", le sue influenza per di fatto perpetuare quella sorta di protezione legislativa tanto concessa in tempi passati prossimi, remoti e trapassati.

firmaboh.jpg

'80 Alfasud 1.2 5m 4p --- '09 147 JTDm Moving

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Ad un certo punto, in preda alle manie espansionistiche e di onnipotenza di Fresco, già sommersa dai debiti, Fiat voleva scalare Fondiaria.

Il cavaliere disse: con quali soldi?

Da quel momento la storia di Fiat è cambiata. Forse ora è la volta buona che o fanno gli imprenditori veri, oppure chiudono battenti.

Silviuzzo non mi sta molto simpatico, ma qualche merito glielo devo riconoscere.

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Ad un certo punto, in preda alle manie espansionistiche e di onnipotenza di Fresco, già sommersa dai debiti, Fiat voleva scalare Fondiaria.

sai una cosa ...ho sempre avuto il dubbio che FRESCO lavorasse

per GM...cioè far trovare Fiat in condizioni disastrate per venderla

a GM per pochi denari

come si dice dalle mie parti

PER TRE CUCUMER ED UN PEVERUM

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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