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La (tragicomica) rassegna stampa di Autopareri


Guest EC2277

Messaggi Raccomandati:

Il Fatto Quotidiano ha scritto un articolo che sentite il dovere di condividere con tutti noi?

Landini ne ha detta un'altra delle sue?

È oramai certo che la FIAT delocalizzerà la produzione su Marte e piazzerà la sede su Venere?

Ora sapete dove pubblicare tali "perle del giornalismo italico", affinché godano del loro giusto rilievo.

:mrgreen:

“Un anno di e-mail inquina come 300 chilometri in auto” ecco i veleni che non t’aspetti.

di Corrado Zunino

ROMA— Ogni cosa che facciamo inquina. Ogni cosa, respirare, contrarre un mutuo, lascia un’impronta di anidride carbonica sul mondo. Dice Mike Berners- Lee che se andiamo avanti così serviranno due mondi già nel 2050. Ma se da una parte farsi prendere dallo sconforto produce in sé Co2, dall’altra l’ambientalista inglese è convinto che si potrà vivere su una terra a basse emissioni solo disegnando su misura la propria vita ambientale senza profluvi di precetti, né tentativi di respirare meno. Con una puntigliosità tutta anglosassone l’esperto di “carbon footprinting”

ha scelto di offrire esempi consapevoli e nel suo libro — “L’impronta”, Edizioni Terre di mezzo, 15 euro — ha misurato la quantità di emissioni prodotte da 106 oggetti e sistemi: una e-mail, una guerra. Ogni cosa ha il suo peso specifico e la sua responsabilità e, comunque, «il

cambiamento climatico è una questione seria, è causato dall’uomo e possiamo affrontarlo».

Anche una e-mail inquina, si diceva. E così il libro “L’impronta”. Inquinano di più, tuttavia, gli amici-lettori dell’autore inglese che, per aiutarlo, hanno prenotato il volume da Amazon: il grossista mondiale di cultura, spostando tonnellate di cultura dai suoi ipermagazzini, produce tanta anidride carbonica. Se un anno di e-mail inviate da ciascuno di noi garantisce anidridi pari a 300 chilometri in auto, una singola mail con un noioso allegato “pesa” sul mondo dodici volte tanto una semplice comunicazione. E allora?

«Se avete l’abitudine di scrivere e-mail mettendo in copia diverse persone solo per poter dire di averle informate, l’impronta di carbonio vi dà un’altra buona ragione per smettere di farlo».

Un individuo sobrio produce 10 tonnellate l’anno di anidride, ma la metà di quell’inquinamento lo regala all’umanità al primo viaggio intercontinentale. Fare 11 volte la tratta Londra-Hong Kong, e qui i sensi di colpa salgono, significa condannare a morte un simile

in qualche parte del mondo. L’impronta di carbonio lasciata da un’automobile non comprende solo le emissioni del tubo di scappamento, ma anche quelle generate dall’estrazione, dalla spedizione, dalla raffinazione e dal trasporto del petrolio, dalla fabbricazione dell’auto, dalla sua manutenzione. Milleseicento chilometri con un mezzo a consumi medio-alti rilasciano 800 chili di Co2 e pure un Intercity lascia forti impronte. Quasi niente una bici pieghevole. Guardare 12 ore la tv inquina poco, anche perché poi non avremmo tempo per fare altro (esalando anidridi). La lucetta rossa accesa inquina un minimo: «Spegnete l’interruttore tv se potete», dice Berners-Lee, «ma non ne siate ossessionati».

Poi ci sono le sorprese, e i luoghi comuni sfatati. La cosa migliore è lasciare che sia l’aria ad asciugare le nostre mani appena lavate. Se le gocce che corrono nell’incavo proprio ci danno fastidio, meglio usare un potente asciugatore da autogrill (il Dyson Airblade che spinge l’aria con più forza senza riscaldarla) piuttosto che un asciugamano di carta, tre volte più inquinante. Una doccia elettrica è più impattante del bagno, meno se alimentata a gas. D’altronde per le tre persone di famiglia l’autore usa la stessa acqua nella vasca: «Chi si è rotolato nel fango entra per ultimo». Già, «molti di noi potrebbero dimezzare le quantità di carta igienica senza incorrere in alcun effetto collaterale». Per intiepidire il latte meglio il bollitore della pentola sul fuoco. Lavare i piatti con il getto freddo è senza emissioni, ma è preferibile la lavastoviglie a 55 gradi che molta acqua calda per molti minuti a mano.

Un cheeseburger? Inquina come trenta chilometri in treno. Mike Berners-Lee offre i cibi di stagione mese per mese, indica le nove cose da fare, ma ricorda che bisogna avere senso delle proporzioni. Perché noi non ci asciughiamo le mani, infiliamo tutta la famiglia insieme in vasca, mangiamo tante banane, meglio se deformi, e poi arriva un mondiale di calcio (quello in Sudafrica) e da solo mette in circolo 2,8 milioni di tonnellate di Co2.

Da La Repubblica del 16/01/2014.

?Un anno di e-mail inquina come 300 chilometri in auto? ecco i veleni che non t?aspetti (CORRADO ZUNINO). | Triskel182

:disp2:

Modificato da EC2277
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:rotfl:

:idol:

Dico...........a server come state ????? Perchè dopo 'sto 3D c'è il rischio che qua salta tutto........A cazzate il giornalismo italico è micidialmente prolifico.....

Breaking news: il nuovo aereo di Maglione !!!!!!!!!!!!!!

images?q=tbn:ANd9GcS2GFKic1LhE2oDOh2--Xx52tCU-r22GBfChoqarRh0N-QO62-mFA

Modificato da pennellotref

. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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LA CUCCAGNA DI MARPIONNE - LA FIAT NON VENDE PIÙ, MA CON IL COLPACCIO

Da "il Fatto....":

"Il 26 giugno 2012 la Juventus degli Agnelli chiude l'accordo con il Manchester City e compra Carlos Alberto Tevez: 9 milioni più altri 6 al raggiungimento di alcuni obiettivi sportivi (qualificazione alla Uefa Champions League, vittoria del Campionato e/o della Uefa Champions League) nelle prossime tre stagioni sportive. Tevez deve fare il suo lavoro. E dunque segnare, se vuole guadagnare di più. Il primo giugno 2004 la Fiat degli Agnelli compra Sergio Marchionne. Che di mestiere deve fare il manager di un grosso produttore di automobili.

john-elkann-sergio-252828_tn.jpgjohn elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano E quindi vendere più macchine. Passando dal pallone alle quattro ruote, l'equazione "più vinci/vendi, più guadagni" si complica. Sulla carta, nei piani di incentivazione i bonus vengono assegnati in base a risultati di performance determinati annualmente dal cda "su proposta del Comitato per la Remunerazione e strettamente correlati ai target stabiliti dal piano industriale" e sono tesi al perdurare dei rapporti professionali con il gruppo.

Ma quanto guadagna Marchionne? E che ha fatto per meritarsi stipendio e incentivi? Partiamo dalla sua busta paga nel 2012, l'ultima disponibile (i bilanci 2013 della galassia torinese non sono stati ancora approvati). Come amministratore delegato del gruppo Fiat Marchionne ha ricevuto nel 2012 un compenso fisso di 2,5 milioni di euro (uguale a quello del 2011). Il compenso variabile è stato di 2 milioni.

john-elkann-sergio-251553_tn.jpgJOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE Si aggiungono poi le stock grant, cioè l'assegnazione gratuita e programmata di azioni, e le stock option che danno invece il diritto di acquistare azioni di una società a un determinato prezzo d'esercizio. Nel 2010 Marchionne ha ottenuto una modifica al piano di incentivazione in base al quale ha incassato, gratis, 2 milioni di azioni per il solo fatto di non lasciare l'azienda fino alla primavera del 2012.

Come stock grant, a inizio 2012 e a seguito del raggiungimento degli obiettivi di performance per gli anni 2009/2010/2011, gli sono stati assegnati 4 milioni di azioni Fiat e 4 milioni di azioni Fiat Industrial. 980.000 azioni di Fiat e 980.000 azioni di Fiat Industrial sono state vendute sul mercato per far fronte alle obbligazioni fiscali derivanti dall'assegnazione, mentre le restanti sono tuttora detenute da Marchionne. Nell'aprile 2012 è stato approvato un nuovo piano di incentivi in base al quale l'ad riceve, a partire dal 2013 e in ciascun anno del triennio 2013-2015, 7 milioni di azioni Fiat (un terzo in ciascun anno), a condizione che rimanga in carica in ognuno dei tre esercizi.

nuova-sede-fiat-240219_tn.jpgLA NUOVA SEDE DI FIAT INDUSTRIAL E CNH A BASILDON IN ESSEX Poi c'è Fiat Industrial, oggi Cnh Industrial: come presidente esecutivo Marchionne nel 2012 ha ricevuto un fisso di 1,3 milioni, in linea con il 2011. Il compenso variabile è stato di 1,6 milioni (1,2 milioni nel 2011). Totale: 2,9 milioni. Il presidente potrà inoltre ricevere sino a un massimo di 2.100.000 azioni Fiat Industrial, delle quali un totale di 1.100.000 in tre tranche uguali negli anni 2013, 2014 e 2015 a condizione che rimanga in carica in ognuno dei tre esercizi e 1 milione nel 2015, "solo nel caso in cui siano raggiunti predeterminati obiettivi finanziari di performance dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014".

Nessun compenso, è invece riconosciuto a Marchionne per l'attività di Chief Executive Officer di Chrysler. Nel 2012 gli sono stati attribuiti, in ragione della sua posizione di consigliere di amministrazione, degli "unit appreciation right" e "restricted stock unit" che hanno la funzione di assicurargli un trattamento equivalente a quello spettante agli altri membri del cda di Chrysler. Tali diritti sono esercitabili solo al momento della cessazione dalla carica. Alla data dell'assegnazione, il valore teorico complessivo di questi diritti è di circa 1 milione di dollari e l'eventuale futuro effettivo realizzo dipenderà dalla performance di Chrysler. Infine, come consigliere di Exor, la cassaforte di casa Agnelli, nel 2012 Marchionne ha intascato altri 40 mila euro.

fiat-industrial-191617_tn.jpgfiat industrial case-holland-191615_tn.jpgcase new holland Secondo i calcoli di Gianni Dragoni del Sole24Ore , dal 2004 al 2012 Marchionne avrebbe guadagnato oltre 250 milioni al lordo delle tasse (che il capo della Fiat paga solo in parte in Italia essendo residente in Svizzera). Niente male per un "metalmeccanico", come ama definirsi. In cambio cosa hanno ottenuto gli Agnelli in termini di risultati? L'azienda si è salvata. E dall'arrivo del manager al Lingotto, nel 2004, i conti finanziari sono migliorati, anche per l'effetto-Chrysler, ma a livello industriale dal 2009 al 2012 la quota di mercato Fiat in Italia è scesa dal 32,8 al 29,6 per cento.

logo-exor-250281_tn.jpgLOGO EXORFiat è sempre più americana perché il suo mercato è soprattutto quello oltre Oceano dove oggi è il quarto produttore. Le vendite in Europa sono asfittiche: l'intero gruppo Fiat, che comprende Alfa, Lancia, Chrysler, Maserati, Ferrari e la stessa Fiat, è ormai il settimo produttore del Vecchio Continente, con solo il 5,6% del mercato in novembre. Perfino Skoda, che fa parte del gruppo Volkswagen, ha venduto più auto.

A Capodanno Marchionne ha brindato per la conquista della Chrysler. Un colpo da maestro: il 41,6% della casa americana rimasto in mano al fondo Veba è stato comprato usando, per oltre la metà dell'importo, la liquidità della stessa Chrysler attraverso un dividendo straordinario. La famiglia ringrazia. E nel frattempo continua a incassare dividendi, soprattutto quelli pagati dalla ex Fiat Industrial (dove sono custoditi gli utili di trattori, camion e macchine movimento terra) di cui Exor possiede la maggioranza.

Tevez segna, Marchionne fa l'americano. E gli Agnelli pagano, felici. Perché di auto se ne venderanno pure poche, ma i forzieri restano pieni.

"

P.S.: domanda..............questa si da 250 mln di euro: ma a "Il Fatto ...." sanno cos'è una stock option oppure no ? Non lo sanno e hanno le idee un po' confuse oppure lo sanno ma non chi legge e quindi loro ci marciano ? :lol: So' grandi........non deludono mai.........c'era proprio bisogno di una fonte sicura di risate dopo la prematura dipartita del TG4 di Emilione Fede (baciamo le mani !!!!!!!! :mrgreen:). La cosa veramente triste è che tocca chidersi se anche Gianni Dragoni ha le idee un po' confuse, che, per chi no lo sapesse, è giornalista economico de IlSole24Ore.........:muto::cens:

. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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Questa della Swift l'ho vista tempo fa su una rivista.

Sul momento non avevo recepito il messaggio, poi me ne sono accorto ed immediatamente l'ho inserita fra le più belle viste negli ultimi anni. :)

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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.......

Beh...............questa è ganza !!!!!!!!!! :rotfl:

P.S.: che sia un'avvisaglia della possibile, futura "collaborazione" tra le "truppe maglionate" e quelle "nipponiche de-wolkswagenizzate" ? :mrgreen: 'Sto spot "puzza" molto di "franzoso"........:mrgreen:

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/hollande-che-scappa-dallamante-su-uno-scooter-piaggio-non-tradisce-solo-la-compagna-ma-70500.htm

"5 - SE HOLLANDE TRADISCE LO SCOOTER FRANCESE«Signor ministro, abbiamo scoperto con grande piacere che per i suoi spostamenti privati il presidente della Repubblica utilizza uno scooter a tre ruote. Peccato che si tratti di un prodotto straniero...». Inizia così la lettera, a metà tra il serio e il faceto, inviata al ministro del Rilancio produttivo Arnaud Montebourg (animatore della battaglia per il "made in France") da Wilfried Hemmerle, titolare di una concessionaria parigina di scooter Peugeot.

scoop-closer-hollande-296682_tn.jpgLO SCOOP DI CLOSER SU HOLLANDE E JULIE GAYET Nelle foto pubblicate da Closer sulla relazione con l'attrice Julie Gayet, si vede infatti chiaramente che lo scooter utilizzato dalla guardia del corpo di François Hollande è un Piaggio MP3. Lo stesso Hemmerle riconosce che si tratta del prodotto leader di mercato, ma ricorda come dall'anno scorso Peugeot sia diventata, con il suo Metropolis, concorrente della società italiana. Oltre a tradire la compagna Valérie, Hollande ha insomma tradito anche i prodotti francesi. Montebourg ha seriamente risposto che il problema esiste e verrà rapidamente risolto. (M.Mou.)"

:rotfl: :rotfl: :rotfl::rotfl: Che fa il ministro ? je buca le rote co' 'na zaccagnata (rigorosamente francese ovvio) ?

. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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minkia che bel topic !!:§

Il Corriere illustra le polveri ultrasottili attuali in Pianura Padana. Usando una foto del 2005 presa da Wikipedia | Il Disinformatico

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “alemarzaro” e “g.loru*” e alla segnalazione di @tyler_D1974.

Screen+Shot+2014-01-22+at+18.21.50.png

“Le polveri ultrasottili soffocano la pianura padana”, titola il Corriere. Soffocano. Tempo presente. Ma la foto, attribuita dal Corriere genericamente alla NASA, è di nove anni fa. Risale infatti al 2005, come si può scoprire in tre minuti usando semplicemente la ricerca per immagini di Google (strumento evidentemente ignoto a buona parte delle redazioni dei giornali).

La foto originale è infatti qui su Nasa.gov, dove è datata 17 marzo 2005, e non mostra la Pianura Padana “sotto una cappa di nanoparticelle” come scrive il Corriere, ma genericamente la foschia prodotta da tutto l'inquinamento (compreso quello delle macroparticelle) quel giorno di nove anni fa.

Ma nella foto NASA manca l'ovale rosso. Da dove proviene? Ma da Wikipedia, dalla quale è stata prelevata dai redattori del Corriere senza neanche citare la fonte e con buona pace del copyright. Giornalismo.

È giusto sensibilizzare ai problemi dell'inquinamento, ma bisogna usare dati reali, non fantasie. Perché altrimenti, quando salta fuori che l'immagine che dovrebbe documentare il pericolo è fasulla, viene sminuita la credibilità della causa che si vuole sostenere.

sto pensando di cambiare l'avatar ma non riesco a decidere

1225721.jpg

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Alluvione in Emilia: tutta colpa delle nutrie? - Il Fatto Quotidiano

Alluvione in Emilia: tutta colpa delle nutrie?

di Franco Fondriest e Luca Lombroso | 20 gennaio 2014

Alluvione Natale 2009, alluvione giugno 2011, nevone febbraio 2012, siccità estate 2012, maltempo autunno 2012, frane primavera 2013, maltempo aprile 2013, tornado maggio 2013, nubifragio su nota località balneare giugno 2013, emergenza caldo luglio 2013, infine alluvione gennaio 2014. Tutto questo (e qualcosa senz’altro abbiamo dimenticato) dove (neve a parte) è successo? Bangladesh? Haiti? Indonesia? Filippine? Piccole isole minacciate dal global warming e in zone sismiche e vulcani?

No, tutto questo in Emilia Romagna, zona fra le (finora) più ricche, industrializzate, avanzate, ma anche inquinate dell’Italia e non solo. Un’emergenza continua, per le quali si proclama lo “stato di calamità naturale”, ottima occasione per gestire l’emergenza in urgenza, anziché prevenire con calma prima degli eventi. Solo fatalità? Fate un po’ voi, ne abbiamo già parlato in altri post, sulle frane, sul tornado. Ma vediamo cosa è successo e, per quanto possibile, perché, in questi giorni, a Modena in particolare, nell’area nord, verso Albareto, Sorbara, Bomporto e Bastiglia in particolare. Lasciamo alla cronaca riportare i danni e vediamo in brevi punti il perché di quanto è successo.

1) E’ piovuto tanto, troppo per il mese di gennaio, e non solo: oltre 300 mm in 2-3 giorni nelle zone dell’Appennino dove vi sono le sorgenti dei principali fiumi, Secchia, Panaro, ma anche per l’Enza (nel Reggiano) e in misura minore il Reno, nel bolognese.

2) Con simili piogge, l’alluvione è un fenomeno naturale per il fiume, del resto la pianura padana è una pianura alluvionale e proprio per questo è fertile. Va però detto che se l’alluvione è per così dire inevitabile, i danni possono e devono essere limitati con opportune scelte sul territorio.

3) Non è nevicato, nemmeno in montagna; a gennaio (ma anche in autunno, stagione tipica delle grandi alluvioni), non solo è raro avere simili piogge, ma almeno in montagna dovrebbe nevicare, invece è, appunto, piovuto tanto, troppo per la stagione. Andrebbe approfondito meglio, se ci sono altri casi simili in passato e altri aspetti, ma questa è, almeno in parte, una conseguenza del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici. Non dimentichiamocelo alla prima nevicata.

4) Ha ceduto un argine nei pressi del ponte della TAV MI-BO, peraltro in una fase di piena notevole (sono incomprensibili al pubblico e probabilmente anche ai pubblici amministratori i termini tecnocratici di “criticità ordinaria idraulica”) ma non al massimo dell’onda di piena.

Perché si è rotto l’argine? Difficile dirlo, anche qui cause complesse. Vi sono, e si possono fare, varie ipotesi, ma anche concause. Le nutrie? Può darsi, qualcuno dà magari la colpa agli ambientalisti, ma dimentica che furono introdotte per farne pellicce. Comunque gli argini vanno tenuti in manutenzione; è stato fatto? Eventuale colpa è degli enti che dovevano fare manutenzione, o dei tagli che li hanno ridotti in ginocchio? Gli argini sono stati controllati prima (quando non piove) ed erano sorvegliati dalla Protezione civile durante la piena?

Al di là di queste e altre cause e concause, si ha l’impressione che un evento alluvionale di questa portata sia stato sottovalutato, come se si confidasse sulla fortuna “tanto da noi non succede”, “siamo ottimisti”, “l’Emilia non si ferma mai”.

Concludiamo con una riflessione; dopo il terremoto molti politici gongolavano inaugurando nuove scuole (alcune già allagate, non da piene, ma da rotture di tubi dell’acqua!) ricevendo applausi e ringraziamenti; come se i soldi dei finanziamenti fossero di tasca loro, invece che dalle casse pubbliche o dalle offerte dei cittadini e organizzazioni varie che sopperiscono ai tagli dello Stato.

Ricordiamo che, diversi decenni fa, politici molto più schivi e meno inclini all’applauso, avevano progettato e realizzato le casse di espansione che, per anni, hanno evitato o ridotto le esondazioni; casse di espansione che, ormai, non risultano più sufficienti.

“se si vuole veramente la ripresa economica, se si vogliono determinare nuove possibilità di occupazione, se si vuole avere garanzia per l’aumento della produttività e quindi del reddito nazionale e il benessere delle popolazioni, le scelte da farsi in primo luogo sono quelle della difesa da così vaste ondate di piena dei fiumi e non la televisione a colori o le autostrade”

Domenico Pietri, Sindaco di Campogalliano, in occasione delle alluvioni del 1972 e 1973

Giuro che non ho capito nulla su cosa voleva scrivere l'articolista.

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Alluvione in Emilia: tutta colpa delle nutrie? - Il Fatto Quotidiano

Giuro che non ho capito nulla su cosa voleva scrivere l'articolista.

Idem.

Comunque, l'idea che l'alluvione sia (in parte) causata dalle nutrie non è del tutto campata in aria:

nutria9.jpg

I roditori, scavando le loro tane negli argini, finiscono per indebolirli.

My cars...

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