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Alfa Romeo Giulia 2015 - Progetto 952 (Notizie - Spy)


The Summarizer

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il telaio di 4C non c'entra NULLA ma proprio ZERO con quanto fatto da BMW tanto su i3 i8 quanto su Serie 7. Per fare un paragone coi metalli è come confrontare una colata con una forgiatura con cesellatura a mano. Magari il materiale di base è quasi uguale, ma il processo produttivo è completamente diverso e porta a risultati di prestazione meccanica molto differente.

BMW fa RTM, Alfa su 4C fa laminazione a mano, sacco a vuoto e autoclave (processo aeronautico). Ovviamente i volumi sono diversissimi.

Alfa/FCA ha zero esperienza su telai ad alto rateo produttivo dato che non ne fanno e non ne hanno mai fatti...

Il prodotto finale in cosa differisce come prestazioni, tra i due sistemi di produzione?

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Noooooooo, Noooooooooooooooo!

Cosa avete fatto!:(r

Vi ho lasciato qualche giorno e voi mi avete portato il thread alla pagina INNOMINATA!!!

Ora la maledizione colpirà anche il Prj 952 :saggio

Intoniamo una preghiera ai santi Busso e Satta Puliga, che salvino la Giulia dalle tentazioni del demonio.....

:prega:

Ok, sparisco come sono arrivato :drive:

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Il prodotto finale in cosa differisce come prestazioni, tra i due sistemi di produzione?

Premessa: si parla di prestazioni specifiche, ovvero normalizzate sulla massa. A livello quantitativo non si può dare una risposta, bisognerebbe fare due provini e testarli.

Comunque a seconda del processo cambiano le prestazioni meccaniche in maniera abbastanza drastica, perché? Perché cambia soprattutto il livello di percentuale di resina e il grado con cui la resina bagna le fibre e connette le lamine. La percentuale di resina nei manufatti realizzati con il sacco a vuoto e l'autoclave è decisamente inferiore rispetto a quelli fatti in RTM o con la pressa calda. La resina è la parte meno resistente del composito, la cosa "ideale" dal punto di vista della resistenza e delle prestazioni meccaniche sarebbe avere 0% di resina, ma così il composito non starebbe insieme :) La resina è la componente che limita pesantemente le prestazioni del composito, ed è uno dei motivi per cui i compositi non hanno mai raggiunto le aspettative che ci si era creati. La singola fibra può essere molto prestante, ma tra una fibra e l'altra quello che fa passare e distribuisce gli sforzi è la matrice polimerica, ovvero la resina, che invece meccanicamente è scarsissima. Per questo motivo per ottenere pezzi che abbiano ottime prestazioni specifiche bisogna diminuire la percentuale di resina al minimo indispensabile.

Con il "Vacuum Bag" o "sacco a vuoto", la laminazione viene fatta tipicamente a mano con tessuto preimpregnato di resina termoindurente, in camera bianca, e permette di disporre in maniera precisa tutte le lamine con un controllo qualitativo elevatissimo. Dato che la cura in autoclave dura mezze giornate è inutile meccanizzare le laminazioni.

Si utilizzano bobine di preimpreganti a fibra lunga mantenuti in freezer (e con scadenza!), idealmente ogni fibra deve essere lunga quanto l'estensione del pezzo. Nei preimpregnati, come dice la parola stessa, le fibre sono già bagnate dalla resina, per tutta la loro lunghezza e questo garantisce un'ottima aderenza tra le fibre all'interno della singola lamina.

Tutti questi strati vengono impaccati con gli angoli giusti e con la giusta sequenza (pena caratteristiche meccaniche "strane", deformazioni a caldo o effetti "interconnessi" tra azioni flettenti e deformazioni torcenti o viceversa... la famosa termoservoaeroelettromagnetoelasticità.... GIMMMOOOOOOO!!!) appoggiati ad una sola metà di uno stampo e messi in un sacco dove si fa il vuoto. Il vuoto permette di togliere eventuali bolle d'aria e gas che diminuirebbero la prestazione dell'insieme delle lamine, in questo modo si ottiene un'ottima aderenza tra le lamine.

Il sacco viene messo in autoclave dove si seguono dei cicli di temperatura e pressione, la cosiddetta cura. La temperatura aumenta fino a fare diventare molto liquida la resina, a questo punto si applica la pressione che pigia le lamine contro al semi-stampo e contemporaneamente "strizza" la resina in eccesso che viene quindi portata via. La resina viene "tirata via" per azione premente e quindi nel passare da una lamina all'altra non lascia spazi vuoti.

Come detto non ci sono due semi-stampi ma viene applicata una pressione che esercita, per definizione, una forza che si applica perpendicolarmente alla superficie del manufatto in ogni punto: questo permette di ottenere consistentemente spessori costanti.

La temperatura viene aumentata ancora fino alla transizione vetrosa della resina, che si solidifica. La cura può durare diverse ore, poi ci si deve riportare a temperatura e pressione ambiente

Quando il pezzo esce dall'autoclave è un pezzo finito: non ha bisogno (leggi: non devono essere fatte) altre lavorazioni meccaniche, ma la superficie rifinita è solo quella a contatto con lo stampo.

Un pezzo così ottenuto si dice "di grado aeronautico" e rappresenta il top delle prestazioni ottenibili.

Con il "Resin Transfer Moulding" invece, il processo è "opposto" per certi versi: si parte da lamine impaccate tipicamente da macchine, spesso bobine in continuo che vengono tagliate prima dell'ingresso in una pressa. Le bobine sono formate da fibre asciutte, hanno una porzione di collante o resina che serve solo a farle stare insieme per il tempo della lavorazione.

Le lamine così ottenute vengono inserite in uno stampo. In questo stampo viene iniettato un quantitativo di resina e di catalizzatore, quindi si attiva la pressa e contemporaneamente si scaldano le due metà dello stampo. La "cura" in questo caso viene fatta più velocemente e il gradiente di pressione e temperatura è diverso rispetto all'autoclave.

Per come è ottenuto il pezzo manca l'effetto "strizzante" e infatti la resina non è tolta ma iniettata: la resina ha più difficoltà a raggiungere tutti gli interstizi interlamina, soprattutto in caso di manufatti molto complessi e con molti strati, e mancando il vuoto rimangono spesso intrappolate bollicine di gas, il che dà origine a pezzi con minor densità di fibra e minor capacità di sopportare sforzi interlaminali e intralaminali (eh? tra lamine e all'interno della lamina stessa). Tutto ciò porta ad un necessario sovradimensionamento della sezione del pezzo che quindi, a parità di sollecitazione sopportata, pesa di più di un pezzo ottenuto col sacco a vuoto. Inoltre il pezzo ancora una volta non andrebbe sottoposto ad altre lavorazioni meccaniche (tipo forature o altro), va rifinito per eliminare le bave nei punti di iniezione e ai bordi, è difficile usare questa tecnica per realizzare pezzi dalle forme complesse, con spigoli accentuati e simili, perché il controllo dello spessore non è così buono.

Un pezzo così ottenuto non lo vedrai mai montato su parti strutturali di veicoli ad alte prestazioni o, ancor peggio, su velivoli. In quest'ultimo caso, oltre a pesare "troppo" rispetto a quanto ottenibile col sacco a vuoto, il controllo dei danni a fatica (che tipicamente nascono nelle imperfezioni interlamina) costringerebbero ad intervalli di manutenzione ( = velivolo a terra) troppo ravvicinati.

Modificato da jeby

Mazda MX-5 20th anniversary "barbone edition" - Tutto quello che scrivo è IMHO

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Indivinato!

Mi pare l'avesse anche 8C?

Sarebbe figo se non ci fosse proprio la cover motore, almeno nelle versioni di punta. Chiaro che poi ci deve essere qualcosa di bello da vedere quando apri il cofano

Mammagari!!!

Purtroppo temo che la tecnologia odierna richieda troppi antiestetici cavi per avere bella meccanica a vista.

Sotto i 6000rpm è un mezzo agricolo.

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Con questa media giornaliera la pagina 952 per il 24 giugno è assicurata....

666 pagine

quasi 6666 messaggi

forse si e no 66 post seri?

quale altra auto vanta questo record di discussioni?

Comunque io non sto+ nella pelle (-48) e non so perchè ho la sensazione che il 24 giugno dirò

"TOH tutta un altra roba di quanto ci han raccontato in certe pagine web...."

Alfa Romeo Tonale Speciale 130cv Grigio Vesuvio 

Opel Corsa Elettrica Blue Voltaic

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