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Ucraina: un silenzio assordante


Мир

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No scusa, quello è niente, il meglio è arrivato con una successiva dichiarazione:

Poroshenko: ritirandosi da Debaltseve, i coraggiosi soldati Ucraini hanno dato un pugno sui denti ai terroristi che volevano circondarli.

(per inciso io sono contento che quei 6000 soldati abbiano lasciato / stiano lasciando Debaltseve e non siano finiti massacrati, eh)

o bè anche a ritirate invernali in ucraina non siamo secondi a nessuno:

armir2.jpg

:)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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un bell'articolo del corriere

Debaltsevo, la disfatta ucraina In mano russa il nodo strategico - Corriere.it

interessante fin dal primo paragrafo :)

Debaltsevo, la disfatta ucraina

In mano russa il nodo strategico

Per Poroshenko è stata «una ritirata ordinata». In realtà è stata una fuga scomposta

e disperata. La controffensiva per riconquistare la città era partita nel luglio 2014

Il gruppo di soldati sta separato dal resto della truppa dei secessionisti filorussi. Hanno visi asiatici, zigomi alti, occhi a mandorla. «Sono siberiani che vengono dalla steppa. I nostri alleati russi migliori», dice sorridente un miliziano. Si notano facilmente proprio di fronte all’ultimo posto di blocco due chilometri prima della linea dei combattimenti alle periferie della città assediata di Debaltsevo, presso il villaggio devastato di Ugligorsk. Soprattutto, le loro uniformi appaiono migliori di quelle ordinarie, ottimi stivali caldi, imbracciano fucili da cecchini ben oliati con lunghi cannocchiali montati e mitra leggeri a tracolla, tutti hanno la radio al petto.

«Truppe speciali russe, non parlano con nessuno, hanno un loro comando autonomo», azzarda un collega della stampa tedesca che sa il russo. Potrebbe essere. Proviamo ad avvicinarci. Ma veniamo fermati dal gesto perentorio di un loro ufficiale. «No foto!», grida in russo. Poco dopo riusciremo a filmarne rapidamente alcuni, ma il grosso è già ripartito verso la linea del fuoco.

info.gifSono stati loro gli elementi determinanti per la vittoria del fronte filorusso a Debaltsevo? Sono loro che adesso sono ben trincerati nella stazione ferroviaria, controllano i palazzi più alti e stanno terminando di «ripulire» la zona urbana dagli ultimi centri di resistenza dei soldati ucraini leali a Kiev? Non possiamo dire con certezza, ma la domanda è più che legittima e supportata da forti evidenze sul campo. Quello che appare invece ovvio è che gli ucraini hanno subito una delle sconfitte più gravi dall’inizio dei combattimenti l’anno scorso.

Tra meno di una settimana ricorrerà il primo anniversario della defenestrazione a Kiev del presidente filorusso Viktor Yanukovich. Per lui, Vladimir Putin e i loro alleati nell’Ucraina orientale non poteva essere festeggiato in modo migliore. Debaltsevo segna la loro riscossa, lava l’offesa della rivoluzione filoccidentale di piazza Maidan. Non importa che arrivi solo al quarto giorno dell’inizio della supposta messa in pratica degli accordi per il cessate il fuoco tanto faticosamente raggiunto, anche grazie alla mediazione dell’Unione Europea. Qui, a differenza del resto dei circa 500 chilometri di fronte, non si è mai cessato di combattere. E i tentativi del nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko di presentarla come una «ritirata strategica, ben ordinata», visti dal campo, suonano vuoti e patetici.

info.gifIn verità, è stata una rotta caotica, una fuga scomposta e disperata di unità spossate, affamate, demoralizzate, con le munizioni ridotte al lumicino. Tutto questo era già evidente cinque giorni fa, quando a tutti gli effetti i filorussi avevano chiuso il cerchio di fuoco dell’assedio e bloccato le strade che collegavano l’enclave di Debaltsevo con le linee di rifornimento ucraine a nord-ovest.

Ad Artemivsk e Vuhlehirsk, le cittadine più prossime alla sacca controllate da Kiev, da ieri mattina arrivano in ordine sparso g ruppetti di uomini sporchi, le facce nere di fuliggine, desiderosi di riposo. Tanti sono fuggiti per chilometri e chilometri a piedi nella campagna senza alcun collegamento con i comandi. Alcuni camion ancora funzionanti trascinano altri fuori uso. È la Caporetto degli ucraini occidentali. Raccontano che negli ultimi giorni sono rimasti nascosti nei loro bunker tra le macerie senza poter neppure uscire per i bisogni corporali. Freddo e sporcizia. Alcuni confessano che non sono riusciti ad accedere alle cucine da campo e sono stati i pochi abitanti rimasti nelle cantine delle case danneggiate a portare loro tè caldo e cibo.

info.gifUna delle poche notizie confortanti è che probabilmente il numero delle vittime civili o militari è molto minore di quanto paventato negli ultimi giorni. Per motivi opposti, le due propagande tendevano rispettivamente a denunciare «migliaia di morti e feriti». Un capitano dell’esercito ucraino venerdì scorso di fronte all’ospedale di Vuhlehirsk ci aveva detto che «centinaia e centinaia di morti, magari oltre 3 mila» restavano insepolti. Ma ieri i portavoce militari di Kiev hanno parlato di «ventidue morti negli ultimi giorni» tra i loro soldati. I feriti sarebbero meno di 200. Resta confuso il numero dei prigionieri. In un primo tempo a Donetsk si ipotizzavano sino a 8 mila nemici intrappolati. Ora Kiev parla di una ritirata di 2 mila uomini. E i filorussi segnalano di averne chiusi 153 nelle loro carceri. Secondo Poroshenko, l’80 per cento dei suoi effettivi è ora fuori dalla sacca.

La battaglia vista ieri nelle sue battute finali dal lato dei filorussi aveva la fragranza dolce del trionfo. Percorrendo tratturi tra il fango e la neve gelata, scavati fondi dal passaggio di carri armati e camion pesanti, abbiamo superato tutte le postazioni dove eravamo stati fermati nei giorni scorsi. Più ci si avvicina alla città contesa e più le distruzioni sono massicce. Una stazione di benzina carbonizzata, edifici sventrati, muri segnati da giorni e giorni di mitragliate. Si è combattuto metro dopo metro.

In verità, è stata una rotta caotica, una fuga scomposta e disperata di unità spossate, affamate, demoralizzate, con le munizioni ridotte al lumicino. Tutto questo era già evidente cinque giorni fa, quando a tutti gli effetti i filorussi avevano chiuso il cerchio di fuoco dell’assedio e bloccato le strade che collegavano l’enclave di Debaltsevo con le linee di rifornimento ucraine a nord-ovest.

Ad Artemivsk e Vuhlehirsk, le cittadine più prossime alla sacca controllate da Kiev, da ieri mattina arrivano in ordine sparso g ruppetti di uomini sporchi, le facce nere di fuliggine, desiderosi di riposo. Tanti sono fuggiti per chilometri e chilometri a piedi nella campagna senza alcun collegamento con i comandi. Alcuni camion ancora funzionanti trascinano altri fuori uso. È la Caporetto degli ucraini occidentali. Raccontano che negli ultimi giorni sono rimasti nascosti nei loro bunker tra le macerie senza poter neppure uscire per i bisogni corporali. Freddo e sporcizia. Alcuni confessano che non sono riusciti ad accedere alle cucine da campo e sono stati i pochi abitanti rimasti nelle cantine delle case danneggiate a portare loro tè caldo e cibo.

Una delle poche notizie confortanti è che probabilmente il numero delle vittime civili o militari è molto minore di quanto paventato negli ultimi giorni. Per motivi opposti, le due propagande tendevano rispettivamente a denunciare «migliaia di morti e feriti». Un capitano dell’esercito ucraino venerdì scorso di fronte all’ospedale di Vuhlehirsk ci aveva detto che «centinaia e centinaia di morti, magari oltre 3 mila» restavano insepolti. Ma ieri i portavoce militari di Kiev hanno parlato di «ventidue morti negli ultimi giorni» tra i loro soldati. I feriti sarebbero meno di 200. Resta confuso il numero dei prigionieri. In un primo tempo a Donetsk si ipotizzavano sino a 8 mila nemici intrappolati. Ora Kiev parla di una ritirata di 2 mila uomini. E i filorussi segnalano di averne chiusi 153 nelle loro carceri. Secondo Poroshenko, l’80 per cento dei suoi effettivi è ora fuori dalla sacca.

La battaglia vista ieri nelle sue battute finali dal lato dei filorussi aveva la fragranza dolce del trionfo. Percorrendo tratturi tra il fango e la neve gelata, scavati fondi dal passaggio di carri armati e camion pesanti, abbiamo superato tutte le postazioni dove eravamo stati fermati nei giorni scorsi. Più ci si avvicina alla città contesa e più le distruzioni sono massicce. Una stazione di benzina carbonizzata, edifici sventrati, muri segnati da giorni e giorni di mitragliate. Si è combattuto metro dopo metro.

Impressionano i giganteschi complessi industriali, le acciaierie, i pozzi minerari, i silos del petrolchimico, le ragnatele di linee dell’alta tensione, i dedali di tubi ferrosi dei vecchi gasdotti, tutti seriamente danneggiati dalle bombe. Questo era il polmone industriale del gigante sovietico. Le sue fabbriche sembrano adesso vere cattedrali nel deserto, desuete, nere e arrugginite. Ma non è difficile comprendere la loro valenza per un nostalgico dell’ex Urss come Putin. «Per i fascisti di Kiev la sorte è stata segnata tra il 10 e l’11 febbraio, quando abbiamo tagliato tutte le loro vie di collegamento», dice Piotr, 30 anni, comandante del battaglione «Diesel».

Quando arriviamo a Ugligorsk il rumore della batta glia si fa molto vicino. La strada è bloccata da barricate di terra e macerie di cemento. I miliziani da qui fanno avanzare solo le auto delle radio e televisioni russe. Transitano scortati quelli di Russia Today . Più tardi in rete trasmetteranno le immagini dei filorussi che piantano la loro bandiera sugli edifici più alti di Debaltsevo «liberata».

Tra le casupole qui attorno, quasi tutte abbandonate se non per un pugno di vecchi, bivaccano le teste di cuoio incaricate della spallata finale. Su di un foglio di carta segnano la mappa della loro avanzata nel cuore della città, passando per il villaggio di Svetlodansk. «Ma non avreste dovuto rispettare il cessate il fuoco?», chiediamo. «A Debaltsevo gli accordi non valgono. Questa è la nostra patria», rispondono .

per la serie I MINATORI :disp2:

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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...

per la serie I MINATORI :disp2:

Non lo sapevi che i minatori sono solitamente esperti nell'uso degli esplosivi? :§

Comunque, semi-OT:

Gb,Russia pericolo Baltici. Ira di Mosca - Europa - ANSA.it

Ovvero: il ministro della difesa britannico avrebbe paragonato Putin all'ISIS quanto a pericolosità per l'Europa.

Ma io dico: in un momento così delicato, tenersi certi pensieri per sé o per il consiglio dei ministri, pare una cosa così brutta? :disp2:

PS: i commenti dei lettori ANSA trovo che parlino da soli, per l'assoluta appartenenza ad una parte o dall'altra. Ma personalmente fatico a pensare a Vladimiro, al potere ininterrottamente dal 2000 (e no, la parentesi del suo vice IMHO non conta), come qualcuno con cui si possa "democraticamente" discutere :pen:.

Modificato da Sandro
Faccine, queste sconosciute :roll:

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Vladimiro è al potere dal 2000, ma ha sempre vinto elezioni abbastanza libere ( o per lo meno senza brogli significativi ).

gli inglesi soffiano sul fuoco, ma è la parte che gli hanno dato gli yankees: agenti provocatori che possono essere smentiti all'occorrenza. ( o se preferisci: sbirro buono sbirro cattivo ). Ed i russi queste cose le sanno benissimo , da qui il gioco delle parti.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Vladimiro è al potere dal 2000, ma ha sempre vinto elezioni abbastanza libere ( o per lo meno senza brogli significativi ).

...

Vuoi per la scarsità d'offerta da parte dell'opposizione, vuoi per la "pulizia" fatta da Vladimiro stesso nei loro confronti :§

Mi ricorda il poster di Monkey Island: "Rieleggete il governatore Marley. Quando c'è un solo candidato, c'è una sola scelta" :lol:

Comunque, da prendere pesantemente a scarpate opterei per (non necessariamente in quest'ordine):

- George W.(C.) Bush

- Tony Blair

- Nicholas Sarkozy

- l'attuale inquilino del nr.10 di Downing Street (che non riesco assolutamente a ricordare il nome :roll:).

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Vladimiro è al potere dal 2000, ma ha sempre vinto elezioni abbastanza libere ( o per lo meno senza brogli significativi ).

gli inglesi soffiano sul fuoco, ma è la parte che gli hanno dato gli yankees: agenti provocatori che possono essere smentiti all'occorrenza. ( o se preferisci: sbirro buono sbirro cattivo ). Ed i russi queste cose le sanno benissimo , da qui il gioco delle parti.

Vladimiro ha vinto senza mai stravincere. Vado a memoria: la prima volta dovrebbe aver vinto con percentuali assolutamente fisiologiche. La seconda con una sessantaequalcosa che è certamente ottimo senza tuttavia essere, di per sé, segnale di manipolazioni.

È però vero che i suoi oppositori più forti, al momento giusto, incappano spesso in sfighe varie (giudiziarie o meno).

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Intanto la Lituania ripristina il servizio di leva (per quel che possa valere, oggi).

Lituania ripristina leva militare - Europa - ANSA.it

IMHO, indice del "livello di fifa" che si sta raggiungendo anche sul Baltico (e che l'uscita inglese ha per lo meno messo allo scoperto)

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Intanto la Lituania ripristina il servizio di leva (per quel che possa valere, oggi).

Lituania ripristina leva militare - Europa - ANSA.it

IMHO, indice del "livello di fifa" che si sta raggiungendo anche sul Baltico (e che l'uscita inglese ha per lo meno messo allo scoperto)

No, il "livello di fifa" nel Baltico sta montando sin da quando si è capito che a Putin non bastava la Crimea.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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No, il "livello di fifa" nel Baltico sta montando sin da quando si è capito che a Putin non bastava la Crimea.

Quello che mi chiedo, è quanto le parti siano disposte a rischiare per raggiungere i propri scopi :pen:

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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Quello che mi chiedo, è quanto le parti siano disposte a rischiare per raggiungere i propri scopi en:

Putin rischia ben poco, in realtà. Le finanze russe, nonostante le sanzioni, hanno davanti un anno abbondante di comoda tenuta. Quelle Ucraine, a causa del conflitto, neanche sei mesi prima della bancarotta.

Quello che non conquisterà coi tank, lo prenderà a prezzo di saldo dal default di Kiev.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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