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Italia "Land of Panda": bocciato lo spot che denigra Audi


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Il giurì dell’Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria non ha apprezzato l’ironia di Piero Chiambretti, voce narrante dello spot della Fiat Panda Cross, bocciandolo sonoramente e ritenendolo offensivo e denigratorio nei confronti dell’Audi, a cui richiama nell’ambientazione e nello slogan (“Land of Panda”, mentre quello della Casa dei Quattro Anelli era “Land of Quattro“).

Le motivazioni. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno portato l’Istituto dell’Autodisciplina, sollecitata dalla stessa Audi, a definire gli spot della Panda Cross non conformi agli artt. 13, 2° comma (sfruttamento della notorietà ed immagine altrui) e 14 Cap (denigrazione). La Fiat sì è difesa dichiarando che i due prodotti sono estremamente differenti, assolutamente non compatibili e comparabili; quindi, non può sussistere alcun intento denigratorio o imitativo. Tesi non convincente per il Giurì, che ha sottolineato come la pubblicità radiotelevisiva della Fiat non fosse finalizzata a prendere di mira un modello concorrente e tantomeno a imitarlo, ma a sbeffeggiare lo spot dell’Audi, sfruttandone la notorietà e capovolgendone i contenuti al fine di promuovere un proprio modello. Peccato: lo spot era divertente e carino.

Roberto Barone

Audi contro Fiat - Lo Spot Della Panda Cross Bocciato Dal Giurì - Quattroruote

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Non sto neanche a commentarlo tanto mi fanno schifo...gli brucia ancora per la storia dei brevetti Q2 e Q4?

Questo succede oltre oceano comunque:

Faranno la class action dei costruttori tedeschi premium indignati perchè si sentono dare dei ripetitivi?

Modificato da Ospite
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Io temo che nella richiesta al tribunale ci credano sul serio.

Imho si stanno prendendo troppo sul serio.

E quando qualcuno si prende così sul serio che non riesce a ridere di sè stesso (specie in uno spot non offensivo come questo, ma catalogabile nel sabaudo "pissa pì curt" - piscia più corto) nascono casini.

Io farei una class action contro audi, per illecito sfruttamento del nome "italia" nel suo claim.

Associato a lesivi accostamenti di griffe di bellezza italiana quali rinascimento o barocco a krapfen su ruota morbidoplanciati. :D

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Non e da prendersela con l'Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria perchè hanno semplicemente fatto il loro lavoro applicando le norme interessate, come dimostrato anche da "Walker" .

E' l'Audi che andrebbe bacchettata simbolicamente e ironicamente per tale ricorso, perchè piuttosto che riderci su se le presa a male.

Detto ciò buona parte di chi ha visto la pubblicità nemmeno sapeva a chi si riferivano con "land of panda" ..... sono pochi quelli che si interessano alle auto al punto da ricordarsi una pubblicità simile della Audi di svariati mesi prima....

Fiat sicuramente l'aveva messo in conto un ricorso da parte di Audi .....

E' contro Opel che si dovrebbe far qualcosa .... avvallano la semplicità dell'italiano medio pronunciando le frasette "E' una tedesca" "Il meglio della tecnologia tedesca" nel giro di 3 secondi.

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Per non parlare di "Opel Mokka, eletto per le 40esima volta miglior SUV col nome che finisce per okka"!

Modificato da ilgimmy
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Peugeot - Traveller Standard Active BlueHDi 180 S&S EAT6 851223_5.png

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Io a caldo con la sentenza non sono d'accordo (vorrei anche leggerla e non limitarmi a un articolo scritto maluccio), però aspetterei a definirla una stupidaggine senza precedenti.

Ad esempio, leggendo l'art. 13.2* si vede che è vietato qualsiasi sfruttamento dell'immagine e della notorietà dell'azienda concorrente, se al fine di trarne vantaggio (e se lo metto in uno spot imho è sottinteso che voglia farlo ;)). La disposizione è estremamente generica e non aiuta, vero è che quindi è interpretabile in molti sensi.

Di fatto: nello spot di Panda Cross ci sono riferimenti molto chiari sia allo spot Audi sia allo slogan "land of quattro". Cose che sono senz'altro riconducibili a immagine, notorietà e marchio altrui. Ora, per me il risultato creato da FCA nello spot non arriva a realizzare quella situazione in cui un'azienda costruisce un vantaggio di marketing sfruttando elementi di altri, però non mi stupisco che altri possano pensarla diversamente. Non è altro che dare un significato a delle parole scritte... detta in altri termini: moralmente è palese ironia, giuridicamente non è così scontato.

Capisco molto meno invece il riferimento alla denigrazione... :pen:

* l'articolo non si cura nemmeno di far riferimento a COSA contenga quegli articoli :disp2: è il codice dell'autodisciplina pubblicitaria

Ricordo che siamo in uno spazio pubblico e dunque, a prescindere dalle persone/enti/istituzioni/giornali ecc. di cui si sta parlando, invito a mantenere un linguaggio non offensivo. ;)

concordo

in effetti - come noto - la rivista su cui scrive l'impreciso articolista ha avuto in passato condanne da parte del citato istituto di autotutela verso persona del direttore proprio per pubblicità c.d. ingannevole (ricordate i redazionali, il "listino approvato da..." le stelle d'oro? ecco quello)

se a questo poi si aggiunge un certo atteggiamento di ehm notevole attenzione riservato a un buon inserzionista qual è Vag ecco spiegata la ...confusione...

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