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Minacce a manager di Uber...


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credo che più che all'economia di piano, il tratto saliente della perdita di competitività del sistema italiano siano le incrostazioni corporative da triste epilogo da camera dei fasci e delle corporazioni con tanto di ordini professionali, farmacie numerate, finte licenze taxi e notai a numero chiuso: tutte cosette utili agli insiders e che NON servono ai consumatori e agli outsiders.

l'unico politico dai tempi di einaudi con una vaga impronta pragmatica e liberale è stato il buon pigi bersani...- non so se sia politically correct dirlo - ma è durato poco il pericoloso trotzkista, la restaurazione tremontiana ha fatto il suo e quelli di oggi seguono l'andazzo.

Il piu' liberale, almeno come filosofia, e' stato berlusconi, pero' le corporazione come quelle che hai indicato tu sono storicamente di destra quindi sarebbero state le ultime toccate dall'ipotizzata ondata liberale di berlusconi che non si e' mai attuata. Non dimentichiamoci che su ogni transazione di licenza lo stato pretende come obolo 35.000 euro. 35 mila, ricordiamolo. Comunque e' vero, bersani ha fatto delle riforme dirette che sono state utili e potevano spianare la strada ad altre pero' come al solito nessun governo pare riuscire a portare a termine un progetto.

Comunuque a pensare che per fare il tassista ti devi ipotecare la casa e se vuoi far transitare la licenza lo stato pretende 35 mila euro di obolo mi viene solo da ridere.

It's most important to find a world that belongs to us. Life is meaningful only when we can find this world. (INITIAL D)

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Mah, imho la soluzione sarebbe già in qualche modo scritta: più che regalare licenze, fare sì che uno diventi tassista o conducente per UberPop solo dopo aver personalmente ottenuto regolare licenza. E non comprandola per 200.000 €.

Concorsi effettivi e non a distanza di anni, requisiti seri, procedure burocratiche minime, costi contenuti il più possibile. Sia per taxi, sia per UberPop, sia per qualsiasi altro nuovo aspirante concorrente.

La tua soluzione è di indubbia intelligenze ed efficacia, però troverà sempre una forte opposizione dei tassisti perché, di fatto, proponi una diminuzione del valore della licenza e delle entrate (maggior concorrenza).

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Il piu' liberale, almeno come filosofia, e' stato berlusconi, pero' le corporazione come quelle che hai indicato tu sono storicamente di destra quindi sarebbero state le ultime toccate dall'ipotizzata ondata liberale di berlusconi che non si e' mai attuata. Non dimentichiamoci che su ogni transazione di licenza lo stato pretende come obolo 35.000 euro. 35 mila, ricordiamolo. Comunque e' vero, bersani ha fatto delle riforme dirette che sono state utili e potevano spianare la strada ad altre pero' come al solito nessun governo pare riuscire a portare a termine un progetto.

Comunuque a pensare che per fare il tassista ti devi ipotecare la casa e se vuoi far transitare la licenza lo stato pretende 35 mila euro di obolo mi viene solo da ridere.

:cens:

:happy:

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Anche a costo di sminuire qualcuno (conseguenza normalissima, ma non per il perbenismo finto all'italiana), la soluzione ci vuole e subito.

Da un lato, un tassista non può arrivare a spendere centinaia di migliaia di euro per una dannatissima licenza, dall'altro, UberPop non può permettersi di fare il cazzo che vuole: ci vuole equità di trattamento a costi altrettanto equi, anche perché ciò potrebbe servire a migliorare la mobilità italiana, piuttosto carente rispetto a molti paesi europei.

......se la Regione non se ne sbatte a tempo debito di quelle porcherie che chiamano strade lascio le macchinette con touch grattascroto agli altri, il mio prossimo acquisto si chiamerà Panda 1000 4x4, Suzuki SJ413, Vitara JLX o Terrano II 2.7 TDI......

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Il piu' liberale, almeno come filosofia, e' stato berlusconi

...

l'ipotizzata ondata liberale di berlusconi che non si e' mai attuata.

Gesù, cosa tocca sentire :disp2: Prova a spiegare questa lettura politica a questi signori; suggerisco di portare un coltello :lol:

E chiudiamo qua i riferimenti politici, va'.

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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Comunque ormai la ruota sta già girando e non la fermi più....Hai voglia a bloccare questo o quel servizio.

..tempo due-tre settimane e ne spunterà uno nuovo...nell'era di Internet e delle App poi...

i tassisti si rassegnino......o cambiano e si evolvono..o muoiono, stop.

Chiedete al rospo che cosa sia la bellezza e vi risponderà che è la femmina del rospo.

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Guest EC2277

La modernità è come l'acqua: puoi costruire tutte le dighe e gli argini che ti pare, ma quando decide d'invadere il centro abitato, lo invade; anche a costo di portarsi dietro le dighe o gli argini.

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  • 4 settimane fa...
Uber fuorilegge, arriva Letzgo: lanciata l’ultima sfida ai taxisti

L’app made in Italy rispetta le norme europee sui trasporti

A voler semplificare al massimo la più grande differenza tra UberPop, servizio di trasporto tra privati ideato in California, e Letzgo, neonata start up milanese, è che il primo in Italia è fuorilegge, la seconda no. Gli ingredienti sono gli stessi: il primo passo è scaricare un’applicazione su smartphone e registrarsi con carta di credito oppure un conto PayPal. Dopo aver segnalato la propria posizione si aspetta un passaggio dal driver più vicino, da rimborsare a fine corsa. Nel caso del colosso californiano, vietato lo scorso maggio dal Tribunale di Milano per «concorrenza sleale», non c’è bisogno di inserire la destinazione scelta, mentre nel servizio di «car pooling urbano istantaneo» made in Italy prima si deve comunicare il tragitto da compiere e solo dopo si scopre se c’è qualcuno disposto a dare un passaggio.

Può sembrare poca cosa, ma comunicando il percorso in anticipo si rispetta la direttiva europea sul trasporto collettivo. Così funziona per esempio BlaBlaCar, un’altra app che permette a perfetti sconosciuti di organizzarsi per condividere le spese di un viaggio.

C’è poi un’altra differenza: il rimborso spese è indicativo e non obbligatorio e chi usa il servizio può decidere se alzarlo o abbassarlo. Con UberPop circa il 20 per cento della tariffa va alla casa madre, con Letzgo per ora resta tutto in tasca agli utenti. Ma, come nel caso di BlaBlaCar, è solo una questione di tempo: in Spagna una percentuale per il pagamento delle tratte condivise va alla società, lo stesso accade già in Italia per le tratte più battute e in futuro anche Letzgo avrà la sua percentuale.

L’idea è di Davide Ghezzi, 41 ani, imprenditore piacentino che ha scelto Milano per realizzare un’idea che gli girava per la testa da parecchio. «Guardando decine di auto in coda con un solo passeggero pensavo a una soluzione per condividere spese, tempo e spazio - spiega -. Nel 2013 mi sono messo al lavoro per realizzare la mia idea. La prima voce di spesa sono stati gli avvocati: volevo realizzare qualche cosa che potesse funzionare, ma nel pieno rispetto delle leggi». Letzgo parte così un anno fa a Milano, approda due settimane fa a Torino ed è in arrivo a Trieste e Genova.

Non si arruolano i driver, chiunque si può iscrivere e dare un passaggio a chi ne ha bisogno. Certo, il rischio che ci sia qualcuno che ne fa una vera e propria professione c’è. «Il punto è delicato, ma il nostro scopo è mettere in contatto le persone- spiega Ghezzi - Non ci sono bonus per chi lavora nelle ore meno battute né corse premio. Vogliamo creare una comunità virtuosa dove chi chiede un passaggio è pronto a restituirlo. L’interesse a farne una professione, anche considerato che la tariffa non è obbligatoria ma volontaria, calcolata con un rimborso chilometrico e nulla più, è davvero scarso».

Se la novità italiana è Letzgo, da prima di Uber negli Stati Uniti spopolano Lyft e Sidecar e in tutto il mondo proliferano i servizi per trasformare in realtà un pensiero semplice quanto rivoluzionario: far incontrare chi ha un’auto con chi ha bisogno di spostarsi. «Grazie alla tecnologia e a un nuova propensione alla condivisione di beni e tempo, la mobilità alternativa è una realtà per tutti- conclude Ghezzi - Vietare UberPop e Letzgo non cambierà nulla: non siamo stati i primi, e non saremo di sicuro gli ultimi».

Uber fuorilegge, arriva Letzgo: lanciata l?ultima sfida ai taxisti - La Stampa

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