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La mancanza di nazionalismo degli italiani


fulvio

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boh forse non conosco bene la storia o il significato esatto del nazionalismo, ma credo che sia un termine superato......

prendiamo la Giulia , auto elogiata da tutti e che esprime al meglio il nostro potenziale.......se fosse stata realizzata da un marchio cinese, perchè io italiano dovrei criticarla a prescindere preferendole per forza un prodotto italiano ?...o viceversa.....se venisse messa in commercio con motori pessimi, perchè dovrei preferirla a una vettura cinese sulla carta superiore??

ovvio che il mio è un paragone estremo, ma lo scritto per rendere l'idea di quello che penso....

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Ah no? E perché mai :pen:

Ti prego, illuminaci.

Beh dai ...l'importante è che si possa scrivere: Francia e Svizzera hanno gestione statuale, funzione pubblica e generalmente pubblica ammministrazione più efficaci ed efficienti della nostra (magari più costose perché più organizzate e meno abbandonate solo al buon senso di chi vi lavora) o se si preferisce in una parola più serie.

In Italia manca una coscienza civica e un senso morale delle cose, troppo individualismo, troppo menefreghismo nella gestione della cosa pubblica.

E totale disinteresse per quello che è pubblico (dunque di tutti) che troppo spesso diventa di nessuno.

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Sul fatto che FCA non sia "nazionalista"... si potrebbe ribaltare il discorso, domandandosi: "perché devo dare lavoro ad un popolo che dice peste e corna di me qualsiasi cosa faccia"?

E per CNHi come la mettiamo? Iveco molto amati e venduti quì da noi, eppure Stralis e Trakker non hanno nulla di italiano, nemmeno il motore; Fiat trattori molto amati e venduti (monopolio anzi) eppure più di metà gamma è fatta all'estero; Autobus Fiat/Iveco molto amati, venduti e ricarrozzati eppure adesso costruiscono in Francia; Iveco motors ha motorizzato un saccodi roba quì da noi, eppure i grossi li producono altrove.

Ovvio che FCA non è nazionalista, ma di sicuro non per causa nostra.

I vantaggi economici per produrre all'estero erano tangibili e Fiat ha preso la palla al balzo.

Certo per i camion produrre in Spagna non porta nessun vantaggio, ma se lo stato si desse una mossa a far evolvere il nostro sistema tutto cambierebbe.

Ecco quindi per quanto riguarda il nazionalismo sui beni materiali, si potrebbe dire che l'italiano lo è, perchè nonostante i difetti e i problemi che danno sia NH che Iveco vendono molto ... e sono primi in classifica. Fiat Auto anch'essa vende assai visto che metà classifica è presieduta da loro vetture.

L'esterofilia comunque c'è, anche nei prodotti più commerciali dove la gente preferisce una porcheria di JunkerBosch pittosto che uan Baltur ....

Modificato da Bosco
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E per CNHi come la mettiamo? Iveco molto amati e venduti quì da noi, eppure Stralis e Trakker non hanno nulla di italiano, nemmeno il motore; Fiat trattori molto amati e venduti (monopolio anzi) eppure più di metà gamma è fatta all'estero; Autobus Fiat/Iveco molto amati, venduti e ricarrozzati eppure adesso it costruiscono in Francia; Iveco motors ha motorizzato un saccodi roba quì da noi, eppure i grossi li producono altrove.

Ovvio che FCA non è nazionalista, ma di sicuro non per causa nostra.

I vantaggi economici per produrre all'estero erano tangibili hi e Fiat ha preso la palla al balzo.

Certo per i camion produrre in Spagna non porta nessun vantaggio, ma se lo stato si desse una mossa a far evolvere il nostro sistema tutto cambierebbe.

Ecco quindi per quanto riguarda il nazionalismo sui beni materiali, si potrebbe dire che l'italiano lo è, perchè nonostante i difetti e i problemi che danno sia NH che Iveco vendono molto ... e sono primi in classifica. Fiat Auto anch'essa vende assai visto che metà classifica è presieduta da loro vetture.

L'esterofilia comunque c'è, anche nei prodotti più commerciali dove la gente preferisce una porcheria di JunkerBosch pittosto che uan Baltur ....

Più che esterofilia la possibilità di scelta è ampia, è vale sia per le auto che per le caldaie a gas(e le Junkers son buone caldaie) , quindi per tanti motivi la scelta può ricadere su un articolo di produzione straniera.

Nessun vento è favo​revole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare


Alfa Romeo 147 JtdM 120CV Distinctive (2008)

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Francia e Svizzera hanno gestione statuale, funzione pubblica e generalmente pubblica ammministrazione più efficaci ed efficienti della nostra (magari più costose perché più organizzate e meno abbandonate solo al buon senso di chi vi lavora.

Ma rotfl.. In italia abbiamo una strttura statale sbilanciata (meno servizi, piu' amministrazione- i.e. meno lavoro e meno rischio di sporcarsi le nobili mani).

Non so se mi fa più sorridere la parte del buon senso o quella del lavoro, se penso a un paio di dozzine di dirigenti, quadri e impiegati che ho la sfortuna di frequentare.

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Guest EC2277
Sempre a pannaggio di una minoranza piuttosto ristretta.

Abbastanza ampia ed influente da innescare tutta quella serie di eventi che portarono all'unità.

Ad ogni modo il punto non è la consistenza numerica del movimento, ma il fatto che il concetto d'Italia, inteso come un'unione di popoli aventi una comune identità culturale, nacque sotto la Repubblica Romana, che unificò politicamente la penisola e poi diede a tutti i popoli d'Italia una comune base culturale, frutto del sincretismo tra tutte le culture preromane (in primis quella etrusca e quella greca) e poi venne ulteriormente cementato dal passaggio al cristianesimo, che spazzò via gli ultimi residui delle religioni locali. Durante il medioevo venne parzialmente perso a causa delle invasioni "barbariche", con la conseguente frammentazione politica. In seguito venne lentamente riscoperto in forma idealizzata dai letterati dell'umanesimo, i quali vedevano nell'unità nazionale un modo per sfuggire alle miserie nelle quali versava la penisola; come recitava Dante: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!»

Con il corso dei secoli poi il concetto d'identità nazionale venne sempre più rifinito, demitizzato e permeato di precisi ideali politici che portarono all'unificazione. Ma era appunto un concetto preesistente e poco importa che fosse percepito da una piccola minoranza della popolazione, poiché il resto era troppo occupato in ben più miserabili questioni (come riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena) per chiedersi qual'era la loro patria.

Lo ripeto: possiamo dire che il processo di creazione di un'identità nazionale sia stato compiuto solo parzialmente, che sia pieno di difetti e che si esprima in maniera puerile. Ma è un concetto che esiste e ciò è innegabile. Ne abbiamo prova quanto tutta l'Italia è scesa in piazza per festeggiare la vittoria del 4° Campionato del Mondo di calcio, lo abbiamo visto quando siamo rimasti in piedi fino alle 3 del mattino per tifare Luna Rossa od ancor prima il Moro di Venezia.

Può sembrar poco, può sembrar puerile, ma è la riprova che un sentimento nazionale esiste e quando si ha a che fare con un popolo talmente provinciale da festeggiare se il Barcellona sconfigge la Juventus, allora è difficile pretendere di più. Soprattutto se al nostro provincialismo aggiungiamo il comportamento delle Istituzioni, che fanno di tutto per far odiare l'Italia agli italiani e non potrebbe essere diversamente, visto che tali Istituzioni sono l'espressione di ciò che l'italiano in genere è; anche se gli piace pensare di essere meglio.

Potrei risponderti che molti (o molte famiglie che persero una o più persone care) arrivarono alla cessazione delle ostilità covando risentimento per aver dato tutto per una causa che non sentivano propria, per essere stati obbligati ad andare al fronte anzichè stare al paesello.

Ma anche ammettendo che fosse valido per tutti i reduci si tratterebbe comunque di una minoranza rispetto al totale della popolazione.

[…]

Sono conscio che molti tornarono a casa pieni di rancore verso il Governo, ma per la prima volta erano consci d'essere un popolo di una nazione più grande di quella che era il Regno delle Due Sicilie, il Granducato di Toscana o quant'altro. Poteva inveire contro quella Patria ingrata, che manda i suoi figli a morire senza un perché e quando i sopravvissuti tornano, si trovano in miseria poiché tutti i loro beni sono stati requisiti senza essere stati pagati (il mio bisnonno allevava cavalli e li perse tutti durante la guerra) però erano consci che l'Italia era qualcosa di concreto, di reale.

Modificato da EC2277
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Ma rotfl.. In italia abbiamo una strttura statale sbilanciata (meno servizi, piu' amministrazione- i.e. meno lavoro e meno rischio di sporcarsi le nobili mani).

Non so se mi fa più sorridere la parte del buon senso o quella del lavoro, se penso a un paio di dozzine di dirigenti, quadri e impiegati che ho la sfortuna di frequentare.

Senza fare del qualunquismo o della demagogia che lascia il tempo che trova mi pareva si stesse cercando di fare un discorso serio.

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Senza fare del qualunquismo o della demagogia che lascia il tempo che trova mi pareva si stesse cercando di fare un discorso serio.

Infatti, cosa c'entra lo stipendificio pubblico con la serietà o l'amor proprio di un paese.

E pensare che dovrebbe essere l'interfaccia fra stato e cittadino.. (la p.a. , non polizia e carabinieri ).

Modificato da Kippur
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la discussione che si è aperta sulla Prima Guerra Mondiale riflette esattamente quanto espresso nel primo post :)

la condotta del governo e dalle forze armate italiane in quel conflitto furono perfettamente in linea con quello delle altre nazioni: soldati usati come carne da cannone in attacchi frontali senza senso, fucilazioni e quant'altro avvenero in tutti gli altri paesi anche in proporzioni ben maggiori... ma solo noi ci martelliamo le palle a distanza di 100 anni. Senza contare che ci ricordiamo solo di Caporetto mentre dimentichiamo tutto quello che è successo dopo, come Vittorio Veneto, che fu una "caporetto" ben peggiore per gli austriaci ;)

e ovviamente all'estero ci sguazzano... cosa pensate, che ci dicano "Ma no dai italiani, siete stati bravi in realtà... anche più bravi di noi" dandoci qualche pacca sulla spalla? partendo dalle spalate di guano che ci tiriamo addosso francesi tedeschi ecc semplicemente non fanno altro che consolidare quegli stereotipi che noi stessi costruiamo

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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limitandosi al mondo dell auto per me cè anche troppo nazionalismo al punto che ora c'è chi considera prodotto italiano anche roba che viene da fuori solo perchè è roba FCA, vedi freemont, una cosa brutta come il renegade fosse nato identico con marchio tedescoo francese, coreano sarebbe stato preso per culo per anni, poi a me il nazionalismo non piace, son un essere umano, vivo sulla terra, e visto che anche FCA paga le tasse in olanda e non in italia non vedo perchè devo dare i miei soldi a loro solo per nazionalismo quando sono i primi a non esserlo, compro ciò che mi piace e se ne vale la pena.

Riguardo al nazionalismo automobilistico però non son d'accordo per due motivi:

1. Trai conclusioni partendo da quanto leggi su questo foro, dove mi pare che l'utenza non rappresenti molto bene l'automobilista medio italico. Mediamente chi scrive di più è un appassionato, spesso tifoso, quindi sicuramente di parte.

2. L'esempio SUV è molto particolare e non rappresenta il mercato dell'auto in generale, mi spiego:

Per esperienza diretta, quel cassonetto del renegade piace perchè jeep, non perchè costruito in italia.

Infatti i venditori, a precisa domanda del cliente, calcano la mano sulle differenze rispetto a 5oox, non sulla parentela.

I restanti credono arrivi direttamente dagli usa. Su tre conoscenti che l'hanno preso, solo uno sapeva che era fatto in italia. Gli altri due alla notizia ci hanno un po patito :lol:

Freemont altro discorso: avrebbe venduto uguale con il nome dodge ma distrubuito in FCA. In quel caso si voleva il "SUV" grosso e accessoriato a costi da segmento C.

Paradossalmente in questo settore la "garanzia di qualità" per il segmento medio è la Corea che raccoglie discreti ultras sul suolo italico, basta vedere l'entusiasmo con cui sono stati accolti certi accrocchi come l'ix35.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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