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Situazione economica greca e referendum


TonyH

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ed intanto in Austria arriva in parlamento una proposta di legge popolare, firmata da 250.000 persone, per l'uscita dall'Euro

il numero dei richiedenti in sé non susciterebbe clamore, ma facendo le proporzioni è come se da noi venisse proposta da 1.750.000 cittadini

fermo restando, quindi, che il parlamento può rigettarla senza neanche discuterla, ragioni di opportunità politica potrebbero far si che quella proposta venga realmente messa al voto

Imho se in Italia qualche partito (potete immaginare quali) proponesse un idea di referendum simile raccatterebbe senza problemi 1.750 M firme.

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Imho se in Italia qualche partito (potete immaginare quali) proponesse un idea di referendum simile raccatterebbe senza problemi 1.750 M firme.

Solo per precisazione, da noi un'idea del genere potrebbe teoricamente dar luogo a un progetto di legge in Parlamento, ma non a un referendum, che non è ammissibile per leggi di autorizzazione alla ratifica di accordi internazionali. ;)

Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina.

E NON VALE SOLO NEL RALLY!!! :§

Gli accenti? Usiamoli bene! Gli accenti in italiano

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La tesi di Manasse e' inconsistente si contraddice da solo in poche righe:

"Oggi è meno frequente che un Paese esporti prodotti finiti che incorporano solo input nazionali. Quel che noi esportiamo incorpora numerosi beni e servizi che dobbiamo importare, dall’energia ai semilavorati. Per esportare di più bisogna importare di più, insomma. E l’effetto di una svalutazione, conseguentemente, si riduce"

E poche righe dopo:

"Se ci limitiamo al commercio internazionale, l’ultima cosa che ho letto è una ricerca della Bank of Greece secondo cui le esportazioni greche (oli minerari, servizi, beni agricoli, che sono la maggior parte dell’export greco) non crescerebbero granché col ritorno della Dracma.Ø"

Per servizi e beni agricoli che importazioni devi fare? Il gasolio del trattore?

Ma anche per gli oli minerali la situazione e' diversa. Per un acquirente estero dei prodotti petroliferi raffinati in grecia il valore della dracma e' ininfluente per quanto riguarda la materia prima e la svalutazione della dracma renderebbe inferiore il costo associato alla lavorazion.

Basta fare una banale conversione tra $=>dracma=>€ per scoprire che se il petrolio costa 100 $/ barile il suo costo in euro non dipende da quante dracme ha speso l'intermediario greco.

Ciao e buona giornata

Alfa_Milano

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Solo per precisazione, da noi un'idea del genere potrebbe teoricamente dar luogo a un progetto di legge in Parlamento, ma non a un referendum, che non è ammissibile per leggi di autorizzazione alla ratifica di accordi internazionali. ;)

infatti qui in italia si parlerebbe di referendum consultivo o di indirizzo, non di referendum abrogativo, che come dici giustamente non sarebbe possibile

se due milioni di persone chiedessero di adottare un provvedimento simile, tu parlamento hai il dovere politico di calendarizzarlo e discuterlo

Ogni volta che un DJ dice "IO SUONO" un musicista, nel mondo, muore...

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infatti qui in italia si parlerebbe di referendum consultivo o di indirizzo, non di referendum abrogativo, che come dici giustamente non sarebbe possibile

se due milioni di persone chiedessero di adottare un provvedimento simile, tu parlamento hai il dovere politico di calendarizzarlo e discuterlo

Sì, però essendo il referendum di indirizzo un unicum da noi, credo ci vorrebbe prima una legge (costituzionale?) che ne disciplini la procedura... d'accordo sull'impatto politico che avrebbe.

Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina.

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Sì, però essendo il referendum di indirizzo un unicum da noi, credo ci vorrebbe prima una legge (costituzionale?) che ne disciplini la procedura... d'accordo sull'impatto politico che avrebbe.

È già disciplinato, non serve fare una legge costituzionale ad hoc

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Guest EC2277
Sì, però essendo il referendum di indirizzo un unicum da noi, credo ci vorrebbe prima una legge (costituzionale?) che ne disciplini la procedura... d'accordo sull'impatto politico che avrebbe.

Si, sarebbe necessaria una legge costituzionale e ciò va contro la volontà dei Padri Costituenti, i quali erano ben consapevoli dell'umoralità della popolazione e pertanto hanno previsto solo tre tipologie di referendum: abrogativo, costituzionale e territoriale. Il primo (come sapete) serve ad abrogare una legge che si ritiene non valida, il secondo a ratificare una riforma costituzionale ed il terzo a ratificare la creazione di nuove province, regioni, comuni; o la loro eliminazione.

Si tratta pertanto di referendum che in qualche modo servono a proteggere l'ordinamento legislativo dello Stato, avallando o bocciando un'iniziativa politica, più che stimolarne il rinnovamento; funzione che viene riservata alle Leggi d'Iniziativa Popolare.

Ad ogni modo è possibile fare dei referendum consultivi, ma è prima necessario che venga approvata un'apposita legge costituzionale, che lo renda ammissibile e lo regolamenti. Questo è stato il caso dell'unico referendum consultivo svolto in Italia (18 Giugno 1989), il quale verteva sui poteri del Parlamento Europeo e richiese appunto un'apposita legge costituzionale per essere svolto: la Legge Costituzionale n°2 del 3 Aprile 1989.

Attenzione però: tale legge era specifica per quel referendum, non per i referendum consultivi in genere ed infatti la legge s'intitolava: "Indizione di un referendum d'indirizzo sul conferimento di un mandato costituente al Parlamento Europeo, che sarà eletto nel 1989."

:saggio

Modificato da EC2277
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Uhm... da cosa? :pen:

si ho detto una cazzata, bisogna indirlo con legge costituzionale, una ripassata anche al Simone ogni tanto mi farebbe bene :mrgreen:

si sostanzia comunque in una richiesta che il parlamento fa al popolo su quale linea tenere in un determinata materia

sarebbe molto simile a ciò che è accaduto in Grecia

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