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Sepang 2015


1happydream

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Considerazione teorica corretta.

Ma chi fa/ha fatto gare sa che gente come Sykes ci prova sempre e comunque. In qualunque posto , dalla prima all'ultima curva (infatti quando Max all'ultimo giro ha superato TOM, quest'ultimo stava provando ad infilarsi all'interno per incrociare...)

Ma anche no.

Il tornante in questione è largo quanto?Quattro metri?E c'è una sola traiettoria per farlo e per farlo ti devi spostare a destra per prendere la corda a sinistra e preparare la piega successiva.

La curva che riporta sul rettilineo,è larga almeno il doppio puoi prenderla larga tenendoti sulla destra e stringere sul cordolo a sinistra oppure chiudiere l'ingresso a sinistra e scorrere verso il cordolo esterno.

Inoltre non mi pare cosi improbabile capire che le gare non si vincono alla prima curva.Direi che un professionista queste cose le sa.

Ma anche un semplice appassionato.

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Giusto, io capisco benissimo il tuo ragionamento.

Ma Sykes ?

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PAGELLE

http://www.moto.it/superbike/sbk-2015-le-pagelle-di-sepang.html

Con la sua seconda wild card dell’anno, Max Biaggi ha acceso su di se i riflettori che solitamente illuminano invece i protagonisti di questa stagione 2015. Un ritorno forse meno mediatico rispetto a quello di Misano, ma il podio di gara uno farà versare fiumi di inchiostro e riverserà migliaia di commenti sui social. Biaggi ce l’ha fatta ed ha coronato il suo sogno, ma il campionato continua, anche perché Rea non è ancora campione del mondo e dovrà quindi aspettare settembre per sventolare quella bandiera che gli volevano erroneamente consegnare domenica pomeriggio.

«Penso ci sia stato un errore di comunicazione», ha ammesso un imbarazzato Johnny. Sono state due gare strane, molto tattiche. I piloti ed i team più esperti hanno puntato tutto sull’usura delle gomme ed hanno avuto ragione. La Kawasaki festeggia a metà, perché ai podi di Rea fanno da contraltare due prestazioni di Sykes che ci hanno lasciato quanto meno perplessi. La Kawasaki si è confermata la moto migliore del lotto, ma bisogna metterla a punto nel modo giusto e guidarla con intelligenza. Come ha fatto Rea. Nonostante abbia potuto schierare un solo pilota ed abbia corso su di una pista che, almeno sulla carta, non fosse favorevole ai bicilindrici, la Ducati porta a casa gli stessi risultati della Kawasaki, grazie al lavoro del team e ad un pilota come Davies, che è l’unico in grado di tenere il passo delle moto di Akashi».

Biaggi o non Biaggi l’Aprilia resta solo la terza forza in campo e quando va bene, e la pista è favorevole, può arrivare a conquistare due terzi posti, come è successo a Sepang con Max e lo scalpitante Torres. La moto non è certamente quella dello scorso anno e se la casa di Noale vorrà restare in Superbike (ma ci vorrà retare?) è meglio che corra subito ai ripari. Nessuno (probabilmente nemmeno i diretti interessati) si aspettava di rivedere la Honda così in alto in Malesia. La CBR ha smesso di fare a pugni con la sua elettronica e come ha dichiarato Guintoli, in questo weekend tutto ha funzionato per il meglio ed i due piloti del team Pata Honda Ten Kate sono finalmente riusciti ad essere competitivi. Prima di cantare vittoria però occorre aspettare la controprova di Jerez, mentre siamo sempre in attesa di sapere se la Honda voglia continuare a recitare un ruolo da comparsa nel mondiale delle derivate di serie o se finalmente deciderà di impegnarsi seriamente anche in questo campionato. Chissà, forse il ritorno della Yamaha (ancora tutto da verificare) potrebbe scatenare quella stessa rivalità che già caratterizza le due case giapponesi in GP.

La Suzuki sperava che, su di un circuito che conosce a memoria, De Puniet potesse stare nelle zone alte della classifica. E’ successo in prova, mentre in gara è stata una tragedia. Come sempre Lowes ha dato un senso alla partecipazione della casa di Hamamatsu a questo campionato, ma la casa giapponese è troppo impegnata in MotoGP per occuparsi anche di Superbike. Nel campionato dei privati ancora una volta è stato Baiocco a primeggiare, anche se era al debutto a Sepang. Matteo si è messo dietro tutti i privati comprese le Ducati di Canepa e di Mercado e, in gara uno, anche la Kawasaki semi ufficiale di Salom. Camier e la MV non riescono nemmeno in Malesia ad entrare nella top ten e l’inglese spera per il prossimo anno in una moto più competitiva. Chi invece entra nella top ten (in gara due) è lo spagnolo Ramos con la Kawasaki del team GoEleven. Un sabato da incubo ha tolto di scena Badovini e la BMW e per fortuna la caduta delle prove libere non ha avuto gravi conseguenze fisiche per Ayrton, che a Jerez potrà risalire in sella alla sua S 1000 RR. In casa BMW resta il rammarico per un weekend che poteva riservare invece molte soddisfazioni, visto che i soli tre giri che Badovini ha potuto percorrere a Sepang erano bastati per ottenere la settima posizione nella classifica dei tempi.

sbk-2015-sepang-davies.jpg

[h=2]Le Pagelle[/h]Chaz Davies – voto 10

Quanto l’algido gallese sta facendo con la Panigale, dimostra tutto il suo talento e la sua grande determinazione. Sabato la sua Ducati non aveva grip e lui ha sudato sette camicie per conquistare la seconda fila. Poi nel warm up il suo team ha fatto il miracolo e lui in gara li ha ripagati con due risultati eccezionali. E’ l’unico che riesce a contrastare Rea e a prenderlo a spallate, come ha fatto in gara due. Conquista la seconda posizione in classifica e ripensa con rabbia alle gare di Buriram e Imola, dove ha racimolato solo sei punti. Con Rea che pensa al mondiale il migliore in pista al momento è lui. Grinta.

Jonathan Rea – voto 9

Sente che il titolo è ormai vicino e corre pensando alle gara ed alla classifica. Però gli va dato il merito di non farsi mai venire il “bracccino” e di lottare sempre e comunque per la vittoria. Il suo team fa confusione in gara due e pensando di poter vincere il mondiale lui prova a dare l’assalto a Davies, ma trova pane per i suoi denti. Lavora bene in prova e legge tatticamente benissimo le gare. Quasi perfetto

sbk-2015-sepang-biaggi.jpg

Max Biaggi – voto 10

Se si esclude la sua (incolpevole) caduta in gara due, il suo è stato un weekend perfetto, nel quale ha ottenuto tutto quello che si era prefissato. Con la sua proverbiale meticolosità, Max aveva preparato ogni cosa nel migliore dei modi. I test privati non erano andati come lui aveva sperato, ma sin dall’inizio il Corsaro aveva puntato sulla durata delle gomme ed ha avuto ragione. Si è tolto la grande soddisfazione di dimostrare che i campioni non vanno mai in pensione. Highlander.

Tom Sykes – voto 4

Che delusione. Un pilota come lui non può correre come ha fatto a Sepang. In gara uno parte in modo scriteriato, con tempi da Superpole (con il suo secondo giro in 2’03”654 sarebbe partito dal terzo posto in griglia) distruggendo le gomme che (ovviamente) crollano nel finale. In gara due riesce a fare ancora peggio, prima innescando (involontariamente) la caduta di Biaggi e poi cadendo a sua volta nel tentativo di recuperare. Perde meritatamente la seconda posizione in classifica. Meritava 3, ma ha un punto in più perché ha conquistato la Superpole. Troppo brutto per essere vero.

Sylvain Guintoli – voto 8

Terzo in Superpole e due volte quarto in gara. Nessun miracolo, la CBR è sempre la stessa, solo che su questo tracciato il suo team è riuscito ad azzeccare la giusta elettronica ed il giusto set-up e al resto ci ha pensato lui, che riesce sempre a sfruttare al massimo quello che ha a disposizione. Per fortuna il suo contratto con Honda scade alla fine dell’anno. Bentornato Sylvain.

sbk-2015-sepang-torres.jpg

Jordi Torres – voto 7,5

Anche in Malesia Lupin conferma di aver imparato a sfruttare la gomma da tempo e conquista un’altra prima fila. In gara uno si fa prendere dall’entusiasmo e consuma le gomme troppo in fretta. Ma il ragazzo impara in fretta e nella seconda non commette lo stesso errore e va sul podio. Sta bruciando le tappe e diventando un top rider. E la prossima e a Jerez. Rampante.

Alex Lowes – voto 7

Non è facile stare nei primi posti con la Suzuki. Se a questo aggiungiamo che in gara due Alex per non investire Biaggi deve uscire sull’erba, i suoi piazzamenti in gara sono da considerarsi molto positivi. Non per niente la Ducati gli ha messo gli occhi addosso. Promessa.

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Leon Haslam – voto 5

Assieme a Sykes rappresenta la grande delusione di questo decimo round SBK. Il più deluso è senza dubbio lui, che non è mai riuscito a trovare l’assetto giusto per la sua RSV4 che ha accusato mancanza di stabilità e di aderenza al posteriore. Male in Superpole, in gara è stato sempre ultimo delle Aprilia. Lui ce l’ha messa tutta come sempre e non ha commesso errori, ma non è bastato. Incubo malese.

Matteo Baiocco – voto 7

Sempre primo dei piloti privati e primo degli italiani in gara due, su di una pista che non aveva mai visto prima, se non in televisione. Senza tanto clamore Matteo ora è decimo in classifica. Peccato solo quel malinteso con Badovini.

David Salom – voto 5,5

La sua dovrebbe essere una Kawasaki semi ufficiale, ma spesso va peggio di quelle private. Dopo prove da dimenticare ed un undicesimo posto in gara uno, finalmente riesce ad emergere nella seconda e a portare a casa un settimo posto che rende meno amara la sua stagione. Meriterebbe di più.

sbk-2015-sepang-puniet.jpg

Randy De Puniet – voto 4

Non vogliamo sparare sulla Croce Rossa, ma se fatica ad andare a punti anche su una pista che conosce benissimo, ci chiediamo cosa sia venuta a fare in Superbike. Fantasma.

Roman Ramos – voto 7

Pilota debuttante in un team debuttante. Ha visto la sua moto solo in Australia (nessun test invernale), conosce pochissime delle piste SBK e non aveva mai corso prima con una 1000 (viene dallaMoto2). Il fatto che vada sempre a punti per lui e la sua squadra vale come una vittoria.

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Moto.it

INTERVISTA[h=1]SBK, Sepang 2015. Torres: “In gara 2 non mi sono divertito”[/h]4 agosto 2015 - In un campionato dove imperano il self control inglese ed i bravi ragazzi politically-correct, Torres è una voce fuori dal coro. Dice quello che pensa e fa le boccacce alle telecamere


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4commenti

carlo-baldi.jpgdi Carlo Baldi

sbk-2015-sepang-torres.jpg

Jordi Torres è un pilota al debutto nel mondiale Superbike. Ha iniziato questa nuova parte della sua carriera nel modo più difficile, con un grosso carico di responsabilità che gli deriva dal fatto di correre con la moto campione del mondo, nel team campione del mondo. Nel motociclismo odierno non c’è tempo da perdere e nessuno è più disposto ad aspettare. Servono i risultati e subito. Rea ci ha messo sette anni per vincere un titolo mondiale e persino Biaggi ha vinto il titolo al suo quarto anno, ma da questo simpatico e talentuoso pilota spagnolo ci si aspetta invece che stia sempre davanti. Lui invece ha iniziato con molta umiltà. «Devo imparare – afferma ancora ora che inizia a raccogliere ottimi risultati – devo cambiare il mio stile di guida, più adatto ad una Moto2 che non ad una Superbike».

Deve imparare, ma al suo debutto assoluto a Phillip Island ha conquistato un quarto posto in gara uno, mentre nella seconda gara è caduto subito dopo aver superato un certo Tom Sykes ed essersi portato in terza posizione. Oltre allo stile di guida, Jordi ha dovuto adattarsi alle gomme Pirelli (soprattutto alle morbidone da qualifica) e a molte piste dove non aveva mai corso. Ora che ha imparato ad utilizzare la gomma da tempo, nelle ultime due Superpole ha ottenuto la prima fila, facendo segnare il terzo tempo.

In un mondiale di ragazzi per lo più inglesi, professionisti mai sopra le righe e sempre politically-correct, Torres è una voce fuori dal coro. Ai giornalisti dice ciò che pensa, è sempre sorridente e fa le boccacce alle telecamere. In Australia Romano Albesiano commentò così il debutto di Lupin (questo il suo soprannome) nel mondiale delle derivate dalla serie: «In Superbike ci voleva proprio un personaggio come Jordi».

Dopo la delusione patita in gara uno al Sepang International Circuit, si è subito rifatto nella seconda con un podio, replicando quello di Imola. Jordi è un pilota da Superbike e speriamo solo che i mega manager se ne accorgano e lo trattengano in questo campionato. Con un anno in più di esperienza potrebbe stupire anche i più scettici. Ecco cosa ci ha detto dopo il podio della Malesia.

sbk-2015-sepang-torres-01.jpg

Jordi cosa è successo in gara 1?

«Non lo so. E’ successo qualcosa che non abbiamo capito bene. Dopo qualche giro le gomme non c’erano più. Gli ultimi giri li ho fatti in 2’10 - 2’15. Addirittura non riuscivo nemmeno a toccare il ginocchio per terra nelle curve a destra. A sinistra ci riuscivo, ma a destra no. Non mi chiedere il perché. Però ti posso dire che ho fatto tanta fatica a portare a termine quella gara».

Per gara due cosa avete cambiato sulla tua RSV4?

«Abbiamo caricato la moto maggiormente sul posteriore ed è diventata più facile da gestire. Ho potuto guidare più dolcemente e gestire meglio le gomme. Però non mi sono divertito. Non mi piace correre al risparmio, senza poter spingere come vorrei e stando attento all’usura delle gomme. In queste condizioni, se avessi guidato come mi piace fare, le gomme sarebbero durate pochi giri, come è successo in gara uno. Ho dovuto fare il ragioniere».

L’unico che aveva le idee chiare era Biaggi, che qui aveva fatto i test ed era più avanti di noi

Sono state due gare tattiche.

«Si, nella prima nessuno di noi sapeva come gestire la gara e le gomme. Nessuno aveva fatto tantissimi giri su questa pista, anche perché causa la pioggia, abbiamo dovuto saltare un turno dei quattro a nostra disposizione. L’unico che aveva le idee chiare era Biaggi, che qui aveva fatto i test ed era più avanti di noi. Poi lui è un campione ed è stato bravo a capire cosa doveva fare e a salire sul podio, anche se era solo alla sua seconda gara stagionale. In gara due abbiamo capito anche noi cosa si doveva fare ed è andato tutto molto meglio».

Un weekend nell’insieme non certo facile

«E’ stato un weekend difficile, ma che ci ha insegnato tante cose. Ho raccolto esperienze importanti. Indispensabili per chi voglia fare bene in Superbike».

E a settembre andiamo a Jerez. “Tu casa”.

«Si è la mia casa al 100% ! Li potrò guidare come piace a me e dare il massimo dal primo all’ultimo giro. Stiamo imparando a conoscere sempre meglio questa moto e le gomme. Mi manca solo un poco di esperienza in più, ma penso di essere sulla strada giusta».

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