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Attacchi terroristici di Parigi del 13.11.15


A.Masera

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affido il mio pensiero a questa analisi pubblicata su corriere.it. io la penso così. meglio di 1000 post.

L’analisiUn mostro che ha due teste

(ma che si può battere...)

L’Isis — spiega il nostro inviato, che in Medio Oriente ha trascorso lustri — ha due espressioni: gli jihadisti europei, mossi da frustrazione e voglia di emulazione. E quelli mediorentali, mossi invece dalla voglia di rivalsa sunnita. Sono i primi il vero pericolo, perché possono seminare facilmente terrore e morte nelle nostre strade. Gli altri, invece, si possono battere sul campo di battaglia: sta già succedendo...

di Lorenzo Cremonesi

L’Isis non è affatto imbattibile. Nonostante le stragi di Parigi. Nonostante le immagini terrificanti che la macchina della propaganda jihadista da Siria e Iraq convogliano ad arte per terrorizzare l’Occidente. In verità l’Isis, o Daesh o Califfato che dir si voglia, è un’organizzazione strutturalmente abbastanza debole, minata da fortissime contraddizioni interne. Ha infatti due anime potenzialmente in conflitto tra loro, con militanti che lottano per obbiettivi differenti.

I volontari della jihad...

Da una parte i volontari della Jihad. Sono i figli di Al Qaeda, hanno militato nelle brigate internazionali islamiche in Afghanistan, arrivano da Algeria, Tunisia, Sudan, Palestina. In Francia sono cresciuti nelle banlieue. La loro rabbia, il loro risentimento, il loro fanatismo religioso sono accresciuti dalle frustrazioni locali, si sono nutriti a pane e Corano secondo l’interpretazione fanatica degli imam locali. Sono figli di situazioni disagiate, emarginate, povere. Nell’Islam hanno trovato risposte che non trovavano altrove. Si parlano via internet e con i social media. Sono pronti al «martirio» e amano la guerra. In molti casi sono i figli di un’Europa che ha dimenticato gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, nuove generazioni non più vaccinate contro la violenza. Per loro Jihadi John resta un’icona da adorare. I suoi filmati delle decapitazioni degli ostaggi occidentali sono «classici» da imitare.

...figli dell’Europa

La loro cultura è nata nell’Europa laica e secolarizzata, delle basiliche vuote, ma si è evoluta (meglio dire involuta) alla ricerca di una nuova religiosità identitaria, tribale. È sufficiente un rapido tour delle banlieue parigine per comprendere ciò di cui stiamo parlando. Si fanno la guerra tra bande per controlli territoriali che ricordano quelli della giungla. Di notte neppure la polizia osa addentrarsi, se non con centinaia di agenti in assetto di guerra. Ci si combatte strada per strada per futili motivi. I nuovi adoratori dell’Islam distorto nelle sue versioni più fanaticamente violente diventano in quei contesti veri eroi. Già adesso ci saranno tanti giovani che guardano ai «martiri» dell’Isis nelle ultime ore come modelli da seguire.

Perché il vero pericolo sono loro

È questa «testa» di Isis che deve farci più paura. È nata è cresciuta in casa nostra. Non rappresenta un vero pericolo militare. Non è in grado di fare la guerra agli Stati. Ma può incutere terrore, compiere massacri, imporre cambiamenti fondamentali ai nostri stili di vita. La sua capacità militare è estremamente limitata. La sua forza è il terrorismo contro obbiettivi civili disarmati. Non necessita di addestramenti particolari o armi troppo sofisticate per sortire effetti terrificanti. Non dovremmo mai dimenticare ciò che circa 300 terroristi armati delle Brigate Rosse riuscirono a fare in Italia. Erano pochi, sostenuti da meno di un migliaio di basisti, eppure in pochi anni ridussero il Paese quasi in ginocchio. Solo più tardi capimmo i loro grandi limiti strutturali.

L’altra testa: i sunniti mediorentali

La seconda «testa» di Isis è invece tipicamente mediorientale. I suoi militanti sono i sunniti locali in lotta fratricida con gli sciiti e loro governi. In Iraq sono i sunniti emarginati da dopo l’invasione americana del 2003 e la defenestrazione del regime di Saddam Hussein. Sono gli ex baathisti che accettano i volontari arrivati dall’estero come utili alleati con cui combattere le milizie sciite, l’Iran, il governo centrale a Baghdad. E pensano che si libereranno facilmente di questi alleati utili ma imbarazzanti una volta che si saranno ripresi il controllo sullo Stato. Lo stesso vale per i sunniti siriani, divisi in centinaia di brigate diverse, confusi nella violenza e nella brutalizzazione cresciute dopo le rivolte del 2011. Anche in questo contesto l’Isis approfitta della debolezza dello Stato centrale per imporsi sui vari gruppi dell’opposizione.

La vulnerabilità militare del «mostro»

Eppure le vicende degli ultimi giorni fanno cogliere i limiti delle capacità militari jihadiste. Da quando la Russia è scesa saldamente in campo nel sostenere l’esercito di Bashar Assad, i miliziani dello Stato islamico sono sulla difensiva in Siria. Negli ultimi giorni l’esercito lealista si è posizionato addirittura per riprendere Aleppo. In Iraq i curdi sostenuti dagli americani hanno liberato la città yazida di Sinjar. Ciò significa che ora possono accerchiare Mosul. La lezione da trarre nei due Paesi è la stessa: l’Isis nasce e cresce di fronte al collasso dello Stato centrale, si alimenta del caos interno. Addirittura è in grado di costruire una parvenza di propria amministrazione che in modo primitivo riesce a rispondere alle esigenze primarie degli abitanti residenti nei territori sotto il suo controllo. Ma se lo Stato centrale riprende forza, se un esercito strutturato risponde per le rime alle azioni dei jihadisti, allora l’Isis entra in crisi, si sbanda, rischia il collasso (nella foto Afp sopra il titolo, un combattente curdo fa il segno della vittoria dopo la riconquista di Sinjar, ieri; nella foto Getty che apre l’articolo, profughi yazidi festeggiano la notizia della liberazione della città).

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1) Gli è andata male.

2) Cos'è 'sta storia? Per quale motivo?:pen:

l’inghilterra ha sempre considerato la sicilia cosa sua di fatto, ci sono fortissimi legami con certa nobiltà, i latifondisti e la massoneria naturalmente. Roba a livelli di famiglia reale. Con la seconda guerra mondiale sperava di riappropriarsene.

fonzino, in 6 mesi in zona di guerra impari ad uccidere a sangue freddo. nessuno dice che sono dilettanti, ma in un combattimento con una truppa speciale addestrata non hanno speranze. prova ne è che entrano in bar ,ristoranti e sale concerti.

a me fa più paura l'attrezzatura che importano, li ci vogliono soldi e logistica.

non sono infatti supersoldati. E’ semplicemente gente invasata che ha messo in conto di rimanerci secca, ma, nel mentre, fa di tutto per ammazzare tutti coloro che capitano a tiro.

La differenza è che a sto giro erano bene armati e avevano esplosivi. Questo è il segnale pericoloso: hanno armi e posti dove nasconderle. Per l’intelligence francese questa è una caporetto, ma, d’altronde, sono decenni che si trovano una seconda nazione in casa e fanno finta di non vederla.

Per la maggior parte dei parigini, semplicemente le banlieu dove sono verosimilmente cresciuti questi terroristi non esistono.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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fonzino, in 6 mesi in zona di guerra impari ad uccidere a sangue freddo. nessuno dice che sono dilettanti, ma in un combattimento con una truppa speciale addestrata non hanno speranze. prova ne è che entrano in bar ,ristoranti e sale concerti.

a me fa più paura l'attrezzatura che importano, li ci vogliono soldi e logistica.

Che ci vogliano soldi e logistica sono d'accordissimo, figurati. Ma è il livello di capacità che si è alzato, imho.

Quello che ho visto in questi attentati è il coordinamento, la tempistica, il sangue freddo (perchè gestire migliaia di persone in 8, anche se con i kalashnikov, non è facile), mettere in atto un'esecuzione di tipo militare quando sai che stanno per venire a stanarti le forze speciali non è cosa da poco: sei vicino alla morte ma mantieni lucidità e freddezza: è da professionisti, non da scalcagnati inviati alla buona a fare una strage (per quello basta mettersi una bomba sotto il cappotto e farsi esplodere in una metro qualsiasi all'ora di punta).

PS: avevo letto l'analisi che hai appena postato e, indovina un po'? Non mi ha convinto...Che ci vuoi fare? :oops::disp2::D

Modificato da fonzino1
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il punto grosso è questo.

questi qua (che non sono ,come ho letto, supersoldati..solo invasati con addestramento di pochi mesi mandati ad immolarsi in operazioni come queste) hanno un mare di soldi che provengono al 90% dagli stati del Golfo e Arabia Saudita.

con quello ci finanziano queste operazioni.

C'è la Guerra dei Sunniti con gli Sciiti (Iran e alcune popolazioni del M.O. in posti come Iraq, Siria, Libano)

L'errore dell'Occidente (+Russia) è di non fare fronte comune ma perseguire interessi particolari. fossimo tutti uniti in 3 mesi il Califfato(?) è smantellato.

Il problema che almeno finonad oggi, usa,europa e russia avevano ed hanno interessi diversi in medio oriente . E fino a che i problemi arabia saudita ed israele saranno presenti, il problema restera' vivo.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Il problema che almeno finonad oggi, usa,europa e russia avevano ed hanno interessi diversi in medio oriente . E fino a che i problemi arabia saudita ed israele saranno presenti, il problema restera' vivo.

leggi l'articolo di Cremonesi che ho postato sopra. spiega bene e fa un punto serio senza toni da Apocalisse inutili in questi momenti.

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Volevo solo aggiungere, per chi dice che le armi hanno fatto la differenza, che anche nell'attentato a Charlie Hebdo gli assalitori avevano i Kalashnikov, e avevano tentato una serie di attacchi in sequenza: la differenza sta proprio nella loro migliorata capacità di attaccare e portare un piano complesso a compimento.

Tutto sempre imho.

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voi sopravvalutate questi delinquenti islamici e sulla loro presunta freddezza/capacità di ammazzare. Ero un ragazzo normale quando ho fatto il militare passando sei mesi a Beirut nel 1984. Ero normalissimo quando sono andato al car ed ero normalissimo quando sono tornato dalla naia. La sola differenza era che sapevo sparare ed anche bene. E non avevo problemi, di notte a Beirut a girare con la camionetta bianca e puntare la mitraglietta contro qualcuno che apparisse sospetto. E cosa più importante, non avevo alcuna remora a premere il grilletto. Non ci vuole molto. Non sopravvalutate sta gente.

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Per capire perché la Francia sia bersaglio del terrorismo bisogna guardare anche alla sua storia.

Fatti una googolata sulla guerra d'Algeria, sul Ciad e sulla questione delle banlieu.

La Francia ha una storia Imperialista pari solo a Inghilterra USA e forse Belgio (per certi versi il peggiore), in più si è allevata in città due generazioni di profughi e immigrati che non sono mai stati in nessun modo integrati.

Aggiungi il fatto che è entrata nella primavera araba con un la delicatezza di un caterpillar, direi che la frittata è fatta.

Occhio: io non giustificò minimamente il terrorismo. Dico solo che Parigi e Londra sono il terreno ideale per questo tipo di attentati.

Aggiungo: il bersaglio non è Parigi , ma il mondo occidentale. Non a caso hanno colpito poco tempo fa la Russia: a livello informale, accordandosi con l'Iran , si sta creando un fronte più strutturato anti isis. In pratica siamo in guerra. Asimmetrica ma guerra

Hanno 6 milioni di arabi in casa, discretamente emarginati. E' il posto più facile dove colpire, hanno una quantità di simpatizzanti. E comunque un concerto o un bar sono bersagli facili.

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leggi l'articolo di Cremonesi che ho postato sopra. spiega bene e fa un punto serio senza toni da Apocalisse inutili in questi momenti.

non parlo di apocalissi. Semplicemente israele ed arabia saudita , sia pur per motivi diversi, hanno interesse che il bubbone stia aperto il piu' a lungo possibile. E questo non nega cio' che dice l' articolo , ma lo contestualizza.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Pensavo che i francesi fossero più organizzati nell'affrontare il terrorismo, specie dopo i fatti di Charlie Hebdo: questo mi fa temere fortemente per noi italiani, non il massimo in quanto a organizzazione (specie delle forze dell'ordine e dell'esercito).

:no:

Non credo, sai ? Anzi, credo che se fin' ora qui non c' è stato nulla di grave è perchè ( ne sono fermamente convinto ) i nostri Servizi Segreti zitti e buoni, senza farsi tanta pubblicità siano tra i migliori al mondo . Ormai siamo buoni solo a lamentarci, a dire che lo Stato non c'è... c'è, c'è eccome !

Certo che se poi si organizzano attentati plurimi e in contemporanea diventa molto difficile affrontarli...ieri aspettavo l' autobus ( e meno male che io lo uso il minimo indispensabile, una linea secondaria e per poche fermate ,ma penso a chi prende ogni giorno la metro ecc ecc. ) e c'era un tipo dai tratti somatici mediorientali e con un bello zainetto addosso, ecco, ho paura che scattino delle psicosi e cose del genere e tutto e tutti non si possono certo controllare.... :roll:

Io invece la penso diversamente, anche post 11 settembre solo in Italia non ci sono stati attentati. Siamo un popolo disorganizzato di natura ma ho come l'impressione che sotto sotto ci sia più controllo che altrove. Un'Italia instabile gli USA e l'UE non se la possono permettere e poi abbiamo anche il Vaticano che non è da sottovalutare.

Ecco, qui mi viene qualche preoccupazione : l'hanno detto chiaramanete che dopo Parigi, nel mirino c' è Roma ( Il Vaticano ).

P.S. = Io resto dell' idea che proprio i francesi è meglio non stuzzicarli troppo....:si:...sono un Popolo unito come pochi altri. Ecco, qui in confronto vedo Noi un Popolo disorganizzato, spero proprio di sbagliarmi.

Se un pianto ci fa' nascere, un senso a tutto il male forse c'è !

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