Vai al contenuto

Messaggi Raccomandati:

Inviato

Design italiano come patrimonio comune DIS-perso..

 
Mai come in questi ultimi anni vedo con piacere proposte di stile applicate ai nostri marchi italiani. Questa vivacità creativa é anche sintomo che le proposte reali, ossia quelle delle case madri, non sono in grado di soddisfare le aspettative del mercato.
Il più delle volte le proposte freelance riguardano marchi non più esistenti o comunque divenuti nel tempo, per negligenza o volontà manageriale, cariatidi inermi.
Mi riferisco in primis a Lancia, ma ci sono anche Autobianchi è in qualche modo anche a Alfa Romeo.
Tra gli anni '50 e la fine degli anni '70, i grandi stilisti (Pininfarina,Bertone, Giugiaro, Frua, Zagato,Scaglione,Ghia, Tjaarda, etc), ognuno con il proprio carattere, imprimevano alle loro realizzazioni una forte personalità identitaria.
Con gli anni '80 le grandi firme del design si sono dovute convertire ad essere anche industrie di prodotto fino a una decina di anni fa.
La globalizzazione industriale ha infine spazzato via gli "ateliers" e con loro, il loro patrimonio culturale.
Oggi questo vuoto culturale si sente eccome e lo dimostrano le tante realizzazioni amatoriali o semi professionali , che popolano la rete, che in qualche modo rappresentano il disperato tentativo di sopravvivenza dell'innata attitudine degli italiani allo stile o design.
 
Ma quante di queste proposte vengono viste e valutate dalle case automobilistiche?
Vero é che "disegnare" un'automobile é relativamente semplice, difficile é invece conciliare i vincoli tecnici imposti dalle normative, i vincoli progettuali di fattibilità e costi e le esigenze del marketing (strategia aziendale sul prodotto).
Se è pur vero che è sempre esistito questo dualismo tra estro creativo e esigenze di marketing, è anche vero che oggi il dominio di quest'ultimo ha finito per relegare il design a solo portavoce pubblicitario, quindi avulso da pericolosi vezzi di fantasia creativa che non creino consenso di massa.
La critica che muovo verso i designers italiani, designers di professione intendo, é di aver interrotto quel processo innovativo e coraggioso che ha trovato il suo culmine concettuale negli anni '70. Analoga atrofia culturale é avvenuta per la musica, la letteratura e l'architettura.
Le logiche di marketing e la mancanza di visione manageriale, hanno finito per prendere il sopravvento, distruggendo il tessuto culturale sul quale germinavano le idee innovative.
Il design italiano, coinvolto del decadimento culturale del nostro paese, oggi é un ologramma alimentato dalla luce riflessa di quello che é stato, utilizzando tale energia solo come autoreferenza, ma senza contenuti.
  • Mi Piace 2

[sIGPIC][/sIGPIC]

«l'Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili (...) è qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica, si tratta di sensazioni (....)" (Orazio Satta Puliga)

Inviato

Rispondo con questo estratto da una intervista a Renzo Piano, che penso focalizzi abbastanza la situazione complessiva. In fin dei conti, il design è, per certi versi, figlio dell'architettura... ;)

"Ho l'impressione sempre più spesso, quando torno in Italia, che siamo diventati un paese prigioniero delle paure. E la prima è quella del futuro. Declinata in varie forme. Fanno paura la società multietnica, i cambiamenti sociali, le scoperte scientifiche, sempre rappresentate come pericoli, la contemporaneità in generale. Si fa strada, perfino fra i giovani, la nostalgia di un passato molto idealizzato. Si combina una memoria corta e una speranza breve, e il risultato è l'immobilità. Il passato sarà un buon rifugio, ma il futuro è l'unico posto dove possiamo andare. [...] Comincio a pensare che quello che non si perdona in Italia è l'essere contemporanei. Ed è triste per un paese che ha insegnato al mondo il coraggio in architettura." (Piano: "Il mio grattacielo? Ecco perché fa paura", La Repubblica, 14 novembre 2007)

  • Mi Piace 3

"Ci sono persone che amano circondarsi di cose il cui valore concreto si esprime anche nel valore formale. Molto probabilmente una Lancia fa parte del loro mondo."

dsarygf.jpg

"Il successo non si improvvisa, ma al contrario è sempre frutto di fantasia, applicazione, dedizione e tenacia." (Vittorio Ghidella)

Inviato (modificato)

In fondo sostengo le stesse cose, ma con un punto di vista diverso.

Forse non lo sai ma con Piano l'azienda in cui lavoro collabora da anni e abbiamo realizzato/ingegnerizzato molte delle sue opere più famose.

Non travisare la nostalgia per il passato/pensieri fermi con la necessità di recuperare il proprio passato.

Oggi in Italia manca cultura in generale e in architettura si vede. La mia generazione (anni 60/70) e le successive non hanno cultura filosofica che sta alle basi del pensiero creativo architettonico. 

Pensiamo alla grandezza concettuale dell'architettura razionalista, ma non solo. 

Gli architetti erano un tutt'uno con i letterati, registi, musicisti, pittori, etc creando con essi movimento culturale.

Oggi bisognerebbe intessere lo stesso tessuto interdisciplinare per dare organicita' alle proprie realizzazioni.

Invece abbiamo un pensiero trasversale omogeneizzato soggiogato al solo motivo speculativo senza apporto di valore aggiunto in termini di contenuto.

Vincono le lobby di edilizie per fare copia/incolla e vincono le multinazionali automobilistiche che vogliono designers copia/incolla.

Ecco che oggi l'immobilismo di cui parla Piano non sa guardare al futuro perché non ha le basi culturali per farlo, colpa del vuoto ideologico in cui l'Italia, a mo' di contrappasso, é immersa. 

 

 

 

Modificato da Hal9000
  • Mi Piace 2

[sIGPIC][/sIGPIC]

«l'Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili (...) è qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica, si tratta di sensazioni (....)" (Orazio Satta Puliga)

Inviato (modificato)

Ti faccio un esempio :

Il grattacielo The Shard, da noi realizzato, opera di Piano é una realizzazione moderna, giusto ?

ciononostante é innegabile la fonte di ispirazione di Piano al grattacielo disegnato e mai realizzato da F.L. Wright circa 70 anni fa.

 

http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2012/08/del-grattacielo-di-enrico-mercatali.html

 

Altri esempi di nuove realizzazioni di grandi nomi dell'architettura moderna, da noi realizzate e ispirate al passato :

 
Zaha Hadid - City Life_MILANO 2014-15 
 
 
80 anni fa in Italia, un italiano...Andrea Busiri  Vici - palazzina bruxelles_ROMA 1930-31
 
Modificato da Hal9000
  • Mi Piace 1

[sIGPIC][/sIGPIC]

«l'Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili (...) è qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica, si tratta di sensazioni (....)" (Orazio Satta Puliga)

Inviato

quello non è design

 

e non riesco a definirlo nemmeno architettura. Fuffas ha voluto giocare a fare il christo, ma temo gli sia riuscita una bella ciofeca, sto cubone non lo sopporto. 

  • Mi Piace 1

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

Inviato

Appunto

 

che idee di concetto c'è nella nostra architettura?

E tornando a noi, ad esempio, che idea c'è nel design della nuova Giulia?

Era l'occasione per dimostrare che il design italiano esisteva e doveva solo trovare un grande evento e invece ha dimostrato quello che era gia chiaro. Abbiamo buttato nel cesso decenni di avanguardia per essere oggi la retroguardia. 

Il design della Giulia somiglia a quelle costruzioni commissionate dalle immobiliari, che ammiccano a dare una parvenza di moderno, con l'intento di compiacere gli acquirenti.

E così siamo pieni di banalità sconclusuonate.

  • Mi Piace 3

[sIGPIC][/sIGPIC]

«l'Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili (...) è qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica, si tratta di sensazioni (....)" (Orazio Satta Puliga)

Inviato

Il car design di oggi non è paragonabile a quello di ieri.

 

Oggi i costruttori devono tenere conto di numerosi vincoli progettuali e legislativi imposti.

Urto pedoni, vincoli di sicurezza, solidità/prestazioni ai crash test, CX, la necessità di adattarsi a piattaforme condivise, ecc ecc stanno col tempo imponendo forme meno estreme e la scomparsa di elementi esteticamente molto validi (i fari a vista ad esempio)

 

 

  • Mi Piace 1
Inviato
4 ore fa, A.Masera dice:

Il car design di oggi non è paragonabile a quello di ieri.

 

Oggi i costruttori devono tenere conto di numerosi vincoli progettuali e legislativi imposti.

Urto pedoni, vincoli di sicurezza, solidità/prestazioni ai crash test, CX, la necessità di adattarsi a piattaforme condivise, ecc ecc stanno col tempo imponendo forme meno estreme e la scomparsa di elementi esteticamente molto validi (i fari a vista ad esempio)

 

 

 

Balle. (simpaticamente dico, Alessandro)

Da sempre esistono vincoli per qualsiasi progetto.

Pensi che al tempo degli egiziani non vi erano vincoli per costruire le piramidi, o costruire San Pietro nel 1500? Ogni Epoca ha i suoi vincoli e i progettisti cercano di trovare soluzioni.

Nel Design.

Anche quarantanni fa vi erano vincoli, diversi, ma c'erano; pensa solo al trattamento delle lamiere, alle lavorazioni, ai tempi di realizzazione delle maquette, senza 3D e simulatori.

Certo, oggi il design ha davanti a se ALTRI vincoli e su questi si combatte la "battaglia" della creatività.

I vincoli da te citati li conosco e valgono per tutti i costruttori, non solo per FCA.

Solo che il tema è il DESIGN ITALIANO.

Le Altre case hanno trovato la loro identità, pensa a BMW che comunque nella continuità ha saputo crearsi una identità, oppure alla stessa Tesla, Jaguar. 

I vincoli progettuali impongono tante scelte obbligate, corretto quello che dici, ma questo vale per tutti, altrimenti vorrebbe dire che fatte salve le norme, tutte le vetture dovrebbero avere le identiche fattezze. Ovviamente non è così.

Ho la certezza che quando certi designers si trincerano sulle questioni da te esposte, stiano creandosi un alibi. Si proprio così.

Credo invece che le cause siano da trovare altrove, lontano perchè non riguardano solo l'automobile.

  • Mi Piace 4

[sIGPIC][/sIGPIC]

«l'Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili (...) è qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica, si tratta di sensazioni (....)" (Orazio Satta Puliga)

Inviato

Sul fatto che le auto non siano tutte uguali.. Dissento.

 

Viste di profilo, tutte le segmento D hanno musi praticamente verticali. Magari ingannano l'occhio, ma dai blue print la cosa e' abbastanza palese, penso sia dovuta all'urto pedone.

Cofani affilati non li avremo più, cofanghi nemmeno, fari a scomparsa idem, maniglie a scomparsa manco a parlarne..

 

Già ora, e non siamo nel 3000, ma nel 2016, Alfa 159 non potrebbe nemmeno essere pensata

  • Mi Piace 4

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.