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fusione lastampa/repubblica


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riassumendo brevemente, per quello che mi sembra di capire, lastampa viene assorbita da larepubblica in cambio di azioni cedute poi da fca ai propri azionisti, e quindi anche a se stessa

sono solo soldi per finanziare i progetti in pentola o.....

 

che ne pensate ?

 

 

 

" La fusione avverrà sulla base di concambi che dovranno essere approvati dalle rispettive assemblee, ma in base ai range già stabiliti nell’accordo appena annunciato Cir, holding industriale della famiglia De Benedetti che oggi controlla il Gruppo Espresso, avrà una quota superiore al 40% del nuovo gruppo. Mentre Fca (FiatChryslerAutomobiles), che oggi ha in portafoglio il 77% di Itedi, deterrà il 16% circa dell’aggregato con la famiglia Perrone che continuerà a essere azionista di minoranza con una quota pari al 5%. Soddisfatto il presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti: "Intesa con azionisti prestigiosi". Gli accordi definitivi tra tutti i partecipanti all’accordo dovranno comunque essere sottoscritti entro il 30 giugno 2016 e il perfezionamento della fusione avvenire nel primo trimestre del 2017.
 
Inoltre ... Fca ha annunciato di voler distribuire ai propri azionisti tutte le proprie partecipazioni detenute nelle società editoriali per concentrarsi totalmente nelle attività automobilistiche. E dunque tra queste rientra anche la partecipazione del 16,7% finora detenuta da Fca in Rcs, società che pubblica Il Corriere della Sera. ...

http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/03/02/news/nasce_il_polo_repubblica-stampa_fca_esce_da_rcs-134641880/?ref=HREC1-19

Modificato da TONI

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Gli spifferi dicono che gli Elkann si sono rotti le palle di buttare soldi in RCS senza avere la possibilità di comandare.

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Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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1 ora fa, nucarote dice:

Veramente si legge in giro che si sono rotti anche della Juve ma penso che la terranno per arginare l'erede monociglia.

la versione ufficiale è che la tengono e ci tengono. 

da milano finanza

ok, un mese e mezzo fa, ma si verificato tutto esattamente.

questi si stanno disimpegnando dall'Italia, mi pare evidente.

Milano Finanza Numero 015 pag. 26 del 23/01/2016


Editoria


Torino si gioca la carta?


Il mercato guarda a un futuro disimpegno dal business da parte di Fca. A partire dal 16,7% in Rcs, in caso di ricapitalizzazione Per Itedi ci sarebbe l'opzione L'Espresso, partendo dalla pubblicità 
di Andrea Montanari  




Lo evidenziano i numeri dell'ultimo quinquennio. Lo sostengono gli analisti di settore (Mediobanca Securities, nell'ultimo studio del 15 gennaio). Lo dimostrano i tanti deal su scala internazionale. Il settore della carta stampata va, o meglio, deve andare nella direzione del consolidamento. Come dimostrano tante aggregazioni concretizzatesi nel corso negli ultimi anni nel business media-tlc. 

E l'Italia non può essere esclusa da questo trend, anche se, come spesso accade, tutto avverrà in ritardo di qualche anno. 

Ma il 2016 potrebbe essere l'anno di svolta. 


Non solo perché il gruppo Rcs Mediagroup si gioca il tutto per tutto chiedendo l'ennesima moratoria sul debito, ossia l'allungamento a cinque anni della scadenza, alle banche esposte per mezzo miliardo, sapendo di dover correre per invertire il trend (negli ultimi quattro esercizi ha cumulato perdite per più di 1,1 miliardi). 

Ma anche perché il continuo calo dei ricavi, sia editoriali sia pubblicitari, a discapito della tv e del web, costringerà i proprietari dei giornali a definire nuove regole d'ingaggio. 

La Mondadori , numero uno dei periodici, ha deciso di puntare tutto sul business dei Libri; sull'acquisizione di Rcs Libri, per 127,5 milioni, però l'Antitrust ha appena avviato l'istruttoria che rallenterà l'affare di due mesi almeno con possibili ripercussioni sul perimetro dell'operazione, mentre l'Agcom non farà indagini e approfondimenti: Intanto gli altri competitor devono trovare strade alternative. 

Tra chi potrebbe decidere di rivedere la propria strategia nel comparto editoriale c'è Fca . 

Il gruppo automobilistico che fa riferimento alla Exor della famiglia Agnelli, oltre a essere il primo azionista con il 16,73% di Rcs , che significa di fatto Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, è proprietario anche de La Stampa di Torino e del Secolo XIX di Genova. 

Il business era un vecchio pallino di Gianni Agnelli, ma è anche uno dei settori che più intrigano e interessano John Elkann, legato all'attività non solo per discendenza ereditaria. 

Per cui, nonostante la crisi evidente, è difficile pensare che il presidente di Fca ed Exor se ne possa privare, anche se sovente circola la tesi che, con un'anima sempre più americana, per l'attività automobilistica e per la maxi-acquisizione miliardaria che la holding di Torino ha definito rilevando il colosso delle ri-assicurazioni PartnerRe, gli eredi ed esponenti della famiglia Agnelli possano prima o poi allontanarsi dall'Italia. 

E se la Juventus sarà sempre un trophy asset, non è detto che la partecipazione del 16,51% in Banca Leonardo resti a lungo in portafoglio, soprattutto se Gerardo Braggiotti, dopo aver venduto l'attività di financial advisory, deciderà di quotare la merchant. 

A ciò va aggiunto che sempre in ottica di respiro globale, Exor nei mesi scorsi ha messo sul piatto 287 milioni di sterline per diventare il primo socio con il 43,4% della prestigiosa rivista The Economist.

Proprio in questo inizio d'anno è tornata a circolare nei salotti milanesi l'ipotesi che Fca dica addio alla carta stampata. 

Da Torino sono più volte arrivate secche smentite. 

Una linea di pensiero che viene mantenuta. 

Ma se per caso Rcs , che entro marzo incasserà i 127,5 milioni frutto della vendita della Libri a Mondadori , dovesse essere chiamata a breve a lanciare l'aumento di capitale da 200 milioni che l'azienda e tantomeno i soci vogliono, non è da escludere che il management di Fca , a partire dall'ad Sergio Marchionne, ci rifletta. 

Vi è poi chi sostiene che a Torino presto decideranno di privarsi sia de La Stampa sia del Secolo XIX. 

Ma chi potrebbe comprare le due testate ? 

Alcuni mesi fa era stata riportata, anche da questo giornale, l'ipotesi di un contatto con Francesco Gaetano Caltagirone , ma il costruttore ed editore romano avrebbe rifiutato la proposta. 

Così, allargando l'orizzonte non si può non guardare al gruppo L'Espresso di proprietà della Cir della famiglia De Benedetti. 


La società è tra le più sane del settore (utile di 24,6 milioni e posizione finanziaria netta negativa per soli 8,1 milioni a fronte di un patrimonio di 594 milioni al 30 settembre 2015), in un possibile risiko potrebbe essere tra i protagonisti. I vertici, dal presidente Carlo De Benedetti all'ad Monica Mondardini, fino all'azionista di riferimento Rodolfo De Benedetti, paiono attenti a valutare le opportunità che si dovessero presentare. 


Un merger in questo senso non sarebbe semplicissimo da realizzare, anche e soprattutto in termini di concentrazione: L'Espresso e la Itedi (Fca ) sommerebbero il 25,8% del mercato editoriale italiano in termini di valore e il 21% in termini di volume, superando così le soglie del Sic (sistema integrato delle comunicazioni), soprattutto per il peso che ha il quotidiano La Repubblica diretto da Mario Calabresi, arrivato proprio da La Stampa degli Agnelli, dove è stato sostituto da Maurizio Molinari. 

Per uscire dall'impasse la casa editrice dei De Benedetti dovrebbe privarsi dei 17 quotidiani locali gestiti dalla controllata Finegil. 

Un'opzione al momento non viene presa in considerazione dal gruppo. 

E allora come fare per sbloccare questa eventuale operazione? 

Un primo step potrebbe essere rappresentato dall'alleanza sul fronte pubblicitario, con il gruppo L'Espresso che prenderebbe in carico la gestione della raccolta per i quotidiani controllati da Fca . 

Una soluzione che a Torino avevano già studiato alcuni anni fa, quando fu studiata l'integrazione con Rcs. (riproduzione riservata)

Modificato da Matteo B.
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Imho, a me sembra l'inizio di un grande risiko nel settore dei media a livello europeo. Tutti i giornali, chi più chi meno, causa rivoluzione internet, non se la passano un granchè bene, non solo in Italia; basta ricordare il caso di FT di qualche mese fa....Per rimarcare quanto detto, ricordate che EXOR è da qualche mese azionista di maggioranza relativa dell'Economist (uno dei pochi che i soldi li fa) nonchè azionista di minoranza di Axel Springer (tedesca, una delle più grandi case editrici a livello mondiale) e, come se non bastasse questo, John Elkann è azionista e membro del consiglio di amministrazione di News Corp. Per me, gatta ci cova e De Benedetti ci si è buttato a pesce (non è che i rapporti personali siano proprio idilliaci fra le due famiglie, ma di fronte al business....Pecunia non olet). Se ci pensate, è quello che vogliono fare anche con FCA...... Ne vedremo delle belle negli anni a venire.......:-D

Modificato da pennellotref
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. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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il maglionato sono anni che insiste per uscire da rcs. I giornali non rendono più e politicamente li sa usare solo de benedetti 

Probabilmente elkann a un certo punto l’avrà ascoltato. Si parlava di stampa esclusivamente su web entro pochi anni. 

DI fatto la sede nuova è già predisposta per questo, il resto è stato già venduto.

Entro pochi anni dovremo riconsiderare la nostra idea di quotidiano.

Al momento, più che al risico azionario, soro interessato a capire come interverrà l’antitrust :pen: 

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CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Le redazioni dovrebbero continuare a rimanere separate.

Accorpano gli amministrativi.

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2 ore fa, TonyH dice:

Le redazioni dovrebbero continuare a rimanere separate.

Accorpano gli amministrativi.

 

però non si elimina il problema dell'antitrust imho. A me sinceramente sta cosa non piace molto.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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c'è  aMMore tra Elkann e RCS :mrgreen:

 

info.gifRcs, gli azionisti e l’uscita di Fca 
Comunicato sindacale del Cdr 

 

Non sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Il Comitato di redazione del Corriere della Sera esprime forte sconcerto e indignazione per la nota con la quale Fca ha annunciato il disimpegno da RcsMediagroup. E’ paradossale il riferimento “al senso di responsabilità” sbandierato da Fca che si vanta di aver “salvato in tre diverse occasioni” il gruppo Rcs assicurando “risorse finanziarie necessarie”. La verità è un’altra. E’ sotto gli occhi di tutti come in questi anni, in cui il gruppo torinese è stato al primo posto tra i nostri azionisti con un ruolo decisivo nella scelta del management, la società editrice del Corriere della Sera sia stata progressivamente e pesantemente impoverita con scelte industriali disastrose. Come gli investimenti in Spagna, che ancora pesano in maniera decisiva sui conti del gruppo, e con un supporto finanziario del tutto inadeguato.

La società, invece di essere ricapitalizzata è stata spolpata con la dismissione degli immobili, compresa la sede storica di Via Solferino, e svuotata delle partecipazioni più rilevanti, come Rcs Libri. Tutte operazioni condotte dall’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, uomo Fiat, accompagnate da una dolorosa e drastica riduzione del personale poligrafico, amministrativo e giornalistico, che sta tuttora sopportando i sacrifici dell’ennesimo piano di crisi aziendale. Finita la stagione dei dividendi, ora che lo sfascio finanziario è compiuto, e che il Corriere è lanciato in un progetto editoriale coraggioso e senza precedenti, basato unicamente sullo sforzo della redazione, la famiglia Agnelli saluta e se ne va a rafforzare il principale concorrente del Corriere della Sera. Bel modo di fare. Come se la squadra degli ingegneri di una scuderia di Formula1 alla vigilia della prima gara di campionato passasse con le idee e i progetti elaborati alla guida del team rivale. Guardiamo avanti. Indipendentemente dall’assetto azionario di Rcs, la redazione del Corriere della Sera resta pronta a raccogliere le sfide del futuro nella consapevolezza del proprio ruolo di leader nel mercato dell’informazione. Il Cdr del Corriere della Sera

 

Modificato da Matteo B.
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