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Android - Questo sconosciuto...


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Dalla parte sua Android ha una un appoggio da parte delle case sconosciuto ad altri OS, ma, soprattutto, l'unico market che (al momento) ha le capacità di impensierire Apple sul medio periodo. IMHO è proprio ciò che farà la differenza, perché è quello che rende veramente attraenti gli smartphone con i SO made in Cupertino e Mountain View.

IMHO ad oggi chi ha Android/iPhone l'unico altro OS che può considerare seriamente come alternativa è iPhone/Android, oltre RIM come outsider orientato sul business. Gli altri sono indietro e non di poco.

L'unico che al momento potrebbe cambiare le carte in tavola è Windows Phone 7, che può contare su una multinazionale mica da poco.

Sulla fascia medio-bassa, invece, è tutto un altro discorso.

...mmm concordo sì e no.

Nel senso che bisogna fare dei distinguo: in USA i telefoni si vendono solo con contratto, quindi il prezzo d'acquisto diventa relativamente importante, ma se escludiamo questa possibilità... diventa addirittura difficile individuare una vera fascia alta-medio-bassa.

Anzi... a dir la verità trovo che, parlando di prezzi, Android è più facile che si vada ad installare nella fascia subito inferiore ad iPhone:

1) iphone non ha realmente nessun concorrente diretto se consideriamo prezzo e immagine.

2) android, come spiegavo tempo addietro, ha il vantaggio di poter essere utilizzato in terminali di fascia medio bassa (intendo i vari WildFire e FlipOut) e di ottenere comunque un range d'utilizzo più che accettabile.

In termini assoluti: cosa può fare un Galaxy S che un Wildfire non può fare? tecnicamente solo qualche app non ottimizzata per la risoluzione bassa... ma per il resto fa tutto: posta, web, gps, wifi, social app, giochi touch, ecc ecc.... Riducendo il tutto ad una banalità: cosa può fare un iphone che un wildfire non può fare?

Rim avrà sempre una clientela tra il Business... ma sicuramente qualcosa sta cambiando e anche l'iphone adesso viene scelto per questo ruolo (il perchè non si sa, dato che sostituire la tastiera fisica con il touch è un suicidio se si devono spedire mail).

Inoltre la push-mail ormai non è più prerogativa di RIM... anche se ovviamente il servizio offerto da loro è più completo in quanto più indirizzato proprio alle necessità di lavoro.

Questo grafico, sempre della Nielsen (gli stessi della Nielsen piatti credo), mostra che iPhone è quello che fidelizza maggiormente (e non c'è da stupirsi) mentre Rim è quella che rischia più grosso in questo momento

mobile-os-share-recent-2010.jpg

smartphone-switch.jpg

Credo che lo sappiano bene ed il nuovo, bellissimo, Torch penso sia il primo tentativo di recuperare terreno sui competitors andando a giocare nel loro terreno: esperienza touch.

Windows 7 sarà un mistero: le potenzialità ci sono (anche se l'impossibilità di personalizzare gli screen fa molto storcere il naso ai produttori) e volendo può arrivare lontano.

Rimangono due problemi: Windows non viene associato a qualcosa di "dilettevole" per definizione, e a volte M$ stessa rilascia dichiarazioni in merito che fanno venire dubbi se ci credano o no...

L'ultima news è che al lancio il Browser non supporterà nè HTML5 nè flash... :shock: :shock: ...la controparte positiva è che in futuro supporterà entrambi... :roll:

Più che altro là gli smartphone [cut]

Scusa.... ma mi hai parlato di Jappone e di terminali mobili.

Ma il NetWalker non me l'hai citato.

Com'è sta storia? stai poco bene? :D :D :D :D

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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.....

Rim avrà sempre una clientela tra il Business... ma sicuramente qualcosa sta cambiando e anche l'iphone adesso viene scelto per questo ruolo (il perchè non si sa, dato che sostituire la tastiera fisica con il touch è un suicidio se si devono spedire mail)...

Mi sà che questa domanda la devi porre a Ghosn.

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Mi sà che questa domanda la devi porre a Ghosn.

Orpo... quello della Renault?? e perché? mi son perso qualcosa?

(si lo so, son un po' fuori dal giro...)

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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2) android, come spiegavo tempo addietro, ha il vantaggio di poter essere utilizzato in terminali di fascia medio bassa (intendo i vari WildFire e FlipOut) e di ottenere comunque un range d'utilizzo più che accettabile.

In termini assoluti: cosa può fare un Galaxy S che un Wildfire non può fare? tecnicamente solo qualche app non ottimizzata per la risoluzione bassa... ma per il resto fa tutto: posta, web, gps, wifi, social app, giochi touch, ecc ecc.... Riducendo il tutto ad una banalità: cosa può fare un iphone che un wildfire non può fare?

Su questo hai sicuramente ragione, è un punto che mi era sfuggito ed è probabilmente il motivo per cui non abbiamo mai visto il (chiacchieratissimo) iPhone Mini.

A differenza degli anni passati, si dovrà puntare sempre di più sull'hardware e sui materiali utilizzati per poter differenziare i vari terminali, in modo da creare telefoni che sì avranno accesso ad un bacino di applicazioni (quindi potenzialità) uguale, ma che in ogni caso offriranno esperienze di utilizzo differenti; da questo punto di vista le case possono giocare molto con la personalizzazione dell'interfaccia (Motoblur e Sense sono esempi lampanti).

In ogni caso Nokia ci è riuscita per anni sui Symbian...

Modificato da superkappa125

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona.

La pratica è quando tutto funziona ma non si sa come.

Spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché.

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Su questo hai sicuramente ragione, è un punto che mi era sfuggito ed è probabilmente il motivo per cui non abbiamo mai visto il (chiacchieratissimo) iPhone Mini.

A differenza degli anni passati, si dovrà puntare sempre di più sull'hardware e sui materiali utilizzati per poter differenziare i vari terminali, in modo da creare telefoni che sì avranno accesso ad un bacino di applicazioni (quindi potenzialità) uguale, ma che in ogni caso offriranno esperienze di utilizzo differenti; da questo punto di vista le case possono giocare molto con la personalizzazione dell'interfaccia (Motoblur e Sense sono esempi lampanti).

La guerra sull'HW si avrà soprattutto sugli Android... tra gli Android. La guerra (?!?!?!) sui materiali potrà farla Apple (contro non si sa chi), ma pare che finora vetro e alluminio non abbiano dato i risultati sperati.. :lol:

Comunque ha ragione Eric Schimdt: non c'è guerra con Apple. Come dimostrano i grafici sopra, chi vuole l'iPhone.. compra l'iPhone. Punto. Anche se Rim/Android facessero il caffè e avessero infinita autonomia grazie ad una mini-centrale-nucleare interna.

In ogni caso Nokia ci è riuscita per anni sui Symbian...

Erano tempi diversi... e infatti se ci fai caso ormai nessuno parla più di Symbian nonostante sia senza dubbio l'OS più diffuso al mondo.

Quando Symbian regnava... la mentalità era diversa.

Ora Apple ha introdotto la novità dell'aggiornamento Firmware per aggiungere funzioni al cell.

Bene? male? non lo so... ma adesso pare che la mentalità sia diventata "non compro il telefono per cosa fa oggi, ma per quello che forse farà domani".

Si quello della Renault, visto che mi sembra che manda in giro i suoi ispettori dotati di iPhone.

Evidentemente non gli serve per spedire tante mail... :shock:

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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Perché? ti ho risposto... :)

Solo che non avendo mai provato telefono stranieri non mi sento di giurarlo perché ovviamente non so se vale per tutti i telefoni.

Io dal menù posso scegliere in qualsiasi momento la lingua del telefono.... :)

Si e cosi come ai detto , facile, facile ..

"The trouble with the world is that the stupid are cocksure and the intelligent are full of doubt." -Bertrand Russell

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Si e cosi come ai detto , facile, facile ..

"Facile facile" è solo per l'iphone.

Android è al massimo "abbastanza facile".... :lol: :lol:

"Android, solo per QI superiori al 160".

:rofl:

http://dl.dropbox.com/u/1126539/nexus_s_boot_animation.gif

 

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spiegatemi un po' che è sta roba.. mica mi tocca pagare ancora di più internette?

da rai.it

Accordo Google-Verizon: verso internet a due velocità

Il motore di ricerca e l'operatore americano hanno elaborato un piano da presentare al legislatore Usa che rivoluzionerebbe l'accesso alla Rete mobile: i provider potrebbero far pagare la navigazione di alcuni siti e bloccare i servizi dei concorrenti

Google sta pensando al futuro di Internet e a quello della pubblicità online, sua principale fonte di guadagno. Dopo il documento interno, reso noto dal Wall Street Journal, in cui si discute sull'utilizzo per scopi pubblicitari dei dati personali degli internauti raccolti automaticamente dal motore di ricerca, il colosso di Internet ha appena annunciato di aver superato dopo quasi un anno di trattative tutte le divergenze con Verizon Wireless, uno dei maggiori operatori tlc Usa, sulla "neutralità della rete", cioè una rete priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano.

Le due compagnie hanno elaborato congiuntamente un piano normativo da presentare al legislatore Usa, intitolato "Proposta per una rete aperta", ma che di fatto sancirebbe la nascita di una "Internet a due velocita".

Se da un lato infatti vi si afferma l'importanza dell'accesso alla rete e la non discriminazione di alcun tipo di contenuto, chiedendo multe fino a due milioni di dollari per i provider inadempienti, dall'altra si concede una totale libertà alla rete mobile esentandola da queste regole. Da una parte c'è quindi la Internet "pubblica" di oggi, dall'altra quella delle reti mobili e a banda larga superveloci, sia in costruzione che di prossima generazione, con accesso a pagamento ai contenuti e licenza di bloccare servizi "esterni", di compagnie "non gradite". In base a queste regole Verizon potrebbe per esempio bloccare l'uso del motore di ricerca Bing della Microsoft sui cellulari, oppure far pagare l'accesso a siti web.

Proposte, queste, che se diverranno legge negli Usa avranno un forte impatto su tutta Internet, non solo negli Stati Uniti, e che sono in netto contrasto con il piano presentato invece dalla Fcc. Forti le reazioni da parte delle associazioni e dei gruppi di pubblico interesse che avevano appoggiato la proposta dell'amministrazione Obama per la "Net Neutrality".

Secondo Free Press, questo piano potrebbe portare alla creazione di corsie veloci per il consumo di contenuti digitali a scapito del resto della rete. Eric Schmidt, Ceo di Google, ha però tenuto a precisare che la sua compagnia non intende avvalersi di queste corsie preferenziali.

Google si è sempre proposto come paladino degli utenti e avrebbe facilmente potuto usare il suo peso - a giugno i suoi servizi sono stati usati dal 75% degli Internauti mondiali, pari a 944 milioni di persone - per ottenere trattamenti di favore presso i provider Internet, ma non l'ha fatto. Almeno finora. Crescendo di dimensioni e fatturato, Google sta infatti rivedendo gradualmente la sua politica e l'accordo con Verizon, con il quale dal novembre scorso distribuisce i cellulari con il suo sistema operativo Android (i più venduti al momento negli Usa), può essere considerato un primo cambiamento concreto di rotta.

Solo tre anni fa Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google, avevano sostenuto presso la Fcc la necessità di aprire le reti mobili a qualsiasi terminale e software. Ma dopo l'arrivo di Android, a Mountain View si dice di capire meglio le necessità "di libertà di manovra" delle reti mobili.

Google, il cui motto non ufficiale è stato per anni "Don't Be Evil", (Non essere il Male), starebbe anche ripensando la sua politica sulla raccolta dei dati personali e soprattutto sul loro utilizzo per scopi pubblicitari. Nel 2009, soprattutto con la pubblicità online, ha fatturato 23,7 miliardi di dollari, più del triplo del suo diretto concorrente, Yahoo. Ma l'ascesa di Facebook e la sua possibilità di inviare messaggi mirati a mezzo miliardo di persone, sta mettendo una seria ipoteca sul futuro e a Mountain View ci si interroga se raccogliere o meno i dati personali anche da GMail e dagli altri servizi Internet. E se poi si debbano vendere o meno questi dati a terzi come servizio vero e proprio. Al momento non sembra esserci nulla di definito, ma il tutto dà da pensare.

Federico Rampini per La Repubblica

«Da quando Google è diventato un gigante, abbandona i suoi principi», accusa il Washington Post. «Nasce un´Internet dei ricchi e una dei poveri, una di prima e una di seconda classe», denuncia Andrew Schwartzmann del Media Access Project. «E´ finita la neutralità della Rete», constata amaramente l´ex presidente di MySpace Jason Hirschhorn.

Un coro di allarme e di proteste accoglie il "patto del demonio", l´accordo a due tra Google e la telecom Verizon per spianare la strada a servizi online più veloci, ma riservati a chi paga. Non farebbe notizia se dietro ci fosse soltanto Verizon, che pure è un colosso: l´ex Baby Bell ha 140 milioni di utenze fisse, 94 milioni di abbonati alla telefonìa mobile, e un nome che adesso fa sorridere perché è la fusione tra Verità e Orizzonte.

Ma il partner più temibile in questo patto è naturalmente Google, l´aspirante padrone del cyber-spazio. La multinazionale con sede a Mountain View, nella Silicon Valley californiana, fu fondata in nome di una democratizzazione dal basso, con il motto «non fare il male», e una visione quasi anti-capitalista alle origini (quando rifiutava addirittura la pubblicità). Ne è passata di acqua sotto i ponti.

Con l´abilità di un politico consumato, il chief executive di Google Eric Schmidt ieri ha pubblicato proprio sul Washington Post un felpatissimo editoriale, a firma congiunta con il suo collega Ivan Seidenberg di Verizon. L´articolo comincia con il proclamare l´esatto contrario delle intenzioni dei due alleati: difende «la fedeltà a un modello di Internet aperto a tutti», denuncia il fatto che «rallentare l´accesso di un video per far sì che un altro arrivi più in fretta è dannoso». E´ solo fra le righe che si scoprono le «eccezioni».

In nome del fatto che bisogna «creare un clima favorevole all´investimento nella banda larga», Schmidt e Seidenberg propongono che la regola dell´accesso egualitario non valga più nella telefonia mobile. Che è il business più profittevole per le telecom come Verizon. Ed è anche il settore dove Google aspira a un nuovo monopolio grazie al successo del suo software Android, il più venduto attualmente negli smartphone.

E così, dopo essere stato «l´evangelista del libero accesso», secondo la definizione del Washington Post, Google fa un voltafaccia clamoroso e predica l´esatto contrario. Per accedere a Internet dal telefonino, e per tutta la nuova generazione di applicazioni professionali, diventa lecito concedere una velocità preferenziale a chi paga di più. A pagare per l´alta velocità sarebbe il fornitore di contenuti, per sbaragliare i concorrenti: salvo poi rivalersi sull´utente finale.

Di questo passo Verizon sui suoi telefonini potrebbe rendere così lento il motore di ricerca Bing della Microsoft da escluderne l´uso, favorendo (dietro pagamento) il solo Google. Oppure Skype può essere escluso dall´iPad della Apple. Le potenziali conseguenze sono enormi. Terreno di scontro fra giganti, Internet si presta a forme di conquista territoriale, a spese dell´utente.

Poiché cresce l´uso del telefonino come strumento di accesso semplificato alle applicazioni online, le telecom vogliono spremere al massimo i loro abbonati mobili e il principio delle tariffe differenziate punta proprio a quello.

In quanto a Google, la sua forza contrattuale è così elevata da poter "occupare" il cyber-spazio ad alta velocità, chiudendo l´accesso ai suoi concorrenti attuali o futuri. Non a caso tra le proteste più vigorose è quasi unanime la Silicon Valley californiana: dove centinaia di dot.com che aspirano ad essere le "Google del futuro" ora vedono l´orizzonte oscurato dalla prepotenza del semi monopolio. Anche le ricadute politiche sono preoccupanti.

obama

E´ quello che denuncia Leslie Harris, presidente del Center for Democracy and Technology: «Google e Verizon spingono l´Internet mobile verso un territorio privo di regole e di protezioni per i cittadini». Perché è chiaro a che cosa puntano Schmidt e Seidenberg. Il loro editoriale vuole dettare la strategia alla Federal Communications Commission (Fcc). E´ l´authority pubblica che stabilisce le regole del settore, dai telefoni alle tv a Internet.

Da molti anni la Fcc è un poliziotto disarmato, sotto l´Amministrazione Bush divenne subalterna agli interessi della grande industria. Nell´èra di Barack Obama il ruolo della Fcc sembra destinato a cambiare. Anche questo presidente però è strattonato in diverse direzioni. Il principio di un Internet aperto è sacro per Obama e tuttavia Google figura tra i grandi finanziatori del Partito Democratico e non per caso il Dipartimento di Stato ha preso le sue parti con zelo nella contesa con la Cina.

Ieri solo un commissario della Fcc si è schierato apertamente contro l´Internet a due velocità: è Michael Copps che ha invitato l´authority a «rimettere gli interessi dei consumatori al primo posto». Gli altri commissari ieri hanno scelto il silenzio, prudentemente. Come il governo. Aspettano di misurare quanto è ampio il fronte delle resistenze, contro il patto di chi vuole separare Internet in tante corsie preferenziali.

:pen:

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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