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1 ora fa, led zeppelin scrive:

Certamente.

 

Ma quello che intendo dire è che se da qui al 2030 le auto ICE (e ibride, aggiungo) avranno ancora una domanda di mercato tale da giustificarne l'offerta, e l'elettrico, per qualsiasi motivo (economico, tecnologico, infrastrutturale) non sarà riuscito ancora a prendere il sopravvento, l'ICE potrebbe sopravvivere ancora qualche anno. 

 

 

In generale hai ragione, ma non sono sicure se questa decisione tra i concetti risolve il mercato libero - ci sono le normative per il CO2 e quando i produttori non offrono piu le diversi motori poi non c'e neanche piu una scelta. Forse il 2030 e un po' troppo suggestiva, ma 2030-3032/33 sicuramente per la maggior parte dei OEM finisce l'era delle Ice purche la politica non cambia direzione i prossimi 2-3 anni, la industria automobile (uguale con quale motori) ha precorse molto lunghe (basata su tempo sviluppo/durate di un modello in produzione), 10 anni in questa industria non sono molto lungo.

 

 

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11 ore fa, 4200blu scrive:

In generale hai ragione, ma non sono sicure se questa decisione tra i concetti risolve il mercato libero - ci sono le normative per il CO2 e quando i produttori non offrono piu le diversi motori poi non c'e neanche piu una scelta. Forse il 2030 e un po' troppo suggestiva, ma 2030-3032/33 sicuramente per la maggior parte dei OEM finisce l'era delle Ice purche la politica non cambia direzione i prossimi 2-3 anni, la industria automobile (uguale con quale motori) ha precorse molto lunghe (basata su tempo sviluppo/durate di un modello in produzione), 10 anni in questa industria non sono molto lungo.

 

 

 

Secondo me ad un certo punto bisognerà fare i conti con la realtà. 

Stiamo vedendo che:

- il salto nelle norme sulla CO2 in congiunzione con l'introduzione di WLTP e RDE ha già messo in crisi la produzione di moltissimi costruttori e costretto altri ad abbandonare la commercializzazione di alcuni modelli in Europa

- il COVID in 1 anno ha fatto crollare la produzione e le vendite, ritardando investimenti e costringendo i costruttori a cercare di correre ai ripari

- la carenza di microchip ha rallentato le produzioni in tutto il mondo per tutti i marchi, per cui anche se c'è un boom di richieste adesso non si riesce a produrre

- In USA in questi giorni stanno fermando produzioni anche per via del freddo intenso, in Giappone si sono dovuti fermare per qualche giorno a causa di terremoti

 

Secondo me fare previsioni a 10 anni e impegnarsi a martellarsi i testicoli su certi limiti è a dir poco una follia. Soprattutto se gli altri non stanno seguendo lo stesso percorso.

 

Questo tra l'altro sarà un incubo a livello geopolitico, un grosso rischio per l'Europa che da produttore rischia di diventare mero assemblatore e mercato di seconda scelta per i veri produttori, i Cinesi, Coreani e Giapponesi e in parte gli Americani, che ad oggi tra l'altro NON stanno seguendo i nostri limiti sulla CO2 e non intendono farlo.

image.thumb.png.108029ceaa900b24de2f4d0804eaea81.png

 

Tutto ciò avrà un impatto sul costo delle auto in Europa, e contestualmente un impatto sui livelli di occupazione e quindi sulla capacità di spesa degli Europei. Con gli investimenti su forme di mobilità alternative all'auto (o di non-mobilità, vedi smart working) molti semplicemente non cambieranno l'auto, una volta morta la loro auto non ne compreranno di nuove

 

Gli incentivi possono aiutare fino ad un certo punto, perché quando ci saranno abbastanza auto elettriche in circolazione gli stati non potranno più garantire certe cifre per l'acquisto.

 

Tutto questo per dire cosa? Sparare cifre da qui a 10 anni in questo clima di incertezza e di transizione lascia il tempo che trova. Per l'Europa non vedo nulla di buono, finché i mercati automobilistici mondiali non viaggeranno su limiti simili e compatibili e l'Europa si ostinerà a voler forzare una transizione senza prima aver creato l'infrastruttura produttiva per sostenerla producendo in casa. Il caso dei microchip è lampante da questo punto di vista: gli USA, sopratutto data la recente acquisizione di ARM da NVIDIA, hanno di fatto il monopolio della proprietà intellettuale, la Cina e Taiwan hanno di fato il monopolio della produzione, l'Europa ha il 2 di picche quando briscola è bastoni.

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Tra parentesi,  primo effetto  che si sta ottenendo  è il ritardare ogni cambio, raschiando il barile delle auto correnti.

L'impressione è che il legislatore europeo prenda come metro e misura delle strategie certe particolari zone dell'Europa, ricche e progredite, senza riflettere sul fatto che esse sono eccezioni più che regole. Per capirci, ci sono più Roccasecca di sopra che Monaco di Baviera. 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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1 ora fa, stev66 scrive:

Tra parentesi,  primo effetto  che si sta ottenendo  è il ritardare ogni cambio, raschiando il barile delle auto correnti.

L'impressione è che il legislatore europeo prenda come metro e misura delle strategie certe particolari zone dell'Europa, ricche e progredite, senza riflettere sul fatto che esse sono eccezioni più che regole. Per capirci, ci sono più Roccasecca di sopra che Monaco di Baviera. 

 

Si ma il legislatore europeo non è costituito solamente da rappresentanti degli Stati più ricchi.

 

Tanto più che la Norvegia non ne fa nemmeno parte...

 

 

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1 ora fa, jeby scrive:

 

Secondo me ad un certo punto bisognerà fare i conti con la realtà. 

Stiamo vedendo che:

- il salto nelle norme sulla CO2 in congiunzione con l'introduzione di WLTP e RDE ha già messo in crisi la produzione di moltissimi costruttori e costretto altri ad abbandonare la commercializzazione di alcuni modelli in Europa

- il COVID in 1 anno ha fatto crollare la produzione e le vendite, ritardando investimenti e costringendo i costruttori a cercare di correre ai ripari

- la carenza di microchip ha rallentato le produzioni in tutto il mondo per tutti i marchi, per cui anche se c'è un boom di richieste adesso non si riesce a produrre

- In USA in questi giorni stanno fermando produzioni anche per via del freddo intenso, in Giappone si sono dovuti fermare per qualche giorno a causa di terremoti

 

Secondo me fare previsioni a 10 anni e impegnarsi a martellarsi i testicoli su certi limiti è a dir poco una follia. Soprattutto se gli altri non stanno seguendo lo stesso percorso.

 

Questo tra l'altro sarà un incubo a livello geopolitico, un grosso rischio per l'Europa che da produttore rischia di diventare mero assemblatore e mercato di seconda scelta per i veri produttori, i Cinesi, Coreani e Giapponesi e in parte gli Americani, che ad oggi tra l'altro NON stanno seguendo i nostri limiti sulla CO2 e non intendono farlo.

image.thumb.png.108029ceaa900b24de2f4d0804eaea81.png

 

Tutto ciò avrà un impatto sul costo delle auto in Europa, e contestualmente un impatto sui livelli di occupazione e quindi sulla capacità di spesa degli Europei. Con gli investimenti su forme di mobilità alternative all'auto (o di non-mobilità, vedi smart working) molti semplicemente non cambieranno l'auto, una volta morta la loro auto non ne compreranno di nuove

 

Gli incentivi possono aiutare fino ad un certo punto, perché quando ci saranno abbastanza auto elettriche in circolazione gli stati non potranno più garantire certe cifre per l'acquisto.

 

Tutto questo per dire cosa? Sparare cifre da qui a 10 anni in questo clima di incertezza e di transizione lascia il tempo che trova. Per l'Europa non vedo nulla di buono, finché i mercati automobilistici mondiali non viaggeranno su limiti simili e compatibili e l'Europa si ostinerà a voler forzare una transizione senza prima aver creato l'infrastruttura produttiva per sostenerla producendo in casa. Il caso dei microchip è lampante da questo punto di vista: gli USA, sopratutto data la recente acquisizione di ARM da NVIDIA, hanno di fatto il monopolio della proprietà intellettuale, la Cina e Taiwan hanno di fato il monopolio della produzione, l'Europa ha il 2 di picche quando briscola è bastoni.

Solo una considerazione, il problema non sarà solo nell'automotive bensì per quasi tutte le aziende europee. Aumentando i costi dei trasporti, sia di persone che di merci, aumentano i costi.

Senza dover andare lontano, già solo noi in ditta, e i nostri fornitori e clienti, hanno Doblò, Berlingo, dokker e affini diesel o GPL.

Se alla sostituzione dovessero andare di elettrico, con i relativi costi, auguri...

Modificato da Fatbastard78
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3 minuti fa, led zeppelin scrive:

 

Si ma il legislatore europeo non è costituito solamente da rappresentanti degli Stati più ricchi.

 

Tanto più che la Norvegia non ne fa nemmeno parte...

 

 

Le scelte strategiche per lo meno nell'automotive mi sembrano ritagliate sulla parte ricca di Germania, Francia e Benelux , che avrà l'impatto minore per ricchezza ed infrastrutture nel passaggio  all'elettrico.

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Adesso, stev66 scrive:

Le scelte strategiche per lo meno nell'automotive mi sembrano ritagliate sulla parte ricca di Germania, Francia e Benelux , che avrà l'impatto minore per ricchezza ed infrastrutture nel passaggio  all'elettrico.

 

Discorso un po' semplicistico, secondo me.

Dovesse crollare il mercato che non sia la Germania o île de france, auguri.

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8 minuti fa, led zeppelin scrive:

 

Si ma il legislatore europeo non è costituito solamente da rappresentanti degli Stati più ricchi.

 

 

 

Sì ma i lobbyisti vengono dalla parte ricca dell'Europa che produce 😅

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2 minuti fa, Fatbastard78 scrive:

Discorso un po' semplicistico, secondo me.

Dovesse crollare il mercato che non sia la Germania o île de france, auguri.

Il mercato è gia crollato...

Vedi numeri 2020, pur mettendoci il Covid Bias.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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2 minuti fa, jeby scrive:

 

Sì ma i lobbyisti vengono dalla parte ricca dell'Europa che produce 😅

Tutto quello che vuoi. Ma se arrivati al 2030 da una parte hai produttori che ti vendono solo auto elettriche e dall'altra una rete infrastrutturale insufficiente, cosa hanno ottenuto? 

 

 

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