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Boh da quello che leggo qui dentro andrebbe aperto un thread “pippe mentali e dove farsele”: se si fondono non va bene, se facevano la Giulia sw tutto sarebbe stato diverso, fantagamme fantastiche e dove trovarle ecc ecc... Secondo me si ignora sempre il punto di partenza e si tende a non guardare oltre il proprio naso: Fiat era quasi fallita e ora ha i conti in ordine, ok hanno sacrificato il prodotto ma avreste preferito un bel fallimento con qualcuno che la pagava due spicci e poi chiudeva tutte le fabbriche in Italia? Sono il primo a non essere soddisfatto di questo ma l’alternativa era ben peggiore. Questa fusione fa storcere un po’ il naso anche a me, però per trarre conclusioni é troppo presto e se la si valuta a breve termine può sembrare qualcosa di inutile per le gamme che si sovrappongono, ma con una visione più futura ha senso di esistere.

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1 ora fa, fastfreddy scrive:

 

ma guarda, ripensandoci è un discorso che non ha nemmeno molto senso messo così ...taglierà dove deve tagliare, cioè in Italia visto che Opel ha già dato e probabilmente PSA è messa meglio di FCA nei suoi stabilimenti

 

********************************************************

 

Gli stabilimenti sono un nodo fondamentale e la preoccupazione dei sindacati è espressa nelle parole di Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil:

“In Italia c’è una capacità produttiva installata di 1,5 mln di auto ma ne vengono prodotte meno della metà. I nostri stabilimenti sono pieni di cassintegrati, la fusione è molto rischiosa”.

https://www.6sicuro.it/news/fca-psa-fusione-quarto-gruppo-automotive

 

https://it.reuters.com/article/topNews/idITKBN1XF22J

 

Ma con stabilimenti in uk, spagna portogallo, turchia, polonia, serbia, germania, ungheria, francia, italia... la scelta deve essere per forza tra Germania e Italia e se si come mai? Tra l’altro in Italia è molto complicato licenziare, più che in altri paesi ( Francia a parte)

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4 minuti fa, Davialfa scrive:

 

Ma con stabilimenti in uk, spagna portogallo, turchia, polonia, serbia, germania, ungheria, francia, italia... la scelta deve essere per forza tra Germania e Italia e se si come mai? Tra l’altro in Italia è molto complicato licenziare, più che in altri paesi ( Francia a parte)

 

in Francia sembrano meno preoccupati di noi riguardo la chiusura di siti produttivi 

 

https://www.ouest-france.fr/economie/automobile/projet-de-fusion-psa-fiat-chrysler-une-opportunite-mais-attention-au-maintien-de-l-emploi-6589352

 

in ogni caso non sono stato io ad inventarmi che le fabbriche italiane girano al 50%; lo dicono i sindacati, come già scritto ...indi per cui mi aspetto particolare attenzione da uno come Tavares

 

spero di sbagliarmi, ma posso almeno avere dubbi in proposito?

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Adesso, davos scrive:

Ma una nazione tra le più produttive al mondo, tra le prime economie industriali deve sperare che FCA continui ad investire in perdita in Italia o deve creare le condizioni per cui investire in Italia convenga? La Francia difende a spada tratta le proprie aziende al punto da entrare come azionista di peso se sono in difficoltà. In Italia la risposta a FCA che annunciava 5 miliardi di investimenti è stata un bonus per le elettriche e un malus enorme per le auto icrt. Roba che avrebbe totalmente segato le gambe al produttore nazionale.

Anche la proposta di triplicare la tassa sulle auto aziendali non elettriche e non ibride non è proprio un colpo di genio, visto che in Italia ancora non si producono ne vetture ibride ne vetture elettriche (e la 500e quando arriverà non si presta moltissimo come auto aziendale).

Tra l'altro l'entrata in vigore pare rimandata, ma intanto mi dicono che gli ordini di Stelvio nlt si sono bloccate da quando è stata data notizia di questa intenzione.

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6 minuti fa, davos scrive:

Ma una nazione tra le più produttive al mondo, tra le prime economie industriali deve sperare che FCA continui ad investire in perdita in Italia o deve creare le condizioni per cui investire in Italia convenga? La Francia difende a spada tratta le proprie aziende al punto da entrare come azionista di peso se sono in difficoltà. In Italia la risposta a FCA che annunciava 5 miliardi di investimenti è stata un bonus per le elettriche e un malus enorme per le auto icrt. Roba che avrebbe totalmente segato le gambe al produttore nazionale.

 

motivo che ho indicato qualche pagina addietro tra quelli che potrebbero convincere Tavares a segare le gambe agli impianti italiani prima di altri ...il nostro non è un paese credibile e quindi le imprese tendono a scappare (vedi Mittal a Taranto)

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1 ora fa, fastfreddy scrive:

 

in Francia sembrano meno preoccupati di noi riguardo la chiusura di siti produttivi 

 

https://www.ouest-france.fr/economie/automobile/projet-de-fusion-psa-fiat-chrysler-une-opportunite-mais-attention-au-maintien-de-l-emploi-6589352

 

in ogni caso non sono stato io ad inventarmi che le fabbriche italiane girano al 50%; lo dicono i sindacati, come già scritto ...indi per cui mi aspetto particolare attenzione da uno come Tavares

 

spero di sbagliarmi, ma posso almeno avere dubbi in proposito?

 

Assolutamente, puoi avere tutti i dubbi che vuoi e sono legittimi. Non dico che non vi sia il rischio, anzi assolutamente è un possibile rischio... Dico solo che esistono comunque anche alternative ad Italia, Francia e Germania.

 

In Francia comunque da quanto ne so, qualche preoccupazione c'è

Modificato da Davialfa
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Un articolo interessante pubblucato su autocar.uk

 

Cita

 

The big strengths of the planned merger are in SUVs and vans – the two most profitable segments right now. An FCA-PSA merger creates the world’s largest van maker, with sales in excess of half a million in the first half of the year, according to Jato Dynamics. It is also the world’s third-largest SUV maker, with sales of 1.5 million over the same period. Combined, it sold more than 1.2 million smaller cars (up to Astra size) but is seriously under-represented in medium-sized saloons (14th largest globally), which the new entity will need to address to overcome weakness in China.

A bigger problem is FCA’s industrial base in Italy, where it has an astonishing 27 manufacturing facilities for vehicles and parts. Over-staffing in underfunded factories running far below capacity is a serious problem that will take all of Tavares’ skill to negotiate

 

 

psa_vs_fca_by_the_numbers.jpg

Modificato da lukka1982
Controllate la formattazione... Grazie!

La felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia.

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Cita

 

 

Come la Francia ha assunto il controllo del sistema finanziario italiano

5 Dicembre 2017, di Alessandra Caparello

Nel corso degli anni l’Italia è stata letteralmente svenduta  e una parte importante dell’industria del nostro paese sta andando all’estero.

Basti pensare alla vicenda che riguarda la Telecom, la più grande azienda di telecomunicazioni che passa in mano ai francesi di Vivendi che con appena il 23,9% controlla la società italiana. All’estero è stata trasferita parte della memoria industriale italiana come Fiat, Lamborghini Ducati, Pirelli e ancora Alitalia, fino alle sorgenti Panna, Levissima, SanPellegrino, le eccellenze alimentari Locatelli, Invernizzi, Parmalat, Galbani, lo spumante e il cioccolato, e nel lusso brand come Krizia, Valentino, Richard Ginori, fino alle nostre bellezze paesaggistiche con la Costa Smeralda in mano agli arabi del Qatar.  In trattativa la cessione dell’Ilva di Taranto, dopo anni di querelle e un’infinità di decreti in deroga alle autorizzazioni ambientali, agli indiani di Mittal.

Nella puntata di Report del 4 dicembre si parla proprio di questo, dei pezzi dell’Italia svenduti con particolare focus sulla vicenda Fincantieri, azienda pubblica, che quando cerca di ingrandirsi e firma un contratto per assorbire i cantieri navali francesi, di Saint Nazarie, la politica d’oltralpe blocca tutto.

In questi anni proprio i francesi hanno preso il controllo di alcune banche.  Bnl è della francese Bnp Paribas, Cariparma di Credit Agricole e ora hanno messo le mani pure sul Creval. L’ad di Unicredit   è il francese Mustier, multato dalla Consob d’oltralpe per insider trading, e insieme a Vincent  Bollorè, patron di Vivendi ha il 16% di un patto di sindacato che possiede a sua volta il 28% di Mediobanca e quindi ne controlla la Governance. E Mediobanca a sua volta col 13% controlla il nostro più grande gruppo assicurativo, Generali, il cui top manager  è il francese Donnet.

“Ne discende che 3 francesi, Mustier, Bollorè e Bonnet,  hanno in mano parti strategiche del sistema  finanziario italiano (…) Possono conoscere la solidità e le criticità delle nostre aziende, e se c’è qualcuna da scalare. Chi appoggiano? Gli viene meglio se parla la stessa lingua”.

 

 

https://www.wallstreetitalia.com/come-la-francia-ha-preso-il-controllo-del-sistema-finanziario-italiano/

 

Come diceva il gobbo? "A pensar male...."

Giova una rinfrescata di memoria:

Modificato da Felis
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BMW M135i xDrive 306 cv

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