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Scelte strategiche gruppo Stellantis NV


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2 ore fa, nucarote scrive:

Poste Italiane lascia Leasys  e Leaseplan e crea una società ad hoc per gestire il proprio parco auto.

https://www.automoto.it/news/poste-italiane-lascia-stellantis-21-mila-auto-me-le-gestisco-io.html

Così crei una bella società di diritto privato che alla fine della catena di controllo risponde ad un azionista pubblico, potendo coì pilotare nomine ed assunzioni...

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Stellantis crede nell’Italia dei motori: "Qui ci sono le eccellenze ingegneristiche"

Esposito guida il Tecnical Center del sud Europa: "Abbiamo i principali progetti elettrificati e innovativi"

 

Roma, 21 agosto 2024 – L’Italia è uno dei motori della ricerca e dell’innovazione di Stellantis. In una sistema globale tipico di una multinazionale, i centri di ricerca Stellantis nel Belpaese – caratterizzati dalle versione evoluta dello storico Centro ricerche della Fiat – fanno valere il loro know-how per tutti e 14 i brand Stellantis. Ne abbiamo parlato con l’ingegner Daniele Valerio Esposito, che guida il “South Europe tecnical center“ di Torino.

Ingegner Esposito, quanto conta l’innovazione in questo difficile periodo di transizione?

"Moltissimo. L’ingegneria è al centro della trasformazione di Stellantis, è la spina dorsale dell’azienda. E l’Italia, che storicamente ha un centro avanzato come il Crf con più sedi da nord a sud (Torino, Modena, Pomigliano, Trento), e vanta anche collaborazioni con poli universitari di eccellenza come i Politecnici di Torino e Milano e con alcuni fornitori storici, è il centro di competenza ingegneristica per le principali piattaforme e progetti elettrificati di Stellantis".

In dettaglio?

"Andiamo dalle piattaforme Stla large e medium, alla neonata ingegneria per le auto Maserati che ha recentemente lanciato l’architettura elettrica a 800 volt per la Gran Turismo e la Gran Cabio Folgore e l’innovativa Veichle Dinamic Control Module, un fiore all’occhiello dell’ingegneria italiana, un prodotto nato a Modena, che ora è sulle Maserati e sarà esteso a tute le altre piattaforme del gruppo. E poi c’è il Battery Tecnology Center di Mirafiori che è il centro di riferimento mondiale di Stellantis nei test e nello sviluppo delle batterie. E sempre l’Italia è uno dei due centri di competenza per le trasmissioni a doppia frizione elettrificata. Ed è anche uno dei più importanti hub software, e sarà il primo paese a lanciare le nuove piattaforme tecnologiche Stla, oltre ad avere centri di eccellenza ingegneristica come il centro sicurezza e la galleria del vento di Orbassano e il centro prove di Balocco".

Si può quantificare il “peso“ dell’Italia sull’innovazione tecnologica di Stellantis?

"Su 150-160 progetti di ricerca più di cento sono in Italia. Per i veicoli commercializzati in Europa possiamo dire che la leadership ingegneristica è in Italia, in particolare i brand italiani di Stellantis sono coordinati da centri italiani".

Qual è il ruolo dei centri italiani nello sviluppo della guida assistita, uno dei driver del cambiamento dopo l’elettrificazione?

"Centrale, in particolare il centro di prove di Balocco dove si gestisce per tutta l’Europa lo sviluppo dei sistemi di guida assistita il traffico cittadino e le basse velocità, mentre per le autostrade il centro leader è negli Stati Uniti. Oggi, ad esempio, saremo ospiti della società Autostrade al Meeting di Rimini in un panel dove si parlerà di guida autonoma e dell’impegno di Stellantis".

Immagino che voi lavoriate in prospettiva. Non seguite solo la normativa ma cercate di anticiparla per averla poi pronta, la nuova tecnologia, quando è matura e viene autorizzata.

"Assolutamente sì, e questa è la grande sfida di tutti i produttori. Noi cerchiamo di guardare in avanti, per capire quali possono essere le soluzioni tecniche vincenti per far fronte agli obiettivi ambientali che immaginiamo ci saranno nel prossimo futuro" .

In soldoni quanto vale questo impegno?

"È una sfida notevole, per la quale il piano strategico Dare Forward 2030 prevede oltre 50 miliardi di euro di investimenti a livello globale nel prossimo decennio per l’elettrificazione della mobilità e per il raggiungimento dei target del 50% delle vendite Bev (auto interamente elettriche) negli Stati Uniti e del 100% in Italia. L’impegno che l’azienda ha sia nella riconversione delle competenze che dei poli industriali è immane, anche perchè lavoriamo con una tecnologia come quella elettica ancora non pienamente matura e che già sappiamo nei prossimi anni cambierà. Ad esempio, per le batterie, che sono sempre più performanti e con un costo per chilowatt ora più basso. Per Stellantis e tutti gli altri produttori di auto quella tecnologica è una sfida titanica. Ma la strada è tracciata, siamo sempre alla ricerca di nuove tecnologie più performanti, e in questa corsa l’Italia c’è".

 

 

https://www.quotidiano.net/economia/stellantis-motori-esposito-c7fea2ec

Modificato da AleMcGir
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50 minuti fa, machefredfa scrive:

Le parole devono essere supportate dai fatti, così è troppo facile 😅

 

Da quello che ho capito stanno rivedendo la strategia 100% BEV per Alfa Romeo?🤔

I fatti sono la chiusura silenziosa di un'eccellenza come il Centro Ricerche di Orbassano...

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Urso a Stellantis: “Se non conferma la Gigafactory di Termoli sposteremo le risorse del Pnrr su altro”. La replica: “Governo crei condizioni”

 

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ROMA – “Ci devono dare una risposta nelle prossime ore sul progetto gigafactory di Termoli. Altrimenti dirotteremo le risorse del Pnrr altrove perché non vogliamo perderle”. Al Meeting di Rimini il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, torna sulla questione gigafactory di Termoli, un investimento di Acc, la joint venture composta da Stellantis, Mercedes e Total. Il cantiere doveva partire a maggio, ma il progetto è stato messo in stand-by per colpa del mercato dei veicoli elettrici che non decolla e per capire se poter utilizzare una tecnologia migliore. Mossa che ha fatto irritare il governo.

 

Nell’ultimo mese da parte di Stellantis sono arrivate rassicurazioni a Urso sull’impianto, che in prospettiva dovrebbe sostituire lo stabilimento di Termoli, ma per il ministero non sono sufficienti. Tanto che Urso da Rimini torna sul nodo dell’impianto in Molise: "Stellantis deve dare una risposta a breve, perché se non risponde positivamente sul progetto della gigafactory a Termoli, le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri. Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perché Stellantis non mantiene gli impegni. E la scadenza è nelle prossime ore. Eventualmente dovremmo poi trovare fondi nazionali per finanziare un nuovo progetto". Questione che dà lo spunto al ministro per tornare anche sulla trattativa in corso con l’azienda sulla produzione in Italia di 1 milione di veicoli e la prospettiva di un accordo con il gruppo guidato da Carlos Tavares.

 

 

"Stellantis deve dirci come vuole realizzare la crescita del sistema dei veicoli nel nostro Paese per raggiungere l'obiettivo del milione di veicoli, con cui Tavares disse di essere d'accordo. Devono rispondere in quali stabilimenti, se davvero faranno la quinta auto a Melfi, se davvero investono su Pomigliano, se davvero intendono realizzare a Cassino, se intendono fare la 500 ibrida a Mirafiori. Stellantis deve dirci anche con quali investimenti, perché non può presentarci contratti di sviluppo, come è successo, in cui richiede risorse allo Stato per ridurre l'occupazione. È Stellantis che deve capire che i contratti di sviluppo si fanno con chi crea occupazione, non con chi la riduce". Un segnale positivo sulla gigafactory, un investimento da oltre 2 milioni di euro su cui il governo mette quasi 400 milioni, servirebbe anche a rasserenare il clima tra l’esecutivo Meloni e il produttore italo-franco-americano che ha come primo azionista Exor che controlla anche Repubblica.

 

"Tavares ci aveva chiesto due cose: superare le restrizioni della normativa Euro 7 e avviare un piano di incentivi: noi abbiamo fatto entrambe le cose", per cui "il governo ha fatto la propria parte e Stellantis no", rimarca Urso che ribadisce anche la necessità di avere un nuovo produttore in Italia. Per ora il governo ha trattative aperte con quattro produttori, tra cui c’è anche Dongfeng, e a fine mese la task force del ministero sarà a Pechino per approfondire i dossier aperti. “Non è una cosa che si fa in poche settimane, ma è necessaria. 1 milione di veicoli non è sufficiente, noi dobbiamo tornare a produrre 1 milione e 400 o 500 mila veicoli all’anno. E per farlo abbiamo bisogno di un secondo produttore che, però, si rifornisca dalle aziende di componentistica italiana ed europea”. Il ministro poi annuncia per l’autunno il varo di una legge ad hoc per lo sviluppo delle piccole e medie imprese in Italia, aziende che “rappresentano l’ossatura del tessuto industriale renderemo più semplice, sostenibile, lo sviluppo delle Pmi, del sistema cooperativo e del sistema sociale”.

A sera arriva la replica della società, che comincia col rimarcare che le dichiarazioni odierne “seguono le numerose dei giorni scorsi”. Stellantis si dice “concentrata sull'esecuzione del piano per l'Italia per i prossimi anni, già comunicato ai partner sindacali, che include progetti importanti come quello per Mirafiori 2030”. L’obiettvo dichiarato è “lavorare insieme a tutte le parti interessate per affrontare i principali impatti dell'elettrificazione e della crescente concorrenza nel contesto di un mercato europeo che è ben al di sotto dei livelli pre-pandemia”. Quindi il richiamo: “È essenziale che tutti gli attori della catena del valore - compreso il Governo - contribuiscano a creare le giuste condizioni per la competitività, la dinamica del mercato e anche per la tranquillità, indispensabili per realizzare la transizione epocale che la mobilità sta vivendo”. Quano alla joint venture Acc per Termoli, “attualmente sta potenziando il progetto della Gigafactory, oltre a quella in Germania, al fine di introdurre una nuova tecnologia per la produzione di celle e moduli, in modo da essere in linea con l'evoluzione del mercato. Da parte di Stellantis, sono state prese diverse decisioni per aumentare il carico di lavoro dei componenti ibridi a Termoli”.

Prima il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, è interventuo sulla questione, spingendo sia su Stellantis sia sul governo: "Io penso che sia venuto il tempo che Stellantis presenti un serio progetto industriale e indichi chiaramente quali investimenti, quali nuovi modelli, quali garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionale. Non si può tirare troppo la corda". Ha citato poi le polemiche sullo stipendio dell’ad Tavares: "Mi permetto di dire e so di suscitare qualche irritazione, se Tavares pensasse ad una strategia industriale di Stellantis in Italia, in Europa e nel mondo, pensasse un pò di meno alle sue retribuzioni e ai suoi compensi farebbe cosa veramente gradita alle persone". Rispetto al governo il segretario della Cisl dice che “Il governo non puo' pensare di fare la finta o la figura del Ponzio Pilato, bisogna arrivare alla firma dell'accordo tra azienda, governo e sindacati come previsto”.

 

 

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18 ore fa, andreadb scrive:

Stellantis in difficoltà negli Usa, il ceo Carlos Tavares vola a Detroit: pronta una nuova strategia

https://www.milanofinanza.it/news/stellantis-in-difficolta-negli-usa-il-ceo-carlos-tavares-vola-a-detroit-pronta-una-nuova-strategia-202408211126383221

 

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Tavares ha ammesso di non aver agito abbastanza velocemente per affrontare i problemi in America, riconoscendo anche di essere stato arrogante nel gestire la situazione. 

 

Da lui non mi sarei aspettato una simile ammissione

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"Chi ti dà una serpe quando chiedi un pesce, può darsi abbia solo serpi da dare. La sua, dunque, è generosità."

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3 minuti fa, effecube scrive:

 

 

Da lui non mi sarei aspettato una simile ammissione

Qualche suo amico di Stellantis US gli avrà infilato i pezzi della sua Stratos preferita nel letto. :-) 

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Probabile cessione del brand Chrysler per scarse vendite ai cinesi 😱😱

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Il riscatto negli Stati Uniti punta tutto su Jeep e Ram. In bilico il marchio Chrysler

 

Voci di un interesse della Cina per il brand

 

Conto alla rovescia sulla riorganizzazione delle attività americane di Stellantis. L'ad Carlos Tavares si trova ad Auburn Hills, il quartier generale del gruppo poco distante da Detroit, nonché già sede storica della Chrysler e, fino a quando è esistita, di Fca Usa. L'ad ha riunito il management con il capo del mercato, Carlos Zarlenga, e la new entry Tim Fallon, già vicepresidente e capo della produzione di Rivian, esperto in veicoli elettrici.

 

Sarà lui a occuparsi dei lanci dei modelli dotati della sola batteria (sempre che Donald Trump non torni alla Casa Bianca) di Jeep e Dodge.

 

Negli Usa, Stellantis è alle prese con un calo delle vendite, Canada incluso, con i due marchi principali - Jeep e Ram - che arretrano rispetto al 2019. Arrabbiati sono anche i concessionari Fiat su quel mercato: un solo modello, cioè la 500 elettrica, non può più bastare a fronte degli investimenti fatti. I media d'Oltreoceano, insieme a rimarcare il mea culpa recitato dall'ad (prezzi eccessivi, scarsa lungimiranza e anche una riconosciuta arroganza), si attendono tempi duri. In vista ci sarebbe una ristrutturazione con nuovi possibili tagli e anche la potenziale eliminazione di marchi. Più a rischio, in proposito, sembrerebbe quello storico di Chrysler, ridotto da tempo, come è stata Lancia in Italia, con un solo modello: il minivan Pacifica. Ci sarebbero addirittura voci di interessamenti cinesi. Per Chrysler, se arriverà il momento, non saranno decisioni facili da prendere. Il marchio, infatti, rappresenta una parte di storia degli Stati Uniti.

Toglierlo di mezzo (o cederlo tout court a un gruppo extra Paese) determinerebbe una sollevazione generale. Un miracolo «Marchionne bis», con la nascita di Fca nel rispetto della parte Usa, non sarebbe replicabile. Tavares, con il quale il sindacato Uaw è subito entrato in polemica, dovrà guardarsi da azioni che toccano la sensibilità americana.

 

A Stellantis viene rimproverato, e ne sta pagando le conseguenze, l'aumento dei prezzi nel tentativo di far salire i margini. Fatti, questi, avvenuti in un momento in cui l'inflazione e la crescita dei tassi di interesse hanno costretto i consumatori a riconsiderare le proprie abitudini anche nel cambio dell'auto.

 

Tavares attribuisce questi problemi a un mix di diversi fattori, come gli elevati inventari di veicoli, i problemi di produzione e una mancanza di sofisticatezza nel modo in cui ha affrontato il mercato locale. Secondo un rapporto di Automotive News, il top manager ha anche sottolineato le inefficienze in due importanti stabilimenti (non specificati), mentre in luglio ha annunciato pubblicamente un basso tasso di esecuzione presso il suo impianto di assemblaggio di Sterling Heights, nel Michigan.

Fonte: https://www.ilgiornale.it/news/economia/riscatto-negli-stati-uniti-punta-tutto-su-jeep-e-ram-bilico-2360902.html

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...l'impressione é che questo supergruppo al momento abbia solo fatto passi avanti in merito alla gestione finanziaria ma non in termini di prodotto. Se, anche per la congiuntura internazionale, i nuovi prodotti non renderanno come previsto anche i dati numerici inizieranno a non  tornare, con conseguenze che tutti possiamo prevedere, scoprendo magari qualche gioco delle tre carte, anzi trecartes!

Modificato da doppiorene
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