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Scelte strategiche gruppo Stellantis NV


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Francia e Germania sono aiutatevin quanto per loro le leggi EU si interpretano e non si applicano. 

Sono il primo a denunciare le storture italiche, ma pensare che gli altri paesi siano innocenti ed onestissime verginelle, no. 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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3 minuti fa, stev66 scrive:

Francia e Germania sono aiutatevin quanto per loro le leggi EU si interpretano e non si applicano. 

Sono il primo a denunciare le storture italiche, ma pensare che gli altri paesi siano innocenti ed onestissime verginelle, no. 

Assolutamente vero, ma non è puntando il dito contro gli altri che si migliorerà mai.

Occorre mettersi seriamente in discussione e cambiare le fondamenta (anche culturali), se si vuole crescere veramente.

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3 minuti fa, AlexMi scrive:

Assolutamente vero, ma non è puntando il dito contro gli altri che si migliorerà mai.

Occorre mettersi seriamente in discussione e cambiare le fondamenta (anche culturali), se si vuole crescere veramente.

OT e poi chiudiamo: temo che i nostri punti di debolezza siano solo l'altra faccia dei punti di forza, e che "simul stabunt simul cadent". 

 

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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11 ore fa, HF integrale scrive:

Non credo che con le auto annunciate a Melfi su medium riesci a compensare 500X/Renegade.... sono tutte auto medie che se ne vendono 100.000 sommate insieme tra opel/lancia/DS è grasso che cola

Solo Compass può fare qualche numero se sarà un auto riuscita

 

Melfi nel 2021 e 2022 ha prodotto circa 160 mila vetture, un conto è prendere la melfi del 2015/16 che contava renegade/500x fresche di uscita+grande punto, un altro la melfi attuale con 500x e renegade prossime al fine serie e una compass che è si valida ma di segmento superiore e con concorrenti(anche interni vedasi tonale/3008/grandland) anche più fresche e agguerrite.

 

I prossimi modelli sono di segmento superiore, ne vendi di meno ma consentono margini migliori, e oltretutto sono probabilmente più impegnativi da assemblare.

 

Se non saranno solo BEV, e la piattaforma a sto giro mi aspetto che consenta sia motori puretech che firefly, non la vedo gnara.

Nell'automotive nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si ricarrozza.

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..

 

’ l’opinione dell’analista Tom Narayan di Rbc Capital, sottolinea l’enorme gap valutativo fra l’azienda europea e Ford e General Motors (NYSE:GM). Senza una quotazione primaria a Wall Street il titolo resterà penalizzato. Su questo dovrà lavorare la nuova Cfo Natalie Knight

A fine giugno l’insediamento della nuova Cfo

Mancano esattamente 30 giorni all’insediamento ufficiale di Natalie Knight come nuova Chief financial officer di Stellantis (BIT:STLAM) al posto dell’uscente Richard Palmer, e le aspettative del mercato sulla 51enne manager americana sono molto alte. Le ha esplicitate bene martedì 30 maggio Tom Narayan, analista di Rcb Capital, scrivendo che il compito principale della nuova responsabile delle finanze sarà quello di trasferire gradualmente il baricentro finanziario di Stellantis dall’Europa verso l’America.
La tesi dell’analista è che soltanto avvicinandosi di più, anche fisicamente, agli investitori americani, Stellantis potrà colmare quel gap di valutazione che la penalizza rispetto agli altri due grandi gruppi Usa dell’automotive, Ford e General Motors.

La differenza dei multipli fra le due sponde dell’Atlantico

Alla quotazione attuale di 14,54 euro, Stellantis capitalizza 45,7 miliardi di euro, vale a dire solo 3 volte gli utili attesi nel 2024. E’ un multiplo leggermente inferiore a quello di Volkswagen (ETR:VOWG) (3,5 volte), ma drammaticamente più basso rispetto a Ford (capitalizza 7,1 volte gli utili 2024) e a General Motors (5,8 volte). A pesare non sono certo le diverse prospettive di crescita fra le aziende: il consensus degli analisti stima che gli utili di Stellantis saliranno del 3,3% nel 2024 arrivando a 15,5 miliardi di euro. La crescita prevista per Ford è del 4,4% e per GM il consensus stima un calo dei profitti nel 2024 del 2,5%.
Questa la spiegazione della sottovalutazione di Stellantis, secondo Tom Narayan: le azioni Stellantis sono scambiate anche a New York, ma Wall Street non è la Borsa di riferimento del gruppo, con la conseguenza che Stellantis non fa parte di molti indici statunitensi e i fondi indicizzati e altri investitori che si confrontano con gli indici non sono motivati a comprare la società.

Nel 2022 realizzato in Nord America il 60% dell’utile operativo

Eppure il business di Stellantis è più americano che europeo: nel 2022 la società che ha come principale azionista la famiglia Agnelli-Elkann, ha realizzato in Nord America il 47,6% dei ricavi e in Europa il 35,2%. Grazie all’alta redditività dei marchi Ram e Jeep, che insieme rappresentano il 75% delle vendite di Stellantis,  negli Usa, il gruppo ha realizzato in Nord America il 60% dell’utile operativo dell’anno scorso.  “Se le azioni Stellantis ricevessero dal mercato una valutazione media fra quelle di Ford e GM, il titolo varrebbe il doppio”, scrive l’analista di Rbc Capital che sul titolo ha una raccomandazione Buy con target price a 20 euro.

Fuga da Piazza Affari? Problema politico

Stellantis, con sede in Olanda, è un gruppo europeo, quotato a Milano, Parigi e Amsterdam. Secondo Narayan bisognerebbe fare diventare Wall Street la Borsa primaria del gruppo, ma una scelta del genere non è tecnica, è una scelta con un forte impatto politico su due Paesi come l’Italia e la Francia i cui governi non vedrebbero di buon occhio la migrazione di una delle principali aziende europee.
Può essere che ci sia del giusto nelle osservazioni di Narayan, ma la nuova Cfo Natalie Knight dovrà inventarsi una strategia di compromesso per avvicinare di più Stellantis agli investitori a stelle e strisce. Intanto è già deciso che la manager avrà la sua base operativa ad Auburn Hills, nel Michigan, e da lì farà trasferte in Europa e nelle altre regioni.

 

Modificato da nucarote
Rimossa parte OT
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Wall Street è la borsa primaria di Stellantis in quanto lo era di FCA che esiste ancora ma con diversa ragione sociale (quel cacchio di nome orrendo). Se poi s'intende quotazione esclusivamente statunitense, nome yankee e sede americana allora.....

L'unico motivo per cui Stella è ancora sottovalutata ha a che vedere con il fatto che, rispetto a Ford e GM, non ha ancora una presenza elettrica pura rilevante sul mercato. Agli occhi degli investitori Stellantis è ancora a livello di chiacchere "elettriche" in NA. E' percepita ancora come un dinosauro del quale, ad ogni piè sospinto, si sottolinea quanto sia in colpevole ritardo. 

 

 

Modificato da pennellotref
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. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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12 ore fa, nucarote scrive:

Le questioni macroeconomiche europee esulano dallo scopo di questo topic e in generale dalle regole del forum. ;-) 

 

In realtà la questione Stellantis e le scelte strategiche del gruppo in Italia, essendo di fatto l'unico produttore del paese, sono intrecciate con la politica economica 

La Francia ha supportato i costruttori nazionali, con soldi ed entrando nell'azionariato.

Io non parlo di politica ma di politica industriale del gruppo in generale ed in Italia.

Lo dico con rispetto, chiunque faccia l'interesse del paese nel settore auto, di qualsiasi partito, è un bene per il sistema paese.

 

Vi segnalo questo altro articolo:

 

https://www.startmag.it/smartcity/confindustria-sole-24-ore-stellantis-elkann/

 

Nel podcast del sole24ore citano i dati, nel 2022 ....473.000 auto prodotte in Italia, 1,7 milioni in Spagna

 

 

https://www.startmag.it/economia/sorpresa-la-liberista-confindustria-vuole-lo-stato-in-stellantis-e-il-gruppo-gedi-silente/

Confindustria chiede l'intervento della Cassa Depositi e Prestiti in Stellantis con forza, prima l'ex numero presidente lombardia, poi il presidente dell'Anfia...quindi al di la delle deleghe operatiche di Elkann, se questi parlano così una motivo c'è!

 

Soltanto ieri avevamo registrato il curioso tamtam mediatico apparso sulle pagine del Sole confindustriale: ben due articoli (una intervista all’ex numero 1 di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, presidente del Gruppo OMR, Officine Meccaniche Rezzatesi, realtà specializzata nella produzione di basamenti per motori, trasmissioni, telaio e sospensioni affiancata da un editoriale del curatore della pagina sui motori) per dire che Stellantis sta lasciando il nostro Paese alla chetichella e serve dunque un intervento dello Stato nell’azionariato per zavorrarla qui.

 

Oggi è ancora più esplicito Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, l’Associazione delle imprese della filiera automotive, amministratore delegato del Gruppo Adler Hp Pelzer, azienda di famiglia fondata dal padre, Achille, nel 1956 dal fatturato sui 2 miliardi di euro attiva nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione di componenti e sistemi per l’industria del trasporto ma, soprattutto, membro dell’Advisory Board di Confindustria. In passato è stato inoltre membro della Giunta nazionale di Confindustria e del comitato ristretto per l’Internazionalizzazione.

CONFINDUSTRIA CONTINUA A CHIEDERE LO STATO IN STELLANTIS

«È necessario equilibrare le forze e i pesi in Stellantis, si tratta di una cosa giusta, alla luce della presenza dello Stato francese» è il commento di Scudieri alla proposta avanzata sul Sole 24 Ore da Bonometti, che ha parlato della possibilità di un ingresso di Cdp in Stellantis per equilibrare la presenza dello Stato francese e tutelare la filiera italiana.

 

 

 

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Elkann a specifica domanda ha detto che lo stato deve entrare qualora l’azienda abbia difficoltà. Non essendo il caso per Stellantis, non ne vede il motivo. Sostiene che lo stato francese era entrato in psa quando questa era in difficoltà …. Tutto giusto, ma ci deve spiegare perché lo stato francese non se ne e’ più andato.

 

Anche io sinceramente sarei decisamente favorevole all’entrata dello stato italiano almeno fino a che vi è quello francese.


Gli agnelli non saranno la fatebenefratelli, però un ricordo agli aiuti passati non farebbe male. Non dico che si deve tornare al vecchio modello del produrre in perdita per mantenere occupazione, però privilegiare paesi come ad esempio la Spagna mi sembra esagerato

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33 minuti fa, Davialfa scrive:

Elkann a specifica domanda ha detto che lo stato deve entrare qualora l’azienda abbia difficoltà. Non essendo il caso per Stellantis, non ne vede il motivo. Sostiene che lo stato francese era entrato in psa quando questa era in difficoltà …. Tutto giusto, ma ci deve spiegare perché lo stato francese non se ne e’ più andato.

 

Anche io sinceramente sarei decisamente favorevole all’entrata dello stato italiano almeno fino a che vi è quello francese.


Gli agnelli non saranno la fatebenefratelli, però un ricordo agli aiuti passati non farebbe male. Non dico che si deve tornare al vecchio modello del produrre in perdita per mantenere occupazione, però privilegiare paesi come ad esempio la Spagna mi sembra esagerato

 

Se leggi le carte, capisci che la presenza dello stato francese è a scadenza. Se lo stato italiano vuole una quota di Stellantis non ha che rivolgersi al mercato in quanto trattasi di società quotata; non è che deve chiedere il permesso ad Elkann o a chicchessia. Ovviamente il problema sarebbe in tal caso che lo stato italiano non avrebbe rappresentanza in consiglio fino al rinnovo del medesimo. Il punto è: quali sono i poteri dello stato francese in consiglio ? Se si leggono le carte, si scopre che non ve ne sono. Il problema vero è che lo stato francese ha soldi da spendere, li mette e fa politica industriale, noi no ed ai confindustriali della filiera automotive italiana rode in quanto sono tutti a rischio causa rivoluzioni nel comparto automobilistico che ben conosciamo.

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