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Cole_90

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20 ore fa, gilerak scrive:

Ok, ma... perché fanno così ?

 

16 minuti fa, KimKardashian scrive:

Non lo so 😅 in Giappone hanno varie classi ecologiche di appartenenza delle vetture per questo le suddividono ma in Cina non so

 

 

BYD utilizza la doppia rete di concessionari, Ocean e Dynasty, per segmentare meglio il mercato cinese e massimizzare la propria copertura. Ogni rete è rivolta a specifici target di clientela e si differenzia leggermente per stile e branding, sebbene offra modelli simili. Ad esempio:

 

• Rete Dynasty: tende a rivolgersi a un pubblico che apprezza le linee tradizionali e il design più classico, richiamando elementi storici della cultura cinese. Questo canale è strategico per chi cerca modelli con un’impronta locale più tradizionale.

 

• Rete Ocean: punta a un pubblico più giovane, con design più audaci e moderni. L’approccio è più internazionale e mira a clienti orientati alla tecnologia e alla modernità.

 

Attraverso questi due canali, BYD ottimizza la penetrazione del mercato, differenziando l’offerta senza necessità di sviluppare modelli completamente nuovi, ma solo con lievi modifiche estetiche.

 

by chatgpt 4.0

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"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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  • 4 settimane fa...

Altavilla (BYD): "2035? Bisogna vedere chi ci arriva vivo. E noi diventeremo europei"

Il nostro direttore ha intervistato l'ex braccio destro di Sergio Marchionne e attuale special advisor dei cinesi: "I dazi sulle Bev cinesi e gli incentivi sono entrambi dannosi. Stellantis e Renault si fondono? Un'opportunità per noi

 

[...]

L'ultima volta che lei è salito su questo palco, era un manager della Fiat Chrysler. Da allora molte cose sono cambiate nella sua vita: perchè ha scelto BYD?
Negli ultimi tre anni ho collaborato con altri tre costruttori cinesi, su progetti specifici. Quando poi ho conosciuto la leadership di BYD, mi sono reso conto che questa azienda è qualcosa di completamente diverso da quello che ci si può immaginare. E in effetti, BYD non si presenta come un costruttore di automobili, ma come una tech company: per esempio, fornisce molti componenti elettronici alla Apple, è tra i maggiori produttori al mondo di pannelli fotovoltaici e di energy storage. Il prossimo 18 novembre compie 30 anni di vita e in solo 30 anni è già arrivata a un milione di dipendenti. BYD ha 103 mila ingegneri e sviluppa 42 brevetti al giorno. Quindi, ho capito che quello che avevo davanti era una proposizione completamente diversa in termini di velocità per affrontare un mercato dell'automobile così difficile come quello attuale. E devo dirvi che vedere per la prima volta il loro processo di sviluppo prodotto è qualcosa di impressionante anche per chi è stato più di tre decenni nell'automobile: hanno una velocità completamente diversa da quello che si potrebbe immaginare. Dal prossimo anno arriveranno modelli di automobili concepiti per il mercato europeo, anche perché l'obiettivo di BYD è estremamente chiaro: con le due fabbriche in Ungheria e Turchia, si punta a rendere l'Europa completamente autosufficiente in meno di 18 mesi in termini di output produttivo. Quindi non si potrà più parlare di BYD come un produttore cinese, ma europeo. [...]

 

https://www.quattroruote.it/news/eventi/2024/10/29/quattroruote_next_altavilla_byd_2035_bisogna_vedere_chi_ci_arriva_vivo_e_noi_diventeremo_europei_.html

 

 

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Questo è. Dove lincentivazione dovrebbe andare. Ma non credo sarà. 

 

Sono fortemente contrario agli incentivi all'acquisto, ma anche assolutamente convinto della opportunità di incentivare in maniera massiccia due aspetti che ci devono portare a questa transizione: primo, l'Europa dovrebbe farsi carico della costruzione di un'infrastruttura di ricarica capillare. Secondo, è assolutamente necessario garantire un supporto alla filiera della componentistica.

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9 minuti fa, LUCAFUSAR scrive:

Le infrastrutture di ricarica e la filiera vanno potenziate giustamente con degli incentivi.

 

La prima filiera da incentivare era quella delle batterie. E bisogna ammettere che l'Europa ci ha provato, incentivando il consorzio NORTHVOLT. Ma è finito per aria, manca l'interesse o la capacità dell'imprenditoria. Per dire come siamo messi male. Non basta l'incentivo, ci vuole anche la società civile e imprenditoriale. Vabbè, amen, forse ormai è tardi, non so. 

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